music.wikisort.org - Composizione

Search / Calendar

Who Do We Think We Are è il settimo album in studio della band britannica Deep Purple, rilasciato nel 1973. Fu l'ultimo album dei Deep Purple col cantante Ian Gillan ed il bassista Roger Glover fino alla pubblicazione nel 1984 di Perfect Strangers.

Who Do We Think We Are
album in studio
ArtistaDeep Purple
Pubblicazione26 gennaio 1973
Durata34:27
Dischi1
Tracce7
GenereHard rock
Blues rock
EtichettaPurple Records
ProduttoreDeep Purple
Registrazioneluglio e ottobre 1972
FormatiCD, LP, MC
Certificazioni
Dischi d'oro Francia[1]
(vendite: 100 000+)
 Stati Uniti[2]
(vendite: 500 000+)
Deep Purple - cronologia
Album precedente
(1972)
Album successivo
(1974)
Singoli
  1. "Woman from Tokyo" / "Black Night (live)"
  2. "Super Trouper" / "Blood Sucker"

Musicalmente, il disco mostra un passaggio ad un suono più vicino al blues ed è presente anche il cantato scat.[3][4] Nonostante la sua produzione e il comportamento della band dopo la sua uscita mostrasse che il gruppo fosse in un momento veramente difficile, l'album fu un successo commerciale. Spinti anche dal successo dei dischi precedenti, i Deep Purple divennero l'artista più venduto negli Stati Uniti nel 1973.[3] All'interno della crisi che portò al successivo scioglimento del gruppo, la registrazione fu molto difficoltosa a causa dei rapporti difficili all'interno della band. L'album conteneva anche il singolo hard rock "Woman from Tokyo", che è rimasto un classico dalla band, eseguito frequentemente nel corso dei tour successivi, e portato in scena anche dalla Ian Gillan Band.


Il disco


Il disco venne registrato a Roma e Francoforte utilizzando il Rolling Stones Mobile Studio. Il gruppo, già stremato dall'incrinarsi del rapporti tra Gillan e Blackmore, iniziò a registrare verso il luglio del 1972, ma le sessioni si rivelarono lunghe ed infruttuose. In un documentario retrospettivo, Gillan racconta che Blackmore decidette di non soggiornare assieme agli altri colleghi. Durante questo periodo, la band registrò solo due tracce, sprecando tempo e denaro, più altri quattro brani incisi "per divertimento", ai quali Blackmore non aveva partecipato, privi ancora delle parti di chitarra. "Woman from Tokyo", che parla della prima esperienza di un tour in Giappone, e "Painted Horse", un outtake poi incluso tra le bonus tracks nel remaster del 2000, furono incisi in questo periodo. Il resto del disco venne registrato a Francoforte ad ottobre, dopo un altro periodo di tour molto intenso, nel quale vennero anche registrate le tre date che furono utilizzate per la realizzazione di Made in Japan. Il gruppo, lacerato da conflitti interni e stremato dalla vita on the road, avrebbe preferito prendere una pausa, ma fu spinto dall'etichetta a scrivere del materiale in modo da cavalcare l'enorme successo della band. La tensione non fece che acuire le difficoltà preesistenti e divenne difficile venire fuori con del materiale su cui concordassero tutti. Gillan e Blackmore avevano smesso di parlarsi e molte canzoni vennero finite in modo che i due potessero registrare le loro parti separatamente. I rapporti tra i due erano così consumati che Gillan utilizzò il testo di "Smooth Dancer" per fare una critica più o meno velata al chitarrista[5].

