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Elvis Aaron[8] Presley (Tupelo, 8 gennaio 1935Memphis, 16 agosto 1977) è stato un cantante, attore e musicista statunitense. È stato uno dei più celebri cantanti della storia,[9] fonte di ispirazione per molti musicisti e interpreti di rock and roll e rockabilly,[10] tanto da meritarsi l'appellativo di Re del Rock and Roll.[11] La sua presenza scenica e le movenze con cui accompagnava le sue esibizioni hanno esercitato notevole influenza sulla cultura statunitense e internazionale. È stato soprannominato anche Elvis the Pelvis per un particolare movimento del bacino, appellativo che non apprezzava e che ha definito un'espressione infantile.[12]

Disambiguazione – "Elvis" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Elvis (disambigua).
Elvis Presley
Elvis Presley nel 1958
Nazionalità Stati Uniti
GenereRock and roll[1]
Rockabilly[1]
Country[1][2]
Blues
Periodo di attività musicale1953  1977
StrumentoVoce, chitarra, pianoforte, basso
Album pubblicati61[3][4][5][6][7]
Studio23
Live8
Raccolte13
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Sito ufficiale

La sua attività musicale nell'arco di oltre un ventennio è stata poliedrica e multiforme: la sua notevole produzione discografica, la sua intensa attività concertistica e i suoi molteplici interessi hanno spaziato dal rock and roll (di cui, complice il periodo storico nel quale intraprese la carriera, è solitamente considerato tra i principali artefici e l'idolo indiscusso) ai generi rhythm and blues, country and western, gospel, spiritual, traditional, melodico e pop, quest'ultimo inteso nel senso più ampio del termine.[13]

In Italia fu fonte di ispirazione per cantanti quali Adriano Celentano, Little Tony e Bobby Solo, in Francia per Johnny Hallyday e in Inghilterra per Billy Fury. La sua figura, nell'immaginario collettivo, ha oltrepassato nettamente il confine che divide un fenomeno prettamente musicale da uno tipico della cultura pop, assurgendone a icona. Dopo la morte, il fenomeno si è ulteriormente intensificato, rendendo Presley un vero e proprio oggetto di culto per molti fan.[14]

Eccetto sei concerti tenuti in Canada verso la fine degli anni cinquanta, non si esibì mai fuori degli Stati Uniti. Nel corso della sua carriera ha visto le sue canzoni approdare più volte nella Top Chart della rivista Billboard, punto di riferimento per le vendite nel mercato discografico statunitense.[15] Sul mercato britannico, Presley piazzò ventuno singoli in vetta alle classifiche di vendita, a volte con permanenze di 80 settimane al primo posto. I suoi 45 giri rimasero in classifica per 1277 settimane, mentre i long playing contenenti i brani da lui incisi stazionarono ininterrottamente nella Top 10 dal novembre 1958 al luglio 1964.

In ventiquattro anni di carriera ha pubblicato 61 album, vendendo oltre un miliardo di dischi in tutto il mondo.[16][17]


Biografia


«Da piccolo ero un sognatore. Leggevo i fumetti e diventavo l'eroe della storia. Guardavo un film e diventavo l'eroe del film. Ogni sogno che ho fatto si è avverato un centinaio di volte.[18]»

(Elvis Presley)

La nascita e i primi anni di vita


La casa natale di Elvis Presley all'indirizzo 306 Elvis Presley Drive, Tupelo, Mississippi
La casa natale di Elvis Presley all'indirizzo 306 Elvis Presley Drive, Tupelo, Mississippi

Elvis Aaron Presley nacque l'8 gennaio 1935 a Tupelo, nello Stato del Mississippi, sopravvivendo al gemello Jessie Garon, che morì appena nato. Di origini gitane scozzesi da parte paterna ed ebraiche da parte materna,[19][20][21] ebbe un'infanzia povera e disagiata a causa delle condizioni economiche della famiglia che tuttavia non gli fece mancare il proprio affetto.[22]

Il padre Vernon e la madre Gladys Love Smith, che svolgevano lavori saltuari, abitavano in una modesta dimora a Tupelo vicino al quartiere della comunità afro-americana diventata in seguito meta di pellegrinaggio per i suoi fans come la più famosa "Graceland".[23] La bis-bis nonna materna di Elvis, Nancy Burdine, era un'ebrea originaria della Lituania; la madre Gladys si considerava ancora di etnia ebraica, seppur di religione cristiana, e alla sua morte Elvis fece apporre sulla sua pietra tombale una stella di David da lui disegnata.[21]

Di tale periodo della sua vita il cantante in seguito serbò sempre un ricordo intenso, tanto che nelle rare interviste che concesse successivamente ne fece spesso menzione, ponendo l'accento sul rapporto affettivo che lo legava ai suoi genitori, e in modo particolare alla madre.[24] I suoi genitori erano assidui frequentatori della Chiesa evangelica delle Assemblee di Dio americane, e proprio durante lo svolgimento di tali riunioni, Elvis cominciò a entrare in contatto con il mondo della musica.

Nell'autunno del 1941 iniziò a frequentare la scuola elementare di Lawhon,[25] e fu proprio una delle sue insegnanti di quinta elementare, Oleta Grimes, ad incoraggiarne la partecipazione ad un concorso musicale radiofonico a Tupelo al quale il piccolo Elvis, non accompagnato da nessuno strumento musicale, si sarebbe piazzato secondo.[26] La mancanza di uno strumento sarebbe stata successivamente risolta nel 1946, quando Elvis ricevette in regalo per l'undicesimo compleanno una chitarra, tramite la quale imparò da solo i primi rudimenti musicali cercando di riprodurre ciò che ascoltava dalla radio.[27]

Tre anni dopo partecipò ad un concorso per dilettanti durante una manifestazione fieristica, sponsorizzato dalla WECO, stazione radiofonica locale, il primo di fronte ad un pubblico di una certa consistenza. Interpretò, accompagnandosi con la chitarra, un brano che era stato un classico di Red Foley, Old Shep,[28] e riuscì a classificarsi al secondo posto.[24] Circa una decina di anni dopo, lo stesso brano fu inciso in studio dal cantante e incluso in uno dei suoi primi album di successo, venne pubblicato durante il periodo in cui fu scritturato dalla RCA Records, mentre stava dando la scalata alla notorietà e la sua fama non era più confinata in un ristretto ambito di carattere locale.[24]

La famiglia Presley durante il periodo della sua permanenza a Tupelo dimorò in diversi quartieri, prima presso la zona "Commerce Street", trasferendosi poi presso "Mobile Halley", e infine a "North Gleen Street". Tutti luoghi non certo residenziali, ma lontani geograficamente dalla miseria del ghetto abitato dalla gente nera, presso il quale una certa retorica sviluppatasi successivamente attorno alla figura del cantante ha sempre fissato la sua residenza durante il periodo della sua adolescenza.[29]

Dal momento che il padre Vernon Presley non riusciva a trovare un'occupazione stabile a Tupelo, nel settembre 1948 la famiglia Presley decise di trasferirsi a Memphis, nello Stato del Tennessee, con la speranza di migliorare le sue condizioni di vita. La famiglia Presley nel maggio 1949 trovò sistemazione in un piccolo nucleo residenziale nelle vicinanze del complesso delle "Launderdale Courts", il locale quartiere delle case popolari.[30]

Il futuro cantante, ormai adolescente, frequentava con mediocre profitto la scuola locale, chiamata "Humes High School", ma nella nuova città continuava a incontrare grosse difficoltà a costruirsi delle amicizie stabili e a legare con i suoi coetanei, a causa del suo carattere schivo e introverso. Egli inoltre nel corso di quel periodo mostrava ancora un eccessivo attaccamento verso i suoi genitori, e in modo particolare alla madre, mentre il suo look, reputato atipico e in qualche modo rivoluzionario, non lo rendeva affatto popolare tra i suoi compagni di scuola e i suoi conoscenti.

Mentre all'epoca solitamente gli altri ragazzi sfoggiavano un taglio di capelli corto, ordinato, e ispirato ai dettami di uno stile militare, egli invece prima lasciava che i suoi capelli rossicci raggiungessero una lunghezza notevole, e poi li compattava raccogliendoli in un vistoso ciuffo cementato da dosi abbondanti di brillantina, che abbinava ad altrettanto lunghe e vistose basette. Successivamente, quella particolare acconciatura venne adottata da una miriade di suoi fan, assurgendo al ruolo di simbolo di un'epoca, i "favolosi anni cinquanta", almeno quanto lo sono diventati i jukebox, le Cadillac, i Drive-in, e le bottigliette della Coca-Cola, peculiari icone dello stesso periodo storico.[31]

Il futuro cantante inoltre era solito adottare un abbigliamento particolare, con abiti caratterizzati da uno stile pacchiano e appariscente, contraddistinti da tagli particolari e colori sgargianti, manifestando già all'epoca una tendenza che consolidò nel corso della sua esistenza.

Girovagando per Beale Street egli ebbe anche l'occasione di assistere a svariate esibizioni di bluesman come B.B. King e Furry Lewis, appassionandosi contemporaneamente al genere di musica da loro proposto.[30] Contrariamente alla maggioranza della popolazione originaria del sud degli Stati Uniti, il cantante dimostrò di non avere pregiudizi, frequentando ambienti sia della comunità bianca, sia della comunità nera. Conseguenza di questo suo atteggiamento fu anche il suo approccio disinvolto con le diverse culture musicali, che in seguito fu una delle ragioni che gli consentirono di raggiungere il successo come artista.[32]

Durante il corso degli anni cinquanta, le stazioni radio statunitensi erano divise in due categorie, quelle che trasmettevano esclusivamente musica "bianca", ovvero interpretata da artisti dalla pelle chiara, e quelle che trasmettevano musica "nera", interpretata da artisti neri. Il futuro cantante, scevro da pregiudizi razziali, le ascoltava entrambe, finendo in tal modo per assorbire simultaneamente le influenze di artisti musicali sia bianchi sia neri.


I primi passi nel mondo della musica


La chitarra Gibson J200, posseduta da Elvis, esposta a Graceland
La chitarra Gibson J200, posseduta da Elvis, esposta a Graceland

Con lo scopo di migliorare le sue condizioni economiche e quelle della sua famiglia, egli incominciò a cercare un'occupazione stabile, e, dopo qualche tempo, la trovò presso la Crown Electric, una ditta che si occupava di impianti elettrici, presso la quale venne assunto come camionista. Un giorno, transitando casualmente per la Union Street, la via dove si affacciava la sede dello studio di una modesta casa discografica, denominata Sun Records, di proprietà di Sam Phillips, scoprì che chiunque, recandosi presso la stessa e sborsando una somma irrisoria (quattro dollari), poteva registrare un disco dimostrativo, che successivamente poteva portarsi a casa, e magari ascoltare con il proprio grammofono tra le mura domestiche.

Elettrizzato da quell'opportunità il 18 luglio del 1953[27] decise di registrare un disco, con l'intenzione di regalarlo alla madre, che in quel periodo era prossima al compimento degli anni.[33] Il titolo del brano scelto per l'occasione fu quello di una vecchia ballata, il cui titolo era My Happiness. Si presentò dunque al cospetto di Marion Keisker, la segretaria che lavorava presso lo studio della piccola etichetta discografica, che acconsentì alle sue richieste, e l'incisione venne effettuata.[34]


L'avvio della collaborazione con la Sun Records


Gli studi della Sun Records, a Memphis
Gli studi della Sun Records, a Memphis

Sam Phillips ascoltò casualmente il materiale che era stato tratto da quella prima ingenua esibizione, ne intuì le potenzialità artistiche e convocò immediatamente due turnisti che già avevano lavorato nel suo studio in passato, il contrabbassista Bill Black e il chitarrista Scotty Moore, con l'intenzione di creare un team musicale, il cui compito sarebbe stato quello di collaborare con la sua giovane scoperta, perseguendo l'obiettivo di raggiungere dei risultati artisticamente validi.[35] Dalle testimonianze fornite da coloro che si rapportarono con il giovane cantante in quegli anni, si desume che egli, pur non essendo in grado di leggere gli spartiti, possedesse un notevole orecchio musicale, con il quale sopperiva alla sua mancanza di preparazione e alle sue carenze di natura teorica.

La chitarra Fender Coronado II appartenuta a Elvis
La chitarra Fender Coronado II appartenuta a Elvis

Dimostrava poi di possedere una spiccata predilezione per strumenti musicali come la chitarra acustica, dalla quale non si separava mai, utilizzandola per accompagnarsi coreograficamente, sin dallo svolgimento delle sue prime esibizioni, nonché successivamente, per tutto il corso della sua carriera. Con l'evolversi della stessa tale strumento divenne una parte fondamentale e imprescindibile della sua immagine, mentre l'altro strumento per il quale il cantante manifestava una notevole predilezione era il pianoforte, che prese l'abitudine di suonare allo scopo di rilassarsi tra una session e l'altra cantando qualche brano di musica gospel, abitudine questa che conservò per tutto il corso della sua vita.[36]

Molte delle chitarre possedute durante lo svolgimento della sua carriera artistica dal cantante, assurte per i suoi fan allo status di reliquia, sono ancora visibili a Graceland, così come lo è un pianoforte di foggia particolare, completamente placcato in oro, che rappresenta un tipico esempio di quelle eccentricità di cui egli, a partire da un certo momento della sua vita, amò circondarsi.


L'avvio della carriera artistica


Seguendo il consiglio ricevuto da Sam Phillips, il cantante incominciò allora a collaborare con i due session man, continuando a provare con loro per ore e ore nuovi brani, o riarrangiando e vivacizzando pezzi già noti con l'apporto innovativo della sua voce, del suo particolare stile e degli arrangiamenti che il gruppo continuamente provava e riprovava, perfezionando in tal modo la sua tecnica di esecuzione, e concorrendo alla formazione di un gruppo affiatato, e valido artisticamente.[37] Scotty Moore, che qualche tempo dopo sarebbe diventato anche il suo primo manager ufficiale, sfruttando le sue conoscenze si adoperò allora allo scopo di promuovere la figura dell'emergente cantante presso i locali circuiti musicali, e successivamente incominciò a collaborare con i primi due anche D. J. Fontana, un abile batterista.[38]

Il gruppo che si era formato venne battezzato con il nome di Blue Moon Boys e i suoi membri parteciparono attivamente alla lavorazione delle pellicole interpretate dal cantante, interpretando il ruolo che rivestivano nella realtà. Inoltre essi lo accompagnarono anche nel corso delle sue esibizioni negli show prodotti dalla televisione nazionale che ebbero luogo a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta. Due dei tre membri ufficiali del gruppo ricomparvero anche durante il corso della lavorazione dello show televisivo definito il 68 Elvis Comeback Special, trasmesso dalla televisione nell'anno 1968. Dall'organico del complesso mancava però Bill Black, poiché era deceduto prematuramente circa due anni prima, a causa di un tumore maligno al cervello.[38]

Un microfono usato da Elvis nei primi anni cinquanta
Un microfono usato da Elvis nei primi anni cinquanta

Durante una notte di luglio del 1954, dopo avere provato con loro per ore e ore senza essere riuscito a prodursi in qualcosa che reputasse accettabile o soddisfacente, Elvis vinse la sua proverbiale timidezza e disse, rivolgendosi agli altri astanti: «La conoscete questa?», cominciando contemporaneamente a suonare, caratterizzandolo con il contributo del suo stile e della sua mimica, e vivacizzandolo mediante l'apporto innovativo di un ritmo molto particolare e frenetico, un vecchio pezzo appartenente al genere country, scritto tempo addietro da Arthur Crudup, che qualche anno prima era già stato portato al successo da altri artisti, intitolato That's All Right, Mama. Sam Phillips allora, folgorato dall'atipicità di quanto stava ascoltando, uscì dalla sala di regia entusiasta e li fermò dicendo: «No, non la conosco, ma io di questo ne faccio un disco!!!».[39]

Il cantante fu scritturato ufficialmente da Sam Phillips e da quel momento in poi cominciò a collaborare e a incidere dischi sotto l'egida della Sun Records. Egli incise brani come That's All Right (Mama), Blue Moon of Kentucky, Good Rockin' Tonight, Baby Let's Play House, titoli ora considerati dei classici, che all'epoca contribuirono a catapultare rapidamente il nome del giovane cantante tra quelli che già da tempo apparivano nelle zone alte delle classifiche inerenti alle stelle della musica del Sud degli Stati Uniti.[40] Lo stile della musica proposta dall'emergente artista appariva alle orecchie degli ascoltatori così diverso e rivoluzionario, tanto che essi spesso telefonavano ai DJ che la proponevano presso le radio locali per cercare di scoprire chi fosse quel "nero che cantava canzoni country", oppure chi fosse quel "bianco che cantava pezzi blues".[41]

Il cantante conquistò poi un singolare primato, poiché era l'unico artista che appariva, raggiungendo in entrambi i casi buoni piazzamenti, sia nelle classifiche attinenti alla musica rhythm and blues, sia nelle classifiche attinenti alla musica country.[27] Il verificarsi di quella situazione gli consentì di raggiungere una certa notorietà, benché essa fosse comunque ancora ristretta in un ambito di carattere prettamente locale.[42] Successivamente egli cominciò a esibirsi, ovviamente accompagnato dal suo gruppo, generalmente durante lo svolgimento di qualche manifestazione fieristica di carattere locale, raccogliendo solitamente riscontri positivi.

