Elegy è un album del gruppo britannico di rock progressivo The Nice pubblicato nell'aprile del 1971, un anno dopo lo scioglimento del gruppo.[1]
Elegy album in studio e dal vivo | |
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Artista | The Nice |
Pubblicazione | aprile 1971 |
Durata | 39:14 |
Dischi | 1 |
Tracce | 4 |
Genere | Rock Rock progressivo |
Etichetta | Charisma Records |
Produttore | The Nice |
Registrazione | Fillmore East, New York, 9-10 aprile 1969 Trident Studios, Londra, 1968-1969 |
Formati | LP, CD |
The Nice - cronologia | |
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L'album si compone di quattro lunghi brani, due per facciata:[1] il primo e l'ultimo furono registrati dal vivo al Fillmore East di New York il 9 e 10 aprile 1969, gli altri due ai Trident Studios di Londra tra la fine del 1968 e il 1969.[2] Tutti e quattro sono rivisitazioni di brani di altri artisti e mettono in risalto il virtuosismo di Keith Emerson al pianoforte e all'organo Hammond.[1]
Hang On to a Dream, brano di Tim Hardin già pubblicato dal gruppo nell'album Nice del 1969, compare qui in una versione anteriore a quella in studio ed estesa a oltre dodici minuti, grazie a una lunga improvvisazione al pianoforte che include una citazione di: Summertime di George Gershwin e un accenno a: Honky Tonk Train Blues (1927), brano boogie-woogie di Meade 'Lux' Lewis che Emerson avrebbe poi inciso integralmente su un 45 giri nel 1976.
My Back Pages di Bob Dylan è l'unico brano di quest'album che i Nice non avessero già pubblicato in precedenza. La prima parte vede di nuovo Emerson improvvisare al piano su una ritmica vagamente jazz (in particolare l'esposizione del tema presenta qualche affinità con la versione di Keith Jarrett contenuta nell'album Somewhere Before, registrato dal vivo nell'agosto del 1968).[1] Nella seconda parte, Emerson passa all'organo e l'arrangiamento del trio vira su un boogie, per poi riprendere e concludere la canzone di Dylan in stile psichedelico.[1]
3rd Movement Pathetique come da titolo si basa sul 3º movimento della sinfonia nº6 "Patetica" op.74 di Čajkovskij, con variazioni improvvisate tra cui un breve assolo di batteria di Brian Davison; il brano era già apparso sull'album dal vivo Five Bridges, uscito anch'esso postumo nel giugno 1970 e in quell'occasione arrangiato per gruppo e orchestra. La versione in studio contenuta in quest'album è invece eseguita dal solo trio, con armonia e melodia affidate interamente all'organo Hammond e al basso elettrico.[1]
America è la rilettura strumentale dell'omonimo brano tratto dal musical: West Side Story (1957) di Leonard Bernstein, di cui gruppo aveva già inciso una versione pubblicata su 45 giri nel giugno 1968: l'arrangiamento include due citazioni dalla Sinfonia n.9 in Mi Minore op. 95 Dal nuovo mondo di Antonín Dvořák, anch'essa ispirata all'America.[1] Questa versione in particolare, della durata di oltre dieci minuti, contiene anche un accenno al tema principale di Maurice Jarre per la colonna sonora del film: Lawrence d'Arabia (1962) e omette invece il recitato che chiudeva il singolo.[1]
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