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The Nice (IPA: [ðə ˈnaɪs]) sono stati un gruppo musicale britannico di rock psichedelico e progressivo.[1]

The Nice
The Nice ad Amburgo il 28 marzo 1970
Paese d'origine Regno Unito
GenereRock psichedelico
Rock progressivo
Periodo di attività musicale1967  1970
2002  2003
EtichettaImmediate
Charisma
Sanctuary
Album pubblicati10
Studio4
Live2
Raccolte4

Il tastierista Keith Emerson li formò a Londra nel 1967 come band d'accompagnamento della cantante di soul statunitense P. P. Arnold, ma anche in tale veste il gruppo – fin dal debutto – ebbe parte dello spettacolo dal vivo solo per sé.[2] Oltre a Emerson, la formazione all'inizio comprendeva: Keith "Lee" Jackson (basso, voce), David "Davy" O'List (chitarra, voce) e Ian Hague (batteria); dopo soli tre mesi a Hague subentrò Brian Davison e quasi contestualmente la band si sganciò da P. P. Arnold incominciando così la carriera autonoma.[2] O'List venne invece allontanato nell'ottobre 1968 e gli altri proseguirono come trio fino al 1970, quando Emerson sciolse il gruppo per poi fondare, di lì a poco, Emerson, Lake & Palmer.[2] Nell'arco di tempo in questione, i Nice pubblicarono tre album e produssero materiale per altri due, per buona parte registrati dal vivo in concerto e usciti poco dopo lo scioglimento ma considerati a tutti gli effetti parte della loro discografia ufficiale.[3]

Conclusa l'esperienza dei Nice, Emerson con ELP raggiunse immediatamente il successo internazionale mentre Davison e Jackson, dopo progetti musicali non altrettanto fortunati, abbandonarono entrambi la professione a metà degli anni settanta.[4][5][6] I tre si ritrovarono dopo circa trent'anni (2002-2003) per un paio di tournée celebrative, dalla prima delle quali trassero un nuovo album dal vivo,[7] dopodiché non ebbero più occasione di riunirsi prima della malattia che avrebbe portato Davison alla morte nel 2008.[8]

Malgrado una carriera relativamente breve e riscontri commerciali inferiori a quelli di molti artisti coevi, fecero in tempo a guadagnarsi una buona reputazione sulla scena britannica di fine anni sessanta,[9] influenzando almeno in parte il sound di gruppi connazionali emersi subito dopo di loro, come Yes[9] e Genesis,[10] e preparando la strada all'affermazione definitiva dello stesso Emerson con ELP; al contempo, la popolarità acquisita in seguito dal tastierista ha indirettamente trainato, in anni successivi, la riscoperta dei Nice da parte di un pubblico assai più vasto e internazionale di quando erano in attività.[9]

Fra i loro tratti distintivi sin dagli esordi, la fusione tra generi musicali diversi come beat, rock psichedelico e jazz, applicata sia a materiale originale che a cover, standard e riletture dalla musica classica;[1] in seguito sperimentarono brani direttamente concepiti per gruppo e orchestra con l'intento dichiarato di abbattere le barriere formali tra il pop e la musica colta; per queste ragioni la loro produzione è spesso indicata a posteriori come uno dei primi esempi di progressive rock, complice naturalmente anche il fatto che Emerson, principale artefice di tale commistione di stili nei Nice, è divenuto poi caposcuola riconosciuto e figura preminente proprio di quel filone musicale.[1]


Storia del gruppo



1967 – Dalla nascita al debutto discografico



P. P. Arnold and the Nice (maggio-agosto 1967)

Keith Emerson
Keith Emerson

Nel 1967 la soul singer statunitense P. P. Arnold a soli 21 anni divenne di colpo più popolare nel Regno Unito che in patria, grazie al successo del singolo The First Cut Is the Deepest – scritto da Cat Stevens e prodotto da Mick Jagger – che debuttò nella Official Singles Chart il 4 maggio.[2][11] L'ex Ikette aveva pertanto urgenza di reperire musicisti con cui tenere concerti nell'isola e a tal fine il suo autista a Londra le raccomandò una conoscenza di quando lavorava come roadie: il tastierista Keith Emerson.[2] Questi, casualmente senza scritture fisse in quel periodo, s'impegnò con la Arnold a mettere insieme in fretta un gruppo a patto che quest'ultimo avesse metà spettacolo esclusivamente per sé, condizione che la cantante accettò volentieri poiché le risparmiava l'onere di cercare anche un gruppo spalla.[2]