Con l'evolversi della situazione si accorse che la sua nuova occupazione era totalmente inconciliabile con il lavoro che svolgeva presso la Crown Elettric, e decise quindi di licenziarsi dalla ditta presso la quale sino ad allora aveva svolto la sua attività lavorativa. Questo suo gesto sancì anche ufficialmente la data di inizio della sua nuova carriera artistica, in quanto, da quel momento in poi, sarebbe anche stata la sua unica fonte di reddito.[43] In quel periodo i mezzi d'informazione locali iniziarono a definirlo con soprannomi come "The Hillbilly Cat" o "The King of Western Bop".[5]


Il consolidamento della carriera in ambito locale


Elvis in una foto promozionale della Sun Records scattata nel 1954
Elvis in una foto promozionale della Sun Records scattata nel 1954
Un singolo inciso da Elvis per la Sun Records, Blue Moon of Kentucky
Un singolo inciso da Elvis per la Sun Records, Blue Moon of Kentucky

Albert Goldman, in alcuni paragrafi della sua biografia, ha posto l'accento sull'imparzialità di quell'enorme apparato propagandistico che aveva sempre gravitato attorno al personaggio. In effetti nell'accezione più comune, e in modo particolare per i suoi fan più incalliti, le gesta del cantante sono sempre state ammantate da un'aura leggendaria, che lo ha sovente raffigurato come il detentore di una qualche forma di potere soprannaturale, e in conseguenza di ciò capace di raccogliere sempre e comunque consensi totali e incontestabili di fronte a qualsiasi tipo di platea.

In realtà ciò non risponde al vero, poiché, principalmente agli albori della sua carriera, le contestazioni non solo non mancarono, ma talvolta furono anche di notevole entità.[44] Il 25 settembre del 1954, forte dei responsi positivi che aveva ottenuto sino ad allora, e che si riflettevano sulla posizione che il suo nome occupava nelle classifiche inerenti alla musica country, il giovane cantante si esibì in quello che da sempre era considerato il tempio di quel genere musicale, il Grand Ole Opry di Nashville.

La tipologia di pubblico che solitamente frequentava quel tipo di manifestazioni, gli tributò però inaspettatamente un'accoglienza molto fredda, perché l'immagine che il cantante palesava attraverso lo svolgimento delle sue esibizioni era totalmente inconciliabile con la mentalità dello stesso, di natura prettamente puritana e bigotta.[42] Reduce da quel grave e inaspettato insuccesso la settimana seguente il cantante si esibì durante lo svolgimento della manifestazione che da sempre era considerata agli antipodi della precedente, ossia al Louisiana Hayride, di Shreveport, ove invece gli venne tributata un'accoglienza entusiastica, e dove ottenne una scrittura, tanto che per tutto il corso dell'anno 1955, continuò a esibirsi presso la stessa, ottenendo sempre riscontri ampiamente positivi.[42]

Scotty Moore frattanto si defilò, e il nuovo manager dell'emergente cantante diventò Bob Neal che, maggiormente introdotto negli ambienti musicali rispetto al precedente, riuscì a procurargli una serie di ingaggi presso alcune località. Assieme a quelli che nel frattempo erano stati battezzati i "Blue Moon Boys", egli si produsse nel suo primo tour ufficiale, e in circa tre settimane attraversò il Sud degli Stati Uniti, dopo essere partito dalla città di New Orleans, nella Louisiana, essersi esibito in città dell'Alabama, della Florida, della Georgia, della Virginia, e avere concluso il ciclo di spettacoli nella città di Chattanooga, nello Stato del Tennessee.[5]

Durante lo svolgimento di quel tour, il cantante si accorse che il suo stile scatenato e la sua mimica provocatoria, mutuati entrambi a suo tempo dalle esibizioni degli artisti neri alle quali aveva assistito durante la sua adolescenza, e che avevano caratterizzato in modo particolare il suo stile sin dalle sue prime esibizioni, sortiva un effetto nullo, se non controproducente, quando si trovava al cospetto di un pubblico composto da soggetti adulti. Sovente in presenza di spettatori appartenenti a questa tipologia, egli fu fatto oggetto di violente contestazioni, che diedero origine a conseguenti clamorosi e frustranti insuccessi.

Elvis e Scotty Moore nel 1956
Elvis e Scotty Moore nel 1956

Ben diversi però erano gli esiti delle sue esibizioni, allorquando esse avvenivano al cospetto di un pubblico composto da giovani, poiché proprio in quei frangenti il cantante si accorse di possedere una notevole dose di carisma sulla platea e, confortato dai positivi riscontri che egli otteneva quando tali circostanze si verificavano, indirizzò tutti i suoi sforzi verso quella direzione. Durante lo svolgimento dei suoi spettacoli, in presenza di quel tipo di pubblico la situazione si evolveva rapidamente in modo a lui favorevole, e gli astanti solitamente non tardavano a manifestare in ogni modo possibile la loro approvazione e il loro entusiasmo per le esibizioni a cui stavano assistendo.[45]

Proprio a partire da quel periodo cominciarono a verificarsi, in concomitanza con lo svolgersi delle esibizioni del cantante, notevoli e ripetute manifestazioni di isteria collettiva. Questa fenomenologia si verificava maggiormente se gli spettatori che componevano il pubblico che assisteva alle sue esibizioni era formato da quelli che venivano definiti i "teenager" (giovani, adolescenti) e in misura maggiore se essi appartenevano al sesso femminile.[43]

In svariate occasioni egli dovette faticare allo scopo di preservare la sua incolumità personale, poiché non riusciva a portare a termine le sue esibizioni in modo regolare, dal momento che in molte occasioni ben prima che il suo spettacolo giungesse al termine, veniva assalito da orde di ragazzine urlanti e isteriche, che lo aggredivano allo scopo di strappargli brandelli degli abiti che indossava, con l'intento di potersi appropriare di qualcosa che fosse stato a contatto con la sua persona, o chiedergli un autografo, o ancora prodursi in una qualche forma di approccio di natura sessuale con lui.[42] In altre circostanze, egli fu fatto oggetto di vere e proprie aggressioni fisiche, perpetrate da parte di fidanzati gelosi dell'ascendente che egli esercitava sulle loro predilette, e in molti casi la situazione degenerò.

Quando si verificavano tali episodi al cantante non rimaneva altra alternativa se non quella di interrompere la sua esibizione e allontanarsi celermente dal palco sul quale si stava esibendo scortato e difeso dalle autorità locali,[43] la cui genuinità e autenticità è comprovata in modo inconfutabile da una serie di filmati amatoriali realizzati all'epoca durante lo svolgimento delle sue esibizioni.[46]

Presso l'immaginario collettivo tale alone di leggenda, oltre ad accompagnare indissolubilmente il cantante sino alla fine dei suoi giorni, nonché anche dopo, posteriormente al suo decesso, in seguito entrò anche celermente a fare parte di tutta quella pittoresca iconografia che a partire proprio da allora cominciò a svilupparsi e a gravitare attorno all'immagine dell'artista.[4][47] Un giornalista in quel periodo chiese al cantante delle delucidazioni inerenti all'esagitato dinamismo che sfoggiava durante lo svolgimento dei suoi spettacoli, e a tal proposito egli così si espresse: «Si deve dare spettacolo per attirare la gente, altrimenti ognuno se ne starebbe a casa sua, senza uscire per venirmi a vedere...».

Interpellato in seguito sullo stesso argomento, in un'altra occasione, il cantante così si espresse: «C'è chi muove le gambe, chi schiocca le dita e chi si muove da una parte all'altra. Io faccio un po' tutto assieme, direi.» Sempre interrogato sulla medesima questione, in un'altra occasione ancora, Elvis disse: «Il ritmo è un qualcosa che o si ha o non si ha, ma quando ce l'hai [...] hai tutto!».[48] Sam Phillips invece, pronunciò queste parole: «Alle radici di questo mito c'è ancora oggi tanto mistero. Nessuno può dire di conoscere veramente bene l'uomo Presley [...] Era complicato, pieno di contraddizioni e anche insicuro in privato, ma sul lavoro era sempre profondamente convinto di ciò che faceva, e non si sbagliava mai».[49]


Le accuse di razzismo


Billy Ward, cantante R&B e leader dei Billy Ward and his Dominoes con Elvis in un'istantanea scattata nel 1955
Billy Ward, cantante R&B e leader dei "Billy Ward and his Dominoes" con Elvis in un'istantanea scattata nel 1955

Quando Dewey Phillips mandò in onda per la prima volta That's All Right, Mama su Radio Memphis, molti ascoltatori telefonarono alla radio per avere informazioni sul cantante, dando per scontato che fosse nero.[50] Degno di nota il fatto che sin dagli albori della sua carriera, il cantante espresse sempre rispetto per gli afro-americani e disprezzo per le norme tipiche della segregazione razziale.

Intervistato nel 1956 sulle circostanze nelle quali era nato il suo interesse per il mondo musicale, ricordò come nella sua infanzia avesse ascoltato con interesse la musica proposta dal bluesman Arthur Crudup (autore di That's All Right (Mama)), e come essa lo avesse ispirato a intraprendere la successiva carriera musicale.[51] Il The Memphis World, un giornale afroamericano, riferì come il cantante, "il fenomeno Rock 'n' Roll, avesse infranto le leggi della segregazione razziale a Memphis, frequentando il parco divertimenti locale che era solitamente frequentato dalla gente nera".[51] Tali dichiarazioni portarono il cantante a essere generalmente ben accolto nella comunità nera durante gli albori della sua celebrità.

Viceversa, molti adulti bianchi lo considerarono alla stregua di un depravato, a causa delle movenze delle sue esibizioni, ritenute oscene, che egli proprio dalla gente nera aveva mutuato. Nonostante il parere ampiamente positivo che la gente nera aveva del cantante, intorno alla metà del 1957 si diffuse la voce che egli, intervistato da un giornalista, si fosse a un certo punto così espresso: «L'unica cosa che i negri possono fare per me, è comprare i miei dischi e lustrarmi le scarpe».[52]

Un giornalista del settimanale americano Jet, Louie Robinson, cercò di indagare sulla veridicità della notizia. Sul set del film Il delinquente del rock and roll, luogo dove il cantante gli concesse un'intervista, Elvis negò categoricamente di avere mai detto una frase del genere e affermò di non essere in alcun modo un razzista. Durante lo svolgimento della sua indagine, il giornalista non raccolse alcuna prova del fatto che la frase fosse stata mai effettivamente pronunciata.[51][53]

La tesi secondo la quale il cantante si fosse pesantemente ispirato alla musica della gente nera per edulcorarla e renderla più appetibile alle orecchie dei bianchi per ricavarne profitto, trova numerosi proseliti.[54] In particolare il musicista afroamericano Jackie Wilson si è preoccupato di smentire questa teoria, affermando: «Un sacco di persone hanno accusato Elvis di rubare la musica dei neri, quando in realtà, quasi ogni artista solista nero ha copiato i suoi modi di fare!».[55] Nella sua carriera, Elvis non disconobbe mai l'enorme debito di carattere musicale che aveva contratto nei confronti dei musicisti neri.


Il consolidamento della carriera in ambito internazionale


Il 22 novembre del 1955 il contratto che legava il cantante a Sam Phillips, che a causa delle modeste dimensioni e dei conseguenti limiti logistici e organizzativi della sua piccola etichetta manifestava sempre maggiori difficoltà a gestire la fulminea ascesa della sua giovane scoperta, venne ceduto da quest'ultimo al colosso discografico della Radio Corporation of America, per l'allora cifra record di circa 35.000 dollari. Paradossalmente Sam Phillips in precedenza, qualche mese prima di scritturare il cantante aveva affermato: «Se trovassi un bianco che canta con l'anima di un nero diventerei miliardario»[56]

Curiosamente, il primo singolo che il cantante incise sotto l'egida della RCA non venne tratto da un brano di genere Rock and roll, ma da una canzone di netta ispirazione blues, dal titolo Heartbreak Hotel (L'Hotel dei cuori spezzati), che ottenne un ottimo riscontro di carattere commerciale a livello internazionale e che contribuì al consolidamento della notorietà del cantante in un ambito geograficamente molto più esteso rispetto a quello precedente.[57] Coloro i quali all'epoca collaborarono con lui durante le sedute di registrazione ricordano ancora il peculiare comportamento posto in atto dal cantante in sala di incisione, poiché egli tendeva a eseguire i brani che stava incidendo in studio con lo stesso esagitato dinamismo di cui faceva largo sfoggio durante le sue esibizioni dal vivo.

Elvis sul palco a inizio carriera
Elvis sul palco a inizio carriera

Questo suo modo di operare causava l'insorgere di non pochi problemi di natura organizzativa poiché i suoi collaboratori, allo scopo di cercare di raggiungere un risultato finale tecnicamente accettabile, erano di fatto costretti a inseguirlo fisicamente in giro per lo studio, mentre egli incideva i nastri che erano l'oggetto di quella seduta. Nessuno di loro però mise mai in discussione la professionalità del cantante, tanto che in seguito intervistato sull'argomento così si espresse al riguardo Steve Sholes, che all'epoca dello stesso diventò il nuovo produttore: «Elvis era capace di incidere un'ottantina di tracce della stessa canzone, e senza neanche riascoltarle, decidere con sicurezza qual era la migliore, quella da utilizzare per incidere il disco da commercializzare...».[58]

Sempre in quell'epoca, cominciò a collaborare stabilmente con il cantante e il suo complesso un gruppo vocale composto da quattro validi coristi, denominato The Jordanaires. Tale quartetto, supportato dalle sue particolari doti vocali, già godeva all'epoca di una buona reputazione in qualità di esecutore di brani spiritual, gospel, e folk. Furono proprio i suoi membri a divenire successivamente anche il gruppo autore, oltre che esecutore di quegli accompagnamenti corali che costituirono una delle parti fondamentali della struttura musicale dei brani dai quali vennero tratti i singoli incisi dal cantante durante il corso del successivo decennio. Tali accompagnamenti corali, amalgamandosi perfettamente con la voce del cantante, contribuirono a contraddistinguere vocalmente in un modo particolare tali singoli, tanto che gli operatori del settore discografico definivano la loro impronta musicale con l'appellativo di "Presley Sound".[59][60]

I Jordanaires parteciparono sia agli show televisivi ai quali il cantante presenziò, sia alla lavorazione di alcune pellicole cinematografiche di cui egli era protagonista, interpretando il ruolo che rivestivano nella realtà, e dopo il decesso dello stesso incisero vari album contenenti cover di brani che ai tempi avevano rappresentato i suoi più grandi successi discografici. Sempre nella loro veste di coristi hanno inoltre partecipato spesso alle manifestazioni commemorative che lo riguardano organizzate in ogni parte del mondo, e collaborato anche con i migliori "Elvis impersonator".


La nascita del sodalizio artistico con il colonnello Tom Parker


Lo stesso argomento in dettaglio: Colonnello Tom Parker.
Elvis Presley con il colonnello Tom Parker nel 1969
Elvis Presley con il "colonnello" Tom Parker nel 1969

Sempre in quel periodo il cantante fece anche la conoscenza del colonnello Tom Parker, che dopo qualche tempo diventò il suo nuovo manager ufficiale, sostituendo Bob Neal. Quando ciò accadde nacque anche un ferreo sodalizio artistico, che per circa vent'anni legò indissolubilmente il manager con il suo assistito, e il cui termine fu sancito giocoforza soltanto dal decesso di quest'ultimo.[61] Il colonnello Tom Parker, che era un personaggio scaltro e smaliziato, intuì il valore delle potenzialità artistiche del suo assistito e si attivò allo scopo di farlo esibire negli show organizzati dalla televisione nazionale, rendendo così possibile il suo ingresso simultaneo in tutte le case statunitensi.[62]

Il rapporto che nel corso di tutta la sua carriera legò il cantante e il suo manager, molto proficuo a livello economico per entrambi, finì per diventare un argomento di accesa discussione presso i suoi fan più devoti. In merito la vulgata più diffusa è quella che definisce il colonnello Tom Parker come un individuo dal passato equivoco, venale, astuto e cinico, nonché gran giocatore d'azzardo, mentre il suo protetto come un soggetto docile e remissivo, animato da buoni sentimenti, e propenso a eseguire le direttive che il suo manager gli impartiva senza discutere, perlomeno la maggior parte delle volte.

