The Least We Can Do Is Wave to Each Other è il secondo album in studio del gruppo progressive inglese dei Van der Graaf Generator. In questo disco si afferma lo stile del gruppo, qui ancora in formazione a cinque elementi. Il titolo è preso da John Milton, come viene spiegato da Peter Hammill nelle note al disco. La frase completa è "We're all awash in a sea of blood, and the least we can do is wave to each other". Il disco risulta essere molto particolare, a causa di una musica che, sebbene ancora non del tutto matura, offre spunti molto interessanti, sia strumentalmente, che al livello di liriche, come nel caso della malinconica Refugees. Tra i brani si segnalano la complessa After the flood, il cui testo si riferisce alla fine del mondo, la romantica Out of my book, l'oscura White Hammer, trattante la caccia alle streghe, e l'ipnotica e orientaleggiante Boat Of Millions of Years, ispirata ai miti dell'antico Egitto.
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The Least We Can Do Is Wave to Each Other album in studio | |
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Artista | Van der Graaf Generator |
Pubblicazione | 1970 |
Durata | 43:56 |
Tracce | 6 |
Genere | Rock progressivo |
Etichetta | Charisma Records |
Produttore | John Anthony |
Registrazione | Trident Studios di Londra |
Van der Graaf Generator - cronologia | |
Album precedente (1969) Album successivo
(1970) |
Testi e musiche di Peter Hammill, eccetto dove indicato.
Durata totale: 22:06
Durata totale: 21:44
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