Nonostante sia stato accostato erroneamente da molti alla corrente nu metal, Mer de Noms si presenta come un disco art rock ricco di elementi e forti influenze progressive, hard rock, pop rock, dark,[4] heavy metal e post-rock.[13]
Spaziando tra l'utilizzo di strumenti atipici come violino e xilofono, il disco è caratterizzato da un'atmosfera cupa e mistica in linea con i testi, narranti tematiche come la morte e la religione.[10][1] D'altra parte, Mer de Noms si dimostra un lavoro rotondo e ricco, dove si alternano brani molto più "leggeri" come la ballata 3 Libras e tracce più "pesanti" legate allo stile dei Tool, come nel caso del singolo Judith.[4]
Titolo
Il titolo scelto per album (in francese "Mare di nomi") fa riferimento ai titoli dei brani, ovvero nomi di persone incontrate da Keenan durante la sua vita; i testi sono dedicati a loro. Un esempio è il brano Renholdër, anagramma di "Re:D.Lohner", riferimento al polistrumentista Danny Lohner e futuro collaboratore del gruppo a partire dall'album successivo.
Un esempio dei simboli sulla copertina. La scritta "APC" (acronimo di A Perfect Circle) nell'alfabeto del gruppo.
All'interno del libretto dell'album i titoli delle tracce sono scritti in un alfabeto di rune che verrà successivamente adottato dalla band. Le scritte dietro al logo, disegnato da Howerdel,[14] si traducono in "La cascata dei nomi" (dal francese "La Cascade des Prénoms").
Accoglienza
La critica si è divisa molto a proposito di Mer de Noms, con Pat Blashill di Rolling Stone che lo ha definito un disco «eccentrico», «desideroso» e come «un sogno disperato di quello che era il rock».[11] Ned Raggett di AllMusic ha descritto la «collaborazione avvincente tra la voce dolorante di Keenan e la grande abilità artistica di Howerdel» come «uno dei migliori schizzi del 2000 di ciò che è rimasto del 'rock moderno'».[1]
Nel 2005 Mer de Noms è stato inserito al numero 443 nella classifica The 500 Greatest Rock & Metal Albums of All Time della rivista Rock Hard.[15] L'album è stato inoltre inserito al quindicesimo posto della classifica Best Debut Hard Rock Albums della webzine Loudwire.[16] Mentre nel 2016 è stato inserito nella lista dei dieci album alternative metal essenziali secondo Metal Hammer,[2] finendo per essere inserito quattro anni dopo anche nella lista dei venti migliori album del 2000.[17]
Tracce
Testi e musiche di Billy Howerdel e Maynard James Keenan.
Billy Howerdel – produzione, missaggio, ingegneria del suono, grafica
Alan Moulder – missaggio, ingegneria parti di batteria (traccia 9)
Frank Gryner – ingegneria parti di batteria (tracce 1, 5, 6, 9 e 11)
Critter – ingegneria parti di batteria (tracce 2-4, 7, 8, 10 e 11)
Eddy Schreyer – mastering
Steven R. Gilmore – direzione artistica, grafica, computer grafica, illustrazione
Sean Murphy – fotografia
Successo commerciale
L'album ha ottenuto un discreto successo grazie alle 188 000 copie vendute nella prima settimana, piazzandosi al 4º posto della Billboard 200,[19] evento che rende tuttora Mer de Noms il debutto di maggior successo di un gruppo rock nella storia della classifica.[20]
L'album è stato poi certificato disco di platino il 31 ottobre 2000,[9] restando 51 settimane consecutive in classifica.[19]
(EN) Ned Raggett, Mer de Noms, su AllMusic, All Media Network. URL consultato l'11 novembre 2018.
(EN) Stephen Hill, 10 essential alt-metal albums, su Metal Hammer, 19 febbraio 2019. URL consultato il 2 novembre 2021.
(EN) John Petkovic, A Perfect Circle (abstract), in Rolling Stone, n.851, New York, Rolling Stone Licensing LLC, 12 ottobre 2000, p.42, ISSN0035-791X(WC· ACNP). URL consultato il 9 settembre 2022.
Tommaso Iannini, Nu metal, Firenze, Giunti, 2003, p.18, ISBN88-09-03051-6.
(EN) Mer De Noms, su NME, 12 settembre 2005. URL consultato il 15 dicembre 2016.
(EN) Pat Blashill, A Perfect Circle - Mer De Noms, su Rolling Stone, 8 giugno 2000. URL consultato il 2 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2008).
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