L'album ha debuttato al primo posto della Billboard Hot 100 negli Stati Uniti d'America.[10] Per questo motivo, ai tempi venne erroneamente indicato come il primo disco heavy metal nella storia capace di arrivare in testa alle classifiche americane.[6] Tale record infatti, secondo molti, era già stato imposto dai Quiet Riot con l'album Metal Health nel 1983.
Descrizione
Sebastian Bach in concerto in Francia nel novembre 1991
Rispetto al primo lavoro del gruppo, Slave to the Grind è caratterizzato da un sound decisamente più pesante. Gli Skid Row abbandonarono quasi del tutto lo stile pop metal che li aveva accompagnati agli esordi, preferendo così una forma sonora tendente in maniera maggiore all'heavy metal puro. Anche i testi sono più complessi, criticano i modi della vita moderna occidentale, le autorità, la politica, la droga e la religione organizzata. Il brano Get the Fuck Out venne censurato in alcune edizioni dell'album a causa del suo contenuto fortemente esplicito. Anche se il disco ebbe ottime recensioni e un buon successo di pubblico, gli Skid Row, per problemi interni e per l'avanzare dell'emergente corrente grunge, iniziarono a manifestare una decadenza artistica che ebbe come esito l'uscita di Sebastian Bach e Rob Affuso dal gruppo, dopo aver però pubblicato l'album Subhuman Race nel 1995.
La copertina dell'album fu realizzata da David Bierk, il padre di Sebastian Bach, che si ispirò al Seppellimento di santa Lucia del Caravaggio, inserendo nel dipinto alcuni riferimenti moderni. Tra la folla è possibile scorgere il presidente americano John F. Kennedy.
(EN) BRIT Certified, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato l'11 luglio 2015. Digitare "Skid Row" in "Keywords", dunque premere "Search".
(EN) Steve Huey, Slave to the Grind, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 20 giugno 2015.
(EN) Brenda Herrmann, Skid Row Slave to the Grind (Atlantic), su articles.chicagotribune.com, Chicago Tribune, 11 luglio 1991. URL consultato il 20 giugno 2015.
(EN) Janiss Garza, Slave To the Grind Review, su ew.com, Entertainment Weekly, 21 giugno 1991. URL consultato il 20 giugno 2015.
(EN) David Fricke, Skid Row: Slave To The Grind: Music Reviews, su rollingstone.com, Rolling Stone, 22 agosto 1991. URL consultato il 20 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2007).
(EN) Skid Row – Chart History, su billboard.com, Billboard. URL consultato il 31 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2014).
(EN) Top Albums/CDs - Volume 54, No. 7, July 20 1991, su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 31 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2015).
(FI) Timo Pennanen, Sisältää hitin - levyt ja esittäjät Suomen musiikkilistoilla vuodesta 1972, 1ªed., Helsinki, Kustannusosakeyhtiö Otava, 2006, ISBN978-951-1-21053-5.
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