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My Life in the Bush of Ghosts è un album di Brian Eno e David Byrne pubblicato dall'etichetta discografica Sire Records nel febbraio 1981 e ristampato con l'aggiunta di 7 bonus tracks dalla Virgin nel 2006.

My Life in the Bush of Ghosts
album in studio
ArtistaBrian Eno, David Byrne
Pubblicazionefebbraio 1981
27 marzo 2006
Durata39:40
59:56
Dischi1
Tracce11
18
GenereMusica sperimentale[1]
Art rock[1]
World music[2]
EtichettaSire
Virgin
ProduttoreBrian Eno, David Byrne
RegistrazioneRPM, New York
4 e 16 agosto, 1979
Blue Rock, New York
5 settembre 1979
Eldorado, Los Angeles
febbraio e marzo 1980
Different Fur,
San Francisco
aprile 1980
Sigma, New York
ottobre 1980
FormatiLP
CD+DVD
Brian Eno - cronologia
Album successivo
(1982)
David Byrne - cronologia
Album precedente
Album successivo
(1989)

Il disco


Il titolo è tratto dalla versione originale del romanzo La mia vita nel bosco degli spiriti dello scrittore nigeriano Amos Tutuola, una raccolta di favole che ha per protagonista un bimbo africano, attratto ed allo stesso tempo terrorizzato dalle molteplici creature magiche che incontra nel bosco.[3]

L'album rappresenta una tappa straordinaria nella carriera di Eno e Byrne,[1][4] che esplorano in modo assolutamente originale vari mondi legati al folk ed alla musica etnica, creando una connessione nuova tra questi e la neonata scena dell'ambient.[1] Tale impegno si configura come una delle più autorevoli testimonianze che precorrono l'incombente world music.[1] Già i due musicisti si erano avvicinati alle sonorità tribali, seppur meno radicalmente, negli album Fear of Music (1979) e Remain in Light (registrato in contemporanea con 'My Life' nel 1980) dei Talking Heads.[4]

L'ascolto di quest'opera è più difficile rispetto al solare Remain in Light, ma la fusione etno-culturale che compie, apre nuove prospettive e si pone alla base delle molteplici direzioni in cui la musica degli anni ottanta e novanta si sarebbe sviluppata.[1][4]

Il lavoro di Eno e Byrne ha ricevuto anche delle critiche, secondo le quali questa rivoluzionaria opera di accostamento culturale sconfina spesso nella prevaricazione.[5] In particolare, la sezione britannica del World Council of Islam comunicò di sentirsi offesa per l'uso profano di una cerimonia musulmana nella traccia Qu'ran. Gli artisti assicurarono che il brano non nascondeva alcuna volontà provocatoria, e lo rimossero dalle successive pubblicazioni.[6]


Composizione


L'album viene realizzato sovrapponendo la musica a delle registrazioni provenienti da trasmissioni radiofoniche americane e da brani folkloristici mediorientali, nordafricani ed americani. L'unica eccezione è la traccia interamente strumentale "Mountain of Needles".

Tra le diverse realtà comprese in tali registrazioni, vi sono quelle parlate di un commentatore radiofonico, un predicatore ed un esorcista americani, e quelle cantate di una cantante delle montagne libanesi, musulmani algerini in preghiera ecc.[1] Le performance di questi involontari collaboratori sono definite dagli autori le 'voci guida' dei brani.[4]

Nella prima parte del disco, la sezione ritmica ha un ruolo di primo piano, sulle note di un aggressivo ed inquietante funk rock, mentre la seconda parte è più immersa nelle atmosfere ambient, con largo uso di sintetizzatori. Seppur caotici, i suoni ed influssi rappresentati nei vari brani si rivelano organici nell'insieme, sebbene esso non sia di facile realizzazione al primo ascolto.[4]

Particolarmente rappresentativa della mediazione culturale è Regiment, traccia dominata dagli energici ed armoniosi vocalizzi della montanara libanese Dunya Yusin. L'incessante lavoro funky della sezione ritmica crea con la voce della cantante un contrasto ipnotico, stemperato dal lavoro al sintetizzatore di Eno.[4]