Solitamente per i fan del cantante, se da un lato il colonnello - grazie alle sue indubbie capacità manageriali - fu dunque l'artefice delle sue enormi fortune commerciali, dall'altro - a causa del suo temperamento cinico - fu anche il principale responsabile del suo successivo declino.[63] Il colonnello, nel corso di una delle rare interviste che concesse, così si espresse a proposito del suo assistito: «Quando conobbi Elvis, possedeva milioni di dollari di talento [...] ora possiede solamente milioni di dollari!».[64]

Peculiare poi l'esosità delle richieste di carattere economico che egli avanzava, ogniqualvolta qualcuno gli proponeva offerte in denaro allo scopo di ingaggiare il suo assistito, tanto che dopo avere ricevuto da un potenziale cliente un'offerta di 50 000 dollari per contrattualizzare il cantante, così si espresse: «Per me va bene [...] ma per il ragazzo quanto offrite?».[64] Coloro i quali all'epoca informarono il colonnello Parker dell'avvenuto decesso del cantante, rimasero decisamente allibiti dall'indifferenza e dallo scarso coinvolgimento emotivo che egli manifestò in quel frangente, poiché egli reagì alla notizia freddamente, come se si fosse palesato improvvisamente un problema imprevisto da risolvere e nulla più.[63]


Le esibizioni negli show televisivi

Il 10 aprile del 1955 il cantante raggiunse New York allo scopo di effettuare un provino per potere partecipare al programma Talent Scouts, condotto dal critico Arthur Godfrey, ma ricevette da quest'ultimo una decisa risposta negativa.[6] Il 28 gennaio dell'anno seguente apparve per la prima volta in uno show trasmesso dalla televisione nazionale, lo Stage Show dei fratelli Dorsey, riscuotendo un buon successo.[6] Il 3 aprile del 1956 prese parte a uno degli spettacoli più seguiti all'epoca dal pubblico televisivo, il "Milton Berle Show", e in quell'occasione più di quaranta milioni di spettatori assistettero quindi contemporaneamente alle sue esibizioni.[6] Il 12 gennaio del 1957 partecipò all'Ed Sullivan show, riscuotendo un successo clamoroso, ma la sua esibizione venne parzialmente censurata poiché egli venne ripreso dalla cintola in su, onde evitare di inquadrare i suoi famosi e sconvenienti "movimenti pelvici".[6]


Le persecuzioni attuate dalle associazioni religiose

I benpensanti, che rappresentavano una parte consistente dell'opinione pubblica, si scandalizzarono sia a causa del ritmo assatanato della musica proposta dal cantante, sia per le movenze selvagge nelle quali egli si produceva durante le sue esibizioni, che erano classificate come "oscene". Proprio a partire da quel periodo Elvis, giudicato alla stregua di un pericoloso "depravato" dalle numerose e attivissime associazioni di carattere religioso che da sempre svolgevano la loro attività negli Stati Uniti, cominciò a essere duramente perseguitato dalle stesse, che lo fecero oggetto di una dura e violenta campagna denigratoria la quale diede luogo a risvolti talvolta comici e grotteschi. Invasati predicatori si produssero in ogni dove in accaniti sermoni, il cui argomento principale era ovviamente rappresentato dalla tipologia di musica che il cantante proponeva e dagli atteggiamenti nei quali si produceva durante le sue esibizioni.

Sostanzialmente tali associazioni ritenevano il cantante un pericolosissimo veicolo di perdizione per la gioventù dell'epoca e agivano di conseguenza, scagliandosi in ogni modo contro quello che esse ritenevano un pericolo terribile per la stessa, tanto che esse giunsero all'organizzazione di vere e proprie manifestazioni pubbliche, durante lo svolgimento delle quali i dischi incisi dal cantante, in quanto contenitori di musica "demoniaca" venivano distrutti fisicamente, fracassandoli o incendiandoli. Interpellato a proposito delle accanite persecuzioni di cui veniva fatto oggetto dalle suddette associazioni, il cantante all'epoca così si espresse: «Io non penso di essere male per la gente. Se avessi pensato di essere un male per la gente, sarei tornato alla guida di un camion...».[65]


I successi discografici del periodo

Durante lo svolgimento del periodo in questione, dal punto di vista dei successi discografici, i risultati furono sempre molto positivi, e i singoli che all'epoca vennero tratti riversando su vinile brani come Heartbreak Hotel (5 milioni di copie), (Let Me Be Your) Teddy Bear (4 milioni di copie), Don't Be Cruel (6 milioni di copie), Jailhouse Rock (che come singolo per ora ha venduto più di 9 milioni di copie), Hound Dog (13 milioni di copie), Love Me Tender (5 milioni di copie), All Shook Up (7 milioni di copie) detengono record di vendita assolutamente significativi e talvolta imbattuti. Particolare menzione meritano poi i parolieri e compositori Jerry Leiber e Mike Stoller, che in quel periodo furono gli autori di molti brani che sembravano strutturati ad arte allo scopo di esaltare le doti vocali del cantante, e che tanto contribuirono a consolidare il suo successo.[56]


L'acquisto di una nuova dimora

Una veduta della Jungle Room una stanza di Graceland, la dimora di Elvis
Una veduta della "Jungle Room" una stanza di Graceland, la dimora di Elvis

Nei primi mesi del 1957, investendo gli ingenti proventi derivanti dal felice svolgimento della sua carriera artistica, il cantante acquistò una sontuosa dimora, che reputava più confacente al suo nuovo ruolo di star cinematografica, Graceland, situata a Memphis, nello Stato del Tennessee. Successivamente egli adattò la nuova abitazione alle sue particolari esigenze e ai suoi gusti stravaganti, facendola oggetto di un radicale rifacimento, consistente nell'effettuazione di una lunga serie di modifiche alla sua struttura originaria, e ne arredò gli interni seguendo i dettami di uno stile decisamente pacchiano e kitsch. Ultimati nel giro di qualche mese i lavori di ristrutturazione, il cantante si trasferì presso la sua nuova residenza in compagnia di tutto il suo numeroso seguito, composto da collaboratori, amici e dai membri del suo nucleo famigliare. Ormai da tempo la sua dimora è diventata una specie di mausoleo, meta di continuo pellegrinaggio per i suoi fan, ed è considerata dagli americani una specie di monumento nazionale.[66]


La vita sentimentale negli anni cinquanta

Nel corso della seconda metà degli anni cinquanta il gossip dell'epoca attribuì al cantante una lunga serie di relazioni sentimentali, più o meno ufficiali, fra le quali si possono ricordare quelle che egli avrebbe intrattenuto con Dixie Locke, Barbara Hearn, Dorothy Harmony, Tempest Storm, June Juanico, e Natalie Wood, quest'ultima attrice già famosa all'epoca per avere interpretato un ruolo di una certa importanza nel celebre film Gioventù bruciata.[67] Nello stesso periodo terminò anche il suo rapporto con Anita Wood, un'attraente cantante che godeva di una discreta fama, con la quale egli aveva da tempo instaurato una relazione. Successivamente, nell'agosto del 1959 conobbe quella che circa una decina di anni dopo sarebbe diventata sua moglie, e cioè Priscilla Beaulieu, la figlia di un colonnello statunitense, anche lui di stanza in territorio tedesco.[68]


Il "Million Dollar Quartet"

Lo stesso argomento in dettaglio: Million Dollar Quartet.

Durante tutto il corso della sua carriera il cantante non collaborò mai collegialmente con altri artisti, salvo in una circostanza, peraltro del tutto accidentale e fortuita, allorquando il 4 dicembre del 1957, durante lo svolgimento di una seduta di registrazione presso gli studi della Sun Records, alla quale partecipavano Carl Perkins come cantante e Jerry Lee Lewis come suo pianista, egli si trovò a passare casualmente da quelle parti, in compagnia di Johnny Cash. Durante una pausa della seduta che si stava effettuando il cantante si sedette al piano, cominciando a suonarlo, e interpretando scherzosamente nel contempo alcuni brani di tipologia gospel, un genere musicale per il quale egli manifestò per tutto il corso della sua esistenza una vera e propria forma di venerazione.

In seguito egli cominciò a intrattenere gli altri astanti, dialogando e scherzando affabilmente con loro, ed essi, imbeccati e sollecitati in tal modo, di lì a poco si unirono a lui, producendosi nella successiva interpretazione di una svariata serie di brani, appartenenti a generi musicali diversi, rivisitandoli e interpretandoli con un piglio molto informale.[69] Il tutto accadde alla presenza di Sam Phillips che, intuendo la particolarità dell'evento, decise di registrare quell'atipica esibizione del quartetto che si era formato casualmente qualche istante prima, e dalla registrazione della stessa furono ricavati circa settanta minuti di materiale, che venne utilizzato in seguito per incidere un album, pubblicato successivamente al decesso del cantante. Phillips all'epoca definì i quattro, tutti artisti che già da tempo si erano ricavati un notevole spazio nell'ambito musicale del periodo, The Million Dollar Quartet (Un quartetto da un milione di dollari).[69] Le incisioni che vennero ricavate all'epoca di quella involontaria esibizione rappresentano l'unica testimonianza tangibile di una qualche forma di collaborazione attuata dal cantante con altri artisti del suo tempo.[69]


I collaboratori del cantante negli anni cinquanta

Il cantante nel corso degli anni cinquanta, oltre che dell'essenziale collaborazione di quelli che possono essere considerati i membri "storici" della sua band, e dei suoi coristi ufficiali, si avvalse del fondamentale contributo di un notevole numero di musicisti, fra i quali si possono ricordare i pianisti Marvin Hughes, Frederick Earl "Shorty" Long, Floyd Cramer, Dudley Brooks, i chitarristi Vito Mumolo, Chet Atkins, Luther "Red" Roundtree, Tiny Timbrell, i trombettisti Teddy Buckner e Warren Smith, il sassofonista Justin Gordon, i batteristi Johnny Bernero e Richard Connell, il clarinettista Mahlon Klark, il polistrumentista Ray Siegel, i coristi gospel Ben Speer e Brook Speer, il Ken Darby Trio (Rad Robinson, Jon Dodson e Charles Prescott), il bassista Myer Rubin, i trombonisti Elmer Schneider e Warren Smith, gli armonicisti Dominic Frontiere e Carl Fortina.

Questi musicisti, che già da tempo si erano costruiti un'ottima reputazione nell'ambito musicale dell'epoca, collaborarono con il cantante sia durante la lavorazione dei brani dai quali furono tratti i singoli e gli album pubblicati nel corso del decennio, sia durante la lavorazione delle colonne sonore delle pellicole alle quali egli partecipò nello stesso periodo.[70]


La produzione discografica degli anni cinquanta

Ed Sullivan con Elvis, ottobre 1956
Ed Sullivan con Elvis, ottobre 1956

Il cantante intraprese ufficialmente la sua carriera artistica incidendo, nel 1954, il primo singolo sotto l'egida della Sun Records. Tale singolo recava inciso sul lato A il brano That's All Right, Mama, e sul lato B il brano Blue Moon of Kentucky. Il secondo singolo inciso dal cantante, sempre nel corso del 1954, fu quello contenente nel lato A il brano Good Rockin' Tonight, e nel lato B il brano I Don't Care If the Sun Don't Shine.

Successivamente, nel corso del 1955, il cantante incise il singolo contenente sul lato A il brano Milkcow Blues Boogie, e sul lato B il brano You're a Heartbreaker. Il secondo singolo che nel corso dello stesso anno egli incise, fu quello contenente nel lato A il brano Baby Let's Play House, e nel lato B il brano I'm Left, You're Right, She's Gone. Il terzo singolo inciso dal cantante nel corso di quell'anno, che fu anche l'ultimo disco caratterizzato dall'essere inciso sotto l'egida della Sun Records, fu quello contenente nel lato A il brano Mystery Train, e nel lato B il brano I Forgot to Remember to Forget. I singoli in questione furono commercializzati sia nella versione edita nel formato a "78 giri", sia in quella edita nel formato a "45 giri".[71] Allorquando il cantante venne contrattualizzato dalla RCA, cominciò a incidere album editi nel formato a "33 giri", il primo dei quali, caratterizzato dall'autobiografico titolo Elvis Presley, conteneva sia brani interpretati quando era ancora scritturato dalla Sun, sia brani interpretati dopo la sua successiva scrittura da parte della RCA.

Circa vent'anni dopo, nel corso dell'anno 1977, il gruppo britannico dei Clash si ispirò palesemente alla grafica che ne caratterizzava la copertina, allorquando essi pubblicarono il loro album intitolato London Calling. Successivamente il cantante incise un secondo album, caratterizzato dall'altrettanto autobiografico titolo Elvis, contenente solamente brani incisi dopo l'avvenuto cambio di casa discografica. Entrambi gli album in questione vennero pubblicati nel corso dell'anno 1956, e ottennero un ottimo riscontro di natura commerciale, contribuendo in tal modo a consolidare la fama e la notorietà del loro interprete a livello internazionale, e sono solitamente considerati dai critici e dai fan del cantante album fondamentali.

Come la maggior parte degli artisti americani che avevano in precedenza raggiunto il successo, nel corso dell'anno successivo, il 1957, il cantante incise poi un album contenente una raccolta di canzoni tradizionali di carattere natalizio, intitolato Elvis' Christmas Album, reinterpretate con l'apporto del suo stile, che riscosse anch'essa un ottimo risultato a livello di successo di vendite. Concomitante con l'avvio della carriera cinematografica del cantante, cominciò la pubblicazione delle colonne sonore tratte da alcuni dei film che egli interpretò nel corso del biennio compreso tra l'anno 1956 e l'anno 1958. Vennero in effetti commercializzati solamente i dischi contenenti le colonne sonore di due delle quattro pellicole alla lavorazione delle quali egli partecipò nel corso di quel periodo, vale a dire quelle attinenti al secondo e al quarto film da lui girati, rispettivamente Amami teneramente (Loving You) e La via del male (King Creole, 1958). All'epoca gli album redatti riversando sul vinile le colonne sonore dei film in questione concretizzarono piazzamenti e permanenze nelle varie classifiche anche migliori di quelli raggiunti dagli album incisi in studio. I brani costituenti la colonna sonora del primo e del terzo film girati dal cantante, rispettivamente Fratelli rivali (Love me tender) e Il delinquente del rock and roll (Jailhouse Rock), vennero commercializzati inizialmente solo sotto forma di singoli, e solo successivamente le colonne sonore di tali pellicole vennero incluse integralmente nei numerosi album di carattere antologico pubblicati in seguito. Durante il periodo che il cantante dedicò allo svolgimento del servizio militare, giocoforza l'attività concernente la registrazione di nuovi brani e la conseguente produzione discografica subì un arresto.

Anche allo scopo di mantenere vivo l'interesse e l'attenzione del pubblico verso il suo assistito, il suo manager, di comune accordo con la casa discografica, si attivò allo scopo di fare pubblicare una serie di album di carattere antologico, contenenti in massima parte raccolte di brani incisi in precedenza dal cantante, che vennero immessi sul mercato discografico nel biennio compreso tra l'anno 1958 e l'anno 1959. Tali album, che raggiunsero come la maggior parte della produzione discografica del cantante nel corso di quel periodo ottimi risultati a livello commerciale furono nell'ordine gli album dal titolo Elvis' Golden Records, pubblicato nel corso dell'anno 1958, e i tre album successivi, pubblicati nel corso dell'anno 1959, dai rispettivi titoli For LP Fans Only, A Date with Elvis, e 50,000,000 Elvis Fans Can't Be Wrong - Elvis Gold records vol. 2.

I singoli pubblicati nel corso dello stesso periodo che ottennero maggior successo di vendite furono quelli contenenti brani come Heartbreak Hotel e I Was the One, I Want You, I Need You, I Love You e My Baby Left Me, Don't Be Cruel e Hound Dog, Love Me Tender e Any Way You Want Me, All Shook Up e That's When Your Heartaches Begin, (Let Me Be Your) Teddy Bear e Loving You, Jailhouse Rock e Treat Me Nice.[72] Sempre nel corso dello stesso periodo vennero poi pubblicati, in modo particolare dalla RCA inglese, un considerevole numero di extended play, vale a dire dei dischi caratterizzati dall'avere le stesse dimensioni esteriori di un singolo edito nel formato a 45 giri, ma editi nel formato a 33 giri, e solitamente contenenti quattro brani incisi dal cantante, anziché due.[73]

Come si è visto, durante lo svolgimento del servizio militare, il cantante sospese giocoforza la sua attività canora, e disertò le sale di incisione ufficiali. Tuttavia egli nello stesso lasso di tempo si produsse anche in una serie di incisioni amatoriali, riversando su nastro magnetico delle sue personali interpretazioni di brani già portati al successo da altri artisti dell'epoca. Solitamente egli interpretava tali brani accompagnandosi con il pianoforte, e personalizzandoli con l'apporto del suo stile. Tali interpretazioni, di cui permangono tracce fonografiche di mediocre o pessima qualità, sono state successivamente riversate su vinile, allo scopo di commercializzare dei bootleg, contenenti appunto tali incisioni. Fra di essi spicca quello contenente una particolare versione fornita dal cantante di un brano portato qualche anno prima al successo da un celebre gruppo doo-wop americano, The Penguins, dal titolo Heart Angel.[74]


L'avvio della carriera cinematografica

Locandina del film ''Il delinquente del rock and roll (Jailhouse Rock)
Locandina del film ''Il delinquente del rock and roll (Jailhouse Rock)
Locandina del film La via del male (King Creole)
Locandina del film La via del male (King Creole)
Elvis in una foto promozionale per il film Il delinquente del rock and roll (Jailhouse Rock, 1957)
Elvis in una foto promozionale per il film Il delinquente del rock and roll (Jailhouse Rock, 1957)

Convinto anche delle potenzialità di attore del suo assistito, il colonnello Parker si attivò, sfruttando tutte le sue conoscenze, allo scopo di inserire il cantante nei vari circuiti cinematografici. Egli sollecitò l'esecuzione di una serie di provini, che vennero effettuati presso gli studi della Paramount Pictures, e diedero tutti un esito complessivamente soddisfacente, tanto che il famoso produttore Hal B. Wallis firmò con il cantante un contratto di esclusiva per poterlo avere fra i protagonisti dei suoi film.[75] Il contratto con la casa cinematografica Paramount Pictures vincolava il cantante per un periodo di sette anni, ed egli cominciò a lavorare stabilmente per la stessa in qualità di attore protagonista.

