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McCartney è il secondo album da solista di Paul McCartney, il primo dopo la separazione dai Beatles, uscito il 17 aprile 1970 nel Regno Unito, il 20 aprile negli USA. L'album è pubblicato dalla Apple Records. È notevole il fatto che l'album sia stato realizzato interamente dal solo McCartney, tranne che per alcune parti vocali effettuate da sua moglie Linda. McCartney stesso ha dichiarato di aver suonato, tra gli altri strumenti: basso, batteria, chitarra, organo, pianoforte e archi.

McCartney
album in studio
ArtistaPaul McCartney
Pubblicazione17 aprile 1970
Durata35:00
Dischi1
Tracce13
GenerePop rock
Folk rock
EtichettaApple Records
ProduttorePaul McCartney
Registrazione1969 - 1970
Noten. 1
n. 2
n. 3 [1]
Certificazioni
Dischi di platino Canada[2]
(vendite: 100 000+)
 Stati Uniti (2)[3]
(vendite: 2 000 000+)
Paul McCartney - cronologia
Album precedente
(1967)
Album successivo
(1971)

Il disco



Origine e registrazione


Registrato privatamente fra la sua casa a Londra e gli studi di Abbey Road, tra la fine del 1969 e il marzo del 1970 sotto lo pseudonimo di "Billy Martin", lo sviluppo di McCartney è stato intrapreso quando ormai i Beatles si stavano separando.

Le registrazioni cominciarono poco prima del Natale 1969: la prima canzone registrata sul quattro piste di Paul nella casa di St.John's Wood fu The Lovely Linda, in cui McCartney suonò chitarra acustica, basso e percussioni, ottenute picchiettando su alcuni libri[4]. Paul McCartney era stato il più impegnato fra i quattro a cercare di mantenere solidità e unione nel gruppo, ma con John Lennon impegnato sia in ambito musicale e privato con Yōko Ono, e con George Harrison, che sentendosi poco considerato dal resto del gruppo, stava debuttando come solista, capì che ormai era solo questione di tempo e che la loro unione era solo una facciata per il pubblico dopo la registrazione della loro ultima fatica, Abbey Road.

Capendo che ormai la situazione era irreparabile, decise di trasferirsi con Linda e le sue due figlie Heather e la neonata Mary, dagli studi di Liverpool alla sua casa di Londra.

Il compositore aveva portato con sé un registratore portatile a nastro per registrare e successivamente esaminare il primo brano dell'album, The Lovely Linda, obiettivo che si era prefissato di completare entro la fine dell'anno. Nel frattempo, assieme ai Beatles stava completando il vero ultimo progetto della band, Let It Be. Entrambi i progetti furono pronti per il marzo del 1970 e McCartney, iniziò a pensare di pubblicare per primo il suo album da solista. La pubblicazione dell'album fu quindi pianificata per il 17 aprile 1970 ma agli altri tre Beatles apparve subito evidente che sarebbe potuto entrare in competizione con Let It Be, album e pellicola. Ringo Starr allora, che dopo aver saputo del progetto di McCartney capì che era davvero finita, essendo quello che aveva mantenuto i rapporti migliori con McCartney, fu inviato da John e George a casa di Paul per proporgli soltanto di posticipare la data dell'uscita del suo album in modo da non scontrarsi con l'ultima fatica dei Beatles. Dopo una furibonda litigata, Starr venne cacciato in malo modo[5] e McCartney restò irremovibile sulla data del 17 aprile per la pubblicazione, ma non prima di aver fatto un annuncio ufficiale.


L'annuncio dell'uscita dai Beatles

Il 10 aprile il quotidiano inglese Daily Mirror pubblica il titolo "Paul quits The Beatles", anticipando i contenuti dell'intervista contenuta nelle copie britanniche dell'album McCartney. In questa intervista, Paul non annuncia lo scioglimento della band; ma alla domanda se prevedesse un futuro in cui la coppia Lennon-McCartney potesse ancora scrivere assieme, la risposta fu un secco 'no'.[6] La notizia fu uno shock per il mondo intero e, anche se intenzionalmente o no, fu l'ultima di una serie di avvenimenti che portò allo scioglimento dei Beatles, la cosa contribuì molto a lanciare McCartney sul mercato internazionale. Il tono delle parole nell'intervista è molto risoluto e deciso, ma in realtà sono ben lungi dal rivelare il reale stato emotivo di McCartney all'epoca. Come confermerà in seguito lo stesso Paul, in quel periodo si sentiva depresso e svuotato, emotivamente annientato dalla fine della sua avventura con i Beatles, a cui aveva dato tutto se stesso, e che aveva cercato di tenere insieme contro tutte le apparenze.[5] Il 1970 si chiuderà su toni ancora più cupi, quando McCartney farà causa agli altri tre ex compagni dei Beatles per sciogliere la società che lo legava al passato. Iniziò così una serie di battaglie legali a base di citazioni in giudizio e carte bollate che terminerà solamente nel 1989 e avvelenerà ulteriormente i rapporti tra gli ex Beatles.


