Tales from Topographic Oceans è il sesto album del gruppo di rock progressivo britannico Yes, pubblicato dalla Atlantic Records nel dicembre 1973.
Tales from Topographic Oceans album in studio | |
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Artista | Yes |
Pubblicazione | 7 dicembre 1973 (Europa), 9 gennaio 1974 (Stati Uniti) |
Durata | 83:42 |
Dischi | 2 |
Tracce | 4 |
Genere | Rock progressivo |
Etichetta | Atlantic Records |
Produttore | Yes |
Registrazione | agosto-ottobre 1973 |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | ![]() (vendite: 100 000+) ![]() (vendite: 500 000+) |
Yes - cronologia | |
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(1974) |
Fu il primo album in studio del gruppo a vedere Alan White alla batteria invece di Bill Bruford; White aveva però già suonato nel triplo live Yessongs.
Tales è un doppio concept album composto di soli quattro brani, uno per ogni lato di vinile, ed è uno dei lavori più controversi degli Yes. L'ambizioso intento di Jon Anderson, autore dei testi, era quello di porre in musica le quattro classi di scritture che costituiscono i Shastra hindu. Anderson era venuto a conoscenza dei Shastra leggendo il libro Autobiografia di uno Yogi di Paramahansa Yogananda. Quattro movimenti per le quattro parti delle Shastra (in effetti ispirato da Autobiografia di uno yogi di Paramahansa Yogananda)[3], un'opera molto popolare fra chi negli anni sessanta e settanta si interessava di filosofia orientale (Il suo guru, Sri Yukteswar, è uno dei personaggi che appaiono sulla copertina di uno degli album simbolo degli anni sessanta, Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles. È il primo in alto a sinistra). Poiché Anderson compose i versi di Tales senza leggere effettivamente le scritture shastriche, l'album non si può considerare una reale trasposizione in musica di queste ultime. In ogni caso, Anderson era alla ricerca di un tema principale su cui basare un'opera di respiro cosmico; un'opera che in qualche modo potesse essere una sorta di Bibbia tradotta in musica, dove le emozioni musicali si fondevano con temi ispiratori di dottrine sacre. In una video intervista degli anni 90 lo stesso Anderson definisce Tales From Topographic Ocean "a work of high ideals and low energies" intendendo in tal modo la doppia identità di opera maestosa nei contenuti ma al tempo stesso espressa da un lento dipanarsi di motivi intrecciati che si riprendono e si inseguono nel corso dei quattro movimenti.
Di fronte a un intento così ambizioso, anche la musica degli Yes divenne in Tales ancora più strutturata, complessa e innovativa rispetto al precedente Close to the Edge (1972); oppure, per dirla con i detrattori dell'album, più pretenziosa, barocca, e autocompiaciuta. Anche la registrazione dell'album seguì una prassi piuttosto eccentrica, in quanto il gruppo volle che negli studi fossero ricreate di volta in volta le atmosfere corrispondenti a diverse ambientazioni naturali, in armonia con i diversi momenti musicali dell'album. Durante la registrazione dell'album quasi tutti i membri del gruppo divennero vegetariani.
Una critica piuttosto diffusa a quest'album è che i contenuti musicali non erano realmente sufficienti alle dimensioni che l'opera assunse, cosicché i brani stessi sarebbero risultati troppo diluiti con "riempitivi". Fra i sostenitori di questa opinione compare il tastierista Rick Wakeman, che si dichiarò subito molto insoddisfatto dell'album e dell'atmosfera che ne aveva accompagnato la produzione. Durante il tour Wakeman espresse più volte la propria insofferenza per la dieta macrobiotica adottata dalla band e dimostrò il proprio disinteresse per alcuni passaggi del nuovo album mettendosi a mangiare cibo take-away sul palco durante una esibizione: questo sberleffo, in pieno stile Wakeman dei primi anni, incrinò il rapporto tra il gruppo e l'egocentrico tastierista, portandolo ad abbandonare una prima volta gli Yes.
Durante il quinto minuto di Ritual si può osservare una citazione del riff di Close to the Edge e poco dopo anche una citazione del primo assolo di The Revealing Science of God.
Tales può essere considerato un esempio paradigmatico di alcuni aspetti del rock progressivo classico, e di conseguenza ha numerosi detrattori e numerosi estimatori. Diversi artisti punk rock, per esempio, hanno indicato Tales come la quintessenza di ciò a cui il punk, come movimento, si opponeva.
Al contrario, una discreta percentuale di fan degli Yes considera Tales la vetta del gruppo. Nonostante la fredda accoglienza della critica, l'album raggiunse il primo posto nelle classifiche di vendita inglesi ed entrò nella top ten americana. Alcuni suoi brani (in particolare Ritual e The Revealing Science of God) vennero riproposti frequentemente nei concerti del gruppo (ancora negli anni 2000, trent'anni dopo la pubblicazione del disco).
La copertina, opera del pittore Roger Dean, è stata indicata come migliore copertina della storia della musica rock in un sondaggio eseguito nel 2004 dalla rivista Rolling Stone.
Alla sua uscita, l'album ha ricevuto giudizi controversi, venendo molto apprezzato dai fan del gruppo, che lo hanno considerato la summa del rock progressivo, ma ricevendo i giudizi negativi da parte della critica, che lo ha giudicato pretenzioso e ridondante nei suoni.[4] Qualche anno dopo, l'album è stato rivalutato e giudicato uno degli esempi più ingombranti e autoindulgenti del genere progressive.[4] Il critico Simon Reynolds afferma che Tales from Topographic Oceans sarebbe il punto più basso raggiunto dal rock progressivo[5] mentre Cesare Rizzi ha assegnato all'album un voto pari a 2,5/5 sostenendo che si tratta di un disco "eccessivo, spesso privo di un filo compositivo coerente o anche comprensibile".[4]
Testi di Jon Anderson e Steve Howe; musiche degli Yes.
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