Nel biennio compreso fra il 1956 e il 1958 egli prese parte alla lavorazione di quattro pellicole, diretto da registi come Robert Wise e Michael Curtiz, e sino alla data della sua partenza per lo svolgimento del servizio militare, che lo costrinse a interrompere la sua carriera cinematografica, girò nell'ordine i seguenti film: Love Me Tender (Fratelli rivali, 1956), Loving You (Amami teneramente, 1957), Il delinquente del rock and roll (Jailhouse Rock, 1957, solitamente considerato dai suoi fan il suo film più riuscito) e La via del male (King Creole, 1958).[76]

Pochi critici cinematografici all'epoca plaudirono alle doti del cantante che era diventato un novello attore, mentre la maggioranza di essi accolse le pellicole sopra elencate freddamente e non lesinò aspri rimproveri all'interprete principale, reo secondo gli stessi di possedere pessime qualità recitative. Dopo l'esordio del film Love Me Tender, la rivista cinematografica Reporter così si espresse nei confronti dello stesso: "Costui è un ragazzino osceno, ed è solo capace di ondeggiare vacillando tra un grido e un gemito". Tuttavia le pellicole in questione ottennero un riscontro di carattere commerciale ampiamente positivo, contribuendo a consolidare a livello internazionale la fama del cantante, e sono considerate dai suoi fan un oggetto di culto, in quanto legate al suo "periodo aureo", quando negli anni cinquanta egli fece il suo esordio sulle scene come rocker.[76]

Il cantante era fotogenico e dotato di presenza scenica, ma il colorito della sua carnagione, tendente al pallido, e i suoi capelli rossastri mal si conciliavano con le esigenze del "technicolor", sicché i visagisti hollywoodiani, allo scopo di porre rimedio a tale lacuna, intervennero decisamente sul suo look, rivoluzionandolo completamente. A partire dalla lavorazione della seconda pellicola che interpretò, egli cominciò a tingersi i capelli di nero corvino, cominciando nel contempo a sfoggiare occhi bistrati e un colorito terreo, dovuto ai pesanti make-up ai quali si sottoponeva, e mantenne tali consuetudini per il resto dei suoi giorni, interrompendole solamente, per cause di forza maggiore, durante lo svolgimento del servizio militare.[76] Degno di nota il fatto che all'epoca il cantante, interpellato dai giornalisti a proposito delle motivazioni che lo avevano spinto a intraprendere la nuova carriera di attore cinematografico, così si espresse: «Si sa che i cantanti vanno e vengono, ma se sei un bravo attore, allora puoi durare a lungo...».


Il servizio militare

Elvis in una foto scattata durante lo svolgimento del servizio militare
Elvis in una foto scattata durante lo svolgimento del servizio militare

Il 20 dicembre 1957, mentre stava partecipando alla lavorazione del film La via del male (King Creole), il cantante venne chiamato allo svolgimento del servizio militare: ciò ovviamente sconvolse i piani e i progetti a breve scadenza che il colonnello Parker stava elaborando per la sua carriera e conseguentemente egli cercò di ottenere un rinvio della partenza.[6] Il tentativo ebbe successo ed Elvis ottenne allora una particolare dispensa dai comandi militari che gli consentì di posticipare la data della chiamata alle armi. In tal modo riuscì a portare a termine la lavorazione della pellicola; il 24 marzo 1958 dovette comunque presentarsi presso il locale distretto militare per la visita di leva.[77] Il colonnello colse l'occasione per trasformare l'avvenimento in un evento mediatico, e ogni singola fase della visita di leva del cantante, del suo successivo arruolamento nell'esercito statunitense, che avvenne nel distaccamento militare di Fort Chaffee, nell'Arkansas, della sua assegnazione alla "Scuola di addestramento carristi" nel Texas, e del suo successivo arrivo a Brema, in Germania, il 1º ottobre 1958, venne ripresa, documentata e data in pasto ai mezzi d'informazione.[78]

Il cantante venne arruolato tra le file dei militari statunitensi di stanza a Friedberg, nelle truppe di occupazione che stazionarono nel territorio tedesco per più di un ventennio dopo la fine della seconda guerra mondiale, come carrista, e accettò con molta umiltà il cambiamento del suo stile di vita, rifiutando i benefici derivanti dal suo status di celebrità.[79]

Sempre a causa del servizio militare il cantante dovette rimanere lontano dalle scene per due anni; durante quel periodo, ponendo in atto un'accorta politica commerciale il colonnello Parker riuscì a mantenere inalterato l'interesse che il pubblico nutriva per il suo assistito, creando nel contempo un'atmosfera di attesa per il suo futuro rientro in patria.[80] Il cantante apprese poi del decesso dell'adorata madre, Gladys, che già da tempo manifestava gravi problemi di salute, avvenuta il 14 agosto del 1958, all'età di soli 46 anni, a causa di una grave epatite, e l'avvenimento contribuì a gettarlo in un grave stato di prostrazione.[81]

Durante il periodo della permanenza in Germania Ovest, il cantante si appassionò alle arti marziali e in modo particolare al karate, tanto che con il tempo si perfezionò in quest'arte.[82] In quel periodo Elvis prese l'abitudine di assumere farmaci stimolanti, quali la benzedrina, e ciò sancì il nascere di un'abitudine che con il passare del tempo si radicò in lui in misura sempre maggiore, diventando successivamente una grave forma di dipendenza.[83] Durante un'intervista che concesse posteriormente al suo congedo, il cantante così si espresse: «I due anni sotto le armi mi hanno fatto riflettere. La noia è una grande madre di virtù».[84]


Gli anni sessanta



Il ritorno

Al suo rientro negli Stati Uniti, il cantante fu assalito dai giornalisti e, nonostante da un lato palesasse atteggiamenti da divo, dall'altro egli concesse una serie di interviste, producendosi in quei frangenti in atteggiamenti docili e remissivi, con l'intento di fornire loro l'immagine di un individuo modesto, responsabile e assennato, che non si era montato la testa a causa della fama raggiunta.[85] All'inizio degli anni sessanta nella musica i tempi stavano cambiando poiché le nuove rock band avevano ormai invaso il mercato e i teenager, che sin dagli albori della carriera di Elvis avevano sempre rappresentato la sua fetta di sostenitori più accaniti, cominciarono a dirottare il loro interesse verso i nuovi idoli musicali del momento come i Beatles, i Beach Boys e i Rolling Stones: questo stato di cose finì inevitabilmente per esercitare delle influenze anche sull'evolversi della sua carriera.[86]

Dopo il ritorno dal servizio militare, avvenuto nel 1960, il cantante dimostrò alle persone che gli gravitavano intorno di essere cambiato a livello caratteriale: il primo effetto di questa metamorfosi fu la sua tendenza a mostrarsi sempre più diffidente nei rapporti con la gente e la conseguenza di questo suo atteggiamento fu il formarsi attorno alla sua persona di una barriera impenetrabile, composta da una folta schiera di parenti, amici, guardie del corpo e di opportunisti "yes men".[87]


La Memphis Mafia

Lo stesso argomento in dettaglio: Memphis Mafia.

Con il passare del tempo la ristretta cerchia di persone con la quale il cantante amò circondarsi costantemente fino alla fine dei suoi giorni cominciò a essere identificata con l'appellativo di "Memphis Mafia".

Dopo il decesso del cantante, in difesa della "Memphis Mafia", un membro della stessa, Marty Lacker, così si espresse: «Presley era l'artefice del suo destino, era lui il capo [...] Se non fossimo stati in giro, sarebbe morto molto tempo prima».[88] Larry Geller diventò il parrucchiere personale del cantante a partire dal 1964 e, a differenza di altri membri della "Memphis Mafia", era molto interessato a questioni di natura spirituale e non solo a quelle di rilevanza prettamente economica. Larry ricorda come, sin dal primo colloquio che intrattenne con il cantante, quest'ultimo si aprì e si confidò con lui, mettendolo al corrente dei suoi più reconditi pensieri, e contemporaneamente della vera natura delle ansie interiori che lo tormentavano, esprimendosi all'epoca nel modo seguente: «Voglio dire, ci deve essere uno scopo [...] ci deve essere un motivo... un motivo per cui ho scelto di essere Elvis Presley... Giuro su Dio, nessuno sa quanto io mi senta solo, vuoto è come mi sento veramente dentro»[89]

In seguito qualche anno dopo Geller prese l'abitudine di rifornire il cantante di un cospicuo quantitativo di libri che trattavano di religione e di misticismo, che il cantante leggeva voracemente durante le pause dei faticosissimi e incessanti tour.[89] Coloro i quali entravano a fare parte del ristretto organico della "Memphis Mafia", che il cantante definiva affettuosamente "The Guys" (I ragazzi), lo circondavano con ogni tipo di attenzione, cercando di esaudire ogni suo desiderio, allo scopo di entrare nelle sue grazie, e ottenere in seguito indubbi vantaggi. Questa cerchia di persone, se da un lato nel corso degli anni lo protesse con ogni mezzo a sua disposizione da una qualsiasi influenza che essa reputasse indesiderabile, dall'altro gli impedì di potere intrattenere rapporti sani e costruttivi con il reale mondo esterno.[90]

Risultato del nuovo atteggiamento che il cantante pose in atto a partire da quel periodo fu l'usanza di affittare al completo un enorme locale, un grande teatro o un intero Luna park, per poterci poi trascorrere una serata esclusiva, in compagnia dei soli membri del suo entourage, cautelato in ogni modo da quella che era considerata la pedante e inopportuna presenza di persone estranee al giro delle sue amicizie e frequentazioni abituali; sempre nel corso dello stesso periodo Elvis maturò anche un notevole interesse per alcune particolari scienze, quali la numerologia e l'esoterismo: in conseguenza di ciò ben presto la sua biblioteca personale si arricchì rapidamente di un notevole numero di testi che trattavano di tali argomenti.[91] Degno di nota il fatto che verso la fine degli anni sessanta la situazione del cantante in effetti fosse già assimilabile a quella di un quasi recluso e ciò può in parte giustificare la spinta di natura interiore che nel corso degli anni successivi lo spinse a cercare, con incredibile frequenza, il contatto diretto con il pubblico.[92]


Il rientro sulle scene

Gli inizi del nuovo decennio furono problematici poiché la morte della madre Gladys, avvenuta mentre svolgeva il servizio militare ancora in patria, lo aveva gettato in un profondo stato di prostrazione, del quale pativa ancora le conseguenze. Degno di nota il fatto che i suoi più accreditati biografi abbiano sempre posto l'attenzione sul particolare rapporto che lo legava a essa, sostenendo che egli fosse legato alla stessa da un rapporto particolarmente intenso, e che la sua perdita sia stato per lui un colpo terribile.[93] Nel corso del 1960, il concretizzarsi di un'operazione di carattere meramente commerciale attuata dal suo manager, sortì come effetto la partecipazione del cantante in qualità di ospite allo show televisivo del quale Frank Sinatra era il conduttore, benché quest'ultimo non avesse mai nascosto in passato la profonda avversione che nutriva per quello che era stato definito dai media di allora il "cantante del secolo".

Sinatra in effetti aveva attaccato il cantante in diverse occasioni, anche pubblicamente, tanto che qualche tempo prima, interpellato dai giornalisti sulla figura dell'allora ancora emergente artista egli si era così espresso: « [...] La sua musica è fatta da deficienti che cantano testi maliziosi, lascivi, per parlare chiaramente: sporchi. Ha finito con il diventare la marcetta di ogni furfante sulla faccia della terra. È la più brutale, brutta, disperata, perversa forma di espressione che io abbia avuto la sfortuna di ascoltare...».[94] A ogni modo la partecipazione allo show televisivo, definito a causa della presenza del cantante il Welcome Home Elvis (Bentornato a casa Elvis), gli diede comunque la possibilità di riprendere il contatto con il pubblico, e riacquistare la visibilità di cui godeva prima della sua partenza, avvenuta a causa dell'adempimento dei suoi obblighi di leva.[95]

Egli si presentò allo show pochi giorni dopo essere rientrato dal servizio militare e si esibì cantando accompagnato dal quartetto vocale dei Jordanaires, un brano intitolato Fame and fortune, un lento, caratterizzato dalla struttura musicale del terzinato, tipica di molti brani commercializzati all'epoca, e un brano dal titolo Stuck On You, decisamente più veloce e ritmato. Successivamente egli si esibì in un duetto vocale in coppia con Sinatra, interpretando una versione arrangiata seguendo i dettami dello stile tipico di quest'ultimo brani quali quello intitolato Love Me Tender (che era stato il motivo conduttore inserito nella colonna sonora della prima pellicola interpretata dal cantante, "Fratelli rivali") e quello intitolato Witchcraft (un successo di Sinatra risalente al 1957).

Il successo che arrise allo show televisivo fu notevole e, durante lo svolgimento dello stesso, il cantante si produsse in un'esibizione vocalmente impeccabile, ma dalla quale inevitabilmente traspariva un radicale cambiamento di stile e di immagine, in quanto egli non appariva più lo scatenato e aggressivo rocker di un tempo, ma un cantante molto più mieloso e sdolcinato.[96] Risale a quel periodo la pubblicazione di alcuni singoli che ottennero un enorme successo, quali Are You Lonesome Tonight? (Ti senti sola stanotte?), il rifacimento di un vecchio brano degli anni venti, caratterizzato dalla presenza di un lungo inciso parlato, e il riadattamento di due classici della canzone napoletana, It's Now or Never ('O sole mio) e Surrender (Torna a Surriento).[97] Nel 1961 il singolo intitolato Wooden Heart raggiunse la prima posizione nella classifica Official Singles Chart, e lo mantenne consecutivamente per sei settimane.

La tipologia di quei brani, e gli arrangiamenti che vennero studiati durante la loro incisione allo scopo di ottimizzare il prodotto finale contribuirono a mettere in risalto le qualità vocali del cantante, ma i singoli che ne vennero tratti erano classificabili comunque come un prodotto agli antipodi di quel particolare spirito pionieristico e innovativo che lo aveva animato quando egli era ancora agli albori della sua carriera, e che aveva contribuito al contraddistinguere in modo peculiare i primi dischi incisi sotto l'egida della Sun Records, nonché al nascere del suo successo.[98] A proposito della sua voce, il cantante all'epoca così si espresse: «Non mi faccio illusioni. La mia voce, di per sé, è una voce molto ordinaria. La gente viene a vedere solo come la uso, e se dovessi starmene fermo mentre canto mi sentirei morto [...] Potrei tornarmene a fare il camionista...».[64]


La vita sentimentale negli anni sessanta

I suoi più accreditati biografi e il gossip imperante all'epoca, nel corso degli anni sessanta, oltre che la relazione "ufficiale" con la sua fidanzata "storica" Priscilla Beaulieu, la donna che verso la fine del decennio divenne sua moglie, attribuirono al cantante svariate relazioni di carattere sentimentale, principalmente con le attrici con le quali collaborava durante la lavorazione della lunga serie di pellicole che girò nel corso del decennio. Fra di esse, in ordine cronologico, si possono ricordare le più importanti, vale a dire quelle che egli avrebbe intrattenuto con:


La ripresa e la prosecuzione della carriera cinematografica

La locandina originale di un film girato da Elvis negli anni sessanta, Girls! Girls! Girls!
La locandina originale di un film girato da Elvis negli anni sessanta, Girls! Girls! Girls!
Juliet Prowse ed Elvis Presley in G.I. Blues
Juliet Prowse ed Elvis Presley in G.I. Blues

Dopo un paio di esibizioni dal vivo effettuate a scopo di beneficenza, avvenute a partire dal 25 marzo del 1961 all'"Ellis Auditorium" di Memphis, il cantante troncò nettamente ogni rapporto diretto con il suo pubblico, e decise di sfruttare al massimo il remunerativo filone cinematografico. Nel corso del decennio successivo egli interpretò ventinove pellicole, alcune delle quali inedite in Italia, ma fra di esse solo un'esigua minoranza poteva essere considerata artisticamente valida, mentre la maggioranza poteva essere classificata alla stregua di "B-movie", di qualità mediocre, girati in modo approssimativo e in tempi record.[99]

Le trame di questi film erano solitamente banali e tutte molto simili tra loro poiché, salvo rarissime eccezioni, l'interprete principale rivestiva sempre il ruolo dell'eroe canterino della situazione, il tutto condito dalla presenza della graziosa fidanzatina di turno, da un numero imprecisato di procaci fanciulle, da magnifici scenari esotici, da qualche scazzottata, dalla quale egli usciva immancabilmente vincente, e da un certo variabile quantitativo di canzoncine melense e insignificanti.[99] Nonostante ciò, i film spesso registravano resse al botteghino e sino alla metà del decennio incassarono bene, poi il filone di quelli che venivano definiti "Presley movies" iniziò a manifestare segni di stanchezza e verso la fine del decennio la situazione precipitò.

