Sandinista! è il quarto album della band inglese The Clash, pubblicato nel 1980.
Sandinista! album in studio | |
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Artista | The Clash |
Pubblicazione | 12 dicembre 1980 1989 (ristampa) 2000 (ristampa) |
Durata | 144:28 |
Dischi | 2 (CD) / 3 (LP) |
Tracce | 36 |
Genere[1] | Punk rock[1] Rock and roll[1] Hard rock[1] |
Etichetta | Epic |
Produttore | The Clash |
Registrazione | 1980 |
Formati | Triplo LP Doppio CD 6 LP Mini-LP (edizione giapponese)[1] |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | ![]() (vendite: 100 000+) ![]() (vendite: 100 000+) ![]() (vendite: 500 000+) |
The Clash - cronologia | |
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(1982) |
Sandinista! venne pubblicato il 12 dicembre del 1980 come triplo LP, e successivamente come doppio CD. È l'album dei Clash che contiene più contaminazioni dai vari generi musicali (jazz, dub, reggae, ska, rockabilly) nonché le sperimentazioni più avanzate, presenti soprattutto nel terzo disco. L'album fu registrato durante il 1980, tra Londra e New York. Tra gli ospiti dell'album possiamo citare Mikey Dread (produttore, cantante e dj giamaicano), Ellen Foley (che al tempo era la fidanzata di Mick Jones) e Tymon Dogg, che compose e suonò il violino nel pezzo Lose this Skin. Dogg farà parte successivamente dei Mescaleros di Joe Strummer.
Per la prima volta, i pezzi vengono accreditati come composti da tutti e quattro i componenti dei Clash, non come negli album precedenti dove le canzoni erano per la maggior parte scritte dalla coppia Strummer/Jones.
I singoli estratti da Sandinista! in Inghilterra furono The Call Up, Hitsville U.K. e The Magnificent Seven, che fu accreditata come primo pezzo rap inglese e primo singolo rap eseguito da un gruppo di bianchi.[5]
L'album è stato rimasterizzato e ripubblicato nel gennaio del 2000, come il resto della produzione del gruppo.
Il titolo prende spunto dall'organizzazione di guerriglieri del Nicaragua, i sandinisti, che l'anno precedente avevano destituito il presidente Anastasio Somoza Debayle. Successivamente, i Clash dichiararono che l'ispirazione per il titolo venne loro data dal tentativo dell'allora premier Margaret Thatcher di proibire l'uso della parola sandinista.[6]
Sebbene sia ormai considerato uno dei migliori album rock del secolo (per la complessità e l'estrema contaminazione di generi),[7] all'uscita il disco non trovò una critica favorevolissima. Diversi fan, appassionati degli album precedenti The Clash e London Calling più classici e punk, non si dichiararono contenti di Sandinista e manifestarono in più occasioni la loro delusione.[8] Tra questi ricordiamo diverse future star del rock tra cui Kurt Cobain, leader dei Nirvana, che affermò di essere rimasto deluso da Sandinista in quanto "non corrispondeva affatto all'idea che si era fatto del punk".[9]
La suddivisione in dischi e lati qui riportata è quella originale dei tre dischi in vinile. Nell'edizione in compact disc l'ordine dei brani è lo stesso ma i dischi sono soltanto due: il primo CD contiene il primo disco in vinile e il lato A del secondo disco, il secondo CD contiene il lato B del secondo disco in vinile e tutto il terzo disco.
Tutti i brani sono accreditati ai The Clash, tranne dove specificato.
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Cover reggaeggiante di un classico di New Orleans che Strummer era solito suonare con gli 101'ers, una storia di droga e vagabondaggio.
È la cronaca surreale dell'incontro-scontro a ritmo di disco music tra un soldato americano e uno sovietico su una pista da ballo, in un tripudio di suoni da videogioco. Nel fumetto contenuto nel libretto Ivan è rappresentato da un orso e G.I. Joe da un cagnone gigante, che prima picchiano i vari astanti e poi finiscono col darsele di santa ragione, rimanendo entrambi bruciacchiati e malconci nella vignetta finale.
