Viaggi e intemperie è l'ottavo album del cantautore italiano Ivan Graziani, pubblicato nel 1980. Dal disco fu tratto il singolo di lancio Firenze (canzone triste)/Angelina[1], pubblicato nel settembre dello stesso anno. Il singolo raggiunse il 7º posto delle classifiche nazionali a novembre[2].
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Viaggi e intemperie album in studio | |
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Artista | Ivan Graziani |
Pubblicazione | 1980 |
Durata | 37:50 |
Dischi | 1 |
Tracce | 8 |
Genere | Rock |
Etichetta | Numero Uno |
Ivan Graziani - cronologia | |
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(1980) |
Testi e musiche di Ivan Graziani.
Testi e musiche di Ivan Graziani.
Brani 1-3, 6 prodotti da Douglas Bennett e arrangiati da Giovanni Tommaso[4]
Brani 4, 5, 7-8 prodotti da Ivan Graziani e arrangiati da Ivan Graziani
Marco Bercella di Onda Rock assegna il voto di 7,5 all'album, contestualizzandolo all'interno di una ampia retrospettiva sul cantante[5]. Ivan Graziani viene affiancato alla produzione dall'ex-Perigeo Giovanni Tommaso e dal canadese Douglas Bennett, con il quale il rapporto non procede bene: "Ho voluto un produttore perché capivo che non è giusto chiudersi sempre in se stessi, però nel momento che mi sono accorto che invece era la persona sbagliata, o perlomeno che non era esattamente il produttore che poteva aiutarmi a fare certe cose, ho dovuto per forza tornare sulle mie posizioni... La prima versione di 'Firenze' sembrava un film, io ho eliminato parecchie cose in barba a certi stimoli che mi arrivavano dall'alto...".
Sul disco nel suo complesso, Bercella scrive che "L'abituale efficacia data dal mix fra musica e testi fa passare in secondo piano arrangiamenti che vanno almeno a inficiare proprio i pezzi con maggiore attitudine rock. [...] Da questo punto di vista, invece, a trarre giovamento dai nuovi trattamenti sono proprio gli episodi più poppeggianti." Bercella sottolinea inoltre il successo clamoroso di "Firenze (canzone triste)", con la quale "Ivan cala il tris definitivo di ballate che coniugano un'abbagliante bellezza a una straordinaria popolarità: dopo Marta di "Lugano addio" e "Agnese" color di cioccolato, ecco l'irrequieta "donna d'amare in due", assieme a Barbarossa "studente in filosofia", nella cornice di una Firenze universitaria e colma di storia, ma anche di momenti che stanno repentinamente trasformandosi in ricordi [...] per quello che diventa sui due piedi un instant classic della canzone d'autore italiana."
In una retrospettiva sulla sua carriera, Francesco Russo de Il Dubbio scrive invece che l'album è "considerato ancora tra i suoi migliori anche se in realtà si intravedono i primi tentativi di “addomesticamento” del suo spirito graffiante da parte dei discografici." Russo cita Firenze (canzone triste) come uno dei pezzi forti del disco, accanto a Dada, "canzone che parla di eroina con la consueta crudezza", nonostante la veste musicale, che "comincia a risultare meno immediata e graffiante, risentendo probabilmente del tentativo dei discografici di edulcorare [...] la sua musica".[6]
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