Virginia Plain è un brano musicale del gruppo glam rock britannico Roxy Music, pubblicato su singolo nell'agosto 1972.
Virginia Plain / The Numberer singolo discografico | |
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Artista | Roxy Music |
Pubblicazione | agosto 1972 |
Durata | 2:58 |
Dischi | 1 |
Tracce | 2 |
Genere | Glam rock Art rock |
Etichetta | E.G. WIP6144 |
Produttore | Peter Sinfield |
Registrazione | Command Studios, Londra |
Formati | 7" |
Note | n. 4 ![]() |
Roxy Music - cronologia | |
Singolo precedente — Singolo successivo
Pyjamarama (1973) |
Scritta da Bryan Ferry, Virginia Plain fu incisa nel luglio 1972 ai Command Studios di Londra. Il lato B del 45 giri fu The Numberer (uno strumentale composto da Andy Mackay), e il singolo raggiunse la 4ª posizione nella classifica del Regno Unito.
La canzone non venne inclusa nella prima versione dell'LP di debutto della band, Roxy Music, e non era neppure ancora stata incisa quando l'album uscì per la prima volta. Dopo il successo del disco in Inghilterra, la traccia venne inserita nella versione dell'album per il mercato statunitense. Nel 1977, venne ristampata su singolo, insieme a Pyjamarama, originariamente il secondo singolo dei Roxy Music, per promuovere il Greatest Hits della band, e raggiunse la posizione numero 11.
Virginia Plain, che non contiene un vero e proprio ritornello, vede la presenza del bassista Rik Kenton, unitosi al gruppo dopo la fuoriuscita di Graham Simpson dai Roxy.
L'ex studente d'arte Bryan Ferry prese il titolo Virginia Plain da uno dei suoi dipinti, che mostrava un pacchetto di sigarette - "Virginia Plain" è infatti una varietà di tabacco per sigarette.[1] Il nome "Robert E. Lee", menzionato nella canzone, si riferisce ad un avvocato dell'ambiente musicale, Robert Lee, all'epoca praticante presso lo studio Harbottle & Lewis.[2] Baby Jane Holzer, una delle "superstar" di Andy Warhol, è nominata nei versi: «Baby Jane's in Acapulco / We are flying down to Rio» e «can't you see that Holzer mane?».
L'assolo di Phil Manzanera alla chitarra elettrica fu totalmente improvvisato in studio. A posteriori egli affermò di aver suonato la prima cosa che gli passò per la mente.[3]
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