Rodríguez, all'anagrafe Sixto Díaz Rodríguez, noto anche con lo pseudonimo di Jesus Rodríguez (Detroit, 10 luglio 1942), è un cantautore statunitense.
Rodriguez | |
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Nazionalità | ![]() |
Genere | Folk[1] Rock[1] Musica psichedelica[1] Garage rock[1] |
Periodo di attività musicale | 1967 – 1971 1976 – in attività |
Etichetta | Sussex Records, RCA Impact Records Light in the Attic Records Sony Music |
Album pubblicati | 11 |
Studio | 2 |
Live | 2 |
Colonne sonore | 1 |
Raccolte | 6 |
Sito ufficiale | |
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Sixto Díaz Rodríguez, chiamato Sixto perché sesto figlio, è nato il 10 luglio 1942 a Detroit, nel Michigan, da una famiglia di modeste condizioni.[2] Suo padre era messicano, immigrato negli Stati Uniti negli anni venti, mentre sua madre era statunitense di origini native americane ed europee.[2] La maggior parte delle sue canzoni tratta temi sociali e soprattutto indaga poeticamente le condizioni della classe operaia del suo paese.[2] Nel 1981 si è laureato in filosofia alla Wayne State University di Detroit, seguendo i corsi serali;[2] lo stesso ateneo gli ha concesso una laurea honoris causa il 9 maggio 2013 al Ford Field di Detroit. Secondo l'Associated Press, Rodriguez ha ricevuto il dottorato in Humane Letters dall'Università della sua città natale per il suo "genio e l'impegno per la giustizia sociale musicale". Sposatosi due volte, ha tre figlie.
Operaio nell'industria automobilistica, nel 1967 (con il nome di Rod Riguez) pubblica, senza troppa fortuna il suo primo singolo, I'll Slip Away, con la casa discografica Impact.[3][4] Per i successivi tre anni rimane inattivo, finché non viene scoperto in un locale periferico di Detroit, il Sewer, dal chitarrista Dennis Coffey e dal produttore Mike Theodore, della Sussex Records, una casa discografica di Los Angeles di proprietà della Buddah Records.[2][4][5]
Dopo aver cambiato il suo nome in Rodriguez, pubblica due album con la Sussex, Cold Fact, del 1970, e Coming from Reality, del 1971, vendendo tuttavia pochissime copie negli Stati Uniti. Il contratto con la casa discografica viene rescisso mentre sta per registrare il suo terzo album, che perciò non viene mai pubblicato. In difficoltà economiche, Rodriguez comincia a lavorare come operaio in cantieri edili e per ditte di demolizione. Nel 1970 acquista a un'asta giudiziaria, per 50 dollari, una casa in stato di abbandono nel sobborgo di Woodbridge; casa nella quale vive tuttora.[2]
A partire dalla metà degli anni settanta, grazie a qualche passaggio in radio, la sua musica diventa nota in Australia e Nuova Zelanda.[2] È a questo punto che l'etichetta australiana Blue Goose Music acquista - non si sa da chi[5] - i diritti di alcuni suoi brani e pubblica At His Best (una raccolta delle sue migliori canzoni con l'aggiunta di tre singoli mai pubblicati prima) nel 1977, Cold Fact nel 1978 e Coming From Reality nel 1979, per il mercato australiano e neozelandese.[6][7] Il rinnovato interesse per il musicista lo porta ad effettuare un tour australiano (1979) insieme alla Mark Gillespie Band.[8] Da questo tour viene tratto l'album Alive (il cui titolo significa letteralmente "in vita", in risposta alle voci che lo davano per morto) pubblicato in Australia nel 1981.[6] Nel 1981 torna a suonare in Australia, al Tanelorn Festival di Newcastle, insieme ai Midnight Oil, per poi tornare a Detroit.[8] Torna a lavorare come muratore, si dedica all'attivismo politico, volto al miglioramento delle condizioni di vita della classe operaia, e si candida senza successo al consiglio comunale di Detroit (1989) come sindaco (1981 e 1993) e al parlamento dello stato del Michigan (2000).[9]
