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Dirty Computer è il terzo album in studio della cantante statunitense Janelle Monáe, pubblicato il 27 aprile 2018 dalla Bad Boy Records e distribuito dalla Atlantic Records, insieme ad un lungometraggio narrativo di 46 minuti.[1] L'album riceve una nomination ai Grammy Awards del 2019 nella categoria Album of the Year.

Dirty Computer
album in studio
ArtistaJanelle Monáe
Pubblicazione27 aprile 2018
Durata48:42
Dischi1
Tracce14
GenereFunk
Contemporary R&B
Pop soul
Pop
EtichettaWondaland, Bad Boy Records, Atlantic Records
ProduttoreJanelle Monae (esec.), Nate "Rocket" Wonder, Chuck Lightning, Roman GianArthur, Nana Kwabena, Jon Brion, Mr Hudson, Wynne Bennett, Mattman & Robin, Pharrell Williams, Organized Noize, Jon Webb Jr.
Janelle Monáe - cronologia
Album precedente
The Electric Lady
(2013)
Album successivo
Singoli
  1. Make Me Feel
    Pubblicato: 22 febbraio 2018
  2. Django Jane
    Pubblicato: 22 febbraio 2018
  3. Pynk
    Pubblicato: 10 aprile 2018

Descrizione


Alla realizzazione dell'album la Monàe vede la partecipane di Pharrell Williams, Grimes e Brian Wilson. Il progetto musicale vede anche la partecipazione di Prince nel brano "Make Me Feel", che però viene a mancare prima della pubblicazione. La cantante ricorda come Prince si fosse sempre interessato della sua musica ed espressione artistica, sostenendola nel suo percorso:[2]

«Prince stava lavorando all'album con me prima di passare ad un'altra frequenza, e mi ha aiutato a creare dei suoni. E mi manca molto, sai, per me è difficile parlare di lui. Ma mi manca, e il suo spirito non mi lascerà mai.»

Monáe aveva esplorato i temi presentati in Dirty Computer un decennio prima della sua produzione, ma ha osservato che "prima ci si sentiva più sicuri a confezionarsi in metafore....La versione androide Cindi [alter-ego della cantante presentato nell'album The ArchAndroid] sanificata si sentiva più accettata del suo vero io. Il pubblico non conosce la vera Janelle Monáe, e mi sentivo come se non dovessi essere davvero lei perché andavo bene come Cindi". L'album è anche descritto dalla cantante come "un omaggio alle donne e allo spettro della sessualità". Le 14 tracce si dividono in tre momenti: "Resa dei conti", "Contemplazione" e "Rigenerazione". Nella prima fase vi è una presa di coscienza da parte dell'artista di come viene percepita dalla società. Nella successiva vi è l'accettazione delle "sfortune avute nella vita" mentre nell'ultima vi è una ridefinizione della sua identità americana.[3]


Accoglienza


Generalmente Dirty Computer ha ricevuto ampi consensi dalla critica musicale.[4]

Neil McCormick per The Daily Telegraph ha chiamato l'album "senza macchie e senza risparmiare affermazioni dirette... si afferma come contendente per l'album dell'anno, in più di un modo. Il suono stratificato della cantante è contemporaneo come quello di Kendrick Lamar o Kanye West, eppure ha una qualità organica vecchio stile che deriva da una base di musicisti dal vivo. "Dirty Computer" suona come il 2018, distillato in una stravaganza funk pop fantascientifica data da una Monàe simile alla Pantera Nera".[5] Il recensore per The Independent, Roisin O'Connor, ha dichiarato che "Dirty Computer" è "un disco che sarà considerato una pietra miliare non solo come un'opera d'arte a sé stante, ma come la perfetta celebrazione dell'eccentricità, del potere femminile e dell'autostima".[6] L'album viene inserito al terzo posto della classifica degli album del 2018 dalla rivista.[7]

Robert Christgau, che in passato aveva trovato la voce della Monáe troppo sottile e la sua scrittura di canzoni eccessivamente intellettuale, fu convertito dalle canzoni positive al sesso ispirate da Prince: "Troppo spesso gli album aperti al sesso sono poco profondi. Pur rimanendo intellettuale, questo è più personale di quanto l'androide abbia osato".[8]