Riguardo alla canzone "Mary Long", Gillan disse: "Mary Whitehouse e Lord Longford erano figure particolarmente di alto profilo all'epoca, ed agitavano molto le dita...Riguardavo gli standard della vecchia generazione, l'intero quadro morale, il vandalismo intellettuale - tutte le cose che esistono nel corso delle generazioni...Mary Whitehouse e Lord Longford sono diventati una persona, fondendosi insieme per rappresentare l'ipocrisia che ho visto in quel momento."[6]

Ian Gillan lasciò il gruppo dopo l'uscita dell'album, citando le tensioni interne come motivazione principali. In seguito, ha dichiarato che tali tensioni fossero causate dalle divergenze professionali e personali con Ritchie Blackmore. In un'intervista di supporto alla promozione dell'album di reunion della Mark II, Perfect Strangers, Gillan osservò che la fatica ed il management furono una delle motivazioni principali:

Avevamo appena terminato 18 mesi di tour, e prima o poi avevamo avuto tutti delle malattie gravi. Guardando indietro, se ci fossero stati manager decenti, avrebbero detto: 'Va bene, basta. Voglio che andiate tutti in vacanza di tre mesi. Non voglio nemmeno che tu prenda in mano uno strumento. Ma invece ci hanno spinto a completare l'album in tempo. Avremmo dovuto fermarci. Penso che se lo avessimo fatto, i Deep Purple sarebbero ancora in circolazione fino ad oggi.[3][7]

Jerry Bloom, editor of the book More Black than Purple, aggiunse:

A quel punto, i Deep Purple avevano avuto un successo enorme. Il successo fa crescere la domanda, e la domanda richiede lavoro, il che significa che devi spendere più tempo insieme. In genere, quando spendi più tempo insieme, ti dai sui nervi a vicenda.

L'ultimo concerto della Mark II negli anni 70 fu tenuto ad Osaka, il 29 giugno 1973. Dopo il concerto, i fan vandalizzarono l'arena.

In seguito all'abbandono di Gillan, anche Blackmore minacciò di andarsene, ma dichiarò di voler rimanere solo se Glover fosse stato escluso dal gruppo ed il bassista decise di farsi da parte. La band in seguito continuò a restare unita per ancora tre album, nonostante i futuri cambi di formazione e l'abbandono di Blackmore nel 1974. In seguito, Blackmore e Glover riallacciarono i rapporti e Glover entrò a fare parte del suo gruppo, i Rainbow.


L'abbandono di Gillan


Data l'obbligatorietà degli impegni contrattuali, Gillan dichiarò di aver scritto la lettera di dimissioni esattamente nove mesi prima di averla recapitata al management della band.

Caro Tony,

Grazie per il tuo telegramma. Forse nella lettera che ti ho scritto, la parola "affilazione" ti ha fuorviato. In questo momento devo rendere chiaro che i miei dubbi sono rivolti nella direzione dei miei desideri di esibirmi come artista. Sono così depresso con la mia occupazione al momento, e delle circostanze e dell'attitudine con cui devo lavorare che sento che sia necessario mettere nero su bianco le mie intenzioni di abbandonare il gruppo il 30 giugno 1973. Questa decisione non è impulsiva, ma è stata presa dopo averci ragionato per almeno sei mesi.

Io certamente non considero spostarmi a qualche altra impresa di management, ecc. È abbastanza evidente che se, dopo circa tre mesi di pausa io decida di continuare in questo business, io debba trovare un nuovo modo per esprimere le mie idee, o almeno un modo più diversificato. Supponiamo che io possa sommare il tutto dicendo che i D.P. sono diventanti una macchina noiosa e stagnante, molto distante dal gruppo fresco ed innovativo che erano un tempo. Credo che sia inevitabile e che dovremmo "mollare finché siamo in tempo".

Un altro vantaggio nel decidere su una data con almeno sei mesi di anticipo è che nessuno potrà prendere un vantaggio sleale dalla situazione. Tu dovresti ammettere che questa è quasi una possibilità, in cui l'affare potrebbe prendere una piega non controllata.

Ho già formulato uno schema di base per il futuro e dovrò ovviamente renderti partecipe delle mie intenzioni quando raggiungerò Londra.