Emerson coinvolse perciò immediatamente l'amico bassista Lee Jackson, con cui divideva un appartamento a Londra e aveva già lavorato in precedenza, quindi tramite Andrew Loog Oldham – manager della Arnold e capo della Immediate Records per cui la cantante incideva – trovò Ian Hague, ex batterista di Chris Farlowe, uno degli artisti di punta di quella casa discografica;[2] a suggerirgli il chitarrista Davy O'List fu infine il giornalista Chris Welch del Melody Maker.[12] Approntato il repertorio in tempo record, i quattro provarono con la vocalist una volta sola prima di debuttare dal vivo a fine maggio.[13]

Il nome della band nacque per sbaglio lungo il tragitto per il primo concerto: la cantante infatti citò un monologo dell'attore comico americano Lord Buckley dal titolo: the Nazz («il Nazareno») e propose: P. P. Arnold and the Nazz ma, a causa probabilmente del suo accento californiano, i presenti capirono: the nice e l'equivoco fu chiarito solo qualche giorno dopo, quando ormai la parola travisata aveva preso piede nell'entourage e figurava anche in cartellone per date future.[14] Emerson anni dopo raccontò che quel nome in ogni caso non l'aveva mai convinto e che perciò all'epoca, se interpellato in merito, si divertiva spesso a inventarne storpiature beffarde, come: B.B. Armpit and the Mice («B.B. Ascella e i Topolini»).[14]

Dati i tempi stretti per le prove, nel loro segmento di concerto i Nice inizialmente inserirono solo versioni di brani altrui: strumentali, come Billy's Bag di Billy Preston o il tema di Ennio Morricone dal film Per un pugno di dollari, oppure cover di canzoni dell'epoca come She Belongs to Me di Bob Dylan o A Day in the Life dei Beatles, da Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band uscito in quegli stessi giorni;[15] per queste ultime, Jackson e O'List si spartirono il ruolo di voce solista, coadiuvati occasionalmente da Emerson ai cori.[15] Nella seconda metà dello spettacolo, il gruppo cambiava totalmente genere accompagnando P. P. Arnold nel tipico repertorio di rhythm and blues e soul, con brani come Sweet Soul Music di Arthur Conley, Respect di Otis Redding e ovviamente il suo hit del momento[16] che nel frattempo conobbe il proprio piazzamento migliore nella classifica britannica dei singoli, salendo al 18º posto il 15 giugno.[11][17]

P. P. Arnold nel 1967
P. P. Arnold nel 1967

Benché a corto di materiale originale, i quattro dimostrarono fin da subito uno stile eclettico e personale, frutto delle loro singole esperienze (nessuno di loro era un principiante e tutti avevano frequentato più generi musicali) e ben presto cominciarono ad attirare l'attenzione di pubblico e critica come gruppo a sé, complice uno spettacolo efficace anche sul piano visivo, grazie in particolare alla consumata presenza scenica di Emerson e Jackson.[18] Decisiva in tal senso la data del 13 agosto a Windsor in occasione del 7th National Jazz and Blues Festival; qui Oldham, avendo evidentemente fiutato il loro potenziale, fece sì che i Nice eseguissero il loro set di apertura in uno spazio a parte, allestito sotto un tendone da circo: l'esibizione, per giunta astutamente introdotta da piccoli fuochi d'artificio, rubò la scena al palco centrale attirando velocemente nella tenda un folto pubblico tra cui l'amico Chris Welch il quale, pur non particolarmente colpito dal repertorio del gruppo, dalle pagine del Melody Maker ebbe a elogiarne l'abilità nel conquistarsi una platea in quel frangente e con il tempo sarebbe comunque divenuto un loro convinto sostenitore.[19]

Stando al racconto del roadie Barrington "Bazz" Ward, la giornata fu segnata anche dal fatto che, quando la band più tardi si esibì con P. P. Arnold sul palcoscenico principale, Ian Hague era palesemente sotto l'effetto di qualche sostanza stupefacente e a fine concerto ebbe un alterco con un poliziotto, circostanza peraltro mai confermata da Hague stesso.[20] Ad ogni modo l'atteggiamento del batterista, unito al suo dichiarato disinteresse per la direzione musicale che il gruppo stava prendendo, non era visto di buon occhio da Emerson il quale, in capo a pochi giorni, decise di propria iniziativa di cacciarlo senza neanche interpellare prima i colleghi.[20] Per un pronto rimpiazzo, fu di nuovo Welch a venire in soccorso ai Nice raccomandando loro Brian Davison, proveniente dai disciolti Mark Leeman Five e per un periodo batterista in The Attack, gruppo tra le cui file aveva militato anche O'List.[20]