Accoglienza e critica


Recensioni professionali
Recensione Giudizio
AllMusic [7]
The A.V. Club B[8]
Blender [9]
Christgau's Record Guide B[10]
Consequence [11]
Encyclopedia of Popular Music [12]
MusicHound [13]
Pitchfork 7.9/10[14]
Record Collector [15]
The Rolling Stone Album Guide [16]
Ondarock 7.5/10[17]

L'album si piazzò immediatamente al numero 1 negli Stati Uniti e vi rimase per tre settimane. In Gran Bretagna all'inizio l'album si piazzò soltanto fra i migliori 20, ma si riprese presto, raggiungendo il secondo posto dove rimase per tre settimane. Nel resto del mondo raggiunge la seconda posizione in Norvegia e Nuova Zelanda, la terza in Italia, Olanda ed Australia e la quarta in Francia.

L'album contiene tracce molto apprezzate fra le quali in particolare Every Night e Maybe I'm Amazed. George Harrison in seguito definì "magnifici" questi ultimi pezzi, ma giudicò "mediocre" il resto dell'album.

La critica più comune che venne fatta all'album all'epoca era quella di sembrare un lavoro completato solo a metà, non rifinito e con delle canzoni non all'altezza di quelle dei precedenti album di McCartney con i Beatles. Melody Maker scrisse che a fronte di pezzi splendidi come Maybe I'm Amazed, che se fosse stata per esempio su Abbey Road, sarebbe considerata un classico dei Beatles, sono presenti brani come Man We Was Lonely o Kreen-Akrore che se non fossero stati incisi da Paul McCartney nessuno li avrebbe degnati di un ascolto. Penny Valentine su Disc & Music Echo disse: «Non so a cosa stava pensando Paul quando ha deciso di fare questo album. Probabilmente si sta prendendo gioco di noi. Sarà anche simpatico, ma è un po' crudele, quasi come un tradimento».[18] Generalmente la critica giudicò l'opera piuttosto "leggera" ma col passare del tempo McCartney è cresciuto di pregio e a tutt'oggi si può considerare una tra le sue migliori opere nella carriera da solista.[senza fonte]

Nel 1999 Neil Young introdusse McCartney nella Rock and Roll Hall of Fame[19] e lodò McCartney, dicendo: «Amavo quel disco perché era così semplice. E c'era così tanto da vedere e da ascoltare. Era solo Paul. Non c'erano abbellimenti o altro;... Non era un tentativo di competere con le cose che aveva già fatto. E così uscì dall'ombra dei Beatles».[20] Successivamente McCartney disse a Rolling Stone che, data la qualità casalinga della registrazione, egli considerava il disco essere il primo album indie della musica rock.[20] Citando la registrazione e il missaggio casalinghi, Brent Day della rivista Paste disse di ritenere McCartney "uno dei primi grandi dischi lo-fi del suo tempo".[21] L'album è uno dei due dischi della carriera solista di McCartney post-Beatles ad essere stato incluso nel libro 1001 Albums You Must Hear Before You Die.[22]

Luca Perasi nel suo libro Paul McCartney: Recording Sessions (1969-2011) ha definito Maybe I'm amazed "il brano più notevole" della carriera solista di McCartney, che mostra il "McCartney più autentico dal punto di vista musicale ed umano"[23].


Tracce


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Tutte le tracce hanno come unico autore Paul McCartney.