Will Hermes per Rolling Stone dichiara che "È un capolavoro del funk futurista liberato." Aggiunge inoltre che "a differenza della maggior parte degli album collettivi e collaborativi che affollano il panorama pop di questi giorni, le canzoni si sentono guidate da un'unica visione sicura e distintiva: la Monáe ha co-scritto tutto in quest'album. L'arco narrativo dell'album - di conferimento di potere specificamente omosessuale, nero e femminista, permette letture più ampie - rispecchia quello del "lungometraggio" realizzato sui canali di video-streaming di Dirty Computer. Quindi si ha un album-lungometraggio che collega il suo dispotico fantascientifico racconto con video-clip delle migliori canzoni dell'album." E termina dichiarando che "È la rivoluzione come celebrazione del diritto di nascita per tutti gli americani che sono contrari alla vera uguaglianza e, nonostante il degno mini-film, non hai bisogno di immagini per sentire la sua verità detta."[9]

In una recensione meno entusiasta, Alexis Petridis di The Guardian ha suggerito che "Di tanto in tanto ti chiedi se un comprensibile desiderio di incrocio commerciale non sia alla base dei momenti meno ispirati dell'album: c'è qualcosa di comune ed avverso al rischio riguardo al supporto pop-R&B di "Crazy, Classic, Life" e "I Got the Juice". È difficile non chiedersi se la sua incapacità di connettersi con un pubblico di massa sia dovuta al desiderio di lavorare con concetti e personaggi, piuttosto che liberarsi, suggerisce una certa freddezza. Lei è elusiva come sempre, e il suo mistero rimane intatto. Senza un vero allentamento del suo equilibrio, anche la sua posizione ai margini del pop potrebbe rimanere intatta."[10] Nonostante ciò la rivista ha posto l'album al terzo posto dei Migliori Album del 2018.[11]

The New York Times pone l'album al vertice della classifica dei migliori album del 2018, descrivendo il lavoro della cantante come "Forme pop croccanti per promettere che l'amore, la sensualità polimorfa e uno spirito americano inclusivo possono conquistare tutto, anche un'apocalisse imminente. Tutto questo grazie all'influenza di Prince."[12] La rivista Time pone l'album alla seconda posizione, affermando che "la Monáe ha abbagliato con i suoi primi due album di alto concetto, eseguiti nel personaggio di un androide futuristico. Ma su Dirty Computer, si rilassa, esplorando le condizioni della sua identità di donna nera omosessuale. Si muove agilmente dal canto, nella vivida dichiarazione femminista Pynk, al rapping, sul singolo Django Jane. È ferocemente politico il suo lavoro, migliorando ancora."[13]


Tracce


  1. Dirty Computer (feat. Brian Wilson) – 1:59
  2. Crazy, Classic, Life – 4:46
  3. Take a Byte – 4:07
  4. Jane's Dream – 0:18
  5. Screwed (feat. Zoë Kravitz) – 5:02
  6. Django Jane – 3:10
  7. Pynk (feat. Grimes) – 4:00
  8. Make Me Feel – 3:14
  9. I Got the Juice (feat. Pharrell Williams) – 3:46
  10. I Like That – 3:20
  11. Don't Judge Me – 6:00
  12. Stevie's Dream – 0:46
  13. So Afraid – 4:04
  14. Americans – 4:06

Classifiche


Classifica (2018) Posizione

massima

Australia[14] 12
Austria[15] 21
Canada[14] 8
Danimarca[16] 30
Germania[17] 29
Irlanda[18] 6
Italia[19] 68
Norvegia[20] 18
Nuova Zelanda[21] 14
Paesi Bassi[22] 20
Portogallo[23] 24
Regno Unito[24] 8
Spagna[25] 33
Stati Uniti[26] 6
Svizzera[27] 11

