Il titolo del singolo e la copertina sono state rivelate da Björk tramite la propria rete sociale il 24 agosto, cinque giorni dopo l'annuncio dell'album.[3] Il 5 settembre viene annunciato il rilascio del brano per il giorno seguente.[4]Atopos viene trasmesso in anteprima il 6 settembre alle 12.00 (ora italiana) su BBC Radio 6 Music, introdotto dalla voce della stessa cantante, e quindi distribuito appena dopo su tutte le piattaforme streaming, insieme al video musicale pubblicato sul canale YouTube di Björk.
Björk stessa ha voluto creare per il singolo un sito web in cui ritrovare tutti i dettagli su di esso, come alcune fotografie estratte, il testo e gli accrediti. La cantante ha descritto così sul proprio sito la canzone:
«Sono molto felice di condividere con voi il primo video del mio album per la canzone Atopos. Per me è una buona introduzione... come se fosse una carta d'identità sonora. Sonoramente, si tratta di un mondo dai bassi pesanti. Abbiamo sei clarinetti bassi ed una trapanazione sub-incisiva che ci porta al nido e ci sotterra. Tutti noi abbiamo appena attraversato insieme un momento unico, dove siamo stati in quarantena e siamo rimasti per molto tempo in un posto dove abbiamo sparato giù le radici. Ho cercato di catturare questa sensazione a livello sonoro, ho descritto il suono ai musicisti come il mio "album fungo": radici di alberi e micelio che si diffondono sottosuolo in profondità. Il testo di Atopos è ciò che Roland Barthes descrive tanto brillantemente in questo libro Frammenti di un discorso amoroso. Parla dello spirito binario della natura umana... sinistra contro destra, uomo contro donna, e così via, ma il tema della canzone riguarda il superare le differenze e unirsi. O, come recita il testo, «Queste non sono solo scuse per non connettersi? / Le nostre differenze sono irrilevanti / la nostra unione è più forte di noi».»
Descrizione
Il titolo del brano è ispirato al concetto socratico di amore, ripreso da Roland Barthes e Friedrich Nietzsche, per cui si definisce atopos la persona amata per via della sua unicità: «L'altro che io amo e che mi affascina è atopos. Non posso classificare l'altro, perché l'altro è, esattamente, Unico, l'Immagine singolare che miracolosamente ha corrisposto alla specificità del mio desiderio. L'altro è la figura della mia verità, e non può essere imprigionato in alcuno stereotipo (che è la verità degli altri)». Il testo è dunque incentrato sulle differenze tra gli amanti, che alla luce di tale pensiero non possono rappresentare il problema principale, e sul modo di "crescere al di fuori verso l'amore", "imparare" e "trovare la propria risonanza". Björk conclude che «la nostra unione è più forte di noi», cantando in ritornello che «la speranza è un muscolo».[5]
Musicalmente il brano è una commistione di industrial, reggaeton ed experimental techno, caratterizzata da un ritmo dembow[1] e da influenze dance.[2] Oltre alla voce di Björk, esso prevede la partecipazione dell'Hamrahlíð Choir, del sestetto di clarinetti bassi Murmuri e di Kasimyn (dai Gabber Modus Operandi), che ha co-prodotto i beats.
Video musicale
Il video musicale del brano è stato pubblicato, in contemporanea con il suo rilascio, sul canale YouTube di Björk. È stato girato e diretto dal fotografo islandese Viðar Logi, sotto la direzione creativa di Björk e la direzione consultiva di James T. Merry. Nel video si può osservare un mondo sotterraneo, fatto di rocce, spore, funghi e miceli, in cui suona il sestetto di clarinetti bassi e il DJ Kasimyn, mentre Björk canta e balla o, in altre scene, cammina al suono della musica e dirige il ritmo con la testa e le braccia.
Formazione
Cast e squadra
Björk – artista, co-direzione creativa
James T. Merry – co-direzione creativo
Viðar Logi – regia
Sara Nassim – produzione
Pálmey Helgadóttir – manager della produzione
Haraldur Ari Karlsson – assistenza alla regia
Þórhildur Kristjánsdóttir – assistenza alla produzione/runner
Samúel Ásberg o'Neill – assistenza alla produzione/runner
Búi Fannar Ívarsson – assistenza alla produzione/runner
Heimir Sverrisson – designer della produzione
Arnar Orri Bjarnason – direzione artistica
Zilvinas Balkevicius – scultore
Argitxv Etchebarne – impostazione del set
Malgovzata Kowasz – impostazione del set
Saga Björnsdóttir – impostazione del set
Luis Castillo – pittore
Steingrímur Þorvaldsson – pittore scenico
Ögmundur Jónsson – carpentieria
Shadi Chaaban – dop
Eli Arenson – dop per la sceneggiatura aggiunta
Alexander Sær Elfarsson – 1º ac
Hjálmar Þór Hjálmarsson – 2º ac
Jörundur Rafn Arnarsson – supervisione VFX sul set
Jón Már – dit
Finnur Þór Guðjónsson – gaffer
Jón Kjartansson – best boy
Jónas Guðmundsson – elettricista 1
Hilmar Mathiesen – elettricista 2
Dagur Benedikt Reynisson – elettricista 3
Alex Birgir – elettricista 4
Andri Freyr Hlynsson – lighting board operator
Sigurgeir Þórðarsson – presa chiave
Úlfar Jacobsen – best boy
Bergur Þórisson – operatore del suono/playback
Edda Guðmundsdóttir – stylist
Diana Breckmann – styling assistente
Berglind Þalsdottir – assistenza allo styling
Ásdís Lúðvíksdóttir – sartoria
Tomihiro Kono – parrucche
Sayaka maruyama – parrucche
Johannes Jaruraak / Hungry – trucco
Sunna Erlingsdóttir – trucco e parrucco della band
Kolbrún Vignisdóttir – assistenza al trucco e parrucco
Lilja Dís Smáradóttir – assistenza al trucco e parrucco
Hilma Kristín Sveinsdóttir – assistente di Björk
Rosemary Llagostera – assistente di Björk
Katrín Bríem – servizio artigianale
Helgi Finnbogason – medico
Post-produzione e FX
Studio Private – post-produzione
Adrian Rogers – CGI e VFX
Joanna Pichler – CGI e VFX
Gokcecan Gursoy – ritocco
Nat Cooke – colorista
Bianca Redgrave – post e coordinazione FX del progetto
Jeremy Djaffer – post e coordinazione FX del progetto
Sölvi Sig – sequenze distorte
M/M (Paris) – grafiche dei funghi, funghi digitali e tipografia
Andrea Philippon – animazione
Performers
Aditya Surya Taruna "Kasymin" – talent
Murmuri – clarinetti bassi:
Baldvin Ingvar Tryggvason
Grímur Helgason
Hilma Kristín Sveinsdóttir
Helga Björg Arnardóttir
Kristín Þóra Pétursdóttir
Rúnar Óskarsson
Costumi
Björk:
Burberry – abito, stivali
Vanessa Bon – abito
Daniel Del Core – abito, cappello e scarpe
Hector Castellanos – body in pizzo
Noir Kei Ninomiya – gioielleria
James T. Merry – collare in argento Lamellæ, orecchini in argento Tungljurt, collare in velluto
Hugo Kreit – anelli-unghie in argento
Amazing Jiro per Kei Jewellery – maschera
Tomihiro Kono – parrucche
Sayaka Maruyama – parrucche
Johannes Jaruraak / Hungry – trucco
Sojin Oh – manicure
Kasymin:
Alexander McQueen, Bernhard Willhelm, Daniel Del Core, Namilia, Hugo Kreit – costumi
Band:
Harikrishnan, Richard Malone, Bernhard Willhelm, Paulo Mileu, Bihan Lin, Kendt, Ican Harem, Hugo Kreit – costumi
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