Il primo impegno della nuova formazione fu una seduta-fiume di registrazione, concentrata in una sola giornata, per il primo album in studio di P. P. Arnold, nuovamente con la produzione del suo amico Mick Jagger.[21] Questi tuttavia, evidentemente non del tutto convinto dalla prestazione di Davison, affidò le parti di batteria definitive a Jon Hiseman, all'epoca turnista a tempo pieno, decisione che il nuovo arrivato nei Nice visse sul momento come un'umiliazione, pur ammettendo anni dopo di non esser mai riuscito a entrare in sintonia col repertorio della cantante.[21]

Ad ogni modo, quando l'anno seguente l'album uscì sul mercato col titolo: The First Lady of Immediate, neanche gli altri tre vi riconobbero nulla di ciò che avevano suonato e inoltre la copertina non riportava alcun elenco dei musicisti.[21] Il disco infatti aveva subito vari altri ritocchi in corso d'opera, tanto che sulla versione finale furono accreditati altri quattro produttori oltre a Jagger.[22] Ciò tra l'altro, a distanza di tempo, ha anche reso impossibile ricostruire con esattezza quanti e quali brani i Nice avessero registrato quel giorno, poiché i diretti interessati nel frattempo l'avevano dimenticato.[21]


Dal contratto con la Immediate al primo album (settembre-dicembre 1967)

Brian Davison esordì dal vivo con The Nice al Flamingo Club di Soho, il 28 agosto 1967;[23] sarebbe stato anche l'ultimo concerto del gruppo con P. P. Arnold: subito dopo infatti la cantante dovette rientrare per poche settimane negli Stati Uniti in attesa di rinnovare il proprio visto d'ingresso e Oldham approfittò della sua assenza per offrire ai Nice un contratto discografico con la Immediate.[23] Anni dopo, la vocalist ironizzò sulla vicenda dicendo che in quella circostanza il manager le aveva «soffiato la band» ma aggiunse che i rapporti con gli altri rimasero ottimi anche dopo la separazione professionale e che ai suoi occhi i Nice erano sempre stati un'entità indipendente, fin dall'inizio.[24]

Il gruppo per conto proprio debuttò al Big C Club di Farnborough il 1º settembre[25] e, oltre ad assicurarsi subito una residency settimanale presso il Marquee Club di Londra, in ottobre era già in tournée per tutta l'Europa con altri artisti della Immediate tra cui la stessa P. P. Arnold, nel frattempo rientrata definitivamente a Londra e ovviamente affiancata sul palco da una nuova band.[26] Un concerto in particolare che i quattro tennero a Stoccolma fu registrato dalla radio svedese e molti anni più tardi vide la luce su un CD dal titolo: The Swedish Radio Sessions (2001) il quale perciò costituisce verosimilmente il più antico documento sonoro ufficiale dei Nice come gruppo autonomo, se non il loro primo in assoluto.[26] Subito dopo il tour europeo, il 22 ottobre, i quattro registrarono dal vivo alcuni brani per il programma radiofonico di BBC Radio 1 Top Gear: fu la prima di una lunga serie di sessioni che i Nice tennero per la trasmissione condotta da John Peel lungo la loro carriera; registrazioni amatoriali di alcune di esse furono in seguito raccolte sull'album: BBC Sessions, pubblicato nel 2002.[27]

Dal 14 novembre al 5 dicembre la band prese parte a un'altra tournée collettiva – stavolta del solo Regno Unito – capitanata da Jimi Hendrix e comprendente anche Pink Floyd, The Move, Amen Corner, Eire Apparent e The Outer Limits.[28] Per uno di questi concerti, i Pink Floyd reclutarono al volo Davy O'List al posto dell'allora chitarrista e frontman Syd Barrett che quel giorno, a causa dell'incipiente instabilità mentale, all'ultimo momento si era reso irreperibile.[29] Lee Jackson racconta che praticamente nessuno fra il pubblico si accorse della sostituzione in quanto fra i due c'era una vaga somiglianza fisica e il chitarrista dei Nice fu fatto anche vestire come il suo omologo; i Pink Floyd inoltre si esibivano in penombra e nel tempo loro concesso presentavano solo il lungo brano strumentale Interstellar Overdrive che O'List aveva già avuto modo di orecchiare nei giorni precedenti e non ebbe perciò grosse difficoltà a eseguire, per giunta imitando in modo convincente anche lo stile chitarristico di Barrett.[30]