Pubblicazioni


Il disco fu registrato a cavallo tra il 1979 ed il 1980, ed era pronto nell'estate del 1980. La traccia Into the Spirit World conteneva una registrazione radiofonica della guaritrice pentecostale americana Kathryn Kuhlman, deceduta qualche anno prima. La fondazione da lei creata, a quel tempo ancora attiva, impose l'eliminazione del brano e la pubblicazione fu bloccata.[7] La traccia sarebbe ricomparsa con il titolo Into the Spirit Womb, sul bootleg Ghosts del 1992.

Gli autori tornarono in sala d'incisione nel settembre del 1980 e sostituirono il brano con The Jezebel Spirit. Il disco uscì per la prima volta nel febbraio del 1981 negli USA, per la Sire Records (25PP-13).[4] In quello stesso anno sarebbe stato pubblicato in 12 paesi da diverse etichette, tra cui la E.G. Records nel Regno Unito, in Italia ed in Francia.[8]

Le vibranti proteste di un gruppo islamico britannico hanno indotto gli autori, a partire dalla edizione E.G. del 1987 (EGCD 48), a sostituire il brano Qu'ran (lett. Corano) con Very, Very Hungry.[4] Tale edizione uscì in vinile e, per la prima volta, in CD.[9]

L'edizione rimasterizzata del 2006 della Virgin (0946 331341 2 6) comprende 7 bonus tracks inedite ed altre modifiche, quali l'allungamento di oltre 1 minuto del brano Mea Culpa, la sovrapposizione di voci afro in The Carrier, un diverso mixaggio di Regiment ecc.[4] . Il CD è corredato da un booklet di 28 pagine che contiene alcuni passi del libro di Amos Tutola, uno scritto di David Toop intitolato My Life In The Bush Of Ghosts ed uno di Eno e Byrne dal titolo The Making Of My Life In The Bush Of Ghosts. Nella confezione è compreso anche il video Mea Culpa di Bruce Conner.[10]

Da My Life In The Bush Of Ghosts, sono stati tratti i due singoli Regiment e The Jezebel Spirit, pubblicati rispettivamente dalla Polydor e dalla E.G. nel 1981.[11]


L'influenza musicale dell'album


Nonostante non sia stato il primo album ad essere stato composto soprattutto grazie all'uso di registrazioni vocali e di musica etnica (questa operazione venne già effettuata da Holger Czukay nel suo album Canaxis 5 del 1969),[12] My Life in the Bush of Ghosts è riconosciuto come un disco estremamente influente.[13][14][15][16][17] Douglas Rushkoff definisce l'album "fonte di ispirazione per gli artisti da li a venire, che registreranno industrial, house, e persino rap e hip-hop"[12] mentre altri lo ritengono una pietra miliare della musica costruita sui campionamenti, come, ad esempio, l'hip hop, l'ambient house e la sampledelia.[18]

I Public Enemy, ritenuto il gruppo rap più influente della storia,[19] si erano ispirati alla musica dell'album. Secondo il loro membro Hank Schocklee:[12]

«Prendevamo qualsiasi cosa potesse dare fastidio e la buttavamo nel pentolone. È così che siamo usciti con questo gruppo, pensavamo che la musica non fosse nient'altro che rumore organizzato. Puoi prendere di tutto - suoni della strada, noi che stiamo parlando, quello che vuoi - e renderlo musica organizzandolo.»

Oltre a permettere gli sviluppi della musica popolare basata sui campionamenti,[20] My Life in the Bush of Ghosts è stato definito una pietra miliare della musica "global dance".[21]

Secondo quanto scritto nelle note di copertine dell'edizione rimasterizzata dell'album pubblicata nel 2006, musicisti quali i Kruder & Dorfmeister, Goldie e gli 808 State si sarebbero ispirati alla musica dell'album.


Tracce


Tutti i brani sono composti ed arrangiati da Eno e Byrne, eccetto quelli diversamente indicati. Le postille sotto le tracce segnalano, come da note di copertina, gli interpreti delle registrazioni sulle quali è stata sovrapposta la musica.


