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Le Officine Schwartz sono un gruppo musicale Italiano che fonde post-Industriale e folk. Oltre alle produzioni discografiche, hanno prodotto spettacoli che uniscono musica live e Performance, Teatro, Danza. La loro musica è composta da ritmiche Industrial spesso generate da strumenti metallici autocostruiti, elettronica, canzone popolare e canti operai[1].

Officine Schwartz
Officine Schwartz, Live a Bergamo 31/01/2015
Paese d'origine Italia
GenereMusica post-industriale
Industrial rock
Folk
Periodo di attività musicale1983  in attività
EtichettaU.T. Comunicazioni, Il manifesto, Again Records
Album pubblicati6
Studio2
Live1
Raccolte3
Sito ufficiale

Storia



1988-1991: Da "Remanium Dentaurum" a "L'Opificio"


Nella scena italiana, le Officine Schwartz rappresentano forse il gruppo che fin dalla sua genesi vede nell'industrial una possibilità di un'interpretazione socio-politica del genere, con risultati che si riallacciano all'antropologia sociale e al documentario politico[2]. Se molte band della scena sia industriale che post-industriale vedevano nella macchina un fattore di progresso alienante, le Officine Schwartz, nate a Bergamo nel 1983 ad opera di Osvaldo Arioldi, vedono nell'interazione tra macchina ed operaio che si realizza nella fabbrica un meccanismo nuovo che rende l'uomo centrale e solo apparentemente superfluo[3].

Il loro spettacolo teatrale "Remanium Dentaurum" del 1986 narrava una storia di abusi di potere in fabbrica finita in tragedia quando il 6 luglio 1944 la Dalmine-Tenaris, che costruiva i missili V2 per i nazisti, fu bombardata dagli alleati e, per non fermare la produzione, i proprietari non fecero suonare le sirene d'allarme, causando così numerose vittime. Dallo spettacolo che durava otto ore come una giornata lavorativa, venne prodotto il primo CD delle Officine Schwartz dall'omonimo titolo[3].

Il secondo LP dal titolo "L'Opificio" nacque dalla collaborazione con il Kom-Fut Manifesto per uno spettacolo di Andrea Chiesi su un operaio che vive il declino della fabbrica in cui lavora.

Con "Terra Fabbrica & Cielo Meccanico", raccolta su cassetta di brani inediti e dal vivo, si può considerare concluso il primo periodo degli Officine Schwartz in cui la band narra di storie di fabbriche con suonorità che sembrano essere fortemente influenzate dalla Neue Deutsche Welle. Con il passare del tempo la band si avvicina sempre più a sonorità mediterranee ed a tematiche legate ai migranti, tanto che nel 1993 inizia una ricerca sugli scambi culturali che l'immigrazione per motivi di lavoro può portare. In questo periodo, sostenendo che "tutto il mondo è cantiere", pubblicano Internazionale cantieri, che molti considerano l'apice della loro ricerca[3].


1992-primi 2000: Da "Internazionale Cantieri" a "Ferrodolce"



Componenti



Discografia



Album in studio



7"



12"



Raccolte



Partecipazioni



Film e DVD



Teatro



Cinema



Note


  1. Last_FM
  2. Paolo Bandera, Manuale di cultura industriale, Milano, Re/search Edizione Italiana - Shake edizioni, 1998, p. 246.
  3. Marcello Ambrosini, Post-industriale. La scena italiana anni '80, Goodfellas, 2016, ISBN 978-88-99770-01-3.
  4. Discografia su Discogs

Bibliografia



Collegamenti esterni


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