In quella stessa tournée uno dei roadie di Hendrix era Ian "Lemmy" Kilmister, divenuto in seguito celebre come leader dei Motörhead: questi vide che una delle trovate ad effetto di Emerson in concerto era conficcare coltelli fra i tasti dell'organo Hammond per tenerli abbassati e ottenere note fisse che poi alterava in altezza tramite l'interruttore d'alimentazione, imitando così il fischio di una locomotiva a vapore assieme ad altri rumori che produceva sballottando l'organo stesso o trascinandolo per il palcoscenico;[31] appassionato collezionista di anticaglie del nazismo, Lemmy donò a Emerson un pugnale della gioventù hitleriana dicendogli: «Ecco: se devi usare un coltello, che almeno sia uno vero!» e il tastierista avrebbe effettivamente impiegato quel macabro cimelio per diverso tempo – fino ai primi anni con ELP – nel suddetto numero di scena che, nato in questo periodo, l'avrebbe poi accompagnato con poche variazioni per quasi tutta la carriera.[31]

Fra una data e l'altra del tour con Hendrix – ma a volte anche il giorno stesso di un concerto, attaccando a tarda sera e lavorando fino all'alba[32] – i quattro trovarono il tempo di incidere materiale per un intero long playing da loro stessi prodotto con la supervisione tecnica di Glyn Johns, presso gli Olympic Studios a Barnes.[32] L'album The Thoughts of Emerlist Davjack, preceduto a fine anno dal singolo omonimo, sarebbe uscito il 1º marzo 1968 e fondeva rock, jazz, beat e psichedelia con richiami anche alla musica classica, ad esempio in Rondo – versione di oltre otto minuti del brano jazz Blue Rondo à la Turk (1959) del Dave Brubeck Quartet – nella cui sezione centrale improvvisata Emerson cita la Toccata e fuga in Re minore (BWV 565) di Johann Sebastian Bach.[32]

Lo stesso argomento in dettaglio: The Thoughts of Emerlist Davjack.

1968 – Da America alla formazione a tre


Nel febbraio 1968 i Nice affrontarono la prima tournée degli Stati Uniti, grazie a un accordo tra Oldham e la CBS che, in cambio, inviò Blood, Sweat & Tears nel Regno Unito;[33] giunti a Hollywood dopo alcune date a New York, i quattro visitarono il locale Whisky a Go Go presso il quale si sarebbero esibiti più volte nei giorni a venire; qui Davy O'List fu visto in compagnia di David Crosby, noto fra l'altro nell'ambiente per il vezzo dello spiking, ossia correggere di soppiatto le bevande altrui con LSD, cosa che con ogni probabilità fece anche quella sera con il chitarrista dei Nice: stando infatti a varie testimonianze del gruppo e della cerchia di collaboratori, l'episodio segnò per O'List l'inizio di un evidente – e purtroppo permanente – squilibrio psichico, destinato nell'arco di qualche mese a pregiudicare la sua stessa permanenza nella band.[33]

Al rientro dall'America, i Nice vollero separare casa discografica e management: per quest'ultimo, sostituirono perciò Oldham con l'ex giornalista Tony Stratton-Smith, più tardi noto per aver fondato e diretto la Charisma Records.[34] In aprile, i quattro incisero una rilettura strumentale della canzone America dal musical West Side Story di Leonard Bernstein, che pubblicarono solo come 45 giri, tra l'altro l'unico nell'intera loro carriera a entrare in classifica in patria.[35] Il 26 giugno eseguirono il brano dal vivo alla Royal Albert Hall di Londra in occasione di un evento benefico promosso dal Defence and Aid Fund for Southern Africa al quale intervennero anche artisti statunitensi vicini al movimento anti-apartheid, tra cui Marlon Brando;[36] senza preavvisare gli organizzatori, al culmine dell'esibizione Emerson tracciò con vernice spray una bandiera statunitense stilizzata su una tela posta al centro del palco, alla quale poi tentò di dare fuoco in segno di protesta contro l'intervento americano nella guerra del Vietnam;[37] la bravata, che il pubblico formale dell'occasione accolse con gelido imbarazzo, costò al gruppo un bando a vita dal teatro londinese e, per quasi nove mesi, anche il mancato rilascio di visti d'ingresso negli Stati Uniti per il sospetto di propaganda antiamericana;[37] lo stesso Bernstein, pur dichiarando pubblicamente di non aver mai sentito nominare i Nice, per diverso tempo si oppose di fatto alla distribuzione del loro singolo negli U.S.A., ritenendo che avessero malevolmente stravolto il senso del suo brano.[37]

Lo stesso argomento in dettaglio: America (2nd Amendment).
David Davy O'List.
David "Davy" O'List.