Cordiali saluti

Ian Gillan[8]


Titolo dell'album e artwork


L'artwork originale contiene tante citazioni di articoli pubblicati sui giornali. Uno di questi è tratto dal Melody Maker del luglio 1972, nel quale il batterista Ian Paice osservava che: "i Deep Purple ricevono pile di lettere appassionate sia violentemente contro che a favore del gruppo. Quelle arrabbiate iniziano generalmente con "Chi si credono di essere i Deep Purple..." (in inglese, Who do Deep Purple think they are...").

Un altro articolo invece riporta testualmente la frase di Paice: "Lo compro quindi se voglio lo prendo pure a calci", che fu la sua risposta ad una lettera arrabbiata che ammoniva il batterista per aver tirato un calcio alla batteria alla fine di un'esibizione in uno show televisivo al South Bank Pops nel 1970.

Sul retro della cover delle prime stampe, la traccia d'apertura è riportata come "WOMAN FROM TOKAYO".


Tracce


A questa voce o sezione va aggiunto il template {{Tracce}}
Puoi aggiungere e riempire il template secondo le istruzioni e poi rimuovere questo avviso. Se non sei in grado di riempirlo in buona parte, non fare nulla; non inserire template vuoti.

Tutte le tracce sono state scritte da Ritchie Blackmore, Ian Gillan, Roger Glover, Jon Lord e Ian Paice.[9]

Lato A

  1. Woman from Tokyo - 5:50
  2. Mary Long - 4:25
  3. Super Trouper - 2:56
  4. Smooth Dancer - 4:10

Lato B

  1. Rat Bat Blue - 5:23
  2. Place in Line - 6:31
  3. Our Lady - 5:12

Nuova edizione rimasterizzata in CD del 2000 (EMI – 7243 5 21607 2 3)[10]

  1. Woman from Tokyo - 5:48
  2. Mary Long - 4:23
  3. Super Trouper - 2:54
  4. Smooth Dancer - 4:08
  5. Rat Bat Blue - 5:23
  6. Place in Line - 6:29
  7. Our Lady - 5:12
  8. Woman from Tokyo ('99 Remix) 6:37
  9. Woman from Tokyo (Alt. Bridge) 1:24
  10. Painted Horse (Studio Out-Take) 5:19
  11. Our Lady ('99 Remix) 6:05
  12. Rat Bat Blue (writing session) 0:57
  13. Rat Bat Blue ('99 Remix) 5:49
  14. First Day Jam (Instrumental) 11:31

Formazione



Produzione[10]



Classifiche


Classifiche settimanali

Classifica (1973) Posizione
massima
Australia[11] 5
Austria[12] 2
Canada[13] 11
Finlandia[14] 4
Francia[15] 3
Germania[12] 3
Italia[16] 2
Norvegia[12] 1
Paesi Bassi[12] 5
Regno Unito[17] 4
Stati Uniti[18] 15

Classifiche di fine anno

Classifica (1973) Posizione
Australia[11] 15
Austria[19] 5
Germania[20] 13
Italia[16] 16
Paesi Bassi[21] 28
Stati Uniti[22] 19

