Mamma mia dammi cento lire è un canto popolare italiano, composto da un autore anonimo nella seconda metà del XIX secolo.
Mamma mia dammi cento lire | |
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Artista | |
Autore/i | Anonimo |
Genere | Folk Canzone popolare |
Esecuzioni notevoli | Gipo Farassino, Quartetto Cetra, Gigliola Cinquetti, Le Mondine, Stefano Bollani, Petra Magoni, Ferruccio Spinetti, Quilapayún, Arisa |
Data | |
Note | originato nel XIX secolo nell'Italia settentrionale |
È il canto più noto dedicato all'emigrazione, ed è a sua volta è l'adattamento di un'antica ballata conosciuta come La maledizione della madre. La storia tratta di una madre che è contraria al matrimonio della figlia col re di Francia (o altro personaggio) perché, a suo dire, quell'uomo era il diavolo; la figlia disobbedì e perse la vita attraversando a cavallo un corso d'acqua e, secondo altre versioni, finisce all'inferno.[1]
Nella seconda metà dell'Ottocento, con le prime spinte migratorie, la canzone si è prestata a raccontare il nuovo orizzonte di speranza: l'America. Le parole sono così state riadattate: la figlia vuole andare in America, la madre non è d'accordo, ma i fratelli la convincono a lasciarla andare. Giunto in mezzo al mare, il bastimento su cui si era imbarcata affonda e verrà divorata dai pesci. Nel finale c'è una morale: i miei fratelli hanno ingannato la protagonista, e la verità stava nelle parole della madre. Mamma mia dammi cento lire si riferisce alle migrazioni dei contadini verso l'America meridionale nella della seconda metà del secolo.[2]
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