Formazione


Musicisti

  • Janelle Monáe – lead vocals (tracce 1–3, 5–11, 13, 14), background vocals (traccia 6)
  • Zoë Kravitz – lead vocals (traccia 5)
  • Pharrell Williams – lead vocals (traccia 9)
  • Nate "Rocket" Wonder – background vocals (tracce 9, 10, 13), synthesizer (tracce 1–3, 5, 6, 9, 11, 13, 14), drums (tracce 1–3, 5–7, 9–11, 13, 14), programming (tracce 1–3, 5, 6, 11, 13, 14), guitar (tracce 1–3, 5–7, 9–11, 13, 14), bass (tracce 1–3, 5, 6, 10, 11), piano (tracce 7, 10)
  • Brian Wilson – background vocals (tracce 1, 3)
  • The Skunks – background vocals (tracce 9, 10)
  • Matt Jardine – background vocals (traccia 1)
  • Grimes – background vocals (traccia 7)
  • Wynne Bennett – background vocals (traccia 6), synthesizer (traccia 7), drums (traccia 7), guitar (traccia 7)
  • Nana Kwabena – background vocals (traccia 9), synthesizer (tracce 3, 6), drums (traccia 3), programming (tracce 6, 9)
  • Sleepy Brown – background vocals (traccia 10)
  • Todd Bergman – background vocals (traccia 10)
  • Roman GianArthur – background vocals (traccia 11), drums (traccia 5), guitar (tracce 5, 9, 10)
  • Isis Valentino – background vocals (traccia 11)
  • Reverend Sean McMillan – "love sermon" (tracce 2, 14)
  • Stevie Wonder – "oratory blessings" (traccia 12)
  • Jon Brion – synthesizer (tracce 1–5, 13), mallets (traccia 1)
  • Jon Jon Traxx – programming (traccia 14), guitar (tracce 3, 14), bass, percussion (traccia 13)
  • Kellindo – guitar (tracce 1–3, 5–7, 9, 13, 14)
  • The Wondaland ArchOrchestra (tracce 1, 11)
    • Alexander Page – violins
    • Grace Shim – cello
  • Sounwave – additional drums (traccia 1)
  • Thundercat – bass (traccia 3)(tracce 1–3, 5, 11, 14)
  • Dennis Hamm – piano (traccia 3)
  • Andrew Horowitz – synthesizer (traccia 9)
  • Organized Noize – additional instrumentation (traccia 10)

Technical

  • Janelle Monáe – recording (tracce 1–3, 5–7, 9–11, 13, 14), vocal production (tracce 1–3, 5, 7, 9, 11, 13), additional vocal production (traccia 10)
  • Nate "Rocket" Wonder – recording (tracce 1–3, 5–7, 9–14), vocal production (tracce 1–3, 5, 7, 9, 11, 13)
  • Jon Brion – recording (traccia 4)
  • Marco Sonzini – recording (traccia 5)
  • Wynne Bennett – recording (traccia 7)
  • Organized Noize – recording (traccia 10)
  • Todd Bergman – additional engineering (tracce 1, 13)
  • Mick Guzauski – mixing (tracce 1–7, 9–14)
  • Serban Ghenea – mixing (traccia 8)
  • John Hanes – engineering for mix (traccia 8)
  • Dave Kutch – mastering (tracce 1–7, 9–14)
  • Justin Tranter – vocal production (traccia 8)
  • Julia Michaels – vocal production (traccia 8)
  • Chuck Lightning – additional vocal production (traccia 11)

Arrangement

  • Nate "Rocket" Wonder – arrangement (tracce 1–3, 5, 6, 9–11, 13, 14), string arrangement (traccia 1)
  • Roman GianArthur – arrangement (traccia 5)
  • Nana Kwabena – arrangement (traccia 6)
  • Wynne Bennett – arrangement (traccia 7)
  • Janelle Monáe – musical arrangement (traccia 13)
  • Jidenna – additional arrangement (traccia 5)

Design

  • Chuck Lightning – creative direction
  • The Wondaland Arts Society – creative direction
  • Joe Perez – art direction
  • Jenna Marsh – studio album art direction
  • Free Marseille – design
  • Abdul Ali – design
  • JUCO – photography