Note


  1. (FR) Les Certifications, su infodisc.fr. URL consultato il 10 dicembre 2015. Selezionare "DEEP PURPLE" e premere "OK".
  2. (EN) Who Do We Think We Are – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  3. (EN) Stay Tuned By Stan Cornyn: Loudest Purple | Rhino, su rhino.com. URL consultato il 1º novembre 2020.
  4. Rivadavia, Eduardo, "Deep Purple - Who Do We Think We Are review", su allmusic.com.
  5. (EN) "Smooth Dancer by Deep Purple", su songfacts.com. URL consultato il 3 novembre 2020.
  6. Jeffries, Neil, "The stories behind the songs", in Classic Rock #138, Novembre 2009, p. 34.
  7. Deep Purple: The Interview, in Interview picture disc, 1984.
  8. Gillan's resignation letter, su runboard.com.
  9. dalla scheda dell'album (ristampa USA Warner Bros. Records – BS 2678), su Discogs .
  10. (EN) dalla scheda dell'album (edizione rimasterizzata 2000, su Discogs .
  11. (EN) David Kent, Australian Chart Book 1970–1992, Australian Chart Book, St Ives, N.S.W, 1993, ISBN 0-646-11917-6.
  12. (NL) Deep Purple - Who Do We Think We Are, su Ultratop. URL consultato il 24 ottobre 2017.
  13. (EN) Top Albums - April 7, 1973, su Library and Archives Canada. URL consultato il 24 ottobre 2017.
  14. (FI) Timo Pennanen, Sisältää hitin - levyt ja esittäjät Suomen musiikkilistoilla vuodesta 1972, 1ª ed., Helsinki, Kustannusosakeyhtiö Otava, 2006, ISBN 978-951-1-21053-5.
  15. (FR) Le Détail des Albums de chaque Artiste, su InfoDisc. URL consultato il 24 ottobre 2017. Selezionare "DEEP PURPLE" e premere "OK".
  16. Gli album più venduti del 1973, su Hit Parade Italia. URL consultato il 24 ottobre 2017.
  17. (EN) Official Albums Chart Top 50: 18 February 1973 - 24 February 1973, su Official Charts Company. URL consultato il 24 ottobre 2017.
  18. (EN) Deep Purple – Chart history, su Billboard. URL consultato il 24 ottobre 2017. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare le varie classifiche.
  19. (DE) Jahreshitparade 1973, su austriancharts.at. URL consultato il 24 ottobre 2017.
  20. (DE) Album – Jahrescharts 1973, su Offizielle Deutsche Charts. URL consultato il 24 ottobre 2017.
  21. (NL) Dutch charts jaaroverzichten 1973, su Dutch Charts. URL consultato il 24 ottobre 2017.
  22. (EN) Top Pop Albums of 1973, su billboard.biz. URL consultato il 24 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2012).

Collegamenti esterni


Portale Heavy metal: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Heavy metal

На других языках


[de] Who Do We Think We Are

Who Do We Think We Are! (englisch für: ‚Was glauben wir, wer wir sind!‘) ist das siebte Studioalbum der englischen Hard-Rock-Band Deep Purple. Wie dem CD-Booklet zu entnehmen ist, nimmt der Titel Bezug auf die empörte Presse-Schlagzeile “Who do Deep Purple think they are...”. Es handelt sich bei dem Album um das vierte und letzte in der „klassischen“ oder Mk-II-Besetzung vor der Neugründung im Jahre 1984.

[en] Who Do We Think We Are

Who Do We Think We Are is the seventh studio album by the English hard rock band Deep Purple, released in 1973. It was Deep Purple's last album with singer Ian Gillan and bassist Roger Glover until 1984’s Perfect Strangers.

[es] Who Do We Think We Are

Who Do We Think We Are? —en español: Quién Nos Creemos Que Somos?— es el séptimo álbum de estudio de la banda británica de hard rock Deep Purple, grabado en Frankfurt y Roma en el estudio móvil de los Rolling Stones entre julio y octubre de 1972. Fue el último álbum en presentar al vocalista Ian Gillan y al bajista Roger Glover hasta su regreso en el disco Perfect Strangers en 1984.[1]
- [it] Who Do We Think We Are

[ru] Who Do We Think We Are

Who Do We Think We Are — седьмой студийный альбом британской рок-группы Deep Purple. Записан в период с июля по октябрь 1972 года, выпущен в январе 1973 года лейблом Purple Records[14]. Это последний альбом Deep Purple, записанный в классическом составе группы «Mark II» (c вокалистом Иэном Гилланом и басистом Роджером Гловером) в семидесятые годы и остававшийся последним вплоть до выхода в 1984 году альбома Perfect Strangers.



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2025
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии