Nico, pseudonimo di Christa Päffgen (Colonia, 16 ottobre 1938 – Ibiza, 18 luglio 1988), è stata una cantante, attrice e modella tedesca.
Nico | |
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Nico durante il suo concerto alla Lampeter University nel novembre del 1985 | |
Nazionalità | Germania |
Genere | Rock gotico[1][2] Folk rock[1] Musica sperimentale |
Periodo di attività musicale | 1963 – 1988 |
Strumento | voce, harmonium, pianoforte |
Album pubblicati | 25 |
Studio | 7 |
Live | 12 |
Raccolte | 6 |
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Nico | |
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Conosciuta anche con il soprannome di "Sacerdotessa delle Tenebre"[2], per le atmosfere gotiche e decadenti dei suoi brani, unite alla sua inconfondibile voce profonda, è considerata la progenitrice del gothic rock[2][3].
In campo musicale raggiunse i primi riconoscimenti come collaboratrice del gruppo The Velvet Underground, partecipando all'album The Velvet Underground & Nico come cantante dei brani Femme Fatale, All Tomorrow Parties e I'll Be your Mirror. La sua avventura con i Velvet ebbe vita breve, e nel 1967 si avviò alla carriera solista.
Come solista, i suoi album più celebri sono The Marble Index del 1968 e Desertshore del 1970, spesso considerato dalla critica il suo capolavoro[2][3], entrambi prodotti da John Cale.
Nacque a Colonia, nell'allora Germania nazista, il 16 ottobre 1938. Il padre morì in manicomio, dove fu ricoverato dopo aver subito danni cerebrali a causa di ferite riportate durante il servizio nella Wehrmacht. Dopo la fine della guerra, si trasferì nella zona di Berlino occupata dagli statunitensi[4].
Cominciò a lavorare come modella per un'agenzia di Berlino. Durante un soggiorno a Ibiza, le venne suggerito dal fotografo Herbert Tobias, ispirato da un suo ex-amante, il regista Nico Papatakis, il nome d'arte Nico[4]. Verso la fine degli anni cinquanta, si trasferì a Parigi, dove ebbe modo di accrescere la sua fama di modella, posando per riviste prestigiose come Vogue, Tempo, Vie Nuove, Mascotte Spettacolo, Camera, Elle e altre ancora. Fu poi questo il periodo in cui iniziò la carriera d'attrice con lo pseudonimo di Krista Nico.
Nel 1958 partecipò al film di Alberto Lattuada dal titolo La tempesta e nel 1959 al film Come prima di Rudolph Maté. Ma il film più importante di questo periodo fu sicuramente La dolce vita di Federico Fellini del 1960, che la portò a trasferirsi a New York per frequentare la scuola di recitazione "Lee Strasberg's Method School", con l'intenzione di intraprendere una carriera d'attrice.
Verso la fine del 1961 ebbe una relazione con l'attore francese Alain Delon, che portò alla nascita il giorno 11 agosto 1962 di Christian Aaron Boulogne, all'anagrafe Ari Päffgen, (cui è dedicato il brano Ari's Song in The Marble Index), peraltro mai riconosciuto dallo stesso Delon. Fu invece cresciuto, dall'età di circa 2 anni, dalla nonna Édith Arnold, madre di Delon, la quale, visto il diniego del padre Alain a riconoscerlo, gli dette il cognome del suo secondo marito, Boulogne.
Nel 1964, a Londra, conobbe ed ebbe una breve relazione con Brian Jones, membro dei The Rolling Stones, ed ebbe l'occasione, per merito del chitarrista dei Led Zeppelin Jimmy Page, di registrare la sua interpretazione di I'm Not Sayin', brano di Gordon Lightfoot. A Parigi, conobbe, invece, il cantautore Bob Dylan, che scrisse per lei il brano I'll Keep It with Mine, presente poi nel primo album da solista di Nico, Chelsea Girl[4][5].
Dato il costante viaggiare per lavoro, Nico imparò a parlare correttamente l'inglese, l'italiano, lo spagnolo e il francese.
Tramite Dylan, conobbe l'artista Andy Warhol, che la coinvolse come attrice in alcuni dei film sperimentali che stava girando in quel periodo. Cominciò a frequentare la Factory, collettivo di artisti che girava attorno al carisma di Warhol. Da esso, venne incoraggiata a unirsi, nel 1966, ai The Velvet Underground, rock band di cui l'artista aveva intenzione di produrre un album.