LP originale (1981)


Tutte le tracce sono state composte da Brian Eno e David Byrne, eccetto dove indicato.

  1. America Is Waiting – 3:36 (arrangiata da Eno, Byrne, Bill Laswell, Tim Wright e David Van Tieghem. Il brano presenta la registrazione di un indignato commentatore radiofonico non identificato, San Francisco, Aprile 1980.)
  2. Mea Culpa – 3:35 (Il brano presenta la registrazione di un radio ascoltatore infiammato e le risposte di un politico pacato, entrambi non identificati, diretta telefonica con gli ascoltatori, New York, luglio 1979.)
  3. Regiment – 3:56 (composta assieme a Michael "Busta Cherry" Jones,[10] ed arrangiata da Eno, Byrne e Jones) Il brano presenta la registrazione vocale della cantante libanese Dunya Yusin, album The Human Voice in the World of Islam, Tangent Records TGS131)
  4. Help Me Somebody – 4:18 (Brano che presenta la registrazione di un sermone radiofonico del Reverendo Paul Morton, New Orleans, giugno 1980. [New Orleans, giugno 1980])
  5. The Jezebel Spirit – 4:55 (Brano che presenta la registrazione di un Esorcista non identificato, New York, settembre 1980)
  6. Qu'ran – 3:46 (Musulmani algerini in una salmodia del Corano. La provenienza è la stessa della traccia 3. Questa traccia è stata sostituita per motivi religiosi, a partire dall'edizione del 1987, dal brano "Very, Very Hungry" - 3:21[9])
  7. Moonlight in Glory – 4:19 (Il brano presenta una registrazione dei Moving Star Hall Singers, Sea Island, Georgia (USA), dall'album The Moving Star Hall Singers, Folkways Records FS 3841)
  8. The Carrier – 3:30 (Il brano presenta una registrazione di Dunya Yusin. La provenienza è la stessa della traccia 3.)
  9. A Secret Life – 2:30 (Il brano presenta una registrazione della cantante Samira Tewfik, cantante popolare giordana. Dall'album Les Plus Grandes Artistes du Monde Arabe, EMI)
  10. Come with Us – 2:38 (Il brano presenta la registrazione di un predicatore evangelico radiofonico non identificato, aprile 1980)
  11. Mountain of Needles – 2:35

Edizione rimasterizzata 2006 con bonus tracks


Questa edizione rimasterizzata presenta diverse modifiche dei brani originali, soprattutto in termini di missaggio e di durata dei brani.

  1. America Is Waiting – 3:38
  2. Mea Culpa – 4:57
  3. Regiment – 4:11
  4. Help Me Somebody – 4:17
  5. The Jezebel Spirit – 4:56
  6. Very, Very Hungry – 3:21
  7. Moonlight In Glory – 4:30
  8. The Carrier – 4:19
  9. A secret Life – 2:31
  10. Come With Us – 2:42
  11. Mountain Of Needles – 2:39
Tracce Bonus
  1. Pitch To Voltage – 2:38
  2. Two Against Three – 1:55
  3. Vocal Outtakes – 0:36
  4. New Feet – 2:26
  5. Defiant – 3:41
  6. Number 8 Mix – 3:30
  7. Solo Guitar with Tin Foil – 2:58