  1. The Lovely Linda – 0:44
    • Una breve canzone acustica registrata nel suo studio di registrazione, a casa sua.
  2. That Would Be Something – 2:39
  3. Valentine Day – 1:40
    • Strumentale
  4. Every Night – 2:32
  5. Hot as Sun/Glasses – 2:07
    • Una delle canzoni più antiche di Paul, scritta durante l'esperienza nei Quarrymen.
  6. Junk – 1:55
    • Scritta durante il viaggio in India nel 1968, dove i Beatles studiavano meditazione trascendentale, Paul la compose al ritorno a casa di George Harrison. Scartata per il White Album, era stata proposta anche per Abbey Road.
  7. Man We Was Lonely – 2:57
  8. Oo You – 2:49
  9. Momma Miss America – 4:05
  10. Teddy Boy – 2:23
    • Anch'essa scritta in India nel 1968, doveva essere inclusa in Let It Be, ma il progetto cadde prima di essere completato.
  11. Singalong Junk – 2:35
    • Una versione strumentale di Junk
  12. Maybe I'm Amazed – 3:51
    • Ha raggiunto il 338º posto nella Lista delle 500 migliori canzoni secondo Rolling Stone, stilata nel 2004 dalla rivista omonima.
  13. Kreen-Akrore – 4:15
    • Strumentale
    • I Kreen-Akakore sono una tribù indiana che vive in Brasile, nella foresta Amazzonica.

Formazione


Crediti

Ristampa 2011: The Paul McCartney Archive Collection


Nel 2011 l'album è stata ripubblicato dalla Hear Music/Concord Music Group come parte della serie The Paul McCartney Archive Collection.

L'album è uscito in tre versioni differenti: una edizione speciale su due CD con il secondo disco contenente varie bonus track, su doppio vinile, e una deluxe edition comprendente due CD e un DVD, e un libro di 128 pagine con note e foto inedite.


Disco 1: Album originale


  1. The Lovely Linda – 0:43
  2. That Would Be Something – 2:38
  3. Valentine Day – 1:39
  4. Every Night – 2:31
  5. Hot as Sun/Glasses – 2:05
  6. Junk – 1:54
  7. Man We Was Lonely – 2:56
  8. Oo You – 2:48
  9. Momma Miss America – 4:04
  10. Teddy Boy – 2:22
  11. Singalong Junk – 2:34
  12. Maybe I'm Amazed – 3:53
  13. Kreen-Akrore – 4:15

Disco 2: Bonus Audio Tracks (Previously unreleased)


  1. Suicide (Outtake) - 2:48
  2. Maybe I'm Amazed [dal documentario One Hand Clapping - 1974] - 4:53
  3. Every Night [Live At Glasgow, 17 December 1979] - 4:30
  4. Hot as Sun [Live At Glasgow, 17 December 1979] - 2:27
  5. Maybe I'm Amazed [Live At Glasgow, 17 December 1979] - 5:11
  6. Don't Cry Baby - Versione strumentale di Oo You - 3:07
  7. Women Kind (Demo) [Mono] - 2:09

DVD: Bonus Film


  1. "The Album Story"
  2. "The Beach"
  3. Maybe I'm Amazed Music Video
  4. Suicide [dal documentario One Hand Clapping - 1974]
  5. Every Night [Live at Concert for the People of Kampuchea - 29 dicembre 1979]
  6. Hot as Sun [Live at Concert for the People of Kampuchea - 29 dicembre 1979]
  7. Junk ["MTV Unplugged" Performance - 25 gennaio 1991]
  8. That Would Be Something ["MTV Unplugged" Performance - 25 gennaio 1991]