Insieme ai The Velvet Underground, Nico pubblicò il primo album della band, intitolato appunto The Velvet Underground & Nico, prodotto dallo stesso Warhol, che pure ne disegnò la copertina. La presenza di Nico all'interno della band fu, però, piuttosto marginale, in quanto non fu autrice di alcun brano, limitandosi solo a cantare testi scritti da Lou Reed, cantante e chitarrista della band. Con John Cale, polistrumentista della band, strinse, comunque, un buon legame, coinvolgendolo nella produzione dei suoi album da solista.
Nel 1975, a proposito del suo rapporto con gli altri membri della band, disse: I Velvet Underground avevano alcuni problemi di identità e volevano sbarazzarsi di me perché ricevevo più attenzione di loro da parte della stampa[2]. Già nel 1968, prima della pubblicazione del secondo album White Light/White Heat, Nico era uscita dalla band. Nel 1967 aveva conosciuto Jim Morrison, cantante dei Doors, con cui aveva avuto probabilmente una relazione sentimentale e che l'aveva incoraggiata a cimentarsi nella scrittura di musica propria[6].
A quel punto, decise di continuare la carriera musicale come solista, registrando diversi album, senza, però, mai raggiungere i successi ottenuti insieme al gruppo. Il primo disco pubblicato fu Chelsea Girl del 1967, colonna sonora per un omonimo film di Warhol, contenente, in realtà, brani scritti da Lou Reed, John Cale e Jackson Browne[7].
Il primo disco scritto interamente da lei fu The Marble Index, album che propone un'originale commistione di elementi folk, musica classica e testi drammatici.
Nel 1970, uscì Desertshore, ampiamente considerato dalla critica come il capolavoro dell'artista, nonché anticipatore del genere gothic rock[8][9]. Nel 1969, aveva conosciuto il regista Philippe Garrel, per cui recitò in diversi film, oltre a partecipare alla scrittura della sceneggiatura de La cicatrice Intérieure, e con cui strinse una relazione amorosa durata una decina d'anni. Del 1974 è invece The End, album che, oltre a contenere una reinterpretazione dell'omonimo brano dei The Doors, presenta una versione allucinata e dissonante dell'inno nazionale tedesco[10].
Gli anni ottanta furono un periodo piuttosto difficile, anche per problemi di tossicodipendenza[11]. Dopo sette anni di inattività, nel 1981 uscì Drama of Exile, seguito nel 1985 da Camera Obscura, ultimo album dell'artista. I suoi dischi cominciarono ad avere successo e a essere apprezzati, soprattutto nell'ambiente punk degli anni ottanta[2][4].
Nico fece uso di eroina per oltre quindici anni. Nel libro Songs They Never Play on the Radio scritto da James Young, membro della sua band negli anni ottanta, si riportano molti episodi del comportamento inquietante di Nico a causa della "schiacciante" dipendenza; del resto, la stessa Nico raccontava di non aver mai assunto eroina nel periodo dei Velvet Underground e della Factory di Warhol, ma di aver iniziato a bucarsi durante la sua relazione con Philippe Garrel negli anni settanta. Lei stessa iniziò il figlio al consumo di eroina che ne causò il ricovero in ospedale. Poco prima della sua morte, Nico smise di usare eroina e cominciò la terapia sostitutiva col metadone, la pratica quotidiana della bicicletta ed un'alimentazione sana.
Il 17 luglio 1988, mentre si trovava in vacanza a Ibiza, venne ricoverata al Cannes Nisto Hospital di Ibiza dopo una caduta dalla bicicletta. Fu dapprima erroneamente curata per insolazione, mentre si trattava invece di emorragia cerebrale. Morì la sera del giorno seguente[2].
«Nella tarda mattinata del 17 luglio 1988, mia madre mi ha detto che aveva bisogno di andare in centro a comprare della marijuana. Si sedette davanti allo specchio con una sciarpa nera avvolta intorno alla testa. Si fissò allo specchio ed ebbe molta cura nell'assicurarsi che la sciarpa fosse avvolta bene. Mentre scendeva la collina sulla sua bici, mi disse: "Tornerò presto". Ci ha lasciato nel primo pomeriggio, il giorno più caldo di quell'anno".» |
(Christian Aaron Boulogne, all'anagrafe Ari Päffgen, figlio di Nico[12]) |
Venne sepolta al cimitero Grunewald-Forst di Berlino, nella stessa tomba della madre.[4][13]
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