Nel frattempo i rapporti tra O'List e il resto della band si andavano deteriorando di pari passo con la sua salute mentale, che lo rendeva ormai inaffidabile al punto di rischiare di disertare alcuni concerti oppure suonare a volume assordante senza motivo, rompere spesso le corde della chitarra per troppa veemenza, sbagliare le parti e, fuori dal palco, manifestare segni di paranoia.[38]

La crisi degenerò irrimediabilmente il 29 settembre, alle Farfield Halls di Croydon: in pieno concerto, il chitarrista sferrò un pugno in faccia al roadie "Bazz" Ward, accorso poco prima sul palco per risolvere un problema alla batteria, e motivò poi l'aggressione sostenendo che Bazz e Brian Davison stavano "tramando contro di lui".[38] L'indomani gli altri tre, ragionando sull'accaduto, convennero che la misura era colma: O'List suonò per l'ultima volta con i Nice due giorni dopo, a Bournemouth; a fine concerto Stratton-Smith lo licenziò di fronte ai colleghi, i quali avevano espressamente insistito per essere tutti presenti a rimarcare così il loro appoggio unanime alla decisione.[39]

Anni dopo O'List, invero non nuovo a ricostruzioni fantasiose della propria carriera, in rare interviste riportò i fatti in modo diverso dagli altri diretti interessati, negando l'uso di droghe all'epoca e motivando la sua uscita dal gruppo come una decisione autonoma seguita a una lotta interna per la leadership, nella quale – sempre stando alla sua versione – egli sarebbe finito in minoranza per l'intromissione del nuovo manager a favore di Emerson.[40]

Dapprima il gruppo tenne audizioni per un sostituto (vi capitò anche Steve Howe, futuro chitarrista degli Yes, che tuttavia preferì restare fedele alla sua band di allora, Bodast) ed Emerson nel frattempo tentò di eseguire egli stesso alcune parti di chitarra dal vivo, salvo desistere dopo un solo concerto; infine i tre decisero di riorganizzarsi stabilmente in un trio tastiere, basso e batteria e in tale formazione, sempre a ottobre, registrarono nuovo materiale presso gli studi Pye e Wessex di Londra, includendovi anche sporadici interventi per orchestra.[41] Il risultato, pubblicato a novembre del 1968, fu l'album Ars Longa Vita Brevis, metà del quale costituito dall'omonima suite, già testata quasi interamente dal vivo e arricchita in studio da un tema tratto dal 1º movimento del Concerto brandeburghese n. 3 di Bach.[42] Da questo momento in poi, la rivisitazione dichiarata – non già il semplice accenno o citazione – di brani classici, rappresentata sull'album anche dalla versione rock dell'Intermezzo dalla Karelia Suite di Jean Sibelius, avrebbe caratterizzato il repertorio dei Nice in modo più significativo che in precedenza.[43]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ars Longa Vita Brevis.

1969-70 – l'album Nice, scioglimento e dischi postumi


Con l'incidente della Royal Albert Hall ormai alle spalle, nel marzo del 1969 il gruppo fu finalmente riammesso negli Stati Uniti dove restò in tournée per circa tre mesi, per giunta registrando alcuni concerti in vista di una possibile pubblicazione.[44] L'incessante attività dal vivo proseguì in Europa nella seconda metà dell'anno; il 10 agosto, in occasione del 9th National Jazz and Blues Festival svoltosi a Plumpton nel Sussex, il trio si esibì assieme a un'orchestra di quarantatré elementi diretta da Joseph Eger, più la London Scottish Pipe Band alle cornamuse; il concerto non passò inosservato e sul numero successivo del Melody Maker Richard Green titolò: «Who e Nice si prendono il festival di Plumpton».[45][46]

Nello stesso periodo, sempre sfruttando i rari momenti liberi fra un concerto e l'altro, i tre incisero presso i Trident Studios di Londra quattro nuovi brani (uno solo dei quali totalmente inedito e al contempo anche originale: For Example) che divennero metà del loro terzo LP, mentre per il lato B ne scelsero altri due registrati dal vivo in aprile al Fillmore East di New York e ripescati entrambi dal repertorio di cover e standard degli esordi: She Belongs to Me di Dylan e una nuova versione di Rondo che per l'occasione divenne: Rondo '69.[47] Il lavoro, intitolato semplicemente: Nice ma per ragioni di distribuzione pubblicato negli Stati Uniti anche con il titolo: Everything as Nice as Mother Makes It, uscì a settembre del 1969 e fu il primo album del gruppo a entrare nella Official Albums Chart britannica, arrivando fino al terzo posto, nonché l'ultimo prodotto mentre la band era ancora in attività.[47]

Lo stesso argomento in dettaglio: Nice (The Nice).