Il pubblico, stanco della banalità delle trame, che viaggiava di pari passo con quella delle colonne sonore, cominciò a disertare le sale cinematografiche quando si proiettavano le pellicole girate dal cantante e ciò ovviamente si riflesse negativamente sui loro incassi e, di conseguenza, anche sulla sua carriera cinematografica. A proposito della mediocrità e della pochezza delle pellicole alla realizzazione delle quali il cantante collaborava in quel periodo, egli così si espresse: «L'unica cosa peggiore che dovere guardare un brutto film è averci recitato...».[100] Rappresentarono comunque un'eccezione a quella che ormai da anni era diventata l'applicazione di una norma consolidata le due pellicole girate dal cantante nel corso del 1968, intitolate rispettivamente Stay Away, Joe e Live a little, Love a little (entrambe inedite in Italia), così come le tre girate nel corso del 1969, intitolate rispettivamente Charro! (Un uomo chiamato Charro), The Trouble with Girls (Guai con le ragazze) e Change of Habit (inedito in Italia).

I ruoli che il cantante ricopriva in queste pellicole erano meno banali e scontati rispetto a quelli che aveva interpretato in precedenza, e tale caratteristica era condivisa con le loro trame. Tuttavia tali pellicole, pur migliori di quelle che le avevano precedute, non riuscirono a risollevare compiutamente le sorti della sua vacillante carriera cinematografica, poiché il pubblico e la critica le accolsero tiepidamente, e ciò si tradusse in mediocri riscontri di natura commerciale. Nel corso della sua carriera cinematografica, Elvis lavorò con una lunga serie di attori, alcuni famosi come, in ordine alfabetico, Arthur o' Connell, Bill Bixby, Cesare Danova, Charles Bronson, Dean Jones, Gary Lockwood, Gig Young, James Gleason, James Shigeta, John Mc Intire, Mickey Shaugnessy, Paul Lucas, Richard Egan, Robert Redford, Steve Forrest e Vincent Price.

Volgendo l'attenzione alle partner femminili, invece, si possono citare Angela Lansbury, Annette Day, Anne Helm, Ann-Margret, Barbara Eden, Barbara Stanwyck, Carolyn Jones, Dolores Hart, Debra Paget, Dodie Marshall, Dolores del Río, Elsa Cárdenas, Elsa Lanchester, Glenda Farrell, Hope Lang, Ina Balin, Ivonne Craig, Ivonne Romain, Joan Blackman, Joan Freeman, Judy Tyler, Juliet Prowse, Lizabeth Scott, Lola Albright, Mary Tyler Moore, Nancy Sinatra, Schelley Fabares, Stella Stevens, Suzanna Leigh, e Ursula Andress.

Alcuni critici cinematografici concordano sul fatto che egli avesse una certa propensione alla recitazione, ma che gli furono sempre affidati ruoli assai poco favorevoli a fare emergere le sue doti di attore.[101] Il cantante fu scelto da Barbra Streisand per recitare nel film È nata una stella, ma le richieste esageratamente esose del colonnello Parker impedirono che ciò avvenisse e la stessa cosa accadde anche dopo le sue candidature ad altri due film di notevole spessore: La gatta sul tetto che scotta nel ruolo che fu di Paul Newman e Un uomo da marciapiede, parte che poi andò a Jon Voight.


I collaboratori del cantante negli anni sessanta

Negli anni sessanta Elvis, oltre che del supporto dei suoi collaboratori abituali, si avvalse della collaborazione di musicisti fra i quali si possono ricordare i pianisti Floyd Cramer e Aurhus Robbins, i chitarristi Hank Garland, Grady Martin, Harold Dradley, Ray Edenton, Pete Drake (specialista della steel guitar) e Charlie Hodge (quest'ultimo membro anche della Memphis Mafia), i sassofonisti Justin Gordon e Boots Randoph, il bassista Bob Moore, il percussionista Buddy Harman, i coristi appartenenti al gruppo vocale Anita Kerr Singers, la corista Millie Kirkham e il violinista Tommy Jackson. Questi musicisti, che già da tempo si erano costruiti un'ottima reputazione nell'ambito musicale dell'epoca, collaborarono con il cantante sia durante la lavorazione dei brani dai quali furono tratti i singoli e gli album pubblicati nel corso del decennio, sia durante la lavorazione delle colonne sonore delle pellicole alle quali egli partecipò nello stesso periodo.[102]


Il matrimonio

Elvis e Priscilla con Lisa Marie, febbraio 1968
Elvis e Priscilla con Lisa Marie, febbraio 1968

Dopo quasi dieci anni di fidanzamento, il 1º maggio del 1967, il cantante convolò a nozze con la donna che da quasi dieci anni era assurta al ruolo di sua "fidanzata ufficiale", Priscilla Presley, e il tutto accadde durante lo svolgimento di una cerimonia privata alla quale furono invitati e parteciparono un ristretto gruppo di persone, formato dalle rispettive famiglie e dagli amici di vecchia data della coppia, presso l'albergo denominato Aladdin Hotel, nella città di Las Vegas. Circa nove mesi dopo, il 1º febbraio 1968, nacque Lisa Marie: i suoi più accreditati biografi pongono spesso l'accento sul fatto che egli nutrì per tutto il corso della sua esistenza una vera e propria forma di adorazione per la figlia, con la quale ebbe un bellissimo rapporto fino alla morte.[103]

Lisa Marie Presley, figlia di Elvis. È stata sposata, dal 1994 al 1996, con Michael Jackson.
Lisa Marie Presley, figlia di Elvis. È stata sposata, dal 1994 al 1996, con Michael Jackson.

I suoi fan più accaniti hanno sempre considerato l'ex moglie del cantante come la principale responsabile del profondo stato di prostrazione in cui egli, a causa dell'avvenuta separazione, sprofondò. Secondo costoro il verificarsi di tale situazione fu anche la causa primaria del successivo pauroso incremento del consumo di psicofarmaci che il cantante, nel tentativo di combattere lo stato depressivo che lo affliggeva, proprio a partire da quel periodo, pose in atto: tale comportamento lo condusse in un primo tempo rapidamente verso la dipendenza dagli stessi e successivamente al disfacimento psicofisico che divenne così evidente, anche a livello esteriore, a partire dalla seconda metà degli anni settanta.


Il "68 Comeback Special"

Lo stesso argomento in dettaglio: NBC-TV Special.

Complice sia l'evolversi dei gusti del pubblico, sia il progressivo scadere dal punto di vista qualitativo delle trame e delle colonne sonore dei film che interpretava che all'epoca rappresentavano, salvo rare (e talvolta lodevoli) eccezioni, la quasi totalità della sua produzione discografica, il cantante per la prima volta dall'inizio della sua carriera dovette misurarsi con gli esiti di un netto calo di popolarità. Il suo manager si vide allora costretto a prendere in esame una serie di alternative, allo scopo di tentare di rinvigorire l'ormai vacillante immagine del suo assistito.[104] Il colonnello Parker vagliò dunque una serie di opzioni possibili e fra le soluzioni prospettate venne presa in considerazione quella di fare abbandonare al cantante la stantia carriera cinematografica e riprendere le esibizioni su di un palcoscenico.

Tale ipotesi si concretizzò nella successiva organizzazione di uno show televisivo di carattere natalizio, nel quale Elvis avrebbe rivestito il ruolo di ospite d'onore, cogliendo il pretesto per riproporsi davanti al pubblico nelle vesti di cantante e non più in quelle di attore.[105] Lo Show in questione venne prodotto dalla rete televisiva NBC e alla sua realizzazione collaborò attivamente un giovane regista, Steve Binder, già noto per avere realizzato dei documentari di successo sul mondo del rock and roll, che aveva manifestato l'intenzione di partecipare alla realizzazione di uno special incentrato sulla figura del cantante.[106]

Elvis nel 1968
Elvis nel 1968

Coloro i quali durante il periodo della gestazione dello show collaborarono con lui, interpellati sull'argomento hanno asserito in svariate occasioni che egli si dimostrò inoltre molto entusiasta e collaborativo: tale atteggiamento era la conseguenza diretta del fatto che il cantante era affascinato dall'idea di rituffarsi negli albori delle sue origini artistiche, che erano rappresentati principalmente dalle esibizioni davanti a una platea, dunque una forma di contatto diretto e istantaneo con il pubblico, e non il recitare dietro a una macchina da presa, che rappresentava una forma di contatto artefatto e differito.[106]

Quello che venne successivamente definito il 68 Comeback Special, che in origine avrebbe dovuto essere solamente una stereotipata celebrazione del Natale, grazie all'innovativo apporto delle idee di Binder e di quelle del cantante, che durante la lavorazione dello show collaborarono tra loro allo scopo di raggiungere un risultato finale valido artisticamente, entrando spesso in contrasto con le direttive impartite dal colonnello Parker, diventò invece la celebrazione del suo ritorno sulle scene come rocker.[107] In quel frangente il cantante curò maniacalmente la sua immagine e il suo rientro sulle scene, presentandosi al cospetto del pubblico in perfetta forma fisica. Visibilmente dimagrito e fasciato da una particolare e sensuale tuta di pelle nera che si ispirava alla più classica iconografia degli anni cinquanta, il periodo storico durante il quale la sua presenza si era palesata per la prima volta sulle scene internazionali, si esibì all'interno di una scenografia che si ispirava nettamente nella struttura ai ring dentro il quale combattevano i pugili, dando sfogo a tutta la grinta che aveva dovuto reprimere in tutti gli anni in cui si era dedicato alla recitazione, regalando al pubblico uno spettacolo eccellente.[108]

Egli, durante lo svolgimento dello spettacolo, esordì interpretando, accompagnato dall'orchestra e utilizzando coreograficamente la sua chitarra, un medley dei suoi vecchi successi, abbinati con brani di fattura più recente, quali Trouble (un pezzo che era stato a suo tempo incluso nella colonna sonora di uno delle prime pellicole girate dal cantante nell'anno 1957, La via del male), e Lawdy Miss Clawdy, nonché Guitar Man, e Baby, What You Want Me To Do.[109] Dopo di che si propose quindi nell'esecuzione, riarrangiata in modo orchestrale, di quelli che rappresentavano da sempre i suoi classici, quali Heartbreak Hotel, Hound Dog, All Shook Up, Can't Help Falling in Love, Jailhouse Rock, Don't Be Cruel, Blue Suede Shoes e Love Me Tender.

Seguì quindi l'interpretazione di alcuni brani gospel e spiritual, quali Where Could I Go But The Lord, Up Above My Head, e Saved.[109] Successivamente il cantante, sfruttando il loro accompagnamento e imbeccato dagli stessi Scotty Moore e D.J. Fontana, coloro i quali rappresentavano quanto rimaneva del gruppo che lo aveva accompagnato durante la sua scalata al successo nel corso degli anni cinquanta si produsse nell'interpretazione di brani quali Baby, What You Want Me To Do, That's All Right (Mama), Blue Christmas, One Night, Tiger man, e Trying To Get To You. Spesso egli interruppe l'esecuzione dei brani e assieme a loro rimembrò, commentandole, le circostanze che avevano consentito l'avvio della sua fortunata carriera artistica, ironizzando anche sull'evolversi della sua carriera cinematografica.

Seguì l'interpretazione di un brano melodico, dal titolo Memories, e la successiva interpretazione di un ultimo medley composto da brani quali Nothingville, Big Boss Man, Let Yourself Go, It Hurts Me, Guitar Man, Little Egypt e Trouble.[110] Degno di nota anche il brano intitolato If I Can Dream, scritto appositamente per lui, interpretato dal cantante come brano di chiusura dello show, che fu accolto favorevolmente a livello di responso commerciale e che contribuì a fare tornare il nome del cantante nelle zone alte delle varie classifiche, circostanza questa che non si verificava più da tempo.[111] Il notevole successo che arrise allo show rinnovò nel cantante il desiderio di dedicarsi alla produzione di musica di qualità e, spinto da tale motivazione, decise di ritornare nella città di Memphis e di chiudersi in uno studio di incisione, allo scopo di effettuare una lunga serie di sedute di registrazione.[112]

Elvis, influenzato positivamente dall'atmosfera che si era creata attorno alla sua persona e dalla valenza artistica dei suoi nuovi collaboratori (autori, strumentisti e coristi), si dedicò con professionalità alle sedute di registrazione: i risultati non si fecero attendere e il frutto di tutto questo lavoro furono due album, i quali vennero accolti positivamente sia dalla critica sia dal pubblico, contenenti una serie di canzoni eccellenti. Tali album, Back In Memphis e From Elvis in Memphis, contenevano canzoni quali In the Ghetto e Suspicious Minds (di quest'ultima un gruppo che raggiunse una certa notorietà negli anni ottanta, i Fine Young Cannibals, produsse una cover, che ottenne un buon riscontro commerciale), che furono successi discograficamente notevoli, e contribuirono a fare ritornare il nome del cantante tra quelli che occupavano i primi posti delle varie classifiche di vendita, cosa che non accadeva dalla prima metà degli anni sessanta.[113]


La produzione discografica degli anni sessanta

A partire dall'inizio del decennio e per tutto il corso dello stesso, la produzione discografica dell'epoca fu incentrata soprattutto sulla pubblicazione di album contenenti le colonne sonore delle pellicole interpretate dal cantante, tanto che durante lo scorrere di quel periodo vennero commercializzati circa una trentina di dischi, che almeno per tutta la prima metà degli anni sessanta riscossero un notevole successo di vendite, in assonanza con l'ottimo responso commerciale ottenuto all'epoca dalle pellicole dalle quali venivano tratti i brani che ne costituivano il contenuto. Fra di essi si possono ricordare l'album contenente la colonna sonora della pellicola intitolata G.I. Blues (Cafè Europa), girata nel 1960, e l'album contenente la colonna sonora della pellicola intitolata Blue Hawaii, edita l'anno seguente.

Elvis insieme al produttore discografico Felton Jarvis
Elvis insieme al produttore discografico Felton Jarvis

A partire dalla seconda metà del decennio, complice il gradimento molto inferiore ottenuto dalle pellicole interpretate dal cantante, la situazione cambiò radicalmente e gli album tratti dalle loro colonne sonore raggiunsero molto più raramente buoni piazzamenti o lunghe permanenze nelle zone alte delle varie classifiche. Sempre a partire dall'inizio del decennio vennero poi commercializzati una serie di album incisi in studio contenenti brani di recente fattura, artisticamente validi, quali quelli intitolati rispettivamente Elvis Is Back!, pubblicato nel 1960, Pot Luck with Elvis, pubblicato nel 1962 e Something for Everybody, rilasciato l'anno successivo. Tali album tuttavia non raggiunsero i risultati di vendita concretizzati da quelli contenenti i brani tratti dalle colonne sonore dei film.

Queste evidenze commerciali spinsero successivamente il cantante a ridurre drasticamente la pubblicazione di album incisi in studio, e dedicarsi quasi esclusivamente alla pubblicazione di album contenenti brani che componevano la colonna sonora dei film che egli allora interpretava con un ritmo serrato. Merita poi particolare menzione l'album contenente unicamente brani di musica gospel His Hand in Mine, pubblicato nel 1960, che raggiunse buoni piazzamenti nelle varie classifiche, e che fu il primo dei tre album contenenti brani di musica "sacra" pubblicati dal cantante nel corso della sua carriera. Verso la fine del decennio, proprio quando ormai da tempo gli album prodotti incidendo brani tratti dalle colonne sonore dei film non riuscivano più a raggiungere risultati commerciali degni di nota, raggiunsero dei buoni piazzamenti nelle varie classifiche album quali quello contenente la colonna sonora dello special televisivo definito il 68 Elvis Cameback Special e i successivi, intitolati rispettivamente Back In Memphis e From Elvis in Memphis.

