Speechless è il terzo album in studio solista del chitarrista, compositore e improvvisatore inglese Fred Frith, ex-membro degli Henry Cow e degli Art Bears.
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Speechless album in studio | |
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Artista | Fred Frith |
Pubblicazione | 1981 |
Durata | 43:47 |
Dischi | 1 |
Tracce | 13 |
Genere | Art rock[1] Musica sperimentale[1][2] Avant-progressive rock[2] |
Etichetta | Ralph Records |
Produttore | Fred Frith, Tina Curran, Etienne Conod, Robert Vogel e Francois Riether[3] |
Registrazione | luglio-agosto 1980 presso i Sunrise Studios (Svizzera)[3] |
Fred Frith - cronologia | |
Album precedente (1980) Album successivo
Live in Japan (1982) | |
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Pubblicato nel 1981, fu il secondo di tre dischi dell'artista pubblicati dalla Ralph Records, etichetta discografica statunitense di proprietà del gruppo d'avanguardia The Residents, preceduto da Gravity (1980) e seguito da Cheap at Half the Price (1983).
L'opera venne registrata in vari luoghi in Francia, Svizzera e Stati Uniti con diversi musicisti: il primo lato dell'LP venne suonato in collaborazione con la band francese Rock in Opposition Etron Fou Leloublan, mentre quattro tracce del secondo contengono degli estratti da un concerto del complesso di Frith di New York City Massacre, mixati con del materiale inciso in studio.
Speechless venne definito «un contenitore più variegato e caotico»[2] di folk, improvvisazione libera, avant-rock e noise, alla cui base sono presenti delle registrazioni su nastro manipolate e stravolte, soprattutto di folle di persone riprese in svariati luoghi, quali strade urbane e festival. Venne positivamente accolto dalla critica musicale, che lo considerò uno dei migliori lavori solisti del musicista, per la sua ironia e la sua varietà stilistica. Fu stampato per la prima volta nel 1991 in CD dall'etichetta austriaca RecRec Music con sei tracce bonus e fu ridistribuito in versione rimasterizzata anche in vinile nel 2003 da Fred Records.
Speechless fu il secondo di tre album che Fred Frith realizzò sotto la Ralph Records, di proprietà del gruppo statunitense di musica sperimentale The Residents: il chitarrista aveva spesso suonato con loro tra gli anni settanta e gli anni ottanta, collaborando insieme per opere come Subterranean Modern (1979) e The Commercial Album.[4][5] Il primo disco che venne distribuito dall'etichetta discografica fu Gravity, del 1980, un lavoro d'avanguardia "dance" che aveva attinto alle ritmiche e alla danze di varie tradizioni musicali di tutto il mondo e che era stato ben accolto dalla critica musicale.[6][7][8] Frith lo aveva registrato avvalendosi dell'aiuto del gruppo svedese Rock in Opposition Samla Mammas Manna e del complesso progressive rock statunitense The Muffins.[9] Per Speechless egli decise di re-impiegare questo metodo; il lato A venne dunque inciso con la band francese Rock in Opposition Etron Fou Leloublan tra luglio e agosto del 1980 presso lo Studio Freeson di Pujaut (in Francia) e i Sunrise Studios di Kirchberg (in Svizzera), mentre il lato B venne costruito su quattro estratti di un concerto tenuto ad aprile di quello stesso anno al club CBGB dai Massacre, il complesso newyorkese messo in piedi dal compositore:[10] eccezion fatta per Conversations With White Arc, che rimase così come era stato suonato originariamente, A Spit in the Ocean, Navajo e Saving Grace vennero alterati in studio in Svizzera da Frith,[11] che parallelamente incise anche Balance, Speechless, Domaine de Planousset e Kick the Can (part 2).[12]
Speechless continuò l'esplorazione della musica folk e dance mondiale avviata da Gravity: tuttavia, a differenza di quest'ultimo, presentò un ampio uso di field recording e di suoni ambientali, che Frith catturò mentre camminava per le strade di New York City o mentre si trovava a fiere e manifestazioni. Questo tipo di registrazioni fu effettuato anche durante una visita ad amici: ad esempio la traccia ritmica della title-track è costituita dal suono prodotto da un tubo dell'acqua malfunzionante che era presente nella cucina di Tim Hodgkinson.[10][11]
All'epoca il compositore aveva di fatto una passione per la manipolazione dei nastri e per i «malfunzionamenti del suono». In un'intervista del 1982 con la rivista DownBeat, egli affermò:[6]
(EN)
«I'm interested in using the studio for things that you couldn't possibly do in a performance, to use the medium of tape in a way that is intrinsic to it.» |
(IT)
«Sono interessato a usare lo studio per cose che non potresti fare dal vivo, per usare il supporto del nastro in un modo che è intrinseco ad esso.» |
Aggiunse che i problemi tecnici dell'hardware spesso producevano suoni più interessanti di quanto originariamente previsto:[6]
(EN)
«[A] lot of the sounds that I get in the studio have been specifically the result of overloading or causing to malfunction various pieces of technology, like harmonizers or digital delays.» |
(IT)
«Molti dei suoni che ottengo in studio furono specificamente il risultato del sovraccarico o del malfunzionamento di vari dispositivi tecnologici, come harmonizers o delay digitali.» |
