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Addio mia bella addio è un canto risorgimentale, scritto nel 1848 da Carlo Alberto Bosi con lo pseudonimo Basocrilo fiorentino.[1]. Il brano, anche noto come l'Addio del volontario, assunse grande popolarità già durante la prima guerra di indipendenza italiana[2].

«Addio, mia bella, addio: l'armata se ne va; se non partissi anch'io sarebbe una viltà!»

(Carlo Alberto Bosi, Addio mia bella addio, 1848)
Addio mia bella addio
Artista
Autore/iCarlo Alberto Bosi
GenereFolk
StileCanto popolare
Esecuzioni notevoliLuca Barbarossa con Raquel Del Rosario
Data1848
Aiuto
Anonimo (canto risorgimentale) (info file)
Addio mia bella Addio — Versione per orchestra e coro vocalizzato
Addio mia bella Addio — Versione per orchestra e coro vocalizzato

Origine


«La più popolare gentile canzone che sia stata scritta e cantata da quelli che combatterono le guerre dell’indipendenza dal 1848 al 1878.

( Gori, Canzoniere nazionale.[3]

Il testo di Addio mia bella addio fu scritto nel marzo 1848, nel caffè "Castelmur" (oggi non più esistente) di Via Calzaioli a Firenze. Bosi partì subito dopo come volontario della guerra di indipendenza, insieme ad altri combattenti fiorentini[2]. Il brano divenne ben presto celebre proprio tra i volontari, che iniziarono a cantarlo sempre più spesso al momento delle partenza[4][5], sulle note di una vecchia cantilena toscana[6].

La popolarità della canzone rimase sempre alta tra i combattenti volontari, essendo cantata anche negli anni successivi, come ad esempio in occasione delle battaglie di Palestro e di San Martino (1859), o durante la spedizione dei Mille (1860)[7]; negli anni del ventennio fascista, la retorica di partito riprese il brano all'interno della canzone coloniale O morettina. Nel 2011 fu presentata al Festival di Sanremo in occasione del 150º anniversario dell'unità d'Italia, cantata da Luca Barbarossa con Raquel Del Rosario ed inserita nell'album Sanremo 2011 - 150° Unità d'Italia - Nata per unire edito da Rai Trade, RTP 0255.


Note


  1. Gianni Borgna, Storia della canzone italiana, prefazione di Renzo Arbore, Milano, 1992, Arnoldo Mondadori Editore, p. 58.
  2. Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?: tesoro di citazioni italiane e straniere, di origine letteraria e storica, ordinate e annotate, Hoepli, 1989, p. 212, ISBN 978-88-203-0092-0.
  3. Gianni Borgna, op. cit., p. 58.
  4. Adriano Salani, Raccolta d'inni nazionali cantati dal popolo dal 1848 fino alla liberazione di Roma avvenuta nell'anno 1870, p. 35.
  5. Antonio Caprarica, C'era una volta in Italia. In viaggio fra patrioti, briganti e principesse nei giorni dell'Unità, Sperling & Kupfer, 2011, p. 11, ISBN 978-88-6061-754-5.
  6. Fabio Toscano, Per la scienza, per la patria: Carlo Matteucci, fisico e politico nel Risorgimento italiano, Sironi editore, 2011, p. 35, ISBN 978-88-518-0137-3.
  7. La favilla: giornale di scienze, lettere, arti e pedagogia, 1863, p. 27.

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