La ballata dell'amore cieco è una canzone scritta da Fabrizio De André.
La ballata dell'amore cieco | |
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Artista | Fabrizio De André |
Autore/i | Fabrizio De André |
Genere | Swing Musica d'autore |
Esecuzioni notevoli | Francesco Baccini |
Pubblicazione originale | |
Incisione | La canzone dell'amore perduto/La ballata dell'amore cieco (o della vanità) |
Data | 1966 |
Etichetta | Karim KN 214 |
Durata | min : 3' 02 s |
Certificazioni (digitale) | |
Dischi d'oro | ![]() (vendite: 35 000+) |
La canzone fu incisa e pubblicata per la prima volta da Marzia Ubaldi per la Karim poco prima della versione cantata dall'autore stesso del brano, Fabrizio De André (infatti il disco della cantante ha come numero di catalogo KN 211, mentre quello del cantautore ha KN 214). Poco dopo, la canzone fu pubblicata da De André come singolo nel dicembre del 1966, come lato B del 45 giri La canzone dell'amore perduto/La ballata dell'amore cieco (o della vanità)[2]: nello stesso anno fu inserita nell'album Tutto Fabrizio De André. Una seconda registrazione di De André fu inclusa nell'album Canzoni del 1974.
Il brano è contenuto anche nell'album Forza Francesco! di Francesco Baccini, mentre due versioni live sono contenute nei doppi album La notte non dormo mai - Live on tour 2002 e Faber, amico fragile.
Il brano narra la tragica storia di un «uomo onesto, un uomo probo» che si innamora follemente di una femme fatale di chiara ispirazione baudelairiana, la quale però non ricambia il sentimento e, come prova d'amore, gli impone prima di uccidere la madre portandole il suo cuore, poi di tagliarsi le vene dei polsi e quindi di morire. Tuttavia la donna, quando si accorge che il poveretto muore felice, è presa da sconcerto. Il suo vanitoso atteggiamento di superiorità le si rivolge contro, in quanto, mentre lui spira contento e innamorato, a lei non resta nulla: «non il suo amore, non il suo bene, ma solo il sangue secco delle sue vene». Con questa conclusione De André esce dal canone letterario, mostrando anche la fragilità umana del personaggio violento.[3]
Il contenuto drammatico del testo e le scene forti contrastano con irriverenza con l'allegro ritmo swing della musica, richiamato dal «tra-la-la-lalla, tra-la-la-leru», degno di una gioiosa filastrocca.[4]
Il soggetto del brano è ripreso dalla poesia "Cuore di mamma" del poeta francese Jean Richepin.[5][6]
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