Frith spiegò che Speechless ruoterebbe attorno al tema delle «questioni di potere e linguaggio, di sforzarsi di trovare una voce ma rimanendo sempre al limite per farsi capire».[13] Questa idea gli venne quando una volta provò ad ascoltare la registrazione di un'intervista che aveva fatto, e il registratore riprodusse entrambi i lati del nastro contemporaneamente, uno dei quali all'indietro, rendendo le parole incomprensibili.[13] Andrew Jones scrisse in Plunderphonics, 'pataphysics & pop mechanics: an introduction to musique actuelle che l'album è «in definitiva sull'incapacità di articolare le parole che una volta fluivano liberamente».[14]
Speechless è un album strumentale che include elementi di musica folk, libera improvvisazione, avant-rock, free jazz, musica concreta e noise a cui si aggiungono i field recording e le registrazioni manipolate su nastro,[2][15][10] con i collaterali numerosi «felici accidenti»[1] risultati da «malfunzionamenti del suono» in studio.[6] Valerio D'Onofrio di Ondarock lo definì «un sorprendente esempio di delirio organizzato, un caos geometrico».[2] Glenn Astarita di Jazz Review scrisse che l'ascoltatore può aspettarsi «l'inaspettato, tra martellanti backbeat, flussi ritmici variabili e paesaggi sonori multicolori».[16] Piero Scaruffi notò che l'arrangiamento è «naif e sofisticato al tempo stesso, capace di costruire un brano sull'accostamento suggestivo di timbri, rumori, gag, citazioni».[15] Peter Marsh di BBC Music definì la musica un'«empia alleanza» tra la Magic Band di Captain Beefheart e i King Crimson.[10] Altre fonti d'ispirazione che vennero rintracciate sono Frank Zappa, per i mosaici sonori, John Cage, per «l’idea che tutto sia musica», i Residents, per le «bizzarrie» che contagerebbero l'intera opera,[2][15] «Charles Ives per la fusione sinfonica di temi popolari, Edgard Varèse per l'armonia del rumore [e] Brian Eno per l'elettronica atmosferica».[15]
Speechless venne pubblicato nel 1981 dalla Ralph Records.[12] Nel 1991 East Side Digital Records e l'etichetta austriaca indipendente RecRec Music lo ripubblicarono su CD con sei tracce bonus, «per la maggior parte dello stesso periodo e [che] riflettono le medesime preoccupazioni e i metodi di lavorazione» usati nell'album.[13]
Nel 2003 Fred Records distribuì una nuova edizione rimasterizzata dell'album, sia in vinile che in CD, senza però materiale aggiuntivo.[4]
Recensioni professionali | |
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Recensione | Giudizio |
AllMusic | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Babyblaue | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
BBC Music | Consigliato[10] |
Jazz Review | Altamente consigliato[16] |
Ondarock | Pietra miliare[2] |
Piero Scaruffi | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Speechless venne ben accolto dalla critica ed spesso considerato come uno dei migliori album solisti di Fred Frith.[1] Il critico di musica rock Peter Marsh, in una sua recensione per BBC Music, definì Speechless un esempio di come «fare musica meravigliosamente progressiva che non si prende troppo sul serio».[10] Anche Valerio d'Onofrio reputò che fosse «un bizzarro connubio di musica d’avanguardia che non si prende sul serio, ma che si contraddistingue proprio per l’ironia»;[2] egli lo inserì tra le pietre miliari di Ondarock in quanto come «Il capolavoro solista del polistrumentista britannico, che aggiornò il Rock in Opposition alla new wave delirante dei Residents»,[18] che «andrebbe [...] visto come un grande atto d'amore per la libertà, che proprio per questo non parla alla sua generazione, ma ambisce a parlare a tutte le generazioni, senza limiti di tempo.»[2] Glenn Astarita lo raccomandò altamente, affermando che «le metodologie eccentriche di Frith si traducono in una produzione divertente, inondata da una logica da cartone animato».[16] Tom Schulte di AllMusic scrisse che le «manipolazioni ispirate resistono a ripetuti controlli».[1] Piero Scaruffi assegnò all'opera 7,5, considerandola non solo «l'equivalente musicale di un affresco di Bosch in cui una moltitudine di eventi quotidiani venga trasfigurato per dar vita a un gigantesco girotondo di surreale sarcasmo» ma anche come «una delle più emozionanti opere di musica d'avanguardia».[15] La inserì inoltre al decimo posto della sua classifica dei migliori album della scena di Canterbury.[19]
La ballata a ritmo di valzer Domaine de Planousset venne eseguita dal vivo molte volte da Frith, come al quarto Festival International de Musique Actuelle de Victoriaville di Victoriaville in Québec (Canada) con René Lussier nell'ottobre 1986[20] o al Bahnhof Langendreer di Bochum (Germania) con il gruppo del compositore Keep the Dog a metà del 1991; la prima performance venne pubblicata poi come Domaine Revisited in Nous Autres nel 1987, mentre la seconda fu inserita, con il titolo Domaine de Langendreer, in That House We Lived In nel 2003; infine, Conversations With White Arc fu rivisitata dai Massacre per il loro disco Funny Valentine come Further Conversations With White Arc.[4] In un'intervista con Popular 1 Magazine, il chitarrista Kavus Torabi dei Cardiacs definì Speechless uno dei suoi album preferiti e disse di Frith: «è come il mio Elvis».[21]
Musiche di Fred Frith, eccetto dove indicato.[22]
Durata totale: 21:52
Durata totale: 21:55
Durata totale: 58:21
Registrato tra luglio e agosto 1980 presso lo Studio Freeson (Pujaut, Francia) e i Sunrise Studios (Kirchberg, Svizzera).[3]
Registrato tra luglio e agosto 1980 presso i Sunrise Studios (Kirchberg, Svizzera). A Spit in the Ocean, Saving Grace, Conversations With White Arc e la parte finale di Navajo furono invece registrati nell'aprile 1980 al CBGB di New York City.[3]
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