Note


  1. (EN) Tim Grierson, Tim Grierson, Why Janelle Monae's 'Dirty Computer' Film Is a New Sci-Fi Masterpiece, su Rolling Stone, 27 aprile 2018. URL consultato il 14 febbraio 2019.
  2. Legendary: Prince helped Janelle Monaé with her new album, su msn.com. URL consultato il 14 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2018).
  3. (EN) Jenna Wortham, How Janelle Monáe Found Her Voice, in The New York Times, 19 aprile 2018. URL consultato il 14 febbraio 2019.
  4. (EN) Dirty Computer by Janelle Monáe. URL consultato il 6 agosto 2019.
  5. (EN) Nail McCormick, Neil McCormick for The Daily Telegraph: Dirty Computer, su telegraph.co.uk, The Daily Telegraph.
  6. (EN) What did we do to deserve Janelle Monáe? Dirty Computer - album review, su The Independent, 27 aprile 2018. URL consultato il 6 agosto 2019.
  7. (EN) The 40 best albums of 2018, su The Independent, 19 dicembre 2018. URL consultato il 6 agosto 2019.
  8. (EN) Alex Robert Ross, Robert Christgau, Robert Christgau on the Bold Pop of Janelle Monáe and Perfume Genius, su Vice, 1º giugno 2018. URL consultato il 6 agosto 2019.
  9. (EN) Will Hermes, Will Hermes, Review: Janelle Monae's 'Dirty Computer' Is a Futurist Funk Masterpiece, su Rolling Stone, 30 aprile 2018. URL consultato il 6 agosto 2019.
  10. (EN) Alexis Petridis, Janelle Monáe: Dirty Computer review – vagina monologues from a far-off star, in The Guardian, 27 aprile 2018. URL consultato il 6 agosto 2019.
  11. (EN) Hannah J. Davies, The best albums of 2018, No 3: Janelle Monáe – Dirty Computer, in The Guardian, 19 dicembre 2018. URL consultato il 6 agosto 2019.
  12. (EN) Jon Pareles e Jon Caramanica, The 28 Best Albums of 2018, in The New York Times, 6 dicembre 2018. URL consultato il 6 agosto 2019.
  13. (EN) The 10 Best Albums of 2018, su Time. URL consultato il 6 agosto 2019.
  14. Billboard Canadian Albums: Top Albums Chart, in Billboard. URL consultato il 9 maggio 2018.
  15. Janelle Monáe - Dirty Computer Chart, su austriancharts.at. URL consultato il 14 febbraio 2019.
  16. Janelle Monáe - Dirty Computer Chart, su danishcharts.dk. URL consultato il 14 febbraio 2019.
  17. Janelle Monáe - Dirty Computer Chart, su offiziellecharts.de. URL consultato il 14 febbraio 2019.
  18. (EN) Official Irish Albums Chart Top 50 | Official Charts Company, su officialcharts.com. URL consultato il 9 maggio 2018.
  19. FIMI - Classifiche - FIMI, su fimi.it. URL consultato il 9 maggio 2018.
  20. Janelle Monáe - Dirty Computer Chart, su norwegiancharts.com. URL consultato il 14 febbraio 2019.
  21. Janelle Monáe - Dirty Computer Chart, su charts.nz. URL consultato il 14 febbraio 2019.
  22. Janelle Monáe - Dirty Computer Chart, su dutchcharts.nl. URL consultato il 14 febbraio 2019.
  23. Janelle Monáe - Dirty Computer Chart, su norwegiancharts.com. URL consultato il 14 febbraio 2019.
  24. (EN) JANELLE MONAE | full Official Chart History | Official Charts Company, su officialcharts.com. URL consultato il 9 maggio 2018.
  25. Janelle Monáe - Dirty Computer Chart, su promusicae.es. URL consultato il 14 febbraio 2019.
  26. Top 200 Albums, in Billboard. URL consultato il 9 maggio 2018.
  27. Janelle Monáe - Dirty Computer Chart, su swisscharts.com. URL consultato il 14 febbraio 2019.

Collegamenti esterni


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[en] Dirty Computer

Dirty Computer is the third[4] studio album by American singer and songwriter Janelle Monáe, released on April 27, 2018, by Wondaland Arts Society, Bad Boy Records and Atlantic Records.[5] It is the follow-up to her studio albums The ArchAndroid (2010) and The Electric Lady (2013) and her first album not to be a part of Cindi Mayweather's Metropolis narrative. A departure from the more psychedelic sound of her early work, Dirty Computer is a pop, funk, hip hop, R&B, and neo soul record, featuring elements of electropop,[3] space rock,[3] pop rock,[6] Minneapolis soul,[7] trap,[8] futurepop,[8] new wave,[1] synthpop,[9] and Latin music.[9] Four singles, "Make Me Feel", "Django Jane", "Pynk", and "I Like That", were chosen to promote the album. Its release was accompanied by a 46-minute narrative film project of the same name.[10]
- [it] Dirty Computer

[ru] Dirty Computer

Dirty Computer (с англ. — «Грязный компьютер») — третий[14] студийный альбом американской певицы Жанели Монэ, выпущенный 27 апреля 2018 года лейблами Wondaland Arts Society, Bad Boy Records и Atlantic Records[15]. Альбом отошёл от концепции повествования истории (в основу которой лёг художественный фильм Фрица Ланга Метрополис) из жизни робота Синди Мейвезер, начатой в предыдущих альбомах The ArchAndroid (2010) и The Electric Lady (2013). С альбома были выпущены три сингла «Make Me Feel», «Django Jane», «Pynk»; один промосингл «I Like That». Выпуск альбома сопровождался выходом одноимённого 46-минутного документального фильма[16]. Новая студийная работа получила широкое признание среди музыкальных критиков.



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