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Om è un album discografico del musicista jazz statunitense John Coltrane registrato nel 1965 ma pubblicato postumo a fine 1967 dalla Impulse! Records (Impulse A-9140) dopo la morte del sassofonista.[4]

Om
album in studio
ArtistaJohn Coltrane
Pubblicazione1967
Durata28:49
Dischi1
Tracce2
GenereFree jazz
EtichettaImpulse! Records
A-9140 mono
AS-9140 stereo
ProduttoreBob Thiele
Registrazione1º ottobre 1965
John Coltrane - cronologia
Album successivo
(1968)
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[1]
Sputnikmusic[2]
The Rolling Stone Jazz Record Guide[3]

Nell'ottobre 1965, Coltrane registrò Om, opera arditamente sperimentale, riferendosi alla sillaba sacra nella religione Indù, che simbolizza l'infinito e l'intero universo, e che corrisponde al nome mistico di Dio, oltre che indicare l'essenza della spiritualità stessa. Coltrane descrisse Om come "la prima sillaba, la parola essenziale, il verbo della forza". I 29 minuti della registrazione contengono canti del Bhagavad-Gita, un poema epico indù. Sebbene svariate fonti indichino erroneamente la data di incisione in studio (1º ottobre 1965) come data di pubblicazione dell'album, il disco venne pubblicato postumo a fine 1967 dopo la morte di Coltrane. Coltrane e Pharoah Sanders presero spunto da un testo buddista, il Libro tibetano dei morti, prendendo in esame un brano che descrive la verbalizzazione primordiale "om" come un comune denominatore cosmico e spirituale di tutte le cose.

L'album non fu accolto favorevolmente da critica e pubblico.[5] Parte della critica lo reputò il peggior album di Coltrane, e si è spesso creduto che il disco fosse il risultato di un viaggio sotto l'effetto di LSD, essendo stato registrato sotto l'influsso di tale droga,[6] ma altre fonti sostengono invece che ciò sia soltanto una diceria.


Il disco


Il simbolo dell'Oṃ,  il più sacro mantra induista. Questo simbolo ॐ deriva dall'unione di due caratteri del devanāgarī: ओ ('o') + ँ ('m' nasale) riportati in corsivo. Risultando il devanāgarī una scrittura non precedente all'VIII secolo d.C. questo simbolo è di gran lunga posteriore alla sillaba Oṃ presente in testi anteriori almeno al VI secolo a.C.
Il simbolo dell'Oṃ, il più sacro mantra induista. Questo simbolo ॐ deriva dall'unione di due caratteri del devanāgarī: ओ ('o') + ँ ('m' nasale) riportati in corsivo. Risultando il devanāgarī una scrittura non precedente all'VIII secolo d.C. questo simbolo è di gran lunga posteriore alla sillaba Oṃ presente in testi anteriori almeno al VI secolo a.C.

Om è un'opera importante nella discografia di Coltrane, in quanto il musicista qui abbandona la fedeltà alla tavolozza timbrica tradizionale del jazz, immettendo nella sua musica ampi squarci di suoni non jazz, rumoristici, cacofonici, e dissonanti. Parte degli ascoltatori e qualche critico rimase sconcertato sentendo Coltrane e Sanders recitare un brano tratto dal poema indù Bhagavad-Gita all'inizio e alla fine della lunga e caotica improvvisazione sonora collettiva. Alcuni trovarono dilettanteschi l'informalità e lo spiritualismo acceso infusi nell'opera, mentre altri ne sottolinearono la spinta innovatrice e liberatoria. Coltrane (affiancato da Sanders, Tyner, Garrison, Garrett, Elvin Jones ed il flautista Joe Brazil) esegue un brano free-form dalla durata di 29 minuti, un'esperienza sonora mistica, fortemente evocativa, assai più difficile da digerire rispetto al più conosciuto Interstellar Space o allo stesso Ascension. Il brano inizia con un breve incanto recitato da Coltrane e da altri musicisti del gruppo. Come sottofondo alle parole si ode un brusio di ritmiche e sonorità eseguite da Brazil con il flauto. Inizia poi un diluvio sassofonico, seguito dalla linea saltellante del pianoforte di Tyner e dalla combinazione orientaleggiante di flauto e clarinetto basso. È evidente come Coltrane si accosti con questo lavoro sempre più ai suoni della musica etnica africana ed orientale, abbracciando così una visione musicale volutamente etnico-ascetica e multidimensionale. La jam si snocciola insistente su cacofonie, echi e dissonanze furiose e la leggenda narra insistentemente che Coltrane avesse fatto uso di LSD durante le sedute di registrazione, e anche se non è certo che abbia registrato Om sotto l'effetto dell'acido lisergico, più o meno in questo periodo il sassofonista iniziò a farne uso.[4] Già l'inizio trasporta subito l'ascoltatore in un'Africa immaginaria: si ascoltano percussioni varie, e sopra di esse una mbira, il piccolo strumento africano a lamelle pizzicate con i pollici. Segue una salmodia recitata dai musicisti, che si conclude sulla parola "om", la quale inizia un free collettivo. Nel disco è presente anche un flauto (Joe Brazil), che però emette suoni arcani e arcaici, non-europei. Qui Coltrane non si esibisce più in smoking con il suo elegante quartetto, che suona canzoni di Richard Rodgers, con scale modali, accordi, ritmi precisi, ma getta in faccia all'ascoltatore brandelli di materia sonora viva, cruda. L'atmosfera è religiosa, sciamanistica, frenetica, misterica, quasi da messa nera. Il disco, oggi, appare nel suo complesso come uno dei lasciti di jazz psichedelico più interessanti dell'epoca, al pari forse solo di Bitches Brew di Miles Davis (anche se è ancora ampiamente sottovalutato e poco considerato all'interno di tutta la vasta discografia Coltraniana).


