Beauty and the Beast è un brano musicale di David Bowie, traccia d'apertura del suo album "Heroes" del 1977.
Beauty and the Beast singolo discografico | |
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Artista | David Bowie |
Pubblicazione | 6 gennaio 1978 |
Durata | 3:32 5:18 (12" extended version) |
Dischi | 1 |
Tracce | 2 |
Genere | Art rock |
Etichetta | RCA Records PB 1190 PC 1204 (12" Spagna) JD 11204 (12" US promo) |
Produttore | David Bowie, Tony Visconti |
Registrazione | Hansa Studio by the Wall, Berlino ovest luglio–agosto 1977 |
Note | n. 39 ![]() |
David Bowie - cronologia | |
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(1978) |
Fu pubblicato come secondo singolo (B-side Sense of Doubt) estratto dall'album nel gennaio 1978, raggiungendo la posizione numero 39 nella Official Singles Chart.
La musica d'apertura, una sconnessa combinazione di piano, chitarra, suoni elettronici e voce aumenta in crescendo, ed è stata definita come il suono di "Bowie che sta per trasformarsi nell'Incredibile Hulk davanti ai vostri orecchi".[1] La canzone vede Robert Fripp alla chitarra solista, con trattamenti e lavoro al sintetizzatore di Brian Eno. Fripp ha dichiarato che la sua pista di chitarra è una "prima take" fatta direttamente al momento dell'arrivo in studio.[2]
Le parole del testo sono state interpretate un severo sguardo da parte di Bowie al suo passato da cocainomane a Los Angeles nel periodo 1975-1976, con la frase: «Thank God Heaven left us standing on our feet» a suggerire la gratitudine del cantante per avercela fatta a superare quel periodo.[3]
Secondo un'altra interpretazione, James E. Perone scrisse:
«Beauty and the Beast è una di quelle canzoni di David Bowie i cui testi possono lasciare l'ascoltatore a grattarsi la testa chiedendosi cosa egli voglia dire. Bowie stabilisce un'atmosfera malvagia di base nell'aria attraverso i suoi testi impressionistici e non lineari. I riferimenti di Bowie permettono all'ascoltatore di interpretare i personaggi di Beauty and the Beast in due modi differenti. In entrambi i casi si tratta di due entità, o forse, due facce di una stessa entità. In ogni caso, resta il fatto che il "lato oscuro", che Bowie dipinge come inevitabile, governa la situazione. L'ascoltatore deve tenere a mente che Bowie ha creato immagini basate sulla dialettica bene-male durante tutta la sua carriera: Beauty and the Beast non è unica. Tuttavia, è interessante considerare la possibilità dell'influenza di Berlino su Bowie a questo punto della sua carriera. Certamente, la contrapposizione Berlino ovest-Berlino est, la dialettica tra Comunismo e Democrazia si adattano perfettamente alla possibile comprensione della canzone.[4]» |
(James E. Perone) |
Una versione dal vivo di Beauty and the Beast è stata inserita nell'album live Stage del 1978.
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