I Brutos sono stati un gruppo musicale e comico italiano, formatosi a Torino, attivo soprattutto negli anni cinquanta e sessanta: sono considerati tra i precursori del rock demenziale, come sostiene, tra i tanti, il musicista e critico musicale Fabrizio Zampa: «I cinque Brutos sono stati fra i primi a mescolare con felicissimi risultati la canzone a quel tipo di comicità che oggi chiameremmo demenziale»[1]
I Brutos | |
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Paese d'origine | ![]() |
Genere | Rock demenziale Pop Cabaret |
Periodo di attività musicale | 1959 – 1979 1992 |
Etichetta | Emanuela Records Barclay CAR Juke Box Columbia Zeus Gulp Record Decca RCA Italiana Discophon |
Sito ufficiale | |
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Sono inoltre stati uno dei pochi gruppi italiani a raggiungere il successo internazionale, anche negli Stati Uniti d'America.
I cinque iniziano ad esibirsi singolarmente nei locali torinesi alla metà degli anni cinquanta: solo Ettore Bruno, detto "Gerry" (per la sua somiglianza con Jerry Lewis), e Giacomo Guerrini, detto "Jack", si conoscono perché sono vicini di casa, e formano una coppia sullo stile di quella formata oltre oceano da Jerry Lewis e Dean Martin.
Vengono notati dall'impresario Aldo Zanfrognini che, ricercando nuovi talenti, e avendo già fatto un provino ad Elio Piatti, Gianni Zullo ed Aldo Maccione, ha l'idea di unire i cinque (che esordiscono nel 1957 al Teatro Maffei di Torino allora patria dell'avanspettacolo) e di scritturarli per la rivista Il teatro dei pazzi, che va in scena al teatro Alcione di corso Regina Margherita a Torino nel dicembre del 1958: le prime sere i cinque, ancora senza nome, vestiti con enormi pigiama a strisce bianconere, dicono poche battute, ma un giorno (su sollecitazione del loro impresario) hanno l'idea di far cantare una canzone romantica a Jack Guerrini, il bello della compagnia, mentre gli altri quattro, i brutti, fanno smorfie orribili e cori, storpiando il testo originale della canzone.
Il nome del complesso viene involontariamente inventato dalla donna delle pulizie dell'Alcione che, presentandosi alle dieci del mattino per adempiere ai suoi doveri quotidiani, incontrando i cinque stravolti dalla nottata in bianco, sbottò in un approssimato piemontese: «Ai sève tant simpàtich ma ai sève anca tant brut», che significa: "siete molto simpatici ma siete anche tanto brutti"[2]): ed è così che quella stessa sera, sempre al Teatro Alcione di Torino, nascono I Brutos.
Gerry Bruno è quello che si occupa di preparare gli arrangiamenti vocali: tra le canzoni riproposte dal gruppo ricordiamo Little Darling, Blue Moon, Summertime e molte altre, non tutte incise su disco.
Il riscontro del pubblico torinese è immediato, e ben presto (grazie a Zanfrognini, che diventa il manager dei cinque) iniziano le esibizioni fuori dal Piemonte: la prima risale al 4 agosto del 1959, al Vallechiara, nota sala da ballo di Riccione, ma il vero lancio nazionale si ha due settimane dopo, al La Casina delle Rose a Villa Borghese in Roma, perché dopo questo spettacolo vengono contattati dalla Rai e iniziano le esibizioni televisive.
Risale a questo periodo la nascita di una leggenda metropolitana, che se fosse stata vera sarebbe stata un episodio piuttosto increscioso[3]: una gestante di Catanzaro, vedendoli in televisione, si sarebbe spaventata al punto da dover essere trasportata d'urgenza in ospedale. In realtà la voce era nata dalla fantasia di un cronista di un giornale locale, ma il suo articolo era stato poi ripreso con risalto dalla stampa nazionale[4].
In ogni caso, è l'inizio di un successo che presto oltrepassa i confini nazionali, grazie soprattutto alla mimica che supera l'ostacolo della lingua: Gerry Bruno si dipinge di nero tutti i denti tranne l'incisivo, dando l'impressione di avere solo quello, Gianni Zullo grazie alla sua notevole mimica facciale fa smorfie esilaranti, e gli altri componenti indossano abiti stravaganti, si sfrangiano i capelli alla Frankenstein o fanno gli occhi storti, tranne Jack, che diventa appunto Il bello dei Brutos.
Danno spesso spazio, nei loro spettacoli, all'improvvisazione, secondo quelli che sono i canoni della Commedia dell'Arte, in cui ogni personaggio rappresenta una maschera, un carattere peculiare, su cui si basa lo sviluppo del canovaccio.
La consacrazione all'estero avviene dapprima in Francia, dove arrivano ad esibirsi all'Olympia di Parigi: la sera del debutto, in cui si esibiscono prima di George Brassens e Lola Flores, ricevono addirittura i complimenti di Charlie Chaplin, e nelle sere successive Jacques Tati, Marlene Dietrich ed Henri Salvador; ritorneranno all'Olympia negli anni seguenti per ben sette volte.
Dopo poco tempo debuttano anche oltreoceano: firmano infatti due contratti di sei mesi per esibizioni negli Stati Uniti accanto a Diana Dors, e vengono poi ospitati all'Ed Sullivan Show, il programma televisivo più popolare degli Stati Uniti (prima di loro l'unico italiano ad essere ospitato è stato Domenico Modugno); si esibiscono poi per tre mesi a Broadway, al Latin Quarter.
