Houses of the Holy è il quinto album in studio del gruppo musicale britannico Led Zeppelin, pubblicato il 28 marzo 1973 dalla Atlantic Records.
Houses of the Holy album in studio | |
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Artista | Led Zeppelin |
Pubblicazione | 28 marzo 1973 |
Durata | 40:50 |
Dischi | 1 |
Tracce | 8 |
Genere[1] | Blues rock Hard rock |
Etichetta | Atlantic Records |
Produttore | Jimmy Page |
Formati | LP, MC, CD, download digitale |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | ![]() (vendite: 30 000+) ![]() (vendite: 200 000+) ![]() (vendite: 250 000+) ![]() (vendite: 50 000+) |
Dischi di platino | ![]() (vendite: 140 000+) ![]() (vendite: 300 000+) |
Dischi di diamante | ![]() (vendite: 11 000 000+) |
Led Zeppelin - cronologia | |
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(1975) |
L'album raggiunge la prima posizione per due settimane nella Billboard 200 statunitense e nella Official Albums Chart britannica, in Australia per tre settimane ed in Canada, la terza in Giappone, Francia, Austria ed Olanda, la quarta in Norvegia, l'ottava in Germania e la nona in Spagna. La rivista statunitense Rolling Stone lo ha collocato alla posizione 148 nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi.
Tutto il periodo del 1972 fu molto prolifico per il gruppo: le sessioni di registrazione furono tranquille, c'era molto materiale su cui lavorare (alcune cose inizialmente scartate finirono poi sui successivi Physical Graffiti e Coda) e i pezzi, grazie allo studio mobile dei Rolling Stones e al tecnico del suono Ed Kramer presero una propria forma molto velocemente[senza fonte]. I ritardi sulla pubblicazione furono dovuti a problemi di missaggio (Ed Kramer per risolvere le controversie portò i nastri all'Electric Lady Studios di New York) e alla grafica di copertina, ancora una volta senza alcun richiamo al gruppo o al titolo dell'album (anche se questa volta la casa editrice era riuscita ad ottenere delle fascette esplicative da applicare esternamente).
Il titolo del disco proviene dall'omonima canzone Houses of the Holy, registrata nel 1973, ma che fu poi scartata e inserita nell'album successivo, Physical Graffiti. L'album è una raccolta eterogenea di pezzi in diversi stili. Vi compaiono brani rock che sperimentano soluzioni innovative (The Song Remains the Same, Over the Hills and Far Away) e altri più "di maniera" (The Ocean, il cui titolo si riferisce all'"oceano" di fan che seguiva il gruppo durante i tour), brani d'atmosfera in cui le tastiere svolgono un ruolo determinante (la triste Rain Song e la "ballata fantasy" di No Quarter) e che avvicinano il gruppo al rock progressivo (ben lontane dunque dal rock blues alla Willie Dixon degli esordi). The Crunge è un autoironico funk alla James Brown, D'yer maker (titolo che non è altro che una distorsione cockney della parola "Jamaica") mostra sonorità reggae, e non manca un "divertissement" pop, Dancing Days.
La copertina dell'album è ispirata al romanzo Le guide del tramonto (Childhood's End, 1952) di Arthur Charles Clarke. Fu scelto lo studio Hipgnosis (celebre per le copertine dei Pink Floyd realizzate da Storm Thorgerson). Il grafico Aubrey Powell mise insieme un fotomontaggio surreale immortalando su pellicola due bambini tra le pietre del Selciato del gigante in Irlanda del Nord. Poi passò il tutto all'aerografo, moltiplicando il numero dei soggetti sulla copertina: 6 sul fronte, 5 sul retro.
Recensioni professionali | |
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Recensione | Giudizio |
AllMusic | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Robert Christgau | A-[9] |
The New Rolling Stone Album Guide | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Sputnikmusic | 5.0 (Classic)[11] |
Piero Scaruffi | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Ondarock | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Dizionario del Pop-Rock | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
24.000 dischi | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Discogs | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Storia della musica | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Pitchfork | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
L'album venne accolto da pubblico e critica con atteggiamenti discordanti: c'è chi lo considerò un episodio minore della discografia dei Led Zeppelin, e chi invece lo reputò il nuovo capolavoro della band. [senza fonte]
Classifica (2021) | Posizione massima |
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Grecia[19] | 14 |
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