Ars Longa Vita Brevis, del 1968, è il secondo album del gruppo musicale britannico di rock progressivo The Nice.
Ars Longa Vita Brevis album in studio | |
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Artista | The Nice |
Pubblicazione | Novembre 1968 |
Durata | 39:57 |
Dischi | 1 |
Tracce | 6 |
Genere | Rock progressivo |
Etichetta | Immediate |
Produttore | The Nice |
The Nice - cronologia | |
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(1969) |
Poco prima della registrazione dell'album, il chitarrista Davy O'List fu cacciato dal gruppo poiché reso eccessivamente inaffidabile dall'abuso di stupefacenti.[1] Dopo aver cercato di rimpiazzarlo con altri chitarristi tra cui Steve Howe, futuro membro degli Yes, i Nice decisero di proseguire come trio; in un solo brano di quest'album, si avvalsero della collaborazione del chitarrista Malcolm Langstaff il quale eseguì parti scritte in precedenza dallo stesso O'List.[1]
I primi tre brani del disco proseguono idealmente nello stile del precedente album The Thoughts of Emerlist Davjack, fatto di canzoni a metà fra beat e psichedelia:
Daddy Where did I Come from parla di un bambino che domanda ai genitori come è nato e viene più volte rimpallato tra la mamma e il papà, quindi quest'ultimo prova a rispondergli con i luoghi comuni fatti di cicogne, impollinazione dei fiori ecc. salvo rendersi conto che il figlio sa già tutto e ha notato anche che è ubriaco. Nell'inciso strumentale, vari gemiti alludono a un amplesso. In questo brano, il tastierista Keith Emerson si occupa di quasi tutte le parti vocali, caso rarissimo nella sua intera carriera discografica.[1]
Little Arabella, brano swing con Emerson all’organo e al piano honky-tonk, è il ritratto psichedelico di una ragazza svampita.
Happy Freuds è una satira sulla moda della psicoanalisi facile e in generale su coloro che s'illudono di "conoscere se stessi". Nel testo Jackson sogna di costruire uno specchio nel quale le persone si vedano come gli altri le vedono, anziché come vedono se stesse.
Segue la lunga rilettura con arrangiamenti orchestrali di un brano sinfonico di Jean Sibelius, Intermezzo dalla Karielia Suite, con cui il gruppo inaugura la fusione fra musica classica e rock che caratterizzerà in modo significativo il suo repertorio d'ora in avanti.[1] In coda, Don Edito el Gruva è un frammento di pochi secondi con l'orchestra che accorda gli strumenti, interrotta bruscamente dal suono di un fischietto tra le risate dei presenti. È un omaggio al tecnico del suono Don Brewer, come suggerisce Il titolo: una storpiatura in finto spagnolo della frase inglese Don edits the grooves.[1]
La nuova cifra stilistica introdotta da Intermezzo prosegue sul lato B, occupato interamente dalla suite che dà il titolo all'album. Essa vede nuovamente il gruppo affiancato dall'orchestra e si compone di sei parti: un preludio, quattro movimenti ed una coda. Le varie sezioni, ad un ascolto attento, si rivelano registrate separatamente e poi montate in sequenza.[1] Il titolo in latino è un aforisma tradizionalmente attribuito a Ippocrate; l'interpretazione che ne diede Keith Emerson è riportata fra le note di copertina:
(EN)
«Ars Longa Vita Brevis |
(IT)
«Ars Longa Vita Brevis |
(Keith Emerson) |
La suite è strutturata come segue:
La copertina dell'album, realizzata dal fotografo Gered Mankowitz, consiste nella composizione di tre immagini che le note del disco indicano come radiografie dei tre componenti il gruppo, ma che a un esame attento si rivelano la triplice riproduzione della stessa fotografia.[1] L'idea di partenza era effettivamente quella di radiografare i tre musicisti, metafora del fatto che l'album ne coglieva l'essenza più intima e autentica,[1] ma fu scartata per i rischi alla salute derivanti dall'esposizione integrale ai raggi X.[1] Mankowitz allora reperì vecchie lastre da una cllinica a Knightsbridge e costruì un diafanoscopio rudimentale sul quale le dispose come in un collage, fino a comporre una figura umana intera a grandezza naturale cui poi aggiunse alcune sagome di organi interni da lui stesso disegnate su lucidi colorati, quindi fotografò il tutto; lo scatto fu infine "triplicato" mediante la tecnica dell'esposizione multipla.[1]
Durata totale: 20:37
* A seconda delle edizioni, sull'etichetta del vinile la suite figura anche come: Symphony for Group and Orchestra, in aggiunta o in sostituzione del titolo principale; altre edizioni erroneamente elencano i sei movimenti come brani a sé stanti, omettendo cioè del tutto il titolo della suite, probabilmente perché coincidente con quello dell'album.
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