Sempre nel corso del decennio in questione vennero poi pubblicati alcuni album di carattere antologico, quali gli album dal titolo Elvis' Golden Records Volume 3, Elvis for Everyone! e infine Elvis' Gold Records Volume 4, che contenevano raccolte di brani già pubblicati in precedenza dal cantante e che raggiunsero dei discreti piazzamenti nelle varie classifiche. I singoli che nel corso del decennio raggiunsero i migliori risultati a livello commerciale furono quelli intitolati Are You Lonesome Tonight?, It's Now or Never, e Surrender, pubblicati nel corso del biennio comprendente gli anni 1960 e 1961.


La ripresa delle esibizioni dal vivo

Rassicurato dal successo ottenuto dallo show televisivo, il colonnello Parker valutò i possibili sviluppi che potevano derivare dalla ripresa delle esibizioni dal vivo e giunse alla conclusione che quella era la strada da perseguire allo scopo di rinvigorire la popolarità del suo assistito. Successivamente egli si attivò allo scopo di procurargli una serie di ingaggi, mentre il cantante dal canto suo si adoperò per creare un'orchestra che lo supportasse nell'esecuzione del suo rientro sulle scene e nel giro di qualche mese ne costituì l'organico, seguendo in modo particolare i consigli e le direttive di James Burton, il suo nuovo chitarrista.

I membri di quella che sarebbe stata successivamente denominata la TCB Band, il gruppo che lo avrebbe accompagnato per tutti i futuri tour degli anni settanta, divennero il bassista Jerry Scheff, il batterista Ronnie Tutt, il chitarrista ritmico John Wilkinson e il pianista Glenn D. Hardin, che a partire dal 1976 venne rimpiazzato da Larry Muhoberac. Gli sforzi del suo manager vennero invece coronati dalla firma di un importante contratto di esclusiva con l'International Hotel di Las Vegas, il quale ovviamente sanciva la disponibilità del cantante a effettuare una lunga serie di esibizioni, che si sarebbero successivamente svolte sul palcoscenico allestito presso lo stesso.


Gli anni settanta


Richard Nixon ed Elvis nello Studio Ovale alla Casa Bianca
Richard Nixon ed Elvis nello Studio Ovale alla Casa Bianca

Verso la fine del 1970 Elvis si attivò allo scopo di ottenere un colloquio con l'allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon: la richiesta che egli avanzò venne accolta e il 21 dicembre dello stesso anno egli si recò alla Casa Bianca, in visita a "Tricky Dick". In concomitanza con l'avvenimento e allo scopo di solennizzarlo, vennero ovviamente scattate numerose istantanee, che lo ritraggono mentre dialoga con lui nel celebre Studio Ovale. La Biblioteca presidenziale Nixon Library & Birthplace, con sede a Yorba Linda in California, vende le copie di tali istantanee, naturalmente corredate dalla didascalia «The President & The King». Inoltre egli, che da sempre subiva il fascino delle armi e delle uniformi, riuscì a raggiungere un obiettivo che inseguiva da tempo poiché, con la piena approvazione del presidente Nixon, venne nominato a tutti gli effetti un agente dell'F.B.I., sezione narcotici.[114]


La carriera concertistica

Presley cominciò il nuovo decennio producendosi in una seconda serie di spettacoli alla quale si dedicò con continuità per circa un mese, nell'arco di tempo compreso tra 26 gennaio e il 23 febbraio del 1970, sempre sul palco dell'International Hotel di Las Vegas. Il cantante curò attentamente il suo aspetto fisico, raggiungendo un giro vita da 32 pollici,[115] e il suo look, cercando di rinnovarlo e adeguarlo ai tempi che si stavano evolvendo e adottando abiti jumpsuit disegnati da Bill Belew e poi divenuti iconici.[116] Durante lo svolgimento delle sue performance, com'era già accaduto nel corso dell'attività concertistica negli anni cinquanta, Presley divenne l'oggetto di manifestazioni di isteria collettiva testimoniate nel documentario Elvis: That's the Way It Is, prodotto in quel periodo. All'epoca il cantante, interpellato a proposito delle questioni inerenti alle nuove tendenze che si stavano affermando in campo musicale, così si espresse: «La musica è molto migliorata negli ultimi anni. I suoni sono migliori, i musicisti sono migliori. […] Conoscete i Beatles e i Byrds… a il rock 'n' roll, fondamentalmente, si basa sul gospel e il rhythm and blues».

Da ricordare la stretta amicizia che in quel periodo egli strinse con il cantante gallese Tom Jones, che aveva raggiunto la notorietà internazionale durante lo svolgimento di un tour attraverso varie località degli Stati Uniti, calcando anche i palcoscenici di Las Vegas, e dal quale egli mutuò alcuni degli atteggiamenti che quest'ultimo adottava quando si esibiva sul palco.[117] Fu proprio Las Vegas, la città che circa una quindicina di anni addietro era stata la testimone di uno dei maggiori insuccessi giovanili del cantante, poiché all'epoca il sofisticato pubblico che affollava i suoi esclusivi locali aveva dimostrato di non apprezzare assolutamente gli atteggiamenti in cui egli si produceva durante le sue esibizioni, il luogo presso il quale si concretizzò la sua rinascita artistica. Elvis, da quel momento in poi, sembrò deciso a volere recuperare tutti gli anni perduti trascorsi lontano dal pubblico, e nell'arco di sette anni, compreso tra l'anno 1970 e l'anno 1977, si esibì in quasi un migliaio di concerti, raggiungendo una media di una performance ogni due giorni e mezzo circa. Degno di nota il fatto che tali concerti inoltre comprendessero solitamente più esibizioni, anche due o tre, che si svolgevano in diversi orari della stessa giornata.[118]


I collaboratori del cantante negli anni settanta

Il cantante nel corso dello svolgimento del decennio in questione, si avvalse del fondamentale contributo di un notevole numero di musicisti, fra i quali si possono ricordare i pianisti Glen D. Hardin e Tony Brown, i chitarristi James Burton, John Wilkinson, Charlie Hodge (quest'ultimo, membro della "Memphis mafia", svolse spesso anche la funzione di corista), Chip Young, Bill Sandford, il percussionista Farrell Morris, il polistrumentista Dennis Lind, le coriste gospel Wendellyn Suits, Dolores Edgin e Hurshel Wiginton, i bassisti Jerry Sheff e Norbert Putnam, il batterista Ronnie Tutt, i tastieristi David Briggs, Bobby Emmons e Shane Keister. Questi musicisti, che già da tempo si erano costruiti un'ottima reputazione nell'ambito musicale dell'epoca, collaborarono con il cantante sia durante la lavorazione dei brani dai quali furono tratti i singoli e gli album pubblicati nel corso del decennio, sia durante lo svolgimento delle esibizioni dal vivo.[119]

Elvis nel 1970
Elvis nel 1970

Durante tutto lo svolgersi di quel lungo periodo, il cantante si avvalse poi della fondamentale collaborazione di Cissy Houston, nota ai più per il fatto di essere la madre della celebre Whitney Houston, popolarissima negli anni ottanta e deceduta l'11 febbraio 2012.[120] Qualche anno prima, nel 1963, Cissy Houston aveva fondato un gruppo vocale tutto al femminile, battezzato con il nome di The Sweet Inspirations (Le Dolci Ispirazioni), delle quali in quell'epoca aveva fatto parte anche Dionne Warwick, e che aveva in precedenza già collaborato con artisti quali Aretha Franklin, Wilson Pickett, Lou Rawls, Otis Redding, The Drifters, Dusty Springfield, Jimi Hendrix e Van Morrison.

Il cantante si avvalse inoltre in un primo tempo della collaborazione di un quartetto vocale denominato The Imperial Quartet, e successivamente, a partire dal 1971, della collaborazione di un altro analogo quartetto, quello denominato The Stamps, capitanato da J. D. Sumner. Tale gruppo, sia pure con alcuni cambi di formazione, continuò a collaborare con il cantante sino al suo decesso, fungendo da supporto vocale nel corso delle sue esibizioni per tutto il corso degli anni settanta.[121] Merita poi una menzione particolare anche Kathy Westmoreland, una valida corista, la cui carriera artistica era iniziata circa dieci anni prima e che aveva già collaborato in passato con artisti quali Bobby Darin e Ray Conniff. Nell'agosto del 1970 venne scritturata come voce soprano nell'organico dei cori che accompagnavano le interpretazioni del cantante, sia dal vivo sia in studio, e anche lei continuò a collaborare con lui sino alla morte.[109]


La struttura musicale dei suoi concerti

Elvis in concerto nel 1973
Elvis in concerto nel 1973

Inizialmente la scaletta musicale dei concerti era stringata, ma con il passare del tempo si arricchì di un notevole quantitativo di intermezzi, che contribuivano alla creazione di un'atmosfera di carattere solenne e celebrativo; inoltre, a partire dal 1971, il via alle esibizioni venne sancito dall'esecuzione orchestrale del brano di Richard Strauss Così parlò Zarathustra. Con il passare degli anni il tono degli accompagnamenti orchestrali divenne sempre più elaborato e roboante, mentre la scaletta musicale subì un limitato numero di variazioni.

Solitamente il cantante iniziava interpretando pezzi di carattere tradizionale, da tempo entrati a fare parte della cultura musicale popolare americana, quali per esempio See See Rider, seguita dall'esecuzione di brani che aveva interpretato all'inizio della sua carriera, quali per esempio That's All Right (Mama), Ready Teddy, Heartbreak Hotel, Don't Be Cruel, e Jailhouse rock. Normalmente proseguiva le sue esibizioni interpretando un medley di brani di fattura più recente.

Durante lo svolgimento delle sue esibizioni il cantante era solito presentare al pubblico i membri della sua band, e intrattenerlo dialogando con loro. Quindi riprendeva le esibizioni interpretando brani portati a suo tempo al successo da altri artisti, quali Something dei Beatles, My Way di Frank Sinatra, Welcome to my world di Marty Robbins.

A partire dal settanta, Elvis iniziò ad arricchire coreograficamente le sue esibizioni producendosi in mosse di karate, disciplina della quale era un cultore e ciò, verso la fine della sua carriera, a causa delle condizioni fisiche in cui versava diede luogo a volte a esiti grotteschi. Inoltre solitamente i vari presentatori dei concerti annunciavano la fine dell'esibizione e il successivo e rapido allontanamento dalle scene del cantante pronunciando in tono solenne la frase «Ladies and gentlemen, Elvis has left the building!» ("Signore e signori, Elvis ha lasciato il palazzo!").

Sempre a partire da quel periodo, le esibizioni del cantante si arricchirono di altri singolari intermezzi, che durante il succedersi degli anni assunsero connotati sempre più pittoreschi. Egli, solitamente verso la fine delle sue performance, prese l'abitudine di lanciare verso il pubblico gli orpelli che corredavano i suoi costumi di scena, quali mantelli e sciarpe.


La coreografia dei suoi concerti

Un costume di scena di Elvis risalente al 1976, esposto a Graceland
Un costume di scena di Elvis risalente al 1976, esposto a Graceland

Da ricordare anche il ruolo di Bill Bellew, un costumista di Los Angeles, che a partire dal 1968 e fino alla data di decesso del cantante, assurse al ruolo di suo "costumista ufficiale", e si occupò dei costumi di scena indossati dallo stesso durante lo svolgimento delle sue esibizioni.[122] Inizialmente i costumi di scena indossati dal cantante si ispiravano alle tuniche indossate dai karateka e il loro disegno era semplice e razionale ma, con il passare degli anni, esso divenne sempre più complesso ed elaborato, tanto che vennero di volta in volta inseriti su di essi un numero esagerato di guarnizioni decorative di varia foggia, che concorrevano alla formazione di disegni di natura simbolica.

Tali costumi vennero corredati in seguito ad accessori quali grossi cinturoni, lunghi e decorati mantelli, e sciarpe particolari, tinte con colori cangianti, che il cantante lanciava verso il pubblico alla fine delle sue performance. Con il passare del tempo questi travestimenti ("Jumpsuit" in inglese) finirono per essere considerati una parte indissolubile della colorita iconografia che ruotava attorno al personaggio, e a diventare parte integrante della sua immagine. Dopo il decesso del cantante, i suoi abiti di scena assursero inoltre al ruolo di reliquia e furono esibiti in giro per il mondo durante le manifestazioni che avevano attinenza alla sua figura. Successivamente alla sua dipartita alcuni di essi sono stati venduti durante lo svolgimento di aste a cifre davvero ragguardevoli, mentre gli altri sono ancora visibili presso quella che fu la sua dimora, Graceland.[13]


L'"Aloha from Hawaii via satellite"

Lo stesso argomento in dettaglio: Aloha from Hawaii e Aloha from Hawaii Via Satellite.
Un costume di scena di Elvis risalente al 1969, esposto a Graceland
Un costume di scena di Elvis risalente al 1969, esposto a Graceland
Una serie di costumi appartenuti a Elvis e da lui utilizzati nel corso della sua carriera
Una serie di costumi appartenuti a Elvis e da lui utilizzati nel corso della sua carriera
Pubblicità australiana per lo speciale televisivo Aloha from Hawaii
Pubblicità australiana per lo speciale televisivo Aloha from Hawaii

Era palese il fatto che la ripresa delle sue esibizioni dal vivo aveva contribuito a rivitalizzare l'immagine del cantante, appannata dalle decine di pellicole insulse girate nel decennio precedente. Il colonnello Parker, nel tentativo di sfruttare al meglio l'onda del rinnovato successo, cominciò a pensare di organizzare una sorta di mega-concerto, del quale ovviamente il cantante sarebbe stato l'esclusivo protagonista, e tale proposito si concretizzò successivamente nell'organizzazione di un mega-show, che sarebbe stato trasmesso via satellite in tutto il mondo.[123] Peculiarità di tale concerto era il fatto che i proventi ricavati sarebbero stati devoluti in beneficenza e più dettagliatamente l'opera di beneficenza riguardava la raccolta di fondi da utilizzare per finanziare la ricerca sul cancro; i fondi raccolti in seguito sarebbero stati devoluti alla tesoreria di un'associazione benefica denominata “Kui Lee Cancer Benefit”.

In effetti la raccolta di tali fondi aveva già preso il via nel giugno del 1972, in memoria di un grande cantante e compositore hawaiiano, Kui Lee, che era deceduto a causa di un cancro qualche anno addietro, il 3 dicembre del 1966, all'età di soli 34 anni. Fautore di tale nobile iniziativa era stato il giornalista Eddie Sherman, che collaborava con una testata giornalistica locale denominata Honolulu Advertiser. A ogni modo sussistono testimonianze inconfutabili del fatto che il cantante, a partire dai primi anni sessanta, consolidata la ricchezza, avesse iniziato a collaborare con una serie di organizzazioni che si occupavano di raccogliere fondi per devolverli successivamente a scopo benefico, effettuando una lunga serie di donazioni in denaro, peraltro di rilevante entità, alle stesse, e che mantenne tale consuetudine sino alla fine dei suoi giorni.[124]

Il 14 gennaio del 1973, dopo l'effettuazione di un concerto di prova, che successivamente venne denominato Aloha from Hawaii - Rehearsal Concert, avvenuta nei giorni immediatamente precedenti a quello ufficiale, e del quale permangono alcune tracce visive e fonografiche, utilizzate in seguito allo scopo di commercializzare varie incisioni "pirata" dello stesso, venne ripreso e trasmesso in mondovisione il primo show via satellite da Honolulu, denominato ufficialmente l'Aloha from Hawaii Via Satellite, che fu seguito da un pubblico stimato composto da oltre un miliardo di telespettatori in quaranta paesi. Il cantante in tale frangente si propose al meglio, tanto che tale concerto è solitamente considerato dai suoi fan come la migliore esibizione dell'Elvis targato anni settanta e anche la sua ultima valida performance prima del suo successivo progressivo e inarrestabile declino.[125]

Presley nel 1970
Presley nel 1970

Per l'occasione egli avanzò a Bill Bellew, il suo costumista, la richiesta di preparargli un costume di scena che richiamasse i più classici stereotipi degli Stati Uniti e, per accontentarlo, costui produsse un costume in un particolare tessuto bianco, tempestato di pietre preziose, che formavano il disegno di quello che era da sempre considerato dal popolo americano il simbolo più caratteristico della nazione e cioè quello dell'American Eagle (l'aquila americana), riprodotta disponendo ad arte sul tessuto vistose gemme rosse, oro e blu. Il tutto era accompagnato da una cintura chiusa da un'enorme fibbia decorata con altre "American Eagle" dorate, e da un imponente mantello tempestato di gemme, disposte in modo da formare un disegno che riproduceva per l'ennesima volta tale simbolo.[126]

Il cantante, indossando l'ultima creazione del suo stilista personale, si esibì interpretando una lunga serie di brani, comprendente pezzi di recente fattura scritti appositamente per lui, quali Burning Love e Suspicious Minds, classici che erano stati interpretati in precedenza da altri artisti, quali per esempio Johnny B. Goode di Chuck Berry, Whole Lotta Shakin' Goin' On di Jerry Lee Lewis, Long Tally Sally di Little Richard, Steamroller Blues di James Taylor, My Way di Frank Sinatra, What Now My Love di Gilbert Bécaud, Something dei Beatles, You Give Me a Mountain di Marty Robbins, It's Over di Jimmie Rodgers, I'm So Lonesome I Could Cry di Hank Williams, I Can't Stop Loving You di Don Gibson e I'll Remember You di Kuiokalani Lee.

