Julia Lee (Boonville, 31 ottobre 1902 – San Diego, 8 dicembre 1958) è stata una cantante e pianista statunitense.[1] Era una musicista che suonava principalmente blues[1] e dirty blues.[2]
Julia Lee | |
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Nazionalità | ![]() |
Genere | Blues |
Strumento | Piano |
Etichetta | Capitol Records |
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Nata a Boonville, Missouri da George Lee e Katie Redmond,[3] Julia Lee è cresciuta a Kansas City. Da bambina, suonava col trio d'archi del padre ed inoltre a feste di quartiere o incontri della chiesa.[4]
Diede avvio alla sua carriera musicale vera e propria intorno al 1920, cantando e suonando il piano nella band del proprio fratello George Lee jr (George E. Lee and His Novelty Singing Orchestra),[4] che per un certo periodo includeva anche Charlie Parker.[5] Fu ingaggiata per la prima volta dall'etichetta discografica Merritt nel 1927, con Jesse Stone come pianista e arrangiatore, e ha iniziato la carriera da solista nel 1935.
Julia Lee era caratterizzata da voce roca ed uno stile interpretativo scorrevole e lineare, sia come cantante che come pianista[4] Nel 1946 grazie alla sua "Come On Over to My House Baby"[4] si è assicurata un contratto discografico con la Capitol Records,[1] e ha avuto una serie di successi nella classifica R&B, tra cui "Gotta gimme whatcha got" (al terzo posto nella classifica R&B, 1946), "Snatch and grab it" del 1947,[1] (al primo posto nella classifica R&B per 28 settimane nello stesso anno,[6] vendendo oltre 500 000 copie), "King Size Papa" (incisa con i "Boy Friends"), del 1948,[1] (al primo posto nella classifica R&B per 28 settimane nello stesso anno),[6] "I didn't like it the first time (The Spinach Song)" (al quarto posto nella classifica R&B del 1949)[6] e "My man stands out" del 1950, considerata, inoltre, incisione rara con una Julia Lee ai suoi livelli più alti.[1][6]
I dischi sono stati attribuiti a "Julia Lee and Her Boy Friends", i suoi musicisti di sessione, tra cui Jay McShann, Vic Dickenson, Benny Carter, Red Norvo, Nappy Lamare, Red Nichols e Jack Marshall.[1]
Nel 1949, insieme con il rinomato batterista Samuel "Baby" Lovett si esibì alla Casa Bianca su invito del Presidente Harry Truman.[4]
Era sposata con Frank Duncan, manager dei Kansas City Monarchs della Negro National League, anch'egli originario di Kansas City.[4]
Dopo il 1950 la carriera di Julia Lee non ha più contato altri successi ma la musicista ha continuato ad essere una delle interpreti più popolari a Kansas City fino alla sua morte, all'età di 56 anni, per un attacco di cuore.[3]
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