Tintarella di luna è una canzone scritta da Franco Migliacci e Bruno De Filippi, che fu pubblicata nel settembre del 1959, come lato A del 45 giri Tintarella di luna/Mai[1] e, sempre lo stesso anno, fu inserita nell'album Tintarella di luna di Mina.[2]
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Tintarella di luna | |
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Artista | Mina |
Autore/i | Franco Migliacci e Bruno De Filippi |
Genere | Musica leggera Rock and roll |
Data | 1959 |
Brano scritto da Franco Migliacci, composto da Bruno De Filippi e arrangiato da Tony De Vita. Nel 1959 viene inciso, all'incirca nello stesso periodo di settembre, da I Campioni per la Jolly, da I Due Corsari per la Dischi Ricordi e da Mina per la Italdisc.
Mina ascolta per la prima volta la canzone nell'estate a Ischia: si deve esibire in un locale dell'isola insieme al suo gruppo, "I Solitari", e aspettando di cantare, segue l'esibizione dei Campioni, rimanendo colpita dal brano. La sera stessa chiede a Roby Matano e agli altri componenti del gruppo l'autorizzazione a incidere il pezzo. La canzone, che sembra scritta appositamente per lei, darà all'esordiente interprete una riconoscibilità immediata e le rimarrà attaccata come un'etichetta,[3] distinguendola tra la miriade di artisti che affolleranno il mondo della musica alla vigilia del boom economico.[4]
Mina lo trasforma in un grande successo, nel 1959 lo inserisce nell'EP ufficiale Buon dì/Piangere un po'/Tintarella di luna/La verità, l'anno dopo come canzone di punta nel suo album di debutto con lo stesso titolo.[2] De Filippi, che all'epoca è il chitarrista de I Campioni, compone una trascinante melodia a tempo di rock'n'roll e chiede a Migliacci (reduce dalla vittoria al Festival di Sanremo 1958 come coautore con Domenico Modugno del testo di Nel blu dipinto di blu) di scrivergli le parole. Migliacci si inventa la storia di una ragazza che invece di abbronzarsi con il sole, si fa la tintarella di notte, con i raggi di luna.[4]
Il brano, che si apre con una breve introduzione quasi recitata sullo sfondo di solo piano, si trasforma in uno scatenato rock'n'roll, tenendo alta la tensione durante tutta la strofa e l'assolo di sax baritono.[3] Il ritmo cambia nell'inciso, introducendo il famosissimo "tin tin tin", geniale invenzione onomatopeica del giovane Migliacci, che doveva dare un'idea dei "raggi di luna" che colpiscono la pelle.[4]
Il video (durata 1:40) della registrazione dal vivo del brano per la 3ª puntata della trasmissione televisiva Alta Pressione andata in onda il 30 settembre 1962,[5] è presente nel DVD Gli anni Rai 1959-1962 Vol. 9, che fa parte di un cofanetto monografico pubblicato da Rai Trade e GSU nel 2008.[6]
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