Nell'ottobre 1969 il direttore del Newcastle Arts Festival commissionò al gruppo un brano sinfonico ispirato a Newcastle upon Tyne, città natale di Lee Jackson; Emerson ne scrisse in fretta[48] la musica facendosi aiutare da Joseph Eger per l'orchestrazione e Jackson curò i testi, che dedicò ai cinque ponti sul fiume Tyne e allo stadio di calcio di St. James's Park; l'opera, dal titolo The Five Bridges Suite, fu eseguita in prima assoluta il 10 ottobre alla City Hall di Newcastle dal solo trio e, la settimana seguente, in forma completa alle Fairfield Halls di Croydon con i tre affiancati dall'orchestra "Sinfonia of London" – diretta dallo stesso Eger – e da un sestetto di fiatisti jazz;[49] questo concerto, comprendente anche altri brani classici arrangiati per gruppo e orchestra, venne integralmente registrato e buona parte di esso avrebbe visto la luce, otto mesi dopo, sull'album postumo Five Bridges.[48]

Lo stesso argomento in dettaglio: Five Bridges.

Mentre il 1969 volgeva al termine, Emerson confidò a Stratton-Smith che a suo avviso i Nice erano già «vissuti ben oltre la loro utilità» e che egli aspirava a un ambiente musicale più versatile in cui sviluppare le idee e realizzare le sue ambizioni artistiche;[50] il tastierista, fra l'altro, era insoddisfatto del rendimento di Jackson – soprattutto alla voce – e si era messo perciò segretamente in cerca di un altro bassista cantante: a tal fine aveva già interpellato invano Chris Squire degli Yes e Jack Bruce, quando il manager gli suggerì Greg Lake che con i King Crimson aprì il concerto di Croydon a ottobre; tuttavia non è chiaro se già allora vi furono contatti fra i due in tal senso.[50] Ad ogni modo le loro strade si incrociarono nuovamente durante l'ultima tournée americana dei Nice, quando i due gruppi condivisero il palco del Fillmore West a San Francisco, il 12 dicembre 1969; "Strat" combinò un incontro riservato la sera stessa e il tastierista poté così offrire il posto all'allora frontman dei King Crimson: questi ultimi erano a un passo dallo scioglimento per l'annunciato abbandono di Mike Giles e Ian McDonald e perciò Lake si lasciò aperta la possibilità, promettendo a Emerson una risposta definitiva a stretto giro.[51]

È molto probabile che l'idea di partenza fosse tenere nel gruppo Brian Davison: quest'ultimo infatti apprese dell'imminente fine dei Nice solo a febbraio del 1970 (un mese dopo Lee Jackson) e anni dopo rivelò di aver anch'egli incontrato Greg Lake all'epoca e di aver capito da subito che non ne avrebbe tollerato l'atteggiamento «da superstar», il che parrebbe confermare detti piani iniziali.[52] Lake, dal canto suo, ha raccontato che pose anche la condizione di non essere soltanto il rimpiazzo di Jackson nei Nice ma che si desse vita a un progetto del tutto nuovo, sia nel repertorio che – cosa per lui più importante – nella parità decisionale;[53] sul piano artistico il suo ingresso avrebbe perciò implicato una ripartenza quasi da zero che evidentemente Davison, visto il livello già raggiunto dalla band, non era disposto a subire remissivamente.[52]

Alla luce di quanto sopra, i Nice avevano i giorni contati; al tutto si aggiunse, con l'arrivo del 1970, la liquidazione per fallimento della Immediate Records: i tre in seguito dichiararono di non aver mai percepito da Oldham le royalty loro dovute per i dischi incisi con la sua etichetta (circostanza confermata in più occasioni anche da O'List) e che, anche nel periodo di effettiva attività, l'unica entrata economica derivò loro dal tenere concerti a un ritmo frenetico e praticamente senza sosta per tre anni di seguito, salvo – come già detto – il poco tempo passato in sala d'incisione o negli studi radiofonici.[54]