Seguono poi apparizioni televisive in tutto il mondo, in Europa, America Latina e in Asia (ad esclusione della Russia e della Cina).
A Città del Messico, prima di un'esibizione al locale la Fuente, deve addirittura intervenire la polizia per fermare gli spettatori che, non trovando più biglietti, volevano entrare ugualmente nel locale.
Anche in Italia continua il successo, e i Brutos iniziano anche a girare alcuni film di cui uno, nel 1964, come protagonisti assoluti: I magnifici Brutos del West.
Inoltre per tre edizioni di Bussola on stage vengono chiamati da Sergio Bernardini a fianco di Peppino Di Capri.
Nel 1964 vengono anche chiamati da una casa produttrice di cera per pavimenti, la Grey, per girare alcuni caroselli, con la regia di Guido De Maria realizzati dalla Vimder film[5]: riscuoteranno moltissimo successo, specialmente tra i bambini, continuando per molti anni a girarli (anche dopo i cambi di formazione) e diventando una delle icone di Carosello.
L'impostazione dei filmati era caratterizzata dall'esecuzione di una canzone, durante la quale Gianni riceveva una serie di ceffoni. Al termine del brano, lo slogan con cui un altro Brutos si rivolgeva a Zullo era: «Gianni, nonostante tutti gli schiaffi che hai preso, hai sempre una buona cera!», a cui seguiva la risposta «Ottima direi, è cera Grey».
«"Gianni, nonostante tutti gli schiaffi che ti sei preso, hai sempre una buona cera!" |
Alla metà degli anni sessanta iniziano i primi cambiamenti nella formazione: per motivi familiari Elio Piatti deve abbandonare il gruppo ed è sostituito da Umberto Di Dario, amico del gruppo che fino a quel momento non ha mai avuto velleità artistiche ma che si integra subito con gli altri Brutos; anche lui in seguito abbandona l'attività artistica, ed è sostituito da altri elementi fino a quello definitivo, Dino Cassio, che resterà in pianta stabile nella formazione.
Dopo qualche tempo anche Jack Guerrini lascia il gruppo per intraprendere la carriera di cantante solista ma con scarso successo, seguito da Aldo Maccione che decide di mettersi "in proprio" creando in Spagna un altro gruppo di cantanti-comici denominato Los Tontos, e in seguito avrà miglior fortuna come attore di cinema nella vicina Francia; Maccione viene sostituito dapprima da Dante Cleri (che però esce dal gruppo e forma i Ciranos), poi da Tino Cervi, a sua volta sostituito da Alvaro Alvisi: quando anche lui abbandona i Brutos, il gruppo prosegue l'attività in quattro.
Guerrini invece viene sostituito come voce solista da Alfonso "Nat" Pioppi, che rimarrà in pianta stabile nel gruppo; dopo alcune esperienze negative in Francia, ritornato a Torino, Guerrini muore alle ore 01.30 del 16 marzo 1970 in seguito ad un incidente stradale, finendo sotto un TIR fermo parcheggiato nei pressi della sua abitazione, in via Giordano Bruno a Torino.
Nel 1970 il gruppo ha un momento di arresto dell'attività, fondamentalmente per due motivi: il primo è che Gerry Bruno viene chiamato da Garinei e Giovannini per recitare in Alleluia brava gente, commedia musicale con musiche di Domenico Modugno (un'occasione professionalmente molto importante, da cui partirà la sua carriera come solista), e il secondo è la scomparsa del manager Aldo Zanfrognini, a seguito di una banale caduta.
I rimanenti componenti del gruppo, con l'introduzione di alcuni altri elementi, tra cui Cesare Benini prima, Fulvio Pastore poi e, in seguito, il figlio di Gianni, Massimo Zullo, per alcune stagioni effettueranno ancora qualche spettacolo e incideranno qualche 45 giri.
Da ricordare è nel 1971 la partecipazione al Festival di Napoli con la canzone Uffà, nun me scuccià, presentata in coppia con Gloriana.
Nel 1992 Antonio Ricci, in occasione di un'edizione del programma televisivo Paperissima in onda su Canale 5, condotta da Ezio Greggio, ricontatta i Brutos, che accettano di ricostituirsi, partecipando così a trenta puntate del programma.
A seguito di ciò, ricomincia per il gruppo una nuova carriera, fatta di serate e di apparizioni televisive: nel 1997 sono chiamati da Marco Giusti come ospiti fissi della trasmissione Carosello, dedicata al celebre programma e condotta da Ambra Angiolini, mentre due anni dopo il loro concittadino Piero Chiambretti li vuole per Fenomeni, in onda su Rai 3.
Nel 2000 sono inviati speciali per Quelli che il calcio di Fabio Fazio, e nel 2002 sono chiamati da Pippo Baudo per quella che è la loro ultima apparizione televisiva, nel programma Novecento, su Rai Tre.
Il 17 maggio 2005 muore, ad ottantacinque anni, Gianni Zullo, quello che prendeva gli schiaffi. Dino Cassio scompare invece a Roma il 9 luglio 2012, all'età di settantotto anni, dopo una lunga malattia. I restanti componenti non hanno sciolto la formazione e, nonostante gli anni passati, sono ancora pronti per ritornare ad esibirsi: Bruno vive a Milano, continuando a lavorare nel mondo dello spettacolo, Aldo Maccione risiede da molti anni in Francia, a Saint-Paul-de-Vence, mentre Nat Pioppi, dopo aver vissuto per alcuni anni a Boretto, nei pressi di Reggio Emilia, dopo la morte della madre è ritornato a vivere a Torino con la moglie, la grande soubrette Rosy Zampi.
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