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Enten Hitti è un gruppo musicale di ricerca e sperimentazione che nasce e si sviluppa nel 1996 da un'idea di Pierangelo Pandiscia e Gino Ape[1].

Enten Hitti
Paese d'origine Italia
Generemusica ambient/ musica d'autore
Periodo di attività musicale1995  ?
EtichettaHic sunt Leones, Amplexus, Projket,Lizard Records, ADN,
Album pubblicati8
Studio8
Live0
Raccolte3
Sito ufficiale

Il progetto è di costituire un gruppo aperto, un laboratorio sonoro per l'esplorazione e la ricerca delle intersezioni fra elettronica, musiche rituali ed etniche e canzone d'autore. Il gruppo si dimostra subito fortemente ispirato dall'arcaico e dalle suggestioni sulle radici della musica e i suoni primari anche se accanto a questa dimensione coesiste una vena da canzone d'autore in cui parole, testi, poesia prendono un ruolo importante.


Biografia


Il progetto Enten Hitti nasce nel 1996 come laboratorio sonoro volto a sperimentare le intersezioni fra elettronica, musica rituale ed etnica e poesia contemporanea[1].

Pierangelo Pandiscia e Gino Ape ne sono i fondatori; essi spaziano dalla paleografia musicale all'informatica, dai suoni elementari alla musicoterapia, dal teatro di ricerca alla performing arts. La storia di venti anni di attività parte da un'impostazione più rock in cui si nota l'influenza di gruppi come Tuxedomoon, Can e Penguin Cafe Orchestra.

Dal 2000 in poi prendono corpo attività più sperimentali fra musica preistorica e installazioni sonore. In questi anni vengono autoprodotti diversi CD e realizzati decine di concerti in festival e locali storici (Link di Bologna, Baraonda di Massa, Bloom di Mezzago, Circolo degli Artisti di Roma, Tunnel di Milano, Festival di Radio Onda d'Urto, ecc.).

Moltissimi gli incontri, gli amici e le collaborazioni, dalle Officine Schwartz a Paolo Bandera ed Eraldo Bernocchi (Sigillum S), da Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti[1], alle esperienze sui mistici del Duecento con Franco Battiato, dalla ricerca sulla musica preistorica seguendo Walter Maioli e Art Of Primitive Sound alle contaminazioni teatrali col Teatro de Los Andes, l'Odin Teatret e il Workcenter di Jerzy Grotowski. Partecipano ai Simposi di Arte Preistorica e Tribale organizzati dal Centro Camuno di studi Preistorici dal 1997 al 2002 e compiono viaggi di ricerca in India con i cantori tribali BAUL (1995-1997), in Nord Africa con la Confraternita Gnaua (Marocco) ed Essaiura (Tunisia), in Mongolia, Messico e Siberia facendo pratiche sciamaniche.


Esibizioni e attività


In più di 20 anni di attività (1995-2019) quasi sempre sotterranea, gli Enten Hitti cercano di superare la forma concerto classica a favore dell'installazione sonora e della performance. I principali filoni di attività percorsi sono:

Gli Enten Hitti, inoltre, hanno composto musiche per la RAI (Radiodue) e per alcuni spettacoli teatrali (Teatro Studio Aut Aut, “Medea”, “L'uomo dal fiore in bocca”, Teatro Attivo “I canti della Merla”), e hanno prodotto videoclip di ricerca.


Musica


Oltre strumenti classici vengono usati pietre, legni, conchiglie, ossa, unghie, semi essiccati e strumenti delle tradizioni etniche. Le musiche composte sono solitamente basate sulla melodia, sul ritmo e su sequenze modali più che sull'armonia e sul sistema tonale. Gli Enten Hitti inoltre usano, studiano e sperimentano strumenti elettronici e computer per creare suoni: se il tappeto sonoro creato da una tastiera elettronica può avere il medesimo risultato acustico di un didjeridoo aborigeno, perché non riconoscervi un medesimo significato?

In parallelo intraprendono un lavoro di ricerca su musica e trance nelle varie tradizioni etniche; in particolari hanno incontrato e sperimentato i canti, i ritmi ed i rituali della Confraternita Gnawa di Marrakech (Marocco), le tecniche di canto difonico degli sciamani mongoli e della Repubblica di Tuva (lavoro col maestro Tran Quang Hai e Sainkho Namtchylak) e i canti esoterici del vodu haitiano di Maud Robart.


Discografia



Album



Note


  1. Antonello Cresti, Solchi Sperimentali Italia. 50 anni di italiche musiche altre, CRAC Edizioni, 2015, ISBN 978-88-97389-24-8.

Bibliografia



Collegamenti esterni


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