Townes Van Zandt, all'anagrafe John Townes Van Zandt (Fort Worth, 7 marzo1944 – Smyrna, 1º gennaio1997), è stato un cantautorestatunitense.
Personaggio dal carattere schivo e malinconico, pur non avendo ottenuto clamorosa popolarità rimase sempre una figura di culto nella musica country statunitense e fu molto apprezzato dalla critica.[1][2]
Townes Van Zandt
Townes in Concerto al "Kult" di Niederstetten (Germania) il 23/11/1995
Nazionalità
Stati Uniti
Genere
Americana[1] Folk[1] Country rock[1] Progressive country[1] Musica d'autore[1]
Nacque in una famiglia ricca di petrolieri texani. La famiglia cambiò residenza molte volte. Ciò lo allontanò dal senso