Luigi Ferdinando Tagliavini (Bologna, 7 ottobre 1929 – Bologna, 11 luglio 2017) è stato un organista, clavicembalista, musicologo e compositore italiano.
Luigi Ferdinando Tagliavini | |
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Nazionalità | ![]() |
Genere | Musica rinascimentale Musica barocca Musica classica Musica romantica |
Periodo di attività musicale | 1944 – 2017 |
Strumento | organo, clavicembalo |
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Primo figlio del glottologo Carlo Tagliavini[1], ha condotto studi musicali nelle classi di organo, pianoforte e composizione con Riccardo Nielsen al Conservatorio di Bologna e al Conservatorio di Parigi (nella classe di Marcel Dupré). Laureatosi all'Università di Padova nel 1951 sotto la guida di Ladislao Mittner con una dissertazione in lingua e letteratura tedesca intitolata Studi sui testi delle cantate sacre di J.S. Bach, poi pubblicata nel 1956[1]. Ha insegnato organo complementare presso il Conservatorio di Bologna (ove ha ricoperto anche l'incarico di bibliotecario) e più tardi presso il Conservatorio Monteverdi di Bolzano, dapprima come professore incaricato e successivamente come ordinario di organo.
Docente di storia della musica presso l'Università di Parma, è successivamente approdato all'Università di Friburgo (Svizzera) dove nel 1971 è diventato ordinario e direttore dell'Istituto di Musicologia. Professore ospite in diverse università statunitensi, è stato attivo come concertista in Italia e all'estero. È stato titolare degli organi della Basilica di San Petronio a Bologna. Fondatore assieme a Renato Lunelli della rivista L'Organo, ha insegnato regolarmente ai corsi estivi di Haarlem e ai corsi dell'Accademia di musica per organo di Pistoia.
Con Marie-Claire Alain, Anton Heiller e Gustav Leonhardt ha fortemente contribuito alla riscoperta e all'affermazione della prassi esecutiva clavicembalistica e organistica barocca. Assieme a Oscar Mischiati, suo collega e amico, è stato, dopo Renato Lunelli, il secondo esponente dell'Orgelbewegung in Italia, movimento che si è proposto il restauro e la valorizzazione di organi antichi secondo criteri storici. Punto di riferimento fondamentale nell'organaria italiana, alcuni dei restauri da lui guidati costituiscono un autentico spartiacque nel panorama organistico nazionale; in particolare, l'intervento agli organi Lorenzo da Prato e Baldassarre Malamini di San Petronio ha consegnato due strumenti assolutamente unici e inestimabili.
Concertista tra i più affermati della sua generazione, ha suonato sui più importanti organi italiani ed europei. Ha realizzato numerose incisioni, ricevendo diversi premi, tra i quali il Premio della discografia Italiana, lo Schallplattenpreis der deutschen Phono-Akademie, la distinzione Choc de la musique per il CD realizzato insieme con Liuwe Tamminga sugli organi di San Petronio e dedicato ad Andrea e Giovanni Gabrieli, il Premio Antonio Vivaldi e il Premio Massimo Mila.
Tra le altre onorificenze si ricordano l'ordine dell'Aquila del Tirolo in oro conferitogli a Innsbruck nel 1982, il dottorato honoris causa in musica dell'Università di Edimburgo e il titolo onorario di Fellow del Royal College of Organists di Londra nel 1996, la laurea ad honorem dell'Università di Bologna nelle discipline delle arti, della musica e dello spettacolo nel 1999, e il dottorato honoris causa in musica sacra del Pontificio Istituto di Musica Sacra nel 2011.
Autore di numerosi scritti musicologici, fu membro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e curatore di edizioni critiche di opere di Frescobaldi, Zipoli, Mozart e altri ancora.
È stato possessore di una collezione di strumenti musicali pressoché unica, che raccoglie circa 70 tra clavicembali, clavicordi, spinette, pianoforti, organi, ma anche fiati e strumenti automatici che vanno dal Cinquecento al Novecento. Questo patrimonio nel 2006 è stato donato alla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e dal 2010 è raccolto ed esposto nel complesso di San Colombano a Bologna, allora restaurato[2]. Vanta strumenti dei più importanti cembalari italiani, tra cui Alessandro Trasuntino, Giovan Battista Giusti, Fabio da Bologna e Giovanni Ferrini; quest'ultimo nel 1746 ideò e costruì lo strumento a due manuali che riunisce clavicembalo e fortepiano, del quale sono noti solo pochissimi altri esemplari[3].
È morto alla casa di cura Toniolo di Bologna l'11 luglio 2017 all'età di 87 anni.
Tra i suoi saggi[4], sono stati pubblicati anche
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