La città vecchia/Delitto di paese è l'ottavo singolo a 45 giri di Fabrizio De André, pubblicato in Italia dalla Karim nel 1965.
La città vecchia/Delitto di paese singolo discografico | |
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Artista | Fabrizio De André |
Pubblicazione | novembre 1965 |
Dischi | 1 |
Tracce | 2 |
Genere | Musica d'autore |
Etichetta | Karim, KN 209; ristampa 1971: Roman Record Company, RN 026 |
Formati | 7" |
Fabrizio De André - cronologia | |
Singolo precedente (1965) Singolo successivo
(1966) |
Entrambe le canzoni sono arrangiate da Elvio Monti, e sono state registrate negli studi Dirmaphon di Viale Pola a Roma (dove incidevano gli artisti della RCA Italiana).
La copertina raffigura un disegno di un malandato vicolo cittadino.
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: La città vecchia. |
A ritmo di mazurca, De André racconta frammenti di vita di quello strano popolo dimenticato che vive presso le aree più malfamate della zona del porto di Genova, «nei quartieri dove il Sole del buon Dio non dà i suoi raggi». Si tratta di personaggi molto cari al cantautore ligure durante tutta la sua carriera artistica: vecchi alcolizzati che sfogano i loro dispiaceri nel vino, prostitute e loro clienti (che di giorno le insultano e di notte le frequentano spendendo tutti i loro risparmi), ladri, assassini e «il tipo strano, quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano».
Per il titolo e il contenuto del brano, De André si ispirò a La città vecchia, celebre poesia di Umberto Saba ambientata nei malfamati vicoli della zona portuale di Trieste.
La canzone all'epoca fu anche parzialmente censurata.
Delitto di paese è la prima traduzione in ordine cronologico (altre ne seguiranno negli anni) che De André eseguì direttamente su un brano del suo "maestro" Georges Brassens[1]; in questo caso si tratta de L'assassinat, uscita nel 1962.
La vicenda è quella di un pover'uomo ormai vecchio che si innamora di una giovane prostituta; lui, dopo qualche effusione, le confessa di non avere nemmeno un centesimo per soddisfarla; allora lei chiama il suo protettore e insieme uccidono l'uomo. Quando però i due convengono che il vecchio era realmente al verde (nel testo italiano gli trovano addosso «solo un mucchio di cambiali e di atti giudiziari»), si pentono e piangono, domandando perdono al defunto. Una volta giustiziati, gli assassini vengono accolti comunque in paradiso, in quanto hanno riconosciuto la propria colpa.
Da notare che nella prima strofa De André nomina I fiori del male, libro del poeta maledetto Charles Baudelaire, citazione questa non presente nel testo originale[2], dove tuttavia è detto che il crimine non fiorisce solamente a Parigi.
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