Dopo un'ultima serie di date a Roma, Parigi, Bruxelles e nel Regno Unito, il gruppo esaurì i propri impegni in Germania, intervenendo a due festival svoltisi ad Amburgo e Berlino rispettivamente il 28 e 30 marzo dopodiché si sciolse di fatto, ma la notizia fu taciuta alla stampa per vari mesi;[55] nel frattempo la neonata Charisma Records di Stratton-Smith acquisì le registrazioni rimaste ancora inedite, dalle quali trasse il già citato Five Bridges – record di vendite per un disco dei Nice all'epoca della pubblicazione, con il 2º posto in classifica raggiunto a luglio del 1970[56] – e l'anno seguente anche l'album Elegy, composto da quattro sole lunghe tracce – due in studio, due dal vivo – tra cui una nuova versione di America della durata di oltre 10 minuti.[56][57] Entrambi i dischi furono tra l'altro cruciali per consolidare l'etichetta di "Strat" nel Regno Unito durante il biennio 1970-71, poiché in classifica si piazzarono assai meglio – ad esempio – dei primi lavori dei Genesis, nel lungo periodo capifila indiscussi della Charisma ma affermatisi sia in patria che all'estero solo qualche anno più tardi.[58]

Lo stesso argomento in dettaglio: Elegy (Nice).

Il dopo-Nice e la reunion del 2002-2003


Nel giugno 1970 Emerson e Lake conobbero Carl Palmer con cui diedero vita al trio Emerson, Lake & Palmer: grazie alla partecipazione al festival dell'isola di Wight in agosto, i tre raggiunsero un'immediata visibilità internazionale e un successo che mantennero per gran parte degli anni settanta, oltre a riunirsi più volte anche nei decenni seguenti.[59] Davison e Jackson intanto fondarono rispettivamente i gruppi Every Which Way e Jackson Heights, entrambi con modesta fortuna sul piano commerciale,[4] per poi trovarsi di nuovo insieme nei Refugee (1973) con il tastierista Patrick Moraz il quale però, dopo otto mesi e un solo album, andò a rimpiazzare Rick Wakeman negli Yes – allora già ampiamente affermati – sancendo così la fine della collaborazione coi due ex-Nice.[4] Questi ultimi, ormai disillusi per i ripetuti insuccessi, di lì a poco abbandonarono entrambi l'attività musicale professionale: Davison, dopo una breve militanza nei Gong[60] e un lungo periodo successivo segnato dall'alcolismo, si dedicò all'insegnamento della musica presso un college a Bideford[5] mentre Jackson per circa vent'anni visse a Los Angeles e al suo rientro in Europa, nel 1994, si stabilì a Northampton dove fra l'altro iniziò a collaborare stabilmente con un complesso di New Orleans jazz semi-professionale d'ispirazione cristiana.[6]

Per quasi trent'anni, dei Nice si parlò esclusivamente al passato.[7] Nel 2002, per il loro trentacinquennale, i tre tennero a sorpresa quattro soli concerti nel Regno Unito, dal 2 al 6 ottobre: la prima parte dello spettacolo era riservata a loro, mentre nella seconda Emerson eseguiva brani di ELP con la Keith Emerson Band.[61] Dal concerto del 4 ottobre alla Royal Concert Hall di Glasgow fu tratto il triplo CD Vivacitas, pubblicato l'anno seguente e promosso con una nuova tournée, stavolta in dieci date, che manteneva la formula già collaudata del doppio concerto.[62] La chiusura di questo secondo tour, al Watford Colosseum il 23 ottobre 2003, fu per The Nice l'ultima apparizione dal vivo in assoluto:[62] prima infatti che l'agenda di Emerson consentisse ai tre ulteriori reunion, Davison si ammalò di un tumore che l'avrebbe portato alla morte nell'aprile 2008 all'età di 65 anni[8] ed Emerson stesso si sarebbe poi suicidato a marzo del 2016.[63]


Stile musicale


I Nice si collocano nella scena musicale inglese di fine anni sessanta del XX secolo. La formazione musicale e il virtuosismo del tastierista Keith Emerson conferirono al gruppo – specie dopo l'uscita del chitarrista Davy O'List – un sound in cui l'organo Hammond sostituiva la chitarra come strumento preminente, senza per questo perdere l'aggressività tipica del rock.[64] Tutti i membri del gruppo inoltre, grazie all'esperienza pregressa in formazioni di vari generi musicali, contribuirono a creare uno stile che fondeva con originalità rock, musica classica, psichedelia, jazz e blues e che in seguito sarebbe stato indicato come uno dei primi esempi di progressive rock, analogamente ai connazionali coevi Procol Harum e The Moody Blues.[65][66]

Emerson avrebbe riproposto la formula del trio incentrato sulle tastiere in Emerson, Lake & Palmer e analoga strada avrebbero tentato, sebbene con minor successo sul piano commerciale, anche Davison e Jackson con Patrick Moraz nei Refugee.[4]