Il cantante, durante lo svolgimento della sua esibizione, interpretò poi un medley traditional, American Trilogy, composto da tre brani tradizionali di netta ispirazione patriottica, e anche un medley di quelli che potevano essere considerati i suoi cavalli di battaglia, brani storici, quali Blue Suede Shoes, Hound Dog, A Big Hunk O' Love, Love Me Tender, Fever, e Can't Help Falling in Love, brani che egli aveva interpretato agli albori della sua carriera, e il cui grande successo di vendite quasi vent'anni prima gli aveva consentito di raggiungere la notorietà a livello mondiale.[127] Egli si esibì di fronte a un folto pubblico cantando e intrattenendo gli astanti per più di un'ora, sfoggiando una buona forma fisica e vocale,[128] e dal concerto venne successivamente ricavato l'album doppio Aloha from Hawaii Via Satellite.[129]

In quel frangente inoltre la RCA si attivò allo scopo di caratterizzare in modo particolare l'album che era in procinto di immettere sul mercato, che doveva essere realizzato utilizzando la registrazione del concerto. Per raggiungere tale risultato lo mise in produzione sfruttando i principi di una branca della scienza acustica definita quadrifonia, e in effetti il disco in questione, intitolato Aloha from Hawaii Via Satellite, fu il primo album a essere stato prodotto con il contributo di tale tecnologia che poté fregiarsi della qualifica di million seller, poiché ottenne un buon responso di natura commerciale. Malgrado le insistenti voci di possibili tour esteri, il cantante non si esibì mai al di fuori dai confini degli Stati Uniti e del Canada, e di conseguenza furono sempre migliaia gli appassionati che da tutto il mondo si recarono oltreoceano allo scopo di potere assistere di persona a una sua esibizione.


La grande passione per la musica gospel

Degno di nota il fatto che il cantante nutrì per tutto il corso della sua esistenza una passione incondizionata per la musica gospel e, ogniqualvolta gliene si presentava l'opportunità, ne interpretava dei brani, sia in studio sia dal vivo. Questa sua passione era nata quando, adolescente, si recava ad ascoltare le esibizioni dei Blackwood Brothers, e degli Stamps, due gruppi vocali celebri per la bontà dei cori nei quali si producevano durante lo svolgimento delle loro performance. J. D. Sumner, che collaborò con lui per tutto il corso degli anni settanta in qualità di corista, ne aveva fatto parte e la sua voce leggendaria raggiunse un record particolare, inserito nel guinness dei primati, cioè il primato della nota più bassa emessa dalla voce umana e di cui permanga una traccia fonografica. Per la cronaca tale nota fu emessa durante la registrazione del brano Way Down, dal quale fu tratto uno degli ultimi singoli incisi dal cantante nel corso del decennio.


Le stravaganze

Un'immagine dell'aereo personale di Elvis, il Convair 880 battezzato Lisa Marie, esposto a Graceland
Un'immagine dell'aereo personale di Elvis, il Convair 880 battezzato "Lisa Marie", esposto a Graceland
Una veduta degli interni del Convair 880, l'aereo personale di Elvis
Una veduta degli interni del Convair 880, l'aereo personale di Elvis
Il pianoforte placcato in oro posseduto da Elvis, una delle sue stravaganze
Il pianoforte placcato in oro posseduto da Elvis, una delle sue stravaganze

A partire dall'inizio del decennio in questione, il cantante adottò uno stile di vita sempre più sregolato e stravagante. Da allora in poi egli cominciò a indossare capi di abbigliamento sempre più vistosi ed eccentrici e a fare sfoggio, ogni qualvolta gliene si presentava l'opportunità, di atteggiamenti, come si suol dire, "regali", molto simili a quelli che avrebbe assunto un vero e proprio "monarca". In conseguenza di ciò venne allora soprannominato "the King" (il re, appunto) e per i suoi fan tale rimase sino alla fine dei suoi giorni.[130]

Un esempio dell'eccentrico abbigliamento di Elvis
Un esempio dell'eccentrico abbigliamento di Elvis

All'epoca, interpellato dai giornalisti sulle stravaganze che caratterizzavano la sua immagine pubblica, il cantante così si espresse: «L'immagine è una cosa, mentre l'uomo è un altro [...] è molto difficile vivere dietro a un'immagine...» Sempre a partire da allora egli cominciò poi a prodursi in spese folli, acquistando quantitativi enormi di gioielli, auto di lusso, a volte fatte personalizzare appositamente.

Di tali acquisti poi si sbarazzava, regalandoli alle fidanzate del momento, a conoscenti, ai membri del suo entourage o a sconosciuti: tale comportamento dissennato talvolta finiva inevitabilmente per mettere in crisi le sue pur cospicue finanze.[131] Nel corso del 1975 il cantante acquistò poi due aerei, ossia un piccolo quadrigetto Lockheed JetStar, usato sino ad allora per voli charter, che battezzò "Hound Dog II", e un jet quadrimotore Convair 880, un aereo civile di medie dimensioni adibito al trasporto di passeggeri, che era stato dismesso dalla compagnia Delta Air Lines.

Il cantante l'aveva acquistato con l'intenzione di farlo diventare il suo aereo personale, spendendo la somma di 250.000 dollari. Dopo una costosissima ristrutturazione degli interni dell'aeromobile, che incontrava le sue esigenze lavorative e ai suoi gusti, la cifra spesa raggiunse e superò i 600.000 dollari. L'aeromobile fu poi battezzato "Lisa Marie", in onore della figlia del cantante, e utilizzato in seguito dallo stesso e dal suo entourage per raggiungere celermente le più disparate località dell'America. Entrambi gli aerei in questione sono da tempo esposti e visibili a Graceland, la dimora di Elvis.[132]

A partire dalla seconda metà degli anni settanta, diventò anche evidente il fatto che il cantante, a causa dello stato depressivo che lo affliggeva e del conseguente abuso di farmaci in cui si produceva nel tentativo di combatterlo, cominciasse decisamente a manifestare i segni di una qualche forma di squilibrio psichico. Sussistono testimonianze attendibili del fatto che egli, a partire da quel periodo, frequentemente utilizzasse le armi di cui era in possesso allo scopo di sfogare i suoi eccessi di rabbia su degli oggetti, in modo particolare auto e televisori.

Sussistono anche testimonianze attendibili del fatto che egli adoperasse tali armi allo scopo di minacciare e intimidire i membri del suo entourage, con i quali, sempre a causa delle condizioni psichiche in cui versava, aveva spesso violenti diverbi.[133] Si ha poi notizia di un ambizioso progetto cinematografico al quale all'epoca il cantante partecipò, vale a dire la lavorazione di un film-documentario incentrato sulle arti marziali, per le quali egli da tempo nutriva una grande passione, e nel quale avrebbe ricoperto il ruolo di protagonista.

Tale progetto poi, a causa dei seri problemi di salute che cominciarono ad affliggere il cantante, dovuti principalmente alla sua condotta di vita, nonché al conseguente eccessivo e smodato consumo di farmaci attuato allo scopo di sostenerne il ritmo, venne poi accantonato e la pellicola in questione non raggiunse mai le sale cinematografiche. Sono tuttavia visibili sui siti internet che trattano dell'enorme mole di memorabilia attinenti al personaggio, alcuni spezzoni di filmati amatoriali girati presso la palestra dove egli si allenava in compagnia del suo entourage, che avrebbero dovuto essere utilizzati nel corso della lavorazione del documentario.[134] Tali filmati in effetti ci tramandano l'immagine di un cultore delle arti marziali piuttosto lento, imbolsito e complessivamente in pessima forma fisica.[132]


La produzione discografica degli anni settanta

La produzione discografica complessiva fu enorme e diversificata per tutto il corso del decennio, poiché durante lo svolgersi del periodo furono pubblicati un considerevole numero di album contenenti raccolte di carattere antologico, realizzati di volta in volta raccogliendo brani facenti parte delle colonne sonore delle pellicole interpretate dal cantante nel corso degli anni sessanta, o raccogliendo i titoli dei singoli risalenti al periodo degli anni cinquanta, quando egli venne scritturato dalla Sun Records. In altri casi tali raccolte vennero redatte raccogliendo i titoli dei primi singoli incisi dal cantante, allorquando egli venne scritturato dalla RCA, o raccogliendo titoli incisi sempre per la stessa casa, ma più recenti, o ancora semplicemente mettendo assieme alla rinfusa una miscellanea del materiale descritto in precedenza, senza alcun ordine razionale o nesso logico.

Fra di esse, in Italia si possono ricordare quelle pubblicate dalla RCA Italiana, appartenenti alla "Linea tre", e in Inghilterra quelle pubblicate dalla RCA Camden, sottomarca della RCA, sulla stessa falsariga. Furono poi pubblicati numerosi album redatti con sequenze di brani di nuova fattura incisi in studio, alcuni validi artisticamente, e fra di essi si possono ricordare quello intitolato Elvis Country (I'm 10,000 Years Old), un concept album contenente una serie di brani di musica country, e quello intitolato Elvis Sings the Wonderful World of Christmas, una raccolta di canzoni a carattere natalizio, commercializzati entrambi nel 1971. Seguì poi la pubblicazione di una raccolta di brani di tipologia gospel, intitolata He Touched Me, commercializzata nell'anno 1972.

Degno di nota anche album intitolato Aloha from Hawaii Via Satellite, contenente la colonna sonora dell'omonimo concerto, commercializzato nel 1973. Curioso invece l'album intitolato Having Fun with Elvis on Stage, una singolare raccolta contenente la registrazione dei dialoghi che il cantante intratteneva con il suo pubblico durante lo svolgimento dei suoi concerti, commercializzato nel 1974. Particolari invece i due album intitolati rispettivamente Promised Land e Today, contenenti una lunga serie di brani caratterizzati da una struttura di stampo decisamente melodico e dai quali traspariva una vena di notevole tristezza, entrambi commercializzati nel 1975.

L'ultimo album pubblicato dal cantante nel corso del decennio degno di nota fu quello intitolato Moody Blue, che conteneva una raccolta di brani di netta ispirazione country. I brani che in quel periodo ottennero maggior successo di classifica in qualità di singoli, furono, in ordine cronologico quelli intitolati rispettivamente Kentucky Rain e The Wonder of You, quest'ultimo una cover di un vecchio successo di Ray Peterson, risalente all'anno 1959, commercializzati entrambi nel 1970, There Goes My Everything, commercializzato nell'anno 1971, Burning Love, commercializzato nel 1972, Steamroller Blues, commercializzato nel 1973, Promised Land, commercializzato nel 1974, My Boy, e T-R-O-U-B-L-E, commercializzati entrambi nel 1975.

L'ultimo successo discografico del cantante nel corso del decennio in questione fu rappresentato dalla pubblicazione del singolo intitolato Moody Blue, commercializzato nel 1977, che fu anche l'ultimo disco pubblicato dal cantante prima del suo decesso, avvenuto il 16 agosto di quell'anno. Alcuni di questi titoli raggiunsero posizioni di rilievo nelle varie classifiche discografiche, sia sul mercato americano, sia su quello europeo, raggiungendo anche in qualche caso notevoli periodi di permanenza nelle zone alte delle stesse, ma apparve evidente che il cantante durante la seconda metà degli anni cinquanta, il periodo durante il quale la sua immagine si era affermata a livello internazionale, avesse raggiunto risultati ben più eclatanti.


Il declino



I problemi fisici e nella vita privata

All'inizio degli anni settanta, il cantante cominciò a manifestare problemi alla vista e, dopo essersi sottoposto a una serie di esami oculistici, scoprì di essere affetto da una forma di glaucoma secondario: di tale problema soffrì sino alla fine dei suoi giorni perché la continua esposizione alle forti luci di scena, inevitabile durante lo svolgimento dell'attività concertistica, peggiorò la patologia da cui era afflitto. Contemporaneamente cominciarono a manifestarsi dei problemi inerenti alla sua vita matrimoniale, poiché i lunghi periodi di lontananza dalla dimora coniugale, i suoi sempre più frequenti occasionali rapporti con altre donne, i suoi continui sbalzi di umore, dipendenti dall'abuso di farmaci, diventarono la fonte di continui diverbi con la moglie Priscilla. In seguito il protrarsi di questa situazione spinse poi la stessa Priscilla, che normalmente non lo seguiva durante lo svolgimento dei suoi interminabili tour e che nel frattempo aveva imbastito una relazione sentimentale con un altro uomo, a chiedere ed ottenere la separazione da lui, nel febbraio del 1972.[83]


L'abuso di farmaci

Con il passare degli anni Elvis, allo scopo di reggere meglio il serrato ritmo della sua stressante attività concertistica, incrementò paurosamente il consumo di farmaci quali stimolanti e anfetamine. Parimenti, allo scopo di forzare poi il suo successivo riposo aumentò smodatamente anche il consumo di farmaci quali barbiturici e tranquillanti: il letale mix di farmaci che era solito assumere sempre con maggior frequenza e in quantità sempre più rilevanti, suscitò in lui una forma di grave dipendenza, e finì per incidere poi in modo negativo anche sulla sua salute. I ricoveri in ospedale divennero allora frequenti. Inoltre, a quella che sembrava la continua crescita di uno stato ipocondriaco, si aggiunsero poi le conseguenze di un'alimentazione eccessiva e disordinata, che portarono il cantante a ingrassare vistosamente e a sottoporsi poi, nel tentativo di recuperare un minimo di forma fisica, a spossanti diete dimagranti a base di medicinali.[135]


Il divorzio dalla moglie e lo stato depressivo

Il 9 ottobre del 1973, nella città di Santa Monica, venne sancito ufficialmente il divorzio tra Elvis e Priscilla. Anche se, nonostante la fine del loro matrimonio, essi hanno mantenuto in seguito buoni rapporti di amicizia che perdurarono sino al suo decesso, l'accaduto contribuì al profilarsi in lui di un periodo di acuta depressione. Risale a quel periodo la pubblicazione di un brano dal quale fu tratto un singolo di carattere fortemente autobiografico, dal titolo Always on My Mind (Sempre nella mia mente), che ottenne un certo successo e del quale un notissimo gruppo in auge negli anni ottanta, i Pet Shop Boys, produsse nel 1987 un rifacimento in chiave dance, che godette a sua volta di un ottimo riscontro di carattere commerciale.[136]

Il suddetto stato depressivo e il conseguente abuso di farmaci posto in essere dal cantante allo scopo di combatterlo incise inevitabilmente sul suo già precario equilibrio psicologico. In conseguenza di ciò, egli iniziò a manifestare i segni di una volubilità e di un'irritabilità notevoli: questo stato di cose finì per incrinare i suoi rapporti con i membri del suo entourage. Animati dal risentimento, essi successivamente scrissero e fecero pubblicare un libro pesantemente diffamatorio nei suoi confronti, dal titolo Elvis: What Happened? (Elvis, cosa è successo?). Tale biografia venne scritta congiuntamente da Red West, Sonny West e Dave Hebler, che per quasi un ventennio erano stati i "membri storici" della cosiddetta "Memphis Mafia". Ovviamente il cantante venne a conoscenza del libro, se ne procurò una copia e lo lesse: ciò contribuì ulteriormente all'aggravarsi dello stato depressivo che già lo affliggeva da tempo.[137]


Gli ultimi anni di vita

Una veduta della dimora di Elvis, Graceland
Una veduta della dimora di Elvis, Graceland
La tomba di Presley a Graceland
La tomba di Presley a Graceland

Il divorzio divenne effettivo nell'ottobre del 1973. In quel periodo la salute del cantante cominciò a declinare rapidamente. Lo stesso anno fu ricoverato due volte per overdose da farmaci: la prima volta aveva trascorso tre giorni in coma nella suite d'hotel dove alloggiava, mentre nel secondo episodio, avvenuto alla fine dell'anno, fu ricoverato in ospedale in stato di coma per overdose da petidina. Secondo il suo medico di fiducia George C. Nicophoulos, Elvis pensava "di non essere come un drogato che compra la roba in strada per il fatto che prendeva farmaci prescritti da un medico". Nei tre anni successivi produsse sei album di canzoni che incontrarono alterni giudizi di critica e pubblico; cinque di questi album entrarono nella top five per qualche tempo e tre raggiunsero il primo posto. I diversi singoli ebbero un certo successo senza però raggiungere le cime della classifica.

