Won't Get Fooled Again/Don't Know Myself è il 19° singolo del gruppo musicale britannico The Who, pubblicato nel Regno Unito nel 1971. Si tratta di un brano rock.[2]
Won't Get Fooled Again singolo discografico | |
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Artista | The Who |
Pubblicazione | 25 giugno 1971 ![]() 17 luglio 1971 ![]() |
Durata | 8:34 |
Album di provenienza | Who's Next |
Dischi | 1 |
Tracce | 2 |
Genere | Art rock Hard rock |
Etichetta | Polydor ![]() MCA ![]() |
Produttore | The Who, Glyn Johns |
Registrazione | aprile-maggio 1971, Rolling Stones Mobile Studio |
Formati | 7 pollici |
Note | n. 15 ![]() n. 9 ![]() |
Certificazioni | |
Dischi d'argento | ![]() (vendite: 200 000+) |
The Who - cronologia | |
Singolo precedente (1970) Singolo successivo
(1971) |
Testi e musiche di Pete Townshend.
Durata totale: 8:34
Gli Who provarono la canzone a New York nel marzo 1971, ma registrarono nuovamente il brano in una versione nello studio mobile dei Rolling Stones a Stargroves (a casa di Mick Jagger) il mese successivo, utilizzando il sintetizzatore del nastro demo originale di Townshend.[3] Alla fine, il progetto di Lifehouse venne abbandonato in favore di Who's Next, dove Won't Get Fooled Again venne posta come ultima traccia.
Won't Get Fooled Again venne pubblicata su singolo il 25 giugno 1971, editata alla durata di 3:35. Il 17 luglio venne pubblicata anche negli Stati Uniti. Il lato B, I Don't Even Know Myself era stato incisa ai Eel Pie Studios nel 1970 per un EP mai realizzato. Il singolo raggiunse la posizione numero 9 in Gran Bretagna e la numero 15 negli Stati Uniti.
La versione completa della canzone della durata di 8 minuti e 32 secondi apparve nell'album Who's Next, pubblicato il 14 agosto negli Stati Uniti e il 27 agosto in Gran Bretagna, dove raggiunse la vetta delle classifiche.[4]
«Quando scrissi Won't Get Fooled Again volevo dire "noi non accetteremo il fascismo".» |
(Pete Townshend[5]) |
Won't Get Fooled Again è stato composto dal chitarrista Pete Townshend. Si tratta di uno dei brani più celebri del gruppo. Iniziante con un suono d'organo, precisamente un organo Lowrey Berkshire Deluxe TBO-1 del 1968, trattato poi attraverso i filtri del sintetizzatore EMS VCS3, viene dopo poco accompagnata dalla chitarra di Pete Townshend, dalla batteria di Keith Moon, dal basso di John Entwistle e dalla voce di Roger Daltrey.
Townshend scrisse la canzone come brano conclusivo della progettata opera rock Lifehouse, con un testo critico nei confronti della rivoluzione e del potere.[6] Per simboleggiare la comunione spirituale che egli aveva trovato nella musica grazie alle opere di Meher Baba e Inayat Khan,[7] Townshend inserì un miscuglio di caratteristiche umane in un sintetizzatore usandolo come base strumentale principale della traccia.
Townshend aveva letto The Mysticism of Sound and Music, un libro che illustrava la teoria dell'armonia creata dall'"accordo universale", e realizzò come la nuova tecnologia allora emergente dei sintetizzatori gli avrebbe permesso di trasmettere questa idea al pubblico.[8] Si incontrò quindi con i tecnici della BBC Radiophonic Workshop i quali gli fornirono l'idea di catturare il suono della personalità umana attraverso la musica. Townshend intervistò svariate persone con domande di carattere generale, e registrò risposte, battiti del cuore, onde cerebrali, e previsioni astrologiche, convertendo il tutto in una serie di impulsi sonori. Per il demo di Won't Get Fooled Again, egli collegò un organo Lowrey ad un sintetizzatore EMS VCS3 che trasformò in suoni gli impulsi sonori da lui catturati.[8] Il demo venne poi completato sovraincidendo batteria, basso, chitarra elettrica, voce e battiti di mani.
Secondo una classifica stilata dalla rivista Rolling Stone, il brano è alla 133ª posizione tra le 500 canzoni più belle mai scritte nella storia della musica.
Pete Townshend negò al regista Michael Moore il permesso di suonare la canzone sui titoli di coda del suo documentario Fahrenheit 9/11 (2004), in quanto incerto della credibilità giornalistica di Moore e non voleva che il suo lavoro potesse essere associato con un documento inattendibile. In seguito Townshend dichiarò: «Una volta capito di cosa trattava il film, fui certo al 90% che la mia canzone non era giusta per loro». In risposta Moore accusò Townshend di essere un sostenitore della guerra in Iraq, cosa che Townshend negò risolutamente.[9]
Il brano è stato scelto come sigla di apertura della serie televisiva CSI: Miami.
Nel 1972 la canzone venne reinterpretata in chiave soul dalle Labelle. Nel 1993 i Van Halen ne pubblicarono una versione live per l'album Live: Right Here, Right Now, che raggiunse il primo posto nelle classifiche rock statunitensi.
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