Altro elemento tipico del repertorio del gruppo fu la rivisitazione di brani di autori classici come Bach, Sibelius e Dvořák o contemporanei come Leonard Bernstein, arricchiti da variazioni o improvvisazioni in stile jazz e blues psichedelico.[67] Un'analoga contaminazione avvenne anche su cover di cantautori come Tim Hardin e Bob Dylan,[66] ad esempio nel brano di Hardin Hang On to a Dream che nella versione dal vivo inclusa nell'album Elegy contiene una citazione in chiave jazz dell'aria Summertime dall'opera Porgy and Bess di George Gershwin, oppure in Country Pie di Dylan che la band, sull'album Five Bridges, fonde in un mash-up al tema iniziale del Concerto brandeburghese n.6 di Bach.[48]

Nelle due suite originali Ars Longa Vita Brevis (1968) e The Five Bridges Suite (1969), entrambe della durata di un'intera facciata di LP, Emerson sperimentò per la prima volta un'integrazione più completa fra musica sinfonica, jazz e rock non limitandosi a impiegare arrangiamenti orchestrali – prassi già consolidata nella musica leggera – ma scrivendo direttamente vere e proprie partiture per gruppo e orchestra,[9] approccio che avrebbe poi recuperato soltanto nel 1976-77 in ELP ma con tempi e budget sensibilmente più ampi.[68]

Il ricorso costante a brani altrui, in misura tale che nessun album dei Nice contiene esclusivamente pezzi originali, derivò anche dall'oggettiva carenza di tempo per scrivere materiale (compito, per quanto riguardava la musica, affidato quasi esclusivamente a Emerson): il gruppo svolse infatti un'attività dal vivo quasi incessante alla quale, per scelta o necessità, diede netta precedenza rispetto alla composizione e alla registrazione, quest'ultima spesso relegata ai ritagli di tempo tra una data e l'altra, quando non effettuata direttamente dal vivo in concerto, come in metà degli album Nice e Elegy e nella quasi totalità di Five Bridges.[9]


Formazione


Ultima
Membri precedenti

Discografia


Album in studio
  • 1968 – The Thoughts of Emerlist Davjack
  • 1968 – Ars Longa Vita Brevis
  • 1969 – Nice *
  • 1971 – Elegy *

* Per metà registrati dal vivo.

Album dal vivo
  • 1970 – Five Bridges
  • 2003 – Vivacitas – Live at Glasgow 2002 **

** A nome: Keith Emerson and The Nice.

Raccolte e live postumi
  • 1972 – Autumn '67 – Spring '68
  • 2001 – The Swedish Radio Sessions
  • 2002 – BBC Sessions
  • 2009 – Fillmore East 1969

Singoli (solo Regno Unito)

  • 1968 – The Thoughts of Emerlist Davjack / Azrial (Angel of Death)
  • 1968 – America (2nd Amendment) / The Diamond–Hard Blue Apples of the Moon
  • 1968 – Brandenburger / Happy Freuds
  • 1969 – Hang on to a Dream / Diary of an Empty Day

Note


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    «Who and Nice steal Plumpton Festival»
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Bibliografia



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[de] The Nice

The Nice war eine englische Progressive-Rock-Band. Die Gruppe wurde im August 1967 von Begleitmusikern der Sängerin P. P. Arnold gegründet. Keith Emerson (Keyboards, Orgel), David O’List (Gitarre, Gesang), Brian Davison (Schlagzeug) und Lee Jackson (Bass, Gesang) vereinten in ihrem Musikstil Jazz und Rock mit der klassischen Musik. Zu ihren Interpretationen gehören beispielsweise Werke von Leonard Bernstein (America aus Westside Story), Johann Sebastian Bach (Brandenburgische Konzerte) und Jean Sibelius (Intermezzo from the Karelia Suite).

[en] The Nice

The Nice were an English progressive rock band active in the late 1960s. They blended rock, jazz and classical music and were keyboardist Keith Emerson's first commercially successful band.

[es] The Nice

The Nice fue una banda inglesa de rock progresivo, que comenzó a partir de los años 1960 como grupo de acompañamiento de P. P. Arnold (P. P. Arnold Band). Características de esta agrupación son sus mezclas de rock, jazz y música clásica. Su álbum de debut, The Thoughts of Emerlist Davjack, fue lanzado en 1968, y al momento logró un gran éxito. A menudo se le considera como uno de los discos antecesores del rock progresivo.[cita requerida] The Nice son también un precursor del reconocido Emerson, Lake & Palmer.
- [it] The Nice

[ru] The Nice

The Nice — английская прогрессив-рок-группа конца 1960-х годов, известная своим смешением рока, джаза и классической музыки. Является предшественником группы  Emerson, Lake & Palmer.



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