Ma è in Sudafrica che ottiene un successo impensabile. Benché la sua musica sia censurata dai segregazionisti di Pieter Willem Botha, per mezzo del passaparola e delle copie su musicassetta, Cold Fact, pubblicato in Sudafrica nel 1971, e After The Fact (riedizione del 1976 di Coming From Reality per il Sudafrica) hanno successo e le sue canzoni diventano in breve simbolo della lotta contro l'apartheid, grazie ai loro testi contro l'establishment, l'oppressione e il pregiudizio sociale.[2][5][6] Nel 1981 guadagna un disco di platino e la sua popolarità è superiore a quella di Elvis Presley, dei Beatles e dei Rolling Stones.[2] Di questa eccezionale popolarità, però, Rodriguez è completamente ignaro, come nulla sa dei diritti d'autore che qualcuno negli USA ogni anno incassa a sua insaputa.[10] Nel 1991 entrambi i suoi album sono pubblicati su CD in Sudafrica. La sua musica è paragonata a quella di Bob Dylan e ispira numerosi artisti sudafricani bianchi (sembra che anche Steve Biko fosse un suo fan[11]), ma nessuno sa nulla di lui e si diffondono persino voci che sia morto per overdose, che si sia suicidato dandosi fuoco sul palco dopo essersi cosparso di benzina, che sia ricoverato in un manicomio o che stia scontando un ergastolo per aver ucciso un'amante. Così, nel 1996, viene inviata una lettera al giornale britannico Q Magazine con un appello per avere "informazioni circa un cantante statunitense chiamato Rodriguez, che compose tutte le sue opere in prigione e si suicidò sparandosi sul palco" durante un'esibizione. L'appello non ottiene alcuna risposta.[12]
Sixto Rodriguez non sa un bel nulla della propria fama in Sudafrica fino al 1997, quando un suo fan e un giornalista musicale realizzano un sito web (The Great Hunt Rodriguez) proprio per cercare sue notizie.[2][13] Ed è nel sito che, nel 1998, s'imbatte una delle sue figlie, la quale subito via e-mail spiega che il padre è vivo e ne comunica il telefono.[2][8][10] Rodriguez è subito contattato e lo stesso anno effettua un tour di sei concerti in Sudafrica (notevole il documentario Dead Men Don't Tour: Rodríguez in South Africa 1998, mandato in onda dalla SABC).[2][8][13] Sixto Rodriguez arriva a Città del Capo con le tre figlie e la sola chitarra. Non ha una propria band e così il gruppo che avrebbe dovuto aprire il concerto diventa la sua band.[2] Rodriguez torna in Sudafrica altre due volte, nel 2001 e nel 2005, poi effettua un tour in Australia nel 2007 e negli USA nel 2010.[8]
Nonostante il successo dei suoi concerti sudafricani fatica a trovare una audience negli USA, ma, dopo il successo del documentario Searching for Sugar Man del 2012, le cose cambiano e, un anno dopo, si esibisce a New York, in un crescendo di successo, dapprima al Joe's Pub (190 posti), poi alla Highline Ballroom (700 posti), alla Town Hall (1 500 posti), al Beacon Theater (2 900 posti), alla Radio City Music Hall (6 000 posti) e al Barclays Center (18 000 posti).[14]
I suoi due primi album sono stati ripubblicati nel 2008 dalla casa discografica Light in the Attic Records di Seattle (Washington).[4]
Nel 2012 il regista svedese Malik Bendjelloul (1977 - 2014) realizza il documentario Searching for Sugar Man, che ha per tema lo sforzo di due fan sudafricani di Rodriguez intenti a rintracciare il poco noto (e forse deceduto) artista. Presentato al Sundance Film Festival, il film riceve il premio Audience Award, World Cinema Documentary e il premio World Cinema Special Jury Prize. Searching for Sugar Man vince poi diversi premi, tra i quali l'Audience Award e il Best Music Documentary Award all'International Documentary Film Festival di Amsterdam del 2012, il premio BAFTA e infine vince l'Oscar 2013 (Academy Award) come miglior documentario.[15] In Italia è stato trasmesso dalla rete Sky e successivamente in chiaro da Rai 5 per la prima volta il 16 maggio 2014.
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