Amanda MacKinnon Gaiman Palmer[1], conosciuta anche come Amanda Fucking Palmer[2] (New York, 30 aprile1976) è una cantante, pianista e compositricestatunitense, divenuta nota come membro nel duo The Dresden Dolls[3], fondato assieme a Brian Viglione.
Amanda Palmer
Amanda Palmer dal vivo nel 2008
Nazionalità
Stati Uniti
Genere
Pop barocco Punk rock Dark cabaret Piano rock Rock alternativo
Intrapresa la carriera solista, è attiva assieme a Jason Webley nel duo Evelyn Evelyn, e nella band Amanda Palmer & The Grand Theft Orchestra.
Biografia
Palmer è nata a New York e cresciuta a Lexington[4], nel Massachusetts. Interessata all'arte dello spettacolo musicale e teatrale, praticò a lungo l'attività di mimo in veste di statua ad Harvard Square (Cambridge), in Scozia, in Australia (dove ha incontrato Jason Webley[5]), nel Massachusetts e in molti altri luoghi. A queste esperienze rimandano alcuni versi di The Perfect Fit, canzone del primo album dei The Dresden Dolls:
(EN)
«I can paint my face And stand very, very still It's not very practical But it still pays the bills.»
(IT)
«So dipingermi la faccia e rimanere ferma, fermissima non è che sia molto pratico ma ci pago comunque le bollette.»
The Dresden Dolls
A una festa di Halloween nel 2000, Palmer incontrò il batterista Brian Viglione, con cui in seguito formò i The Dresden Dolls. Nel tentativo di arricchire le performance e sviluppare maggiore interattività col pubblico, la Palmer iniziò ad invitare amici, studenti e artisti e ad eseguire durante i suoi concerti anche spettacoli di teatro, giocoleria, cabaret, burlesque che coinvolgessero direttamente i fan presenti. L'originalità di tali performance fecero guadagnare alla band un nutrito gruppo di fedelissimi, che li accompagnò nella pubblicazione del primo album eponimo autoprodotto The Dresden Dolls nel 2002. Poco dopo siglarono un contratto con la Roadrunner Records, che produsse nel 2006 e nel 2008 gli album Yes, Virginia... e No, Virginia....
Dal 9 dicembre 2006 fino al 13 gennaio 2007 i The Dresden Dolls proposero al Zero Arrow Theatre di Cambridge, nel Massachusetts, il musical The Onion Cellar[6], basato su un racconto tratto da Il tamburo di latta di Günter Grass.
Mentre Palmer rimase apertamente frustrata dalla regia dello show[7], le recensioni di pubblico e critica[8][9] furono invece generalmente positive.
Nel 2010 i The Dresden Dolls si sono ricongiunti per un tour di poche date negli Stati Uniti a partire dal giorno di Halloween a New York fino alla vigilia di Natale a San Francisco[10].
Carriera solista
Il primo album solista della Palmer, Who Killed Amanda Palmer, è uscito il 16 settembre del 2008, prodotto da Ben Folds che vi ha partecipato anche come musicista[11]. Il titolo è un chiaro riferimento al mistero della morte di Laura Palmer nella serie cult degli anni '90 I segreti di Twin Peaks. Nel settembre 2007 Palmer ha collaborato con Jason Webley all'EP di debutto degli Evelyn Evelyn, Elephant Elephant[12], proponendolo in tour assieme a pezzi del proprio repertorio solista nel 2008 e 2009.
Il 9 febbraio 2012 ha annunciato dal suo blog di essere al lavoro sul nuovo album Theatre Is Evil[13] in collaborazione con The Grand Theft Orchestra, col nome di "Amanda Palmer & The Grand Theft Orchestra"[14]. Il 20 aprile 2012 ha annunciato sempre dal blog il lancio del nuovo album segnalando la possibilità di pre-ordinarlo attraverso la piattaforma Kickstarter. L'ammontare dei versamenti da parte di 24.883 sostenitori ha in seguito raggiunto 1.192.793 dollari, la somma più alta ricevuta sino ad allora per un progetto lanciato su Kickstarter[15][16].
Amanda Palmer è nota anche per la sua frenetica attività su internet tramite blog, forum, social network, piattaforme di condivisione gratuita di musica, di raccolta fondi e marketing diretto artista-fan[17].
Nel 2014 ha pubblicato un libro dal titolo The Art of Asking: How I Learned to Stop Worrying and Let People Help (Grand Central Publishing).
Nel 2016 ha realizzato un album collaborativo con il padre Jack Palmer dal titolo You Got Me Singing.
Un altro album collaborativo è uscito l'anno seguente: si tratta di I Can Spin a Rainbow, realizzato con Edward Ka-Spel, frontman del gruppo Legendary Pink Dots.
Nel marzo 2019, dopo una campagna di crowdfunding attraverso la piattaforma Patreon, ha pubblicato il suo terzo album in studio da solista There Will Be No Intermission. Il disco è stato prodotto da John Congleton e anticipato da due singoli, Drowning in the Sound e Voicemail For Jill.
Vita privata
Amanda Palmer vive a Boston, nel Massachusetts, con altri artisti in una cooperativa chiamata Cloud Club[18].
Nel 2007 si è dichiarata bisessuale ad afterellen.com[19]:
(EN)
«I'm bisexual, but it's not the sort of thing I spent a lot of time thinking about. I've slept with girls; I've slept with guys, so I guess that's what they call it! I'm not anti trying to use language to simplify our lives.»
(IT)
«Sono bisessuale, ma non è una cosa sulla quale ho riflettuto a lungo. Sono stata a letto con delle ragazze; sono stata a letto con dei ragazzi, quindi immagino che si dica così! Non sono contraria all'uso del linguaggio per semplificarci la vita.»
Ha un suo blog, nel quale ha dichiarato di aver abortito a 17 anni e di aver subito uno stupro a 20 anni.
Il 15 gennaio 2010 Neil Gaiman e Amanda Palmer confermano sui propri siti web[20] le voci su un loro legame affettivo. Il 3 gennaio 2011, la coppia annuncia via Twitter la loro unione matrimoniale dopo una cerimonia privata in presenza degli scrittori Ayelet Waldman e Michael Chabon[21]. Il 18 marzo 2015 l'artista annuncia sul suo profilo Facebook di essere incinta del marito[22]. Il figlio della coppia, Anthony "Ash", è nato il 16 Settembre 2015.
Il 3 marzo 2020, Amanda Palmer ha annunciato la sua separazione da Neil Gaiman su Patreon. Le cause della separazione non sono state annunciate, ma la coppia non ha ancora divorziato.
La cantante pratica la meditazione[23] e il pescetarianismo.
Premi e riconoscimenti
2010 – "Artista dell'anno" secondo il Boston Music Awards[24]
2008 – 6ª classificata nella lista dei migliori artisti solisti, votata dai lettori del The Guardian[25]
2006 – "Donna più stilosa di Boston" secondo il the Boston Globe[26]
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