Io so che un giorno (1966) è il primo LP di Ivan Della Mea, pubblicato dall'etichetta discografica I dischi del sole.
Io so che un giorno album in studio | |
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Artista | Ivan Della Mea |
Pubblicazione | 1966 |
Durata | 35:00 |
Dischi | 1 |
Tracce | 9 |
Genere | Pop Folk |
Etichetta | I dischi del sole DS 122/24 |
Ivan Della Mea - cronologia | |
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Secondo Anzelmo, Bellavita, Facchinotti, l'album è stato un precursore, insieme a Tutti morimmo a stento di Fabrizio De André, della tendenza importata da oltralpe di trasformare il 33 giri da mero contenitore di brani a luogo di narrazione e di contenuto, raccogliendo canzoni legate da un filo conduttore. [1]
Il brano è stato scritto quando Della Mea aveva 23 anni, e venne utilizzato ancor prima della pubblicazione in alcuni spettacoli teatrali-musicali.[2] Ricordano Luciana Castellina e Massimo Serafini che il brano, in particolar modo, la strofa finale, veniva spesso cantato negli anni '60 durante i cortei per il Vietnam.[3]
Secondo Alessandro Portelli, il brano è la più acuta e poetica denuncia... del nuovo mondo che avanzava, che ti comprava il cervello in cambio di una lavatrice, che trattava per matto chi cercava altre libertà... e che mascherava tutto sotto una coltre di bianco elettrodomestico e manicomiale.[4]
Il brano venne anche proposto a Gianni Morandi da Nanni Ricordi[5]. È stato interpretato dal vivo da Paolo Ciarchi[6] ed è stato inciso, con testo leggermente modificato, da Giovanna Marini nell'album Controcanale 70[7].
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