«La gente deve avere qualcosa di interessante da leggere la domenica» |
La storia dell'Inghilterra dalla prima guerra mondiale a oggi raccontata dal punto di vista dei perdenti di ogni epoca, qui impersonati da un anziano avvolto in un soprabito sporco.
«Dopo tutto questo tempo a credere in Gesù ... Non sono buono abbastanza, non sono puro abbastanza per essere Lui» |
Cover di un vecchio brano di Eddy Grant contro il regime dell'apartheid in Sudafrica.
La "chiamata" del titolo è la chiamata alle armi. I Clash fanno appello direttamente alla responsabilità individuale dei coscritti, ricordando loro che non devono necessariamente agire secondo l'educazione che è stata loro impartita, e che hanno la possibilità di "non dar retta alla chiamata".
Ricostruzione della storia dell'America Latina, condizionata dai "proiettili di Washington" che hanno sempre appoggiato regimi repressivi e sanguinari. Vengono ricordati Salvador Allende e Víctor Jara che sono state vittime di questi regimi. Il brano non omette però di criticare anche gli altri imperialismi dell'epoca, da quello sovietico in Afghanistan a quello cinese in Tibet.
Questo brano può essere in un certo senso considerato la title-track dell'album, in quanto, pur non avendo lo stesso titolo, è l'unico in cui nel testo compare la parola Sandinista, qui usata in modo sarcastico come accusa nei confronti di chiunque muove critiche all'imperialismo statunitense.
Questo brano ha una breve coda in cui la giovanissima figlia di Mick Gallagher, Maria, canta in modo stentato alcune strofe di The guns of Brixton, un brano dell'album London Calling, accompagnata al pianoforte dal padre.
È un brano composto e cantato da Tymon Dogg, ex busker londinese ed amico di vecchia data di Joe Strummer, sin dai tempi degli 101'ers. Anche il martellante riff di violino, piuttosto inusuale per un brano dei Clash, è opera sua.
Il titolo è tratto da una celebre battuta del film Apocalypse Now. I Clash osservano che Charlie (nome con cui i soldati americani chiamavano i Vietcong) dovrebbe fare surf anziché diventare una stella di napalm. La canzone dei Baustelle "Charlie fa surf", contenuta nel disco "Amen", è un chiaro omaggio a questa canzone.
È uno dei rari brani strumentali dell'album. È basata sul brano Something About England riprodotto a rovescio con l'aggiunta di numerosi effetti dub.
Sono versioni dub rispettivamente dei brani Washington bullets (qui privo della parte cantata) e Junco Partner.
Nuova versione dell'omonimo brano presente nel primo album dei Clash del 1977, qui cantato dai due giovanissimi figli maschi del tastierista Mick Gallagher, Luke e Ben. Questa rilettura infantilistica rende ancora più sarcastico lo sberleffo alle "opportunità di carriera" che il mondo occidentale più che proporre impone.
L'album si conclude con un malinconico reggae strumentale, composto dai Clash insieme al musicista giamaicano Mikey Dread. Il breve e caotico finale di soli effetti speciali ricorda vagamente l'Inner Groove di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band.
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Anno | Titolo | Billboard Pop Albums[10] | Billboard Singles[11] | |
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Mainstream Rock | Club Play Singles | |||
1980 | Sandinista! | 24 | ||
1981 | Hitsville UK | 53 | ||
1981 | Police on My Back | 21 | ||
1981 | The Magnificent Seven | 21 |
Police on My Back e Something about England accompagnano i titoli rispettivamente di testa e di coda del film italiano Il posto dell'anima (2003) di Riccardo Milani. Nel pellicola l'operaio Antonio, interpretato da Silvio Orlando, accenna i primi versi di Something about England (They say immigrants steal the hubcaps/ Of the respected gentlemen/ They say it would be wine and roses/ If england were for englishmen again) cercando di convincere il sindaco del comune abruzzese dove vive insieme ai suoi compagni di lavoro di saper parlare inglese e poter così andare negli Stati Uniti per il vertice sindacale con la multinazionale della loro azienda, al fine di evitare la chiusura della fabbrica.
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