Pubblicazione


Secondo Eric Nisenson, Coltrane, "chiaramente imbarazzato da Om, disse a Bob Thiele di non volere che venisse mai pubblicato."[7] Tuttavia, Thiele, dirigente e produttore della Impulse!, lo fece uscire nel 1968 per capitalizzare sulla morte di Coltrane e sulla crescente scena rock psichedelica dell'epoca. Alla sua pubblicazione, "una copia dell'album fu quasi immediatamente messa in vetrina nello Psychedelic Shop del quartiere di Haight-Ashbury."[7] Lo studioso di Coltrane Ashley Kahn scrisse: "Nel titolo e nella copertina, non avrebbe potuto essere più tempestivo, legandosi all'aspetto e all'atmosfera dell'anno che portò alla luce la Summer of Love."[8]

Il giudizio della critica sull'album è alquanto discorde. Secondo Lewis Porter, "alcuni fan rimasero sorpresi dal canto del gruppo ... Coltrane stava permettendo un'informalità e uno spiritualismo nelle sue registrazioni e nelle sue esibizioni che alcuni trovavano amatoriali; altri lo trovarono liberatorio e rivoluzionario." David Nelson McCarthy definì Om "l'unica uscita maggiore di Coltrane di qualità discutibile... con suoni striduli e voci lamentose, questo è solo per veri appassionati e completisti."[9] Ben Ratliff lo descrisse come "una catarsi abbastanza sconnessa, agitata, fangosa, della durata di ventinove minuti."


Tracce



Versione LP


Lato A
  1. Om (part one) – 15:02
Lato B
  1. Om (part two) – 13:58

Versione CD


  1. Om – 28:49

(Nota: Mentre alcune versioni in CD hanno Om come lunga singola traccia, altre mantengono la configurazione originale dell'LP in due tracce separate)


Formazione



Note


  1. (EN) Om, su AllMusic, All Media Network.
  2. Hernan M. Campbell, Review: John Coltrane - Om | Sputnikmusic, in sputnikmusic.com, 25 aprile 2012. URL consultato il 10 aprile 2013.
  3. J. (Editor) Swenson, The Rolling Stone Jazz Record Guide, USA, Random House/Rolling Stone, 1985, pp. 47, ISBN 0-394-72643-X.
  4. Porter, Lewis. Blue Trane - La vita e la musica di John Coltrane, Minimum Fax, 2006, pag. 390
  5. John Coltrane : Om - Listen, Review and Buy at ARTISTdirect
  6. Eric Nisenson, Ascension: John Coltrane and His Quest, Da Capo Press, settembre 1995, pp. 183.
    «Entitled Om, it was apparently made while the entire band was tripping on LSD. ("Intitolato Om, venne registrato apparentemente mentre tutta la band era in acido")»
  7. Eric Nisenson, Ascension: John Coltrane and His Quest, Da Capo Press, 1995, p. 183, ISBN 0-306-80644-4.
  8. Ashley Kahn, The House That Trane Built: The Story of Impulse Records, W. W. Norton, 2006, pp. 184.
  9. Erlewine, Bogdanov, Woodstra e Yanow (a cura di), All Music Guide to Jazz, 2nd, Miller Freeman, 1996, p. 166.

Collegamenti esterni


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На других языках


[en] Om (John Coltrane album)

Om is a posthumously-released album by John Coltrane, recorded on October 1, 1965, one day after the recording of Live in Seattle, and one day prior to the recording of the music heard on A Love Supreme: Live in Seattle. The album, which features Coltrane's quartet plus three additional players, consists of a single 29-minute work that was split into two parts when released on LP. Om was issued by Impulse! in 1968, and was also included on The Major Works of John Coltrane, a compilation CD released in 1992.
- [it] Om (John Coltrane)



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