Formazione


Altri musicisti

Note


  1. (EN) Bush, John: My Life in the Bush of Ghosts - review, su AllMusic
  2. (EN) Simpson, Dave Brian Eno and David Byrne, My Life in the Bush of Ghosts sul sito web di The Guardian
  3. Amos Tutuola - La mia vita nel bosco degli spiriti sul sito web di Adelphi
  4. BRIAN ENO, DAVID BYRNE - My Life In The Bush Of Ghosts sulla fanzine on-line Ondarock
  5. (EN) Pareles, Jon: David Byrne and Brian Eno - My Life In The Bush Of Ghost Archiviato il 7 luglio 2017 in Internet Archive. sul sito web della rivista Rolling Stone
  6. (EN) David Byrne about self-censorship: "We didn't want to provoke" Archiviato il 10 marzo 2012 in Internet Archive.. Intervista a Byrne di Pitchfork, su freemuse.org
  7. (EN) Brian Eno end the Ambient Series, 1978-1982 Archiviato l'8 maggio 2006 in Internet Archive., su stylusmagazine.com
  8. (EN) Brian Eno - David Byrne – My Life In The Bush Of Ghosts - versions, su Discogs
  9. (EN) Brian Eno - David Byrne – My Life In The Bush Of Ghosts - 1987 version su Discogs
  10. (EN) Brian Eno - David Byrne – My Life In The Bush Of Ghosts - 2006 version su Discogs
  11. (EN) Brian Eno, Singles & EPs, su Discogs
  12. David Toop, Oceano di suono, Costa&Nolan, 1995, pp. 143-145.
  13. Enciclopedia rock anni '80 (Arcana Editrice, a cura di Cesare Rizzi, 2002, pag. 169)
  14. My Life in the Bush of Ghosts - David Byrne, Brian Eno | Songs, Reviews, Credits, Awards | AllMusic
  15. Copia archiviata, su factmag.com. URL consultato il 10 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2010).
  16. David Byrne and Brian Eno: My Life in the Bush of Ghosts | PopMatters, su popmatters.com. URL consultato il 21 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2012).
  17. World Music: Africa, Europe and the Middle East, The Rough Guides, 1999, pag. 120
  18. (EN) A Talking Head of His Time, su thestranger.com. URL consultato il 2 gennaio 2019.
  19. Cesare Rizzi, Enciclopedia Rock Anni '90, Arcana Editrice, 2002, p. 578.
  20. Brian Eno, David Byrne - My Life In The Bush Of Ghosts :: Le pietre miliari di OndaRock
  21. World Music: Latin and North America, Caribbean, India, Asia and Pacific, The Rough Guides, 2000, p. 615

Collegamenti esterni


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На других языках


[de] My Life in the Bush of Ghosts

My Life in the Bush of Ghosts ist ein im Februar 1981 veröffentlichtes Projektalbum der Musiker Brian Eno und David Byrne.

[en] My Life in the Bush of Ghosts (album)

My Life in the Bush of Ghosts is a studio album by Brian Eno and David Byrne, released in February 1981. It was Byrne's first album without his band Talking Heads. The album integrates sampled vocals and found sounds, African and Middle Eastern rhythms, and electronic music techniques.[7] It was recorded before Eno and Byrne's work on Talking Heads' 1980 album Remain in Light, but problems clearing samples delayed its release by several months.

[es] My Life in the Bush of Ghosts

My Life in the Bush of Ghosts -en español: Mi vida en la zarza de los fantasmas- es un álbum de estudio del músico y compositor y productor británico Brian Eno y el músico británico David Byrne, lanzado en febrero de 1981 por Sire y E.G.. El álbum representó el primer disco de Byrne sin su banda Talking Heads, y la primera colaboración de Eno sin David Bowie ni Iggy Pop.

[fr] My Life in the Bush of Ghosts

My Life in the Bush of Ghosts est un album issu d'une collaboration entre Brian Eno et David Byrne, sorti en février 1981. Ce disque est basé sur l'usage de voix enregistrées à la radio ou sur disques.
- [it] My Life in the Bush of Ghosts

[ru] My Life in the Bush of Ghosts (альбом)

My Life in the Bush of Ghosts (с англ. — «Моя жизнь в лесу духов») — дебютный студийный альбом Брайана Ино и Дэвида Бирна, выпущенный в феврале 1981 года. Первая студийная работа Бирна отдельно от Talking Heads включает в себя семплированный вокал и найденные звуки, африканские и ближневосточные ритмы, а также элементы электронной музыки. Альбом был записан ещё до совместной пластинки Ино и Бирна в составе Talking Heads Remain in Light (1980), но из-за проблем с авторскими правами на семплы его выпуск был отложен на несколько месяцев.



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