Un segnale di problematiche legate alla salute del cantante era che, malgrado egli continuasse a impegnarsi in un gran numero di concerti, la durata di questi era ridotta, e di regola non duravano più di un'ora, a volte 50 minuti. Nonostante i problemi che lo afflissero, il cantante continuò a esibirsi in molte tournée, la maggior parte negli Stati Uniti, senza mai fermarsi, e non modificava lo stile di vita, nonostante gli avvertimenti dei medici.[7] John Wilkinson, chitarrista che lavorò negli ultimi anni con Presley, lo ritrasse in particolari inquietanti: «Gonfio come un otre, balbettante, un vero rottame [...] c'era qualcosa che assolutamente non andava nel suo fisico...»[138]

Pur alternando condizioni fisiche spesso critiche, in alcune occasioni non mancò di prodursi in performance di indubbio livello, come la sua esibizione a Rapid City al Rushmore Plaza Civic Center il 21 giugno 1977, durante la quale eseguì una sentita e vocalmente valida interpretazione del pezzo Unchained Melody, brano utilizzato in seguito negli anni ottanta come colonna sonora del film Ghost nella versione del 1965 incisa dai The Righteous Brothers.[139] Si esibì con continuità fino a poco prima del decesso. Tenne il suo ultimo concerto il 26 giugno 1977 al Market Square Arena di Indianapolis davanti a un pubblico composto da 18 000 persone (spezzoni della colonna sonora tratta da quell'ultima esibizione sono contenuti nel CD pubblicato nel 2002 e intitolato Adios: The Final Performance[140]).


L'"Elvis in Concert"

Lo stesso argomento in dettaglio: Elvis in Concert (speciale TV CBS).

Nel corso del 1977 venne prodotto dalla CBS uno speciale televisivo, realizzato assemblando una serie di riprese effettuate durante lo svolgimento di alcune delle ultime esibizioni in concerto del cantante. Gli spezzoni di filmato, utilizzati allo scopo di assemblare il prodotto finale successivamente trasmesso, della durata di circa un'ora, evidenziarono l'immagine di un artista ormai sfatto, a volte in stato confusionale, palesemente invecchiato, paurosamente in sovrappeso, e nel complesso in pessima forma fisica. Tali condizioni sono maggiormente apprezzabili visionando dei filmati amatoriali girati all'epoca, dietro le quinte, prima dell'ingresso in scena del cantante, che sono visibili sui vari siti internet dedicati all'enorme mole di memorabilia attinente al personaggio.[141]

Durante lo svolgersi delle esibizioni egli interpretò come al solito quello che era considerato il suo repertorio più classico, riproponendo alcune versioni dei suoi successi discografici, talvolta corredandole di varianti che le condizioni fisiche in cui versava resero inevitabilmente ridicole e grottesche. La registrazione di tali esibizioni rappresenta comunque l'ultima testimonianza mediatica della tipica attività concertistica in cui egli si era prodotto per tutto il corso degli anni settanta, e venne denominato Elvis in Concert. Dalla colonna sonora dello stesso speciale, fu ricavato anche un album, pubblicato successivamente al decesso del cantante, che all'epoca raggiunse posizioni di un certo rilievo nella classifica stilata dalla rivista Billboard.[142]


La vita sentimentale negli anni settanta

Il gossip e la vulgata imperante all'epoca attorno al personaggio gli attribuì nel corso del decennio svariate e talvolta inverosimili relazioni di natura sentimentale con un imprecisato numero di donne, nonché delle presunte riappacificazioni con l'ex moglie Priscilla, ma le relazioni stabili importanti di cui si ha notizia sicura furono sostanzialmente due. La prima fu quella che il cantante intrattenne con Linda Thompson, ex "reginetta di bellezza", a suo tempo eletta anche "Miss Tennessee", che egli conobbe verso la fine del 1973 e che gli rimase accanto per circa quattro anni, cercando anche di distoglierlo dalle sue poco salutari abitudini di vita.[143] La seconda fu quella che intrattenne con Ginger Alden, modella e attrice, che incontrò dopo la fine della relazione sentimentale intrattenuta con la compagna precedente, la quale gli fu accanto durante l'ultimo triste e travagliato periodo della sua vita. La Alden fu anche la donna che assunse il ruolo di ultima "fidanzata ufficiale" di Elvis, di cui rinvenne il cadavere esanime nella stanza da bagno di Graceland, il 16 agosto del 1977.[144]


La morte

Dopo l'ultima esibizione alla Market Square Arena di Indianapolis del 26 giugno 1977, il cantante tornò a Memphis per un periodo di riposo e per dedicarsi all'organizzazione del nuovo tour, che sarebbe dovuto iniziare attorno alla seconda metà di agosto.

Il 16 di agosto, Elvis tornò a Graceland in tarda serata, a seguito di una giornata intensa in cui si era anche sottoposto a una visita dentistica. Nonostante avesse già assunto un'abbondante dose di barbiturici, alcuni dei quali per l'otturazione di un molare cui si era sottoposto, rimase sveglio sino alle prime ore del mattino, intrattenendosi con la famiglia e il suo staff, rilassandosi e curando gli ultimi dettagli del concerto che si sarebbe dovuto svolgere a Portland (Maine) l'indomani. Alle 4:30 circa del mattino si mise al piano per suonare due canzoni gospel e il brano country Blue Eyes Crying in the Rain, l'ultimo pezzo che abbia mai cantato. Mezz'ora più tardi si ritirò in camera per cercare di riposare prima della partenza ma, non riuscendo ancora a dormire, decise di assumere un'ulteriore dose di barbiturici e prese a leggere il libro intitolato A Scientific Search for the Face of Jesus, scritto da Frank O. Adams.

Verso le 9.30 del mattino si diresse verso la stanza da bagno, con il libro. Dopo 4 ore, alle 13:30, venne rinvenuto nella stanza da bagno dalla compagna Ginger Alden, che diede immediatamente l'allarme. Il cantante giaceva sul pavimento. In ambulanza fu trasportato al Baptist Memorial Hospital, dove giunse alle ore 14:56. I tentativi di rianimazione messi in atto nel trasporto furono inutili e all'arrivo risultò evidente che la morte era sopraggiunta già da diverse ore. Alle 15:00 ne fu dichiarata la morte, che in un comunicato nell'immediatezza fu attribuita ad "arresto cardiaco", nonostante non vi fosse ancora alcun riscontro medico-legale. Elvis Presley aveva 42 anni.[145]


I funerali

I movimenti di Presley venivano sorvegliati quotidianamente dai giornalisti, che spesso si aggiravano dinanzi alla casa. I mezzi di informazione vennero a conoscenza del fatto immediatamente e la voce della morte si diffuse con tempestività. Meno di un'ora dopo il decesso del cantante un migliaio di persone si erano già riunite davanti al cancello di Graceland: un'ora più tardi il loro numero si aggirava già sui tremila. Nel pomeriggio raggiunse e superò la cifra di ventimila, e in tarda serata si raggiunsero e superarono le ottantamila presenze. Anche il successivo svolgimento delle esequie fu caratterizzato da quella forma di particolare e a volte grottesco folclore, che per tutto l'evolversi della carriera del cantante era stato alimentato dalla devozione che i suoi fan gli avevano sempre tributato.

Da tutto il mondo piovvero enormi quantitativi di ordini ai fioristi di Memphis, ai quali venne commissionato il confezionamento di migliaia di cuscinetti floreali a forma di chitarre, in riferimento allo strumento che aveva sempre accompagnato il cantante durante lo svolgimento di tutta la sua carriera, di cagnolini, in riferimento al brano Hound Dog (Cane da caccia), di orsacchiotti, in riferimento al brano (Let me be Your) Teddy Bear (L'orso Teddy), di cuori spezzati, in riferimento al brano Heartbreak Hotel (Hotel dei cuori infranti), e corone funebri della più svariata foggia, ma che si ispiravano comunque nella loro forma all'iconografia che era nata e si era successivamente sviluppata attorno all'immagine del cantante. Furono organizzati due voli speciali, allo scopo di trasportare ben cinque tonnellate di fiori dalla California e dal Colorado.

Lo svolgimento dei funerali venne anche funestato dal verificarsi di alcuni incidenti, dipendenti sia dalla enorme e caotica ressa che si era creata in quei frangenti, sia da quell'aura di fanatismo e isterismo collettivo che aveva sempre caratterizzato il rapporto che i suoi ammiratori più devoti avevano intrattenuto con il loro idolo.[146] Graceland, la maestosa tenuta acquistata dal cantante nel 1957, è diventata un vero e proprio museo: aperta al pubblico a partire dal 1982, essa è divenuta una sorta di santuario del rock, meta del pellegrinaggio continuo dei suoi innumerevoli fan.[147] Graceland risulta inoltre essere la seconda dimora più visitata degli Stati Uniti, con una media di oltre 10 000 presenze alla settimana, dopo la Casa Bianca, dimora storica del presidente della nazione.


Le circostanze del decesso



Il rinvenimento del cadavere e le varie ipotesi sulle cause della morte

Il 16 agosto 1977 Elvis fu rinvenuto esanime dalla fidanzata Ginger Alden all'interno del suo bagno a Graceland, si presume deceduto a causa di un attacco cardiaco. Sono comunque state successivamente formulate una ridda di ipotesi inerenti alle cause del suo decesso, sul quale permangono dubbi e perplessità. Secondo un noto biografo del cantante, Peter Guralnick, il suo medico personale anni dopo così si espresse, interpellato sulle modalità della sua morte: "Elvis aveva vomitato dopo essere stato colpito da infarto, a quanto pare mentre era seduto sul water e strisciò qualche metro verso la porta prima di morire". Dopo avere effettuato l'autopsia del cadavere, venne riscontrato un alto tasso di intossicazione da farmaci e la presenza di tracce di ben quattordici sostanze medicinali differenti, che in seguito si scoprirono essere state legalmente prescritte dal suo medico personale.

I medici che ebbero in cura Elvis all'epoca, tra cui il dottor Nichopoulos, suo medico personale, avevano già cercato di convincerlo a sostituire il suo regime alimentare con uno più sano e regolare, senza tuttavia ottenere il benché minimo successo, già a partire dal 1974, dunque circa tre anni prima.[148][149]

Tuttavia, vi sono dati contrastanti per quanto riguarda la causa della sua morte. Un'altra causa a cui venne da subito attribuita la morte di Presley fu l'obesità. Secondo la stima del medico che effettuò l'autopsia sul corpo del cantante, Elvis al momento del decesso pesava circa 158 kg.[148] Era visibilmente ingrassato, specialmente nell'ultimo periodo di vita, dato che passava il molto tempo seduto nella sua stanza davanti alla Tv ricorrendo al cibo per consolarsi: dolciumi fritti, cheeseburger, gelati, pizze, panini fritti con bacon, burro di noccioline e banane. Non trascurabile poi anche l'ipotesi di uno shock anafilattico, provocato da una parziale allergia alla codeina, sostanza presente in dosi elevate nei farmaci contro il mal di denti che egli stava assumendo in dosi massicce durante quei giorni.

Dubbi sulla sua morte sono sempre stati avanzati da molte persone, facendo anche nascere varie ipotesi fantasiose che hanno contribuito ad alimentarne il mito come quello in cui si sostiene che Elvis non sia morto, ma si sia in realtà nascosto.


Discografia


Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia di Elvis Presley.
 Elvis Presley, queste le cifre: 
in vent'anni 68 volte tra le
Top 20 di Billboard[150]
Anno Hit tra le Top 20
19569
19579
19585
19594
19605
19616
19624
19633
19644
19654
19661
19681
19693
19703
19722
19732
19741
19751
19771

Album in studio



Filmografia



Attore



Film su Elvis Presley



Documentari di Elvis Presley



Telefilm su Elvis Presley



Doppiatori italiani



Nella cultura di massa


Giuseppe Veneziano - Madonna dell'Elvis (2009)
Giuseppe Veneziano - Madonna dell'Elvis (2009)

Nel cinema



Nella musica



Leggende metropolitane sul decesso


Dopo la sua scomparsa si diffusero fantasiose illazioni che ne mettevano in dubbio la morte per una presunta messa in scena allo scopo di consentirgli una fuga definitiva dall'esistenza troppo logorante.[155][156]

Successivamente sono stati segnalati avvistamenti del cantante un po' ovunque nel mondo. Esiste un discreto numero di associazioni[157][158][159][160], in modo particolare statunitensi, in sostegno di queste leggende. Tra le ipotesi più inverosimili quella di una possibile origine aliena del cantante citata nelle scene finali del film Men in Black.

Altre ipotesi sarebbero un presunto inserimento nel programma "protezione dei testimoni" da parte dell'FBI e quella che gli attribuisce un coinvolgimento nel complotto che nel corso degli anni sessanta ebbe come conseguenza l'omicidio del presidente John Fitzgerald Kennedy.[161]


Altro



Riconoscimenti


Una singolare statua del cantante, situata nei pressi di un ristorante
Una singolare statua del cantante, situata nei pressi di un ristorante

Successi al primo posto negli Stati Uniti


(NB: tra parentesi è indicato il numero di settimane in vetta)

1956
1957
1958
1959
1960
1961
1962
1969

Onorificenze


Medaglia Presidenziale della Libertà (Stati Uniti)
 16 novembre 2018 (postumo)

Note


  1. allmusic.com - Elvis Presley.
  2. Elvis re del Rock, su elvis.it.
  3. Sony Music.
  4. Goldman, pp. 188-189.
  5. Lodetti, p. 50.
  6. Rodogna, pp. 58-59.
  7. Assante, p. 58.
  8. Sul certificato di nascita, tuttavia, era Aron. Il nome fu scelto in onore dell'amico e compagno di congregazione dei Presley, Aaron Kennedy. L’ortografia con una sola A fu probabilmente voluta dai genitori di Presley per fare un parallelo con il secondo nome del fratello nato morto di Presley, Jesse Garon (Guralnick 2004, p. 24). Nel 1966, Presley espresse al padre il desiderio di utilizzare d'ora in poi la più tradizionale forma biblica, Aaron, "soprattutto sui documenti legali" (Nash, p. 11). Conoscendo i suoi desideri per il secondo nome, Aaron è la grafia scelta da suo padre per la lapide di Presley ed è quella che i suoi eredi hanno designato come ufficiale.
  9. http://www.rockol.it/tutto-su/elvis-presley-667
  10. Presley Elvis (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2009).
  11. Lastampa.It (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2009).
  12. esquire.com, 6 giugno 2022, https://www.esquire.com/entertainment/interviews/a809/esq0902-sept-wil/.
  13. Goldman.
  14. Lorenzo Barberis, Miti pop - Lavaggio a freddo, a cura di Mirco Delle Cese, Roma, Ultra Edizioni, 2021, p. 42-44, ISBN 978-8-89278051-4.
  15. Elvis Presley Music News & Info|Billboard.com, su billboard.com. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2009).
  16. Person of the Week: Elvis Presley, su time.com, TIME, 15 agosto 2002. URL consultato il 21 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2011).
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[de] Elvis Presley

Elvis Aaron Presley (* 8. Januar 1935 in Tupelo, Mississippi; † 16. August 1977 in Memphis, Tennessee), häufig nur Elvis genannt, war ein US-amerikanischer Sänger, Musiker und Schauspieler. Er gilt als einer der wichtigsten Vertreter der Rock- und Popkultur des 20. Jahrhunderts.[1] Wegen seiner Erfolge und seiner Ausstrahlung wird er auch als „King of Rock ’n’ Roll“ oder einfach als „The King“ bezeichnet. Elvis Presley gilt mit wahrscheinlich über einer Milliarde verkauften Tonträgern als der erfolgreichste Solo-Künstler weltweit.[2]

[en] Elvis Presley

Elvis Aaron Presley[lower-alpha 1] (January 8, 1935 – August 16, 1977), or simply Elvis, was an American singer and actor. Dubbed the "King of Rock and Roll", he is regarded as one of the most significant cultural figures of the 20th century. His energized interpretations of songs and sexually provocative performance style, combined with a singularly potent mix of influences across color lines during a transformative era in race relations, led him to both great success and initial controversy.

[es] Elvis Presley

Elvis Aaron Presley[nota 1] (Tupelo, Misisipi, 8 de enero de 1935-Memphis, Tennessee, 16 de agosto de 1977), más conocido como Elvis Presley o simplemente Elvis, fue un cantante, compositor y actor estadounidense, considerado como uno de los iconos culturales más populares del siglo XX. Es apodado como «el rey del rock and roll».

[fr] Elvis Presley

Elvis Presley ([ˈɛlvɪs ˈpɹɛsli][alpha 1]), né le 8 janvier 1935 à Tupelo, dans le Mississippi, et mort le 16 août 1977 à Memphis, dans le Tennessee, est un chanteur et acteur américain. Surnommé « The King of Rock and Roll » (« Le Roi du Rock and Roll ») ou plus simplement « The King » (« Le King ») en raison de son immense succès international et pour son rôle dans l'expansion de ce style musical à l'échelle mondiale, il est l'une des icônes culturelles majeures du XXe siècle.
- [it] Elvis Presley

[ru] Пресли, Элвис

Э́лвис Аро́н Пре́сли (англ. Elvis Aaron Presley[6]; 8 января 1935, Тьюпело — 16 августа 1977, Мемфис) — американский певец и актёр, один из самых коммерчески успешных исполнителей популярной музыки XX века[7]. Также известен как «король рок-н-ролла» (или просто «король» — The King).



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