Curiosità



Note


  1. hitparadeitalia.it
  2. (EN) McCartney – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 7 luglio 2016.
  3. (EN) Paul Mc Cartney - Mc Cartney – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 7 luglio 2016.
  4. Luca Perasi, Paul McCartney: Recording Sessions (1969-2011), 2012, p.7. ISBN 9788891014399.
  5. Russino, Guffanti, Oliva. Paul McCartney 1970-2003: Dischi e misteri dopo i Beatles, Editori Riuniti, 2003, pag. 19, ISBN 88-359-5445-2
  6. Luca Perasi, Paul McCartney: Music is ideas. Le storie dietro le canzoni (Vol. 1) 1970-1989, L.I.L.Y. Publishing, 2022, pp. 61-62, ISBN 978-88-909122-6-9
  7. Stephen Thomas Erlewine, McCartney – Paul McCartney, su AllMusic. URL consultato il 22 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2014).
  8. Steven Hyden, Paul McCartney: McCartney / McCartney II, in The A.V. Club, 14 giugno 2011. URL consultato il 19 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2018).
  9. Jody Rosen, Paul McCartney: McCartney, in Blender, New York. URL consultato il 3 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2010).
  10. Robert Christgau, Consumer Guide '70s: M, in Christgau's Record Guide: Rock Albums of the Seventies, Ticknor & Fields, 1981, ISBN 0-89919-026-X. URL consultato il 7 marzo 2019. Ospitato su robertchristgau.com.
  11. Karina Halle, Album Review: Paul McCartney – McCartney [Reissue], in Consequence, 21 giugno 2011. URL consultato il 19 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2011).
  12. Larkin, p. 1257.
  13. Graff & Durchholz, p. 730.
  14. Joe Tangari, Paul McCartney: McCartney / McCartney II, in Pitchfork, 15 giugno 2011. URL consultato il 19 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2012).
  15. Paul McCartney: McCartney, in Record Collector, luglio 2011, p. 95.
    «The likes of 'Every Night,' 'Junk,' and 'Maybe I'm Amazed' still sound absolutely effortless and demonstrate the man's natural genius with a melody.»
  16. Greg Kot, Paul McCartney, in Nathan Brackett e Christian Hoard (a cura di), The New Rolling Stone Album Guide, 4th, Simon & Schuster, 2004, pp. 527–28, ISBN 0-7432-0169-8. URL consultato il 22 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2014).
  17. Paul McCartney. Man on the run, in www.ondarock.it. URL consultato il 5 dicembre 2020.
  18. Russino, Guffanti, Oliva. Paul McCartney 1970-2003: Dischi e mistreri dopo i Beatles, Editori Riuniti, 2003, pag. 23, ISBN 88-359-5445-2
  19. Badman, p. 619.
  20. Flashback: Paul McCartney Releases First Solo Album, su wmmr.com, wmmer.com, 17 aprile 2013. URL consultato il 19 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2014).
  21. Brent Day, Paul McCartney Walks the Fine Line Between Chaos and Creation, su Paste, 26 ottobre 2005. URL consultato il 13 settembre 2018 (archiviato il 25 agosto 2019).
  22. George Durbalau, 1001 Albums You Must Hear Before You Die, Octopus Publishing Group, 5 dicembre 2011, ISBN 978-1-84403-714-8. URL consultato il 26 aprile 2012.
  23. Luca Perasi, Paul McCartney: Recording Sessions (1969-2011), 2012, pp.18-19. ISBN 9788891014399.

Collegamenti esterni


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На других языках


[de] McCartney (Album)

McCartney ist das erste Soloalbum von Paul McCartney. Es erschien am 17. April 1970. McCartney nahm das Album im Alleingang auf und spielte jedes Instrument selbst. Den ersten 100 Exemplaren des Albums war eine von McCartney verfasste Presseerklärung beigelegt, in der er zum einen detaillierte Angaben zur Entstehung der LP machte, zum anderen seinen Austritt aus den Beatles erklärte. Damit wurde der Erscheinungstermin von McCartney quasi zum offiziellen Trennungsdatum der Beatles.

[en] McCartney (album)

McCartney is the debut solo album by English musician Paul McCartney, released on 17 April 1970 by Apple Records. McCartney recorded it in secrecy, mostly using basic home-recording equipment at his house in St John's Wood. Mixing and some recording took place at professional London studios. In its loosely arranged performances, McCartney eschewed the polish of the Beatles' past records in favour of a lo-fi style. Apart from occasional contributions by his wife, Linda, McCartney performed the entire album alone by overdubbing on four-track tape.

[es] McCartney (álbum)

McCartney es el primer álbum de estudio en solitario del músico británico Paul McCartney, publicado por la compañía discográfica Apple Records en abril de 1970. Su lanzamiento coincidió en el tiempo con el de Let It Be, el último álbum de The Beatles, a pesar del intento de sus compañeros de grupo por retrasar su publicación en favor de otros proyectos de Apple. Dicho conflicto provocó un nuevo enfrentamiento entre McCartney y sus compañeros de The Beatles, sumado al intento del primero por mantener unido el grupo y por controlar la gestión de Apple a través de su cuñado Lee Eastman.
- [it] McCartney (album)

[ru] McCartney

McCartney — дебютный сольный студийный альбом Пола Маккартни, записанный им в конце 1969 года и в начале 1970 года и выпущенный 17 апреля (в Британии; 20 апреля — в США) 1970 года записывающей компанией Apple Records[2]. Альбом был прохладно принят музыкальной критикой, но имел значительный коммерческий успех, поднявшись на вершину Billboard 200[3] и остановившись на #2 в UK Albums Chart (где первенствовали в тот момент Саймон и Гарфанкел с альбомом Bridge over Troubled Water)[4]. Вскоре и в Великобритании, и в США альбом получил золотой статус[5].



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