Geordie è un'antica ballata britannica nata intorno al XVI secolo, numero 209 delle Child Ballads, ed esiste in molte varianti.
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Geordie
Artista
Autore/i
anonimo
Genere
Folk
Data
XVI secolo
Note
distinta al n° 209 in Child Ballads
Campione audio
Geordie — versione strumentale
Versioni di questa ballata infatti fanno parte del repertorio tradizionale dei cantanti folk in Scozia, Inghilterra, Irlanda, Canada e Stati Uniti, ed è tuttora cantata da numerosi artisti e gruppi musicali. La ballata parla del processo dell'eroe eponimo, durante la quale sua moglie supplica per la sua vita.[1]
Trama
Il protagonista della canzone, di nome Geordie, è un giovane che si è reso colpevole di un crimine e pertanto sarebbe condannato all'impiccagione; il reato può essere una ribellione, un omicidio o un furto di animali di proprietà reale come cavalli o cervi, a seconda della versione. La moglie (o fidanzata) implora per la vita di Geordie; spesso la ragazza ha già dei figli, dei quali uno ancora in grembo.
In molte versioni, specie quelle scozzesi, c'è un lieto fine: è fissato un riscatto per salvare Geordie e la donna, grazie all'aiuto dei popolani impietositi, riesce a pagarlo.
Nelle versioni inglesi dal XVIII secolo in poi, dalle quali le versioni moderne sono derivate, Geordie è un bracconiere ed il lieto fine è eliminato; ciò deriva dal fatto che il bracconaggio nell'Inghilterra del periodo era punito in modo estremamente duro, in particolare nelle tenute e nelle riserve reali; al giovane Geordie, evidentemente per le sue origini aristocratiche, viene riservato il raro "privilegio" di essere impiccato con una corda (o una catena) d'oro, e la giovane fidanzata cavalca fino a Londra per chiedere, invano, di risparmiare la vita dell'amato.
Fondamento storico
La vicenda di Geordie sembra avere un fondamento storico: si tratta, secondo l'ipotesi scozzese, della storia di George Gordon, marchese e conte di Huntly, che fu condannato a morte come traditore nel 1589 per essersi ribellato contro Giacomo VI, re di Scozia. Per intercessione della famiglia fu liberato previa consegna di un riscatto; è probabile che Giacomo VI attraverso tale concessione abbia voluto evitare lo scontro con la famiglia di George, da sempre potente alleata della Corona.
Adattamenti
La prima versione incisa della ballata è probabilmente quella live del 1962 di Joan Baez, alla quale comunque si deve il merito della popolarità internazionale della canzone.
Il primo artista a realizzare una versione italiana della ballata fu Fabrizio De André, che la incise nel 1965 nel singolo Geordie/Amore che vieni, amore che vai, interpretandola in duo con Maureen Rix, con un testo in lingua italiana che riprendeva la versione di Claude François del 1964. Lo stesso De André ne incise una nuova versione in duetto con la figlia Luvi durante il live al Teatro Brancaccio di Roma nel 1998 (versione contenuta nell'album Fabrizio De André in concerto). La versione di De André fu ripresa inoltre da Mercanti di Liquore, Angelo Branduardi e dal DJ Gabry Ponte.
Il gruppo folk rock britannico Trees la incluse nell'album On the Shore del 1970.
Nel 1971 il gruppo danese Gasolin', rappresentato dal cantante Kim Larsen, incise la versione Langebro inclusa nel loro primo album omonimo. Questa versione mantiene il ritmo, ma modifica completamente il testo.
Alla fine del 2002 ha ottenuto un grande successo commerciale il singolo Geordie, adattamento italo dance del brano di De André a opera di Gabry Ponte.
Nel 2007 la cantante folk toscana Giuditta Scorcelletti l'ha inserita in "Canto", raccolta di cover e canti popolari italiani e internazionali.
Nel 2020 il rapper Lazza si rifarà alla vicenda descritta nella ballata per la stesura del suo brano "L'ERBA VOGLIO (GEORDIE)" a cui prenderà parte anche il noto rapper Emis Killa.
Testo
(EN)
«As I walked out over London bridge one misty morning early I overheard a fair pretty maid was lamenting for her Geordie Ah, my Geordie will be hanged in a golden chain, this is not the chain of many. He was born of king’s royal breed and lost to a virtuous lady Go bridle me my milk white steed, go bridle me my pony, I will ride to London’s court to plead for the life of Geordie. Ah, my Geordie never stole nor cow nor calf, he never hurted any. Stole sixteen of the king’s royal deer and he sold them in Bohemy. Two pretty babies have I born the third lies in my body. I’d freely part with them every one if you’d spare the life of Geordie. The judge looked over his left shoulder, and said fair maid: “I’m sorry for thee, my pretty fair maid, you have come too late, for he’s condemned already”. Ah, my Geordie will be hanged in a golden chain, this is not the chain of many. Stole sixteen of the king’s royal deer, and he sold them in Bohemy.»
(IT)
«Mentre camminavo lungo il ponte di Londra una nebbiosa mattina sentii una bella fanciulla piangere per il suo Geordie. Oh, il mio Geordie sarà impiccato con una catena d’oro, non è una catena per molti. Egli era nato di stirpe reale e innamorato di una dama virtuosa. Sellate il mio cavallo bianco come il latte, sellate il mio pony, cavalcherò fino al tribunale di Londra ad implorare per la vita di Geordie. Oh, il mio Geordie non rubò mai né una mucca né un vitello non fece male a nessuno. Rubò sedici cervi del Re e li vendette in Boemia. Due bei bambini ho fatto nascere e il terzo lo ho ora in grembo. Liberamente lascerei ognuno di loro se voi risparmiaste la vita di Geordie. Il giudice guardò dalla sua spalla sinistra e disse alla fanciulla: “Mi spiace per te mia dolce fanciulla, siete venuta troppo tardi perché lui è già stato condannato”. Oh, il mio Geordie sarà impiccato con una catena d’oro, non è una catena di molti. Rubò sedici cervi del Re e li vendette in Boemia.»
(Child Ballads n°209)
Note
Francis James Child, The English and Scottish Popular Ballads, Boston e New York (1892)
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