D'amore di morte e di altre sciocchezze è il diciassettesimo album di Francesco Guccini.
D'amore di morte e di altre sciocchezze album in studio | |
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Artista | Francesco Guccini |
Pubblicazione | 15 novembre 1996 |
Durata | 49:27 |
Dischi | 1 |
Tracce | 9 |
Genere | Pop |
Produttore | Renzo Fantini |
Registrazione | Presso lo Studio Fonoprint di Bologna nell'autunno 1996 |
Formati | LP |
Francesco Guccini - cronologia | |
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Guccini Live Collection (1998) |
L'album è stato dedicato a "Victor" (Victor Sogliani, bassista del gruppo Equipe 84 con cui Guccini aveva suonato nel gruppo I Gatti) e a Bonvi (il noto fumettista, creatore di Sturmtruppen). Entrambi erano amici di Guccini scomparsi poco prima dell'uscita del disco.
Nella copertina c'è una foto di Guccini serio con, sullo sfondo, alcuni manifesti con la sua foto riprodotta anche sull'album Via Paolo Fabbri 43.
Testi e musiche di Francesco Guccini dove non altrimenti indicato.
Durata totale: 49:27
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Lettera è una ballata un po' rock che anticipa i temi trattati nell'album, l'amore, la morte e le sciocchezze della vita (come dice il titolo dell'album). Il testo della canzone riporta immagini e impressioni della vita e alla fine diventa più angoscioso e triste, ma ciò è dovuto al fatto che l'autore aveva appena perso due amici importanti.
L'album non è, però, intriso di rassegnazione e tristezza, anzi, scorre tranquillo e gioioso fino all'ultima traccia che ricorda un po' la frivolezza di Opera buffa.[senza fonte] La gioia e l'entusiasmo dell'innamoramento è, infatti, il tema di Vorrei, dedicata alla nuova compagna, Raffaella.
Quattro stracci è una ballata folk-rock autobiografica che parla dell'amore per Angela (la madre dell'unica figlia di Guccini, Teresa, a cui il cantautore aveva già dedicato nel disco precedente Farewell), un amore ormai finito, secondo la canzone, a causa della troppa distanza tra la schiettezza dell'autore e certe superficialità fintamente intellettuali della donna un tempo amata.
Un tema tipicamente gucciniano è quello di Stelle[senza fonte], in cui l'incanto davanti al cielo stellato è turbato dal senso della piccolezza dell'uomo che ci si perde dentro l'infinità del cielo.
Altra canzone d'amore nell'album è la Canzone delle colombe e del fiore, traccia che precede Il caduto dove ritorna il tema della morte, infatti, il brano è il lamento postumo di un montanaro che si duole di essere sepolto in un'anonima pianura da dove non si vede il profilo di un monte e dove perfino la neve è diversa da quella che lui ha conosciuto.
Il brano Cirano è una canzone d'amore e rappresenta anche una cruda e impietosa invettiva contro il mondo di quelli «con il naso corto», il solito gregge amorfo e conformista. Chiaramente ispirato all'opera teatrale Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, Guccini come spesso fa, parte da un'ispirazione letteraria del passato per parlare della modernità.[senza fonte] Cirano rimane da solo, ma l'amore per Rossana saprà vincere anche la sua apparente durezza e cattiveria.
Con Il matto l'atmosfera si fa più scanzonata e si arriva a I fichi registrata live, al contrario di tutto il disco. Questa canzone è un autentico pezzo da cabaret spassoso e scanzonato, che si rifà al "talking" che aveva contraddistinto il suo album Opera buffa, in una sorta di ideale appendice. Si ispira in realtà alla canzone I crauti di Mario Pogliotti[2], canzone di denuncia scritta nel 1972 inserita nell'LP La Balorda, che parla del neofascista Pino Rauti. I crauti è rimasta famosa anche per l'interpretazione di Monica Vitti e Giorgio Gaber. I fichi risale al 1976 (fu eseguita in quell'anno da Guccini in televisione a Televacca, un programma di Roberto Benigni), e il suo testo non è riportato nel libretto dell'album.
Classifica (1996) | Posizione massima |
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Italia[3][4] | 1 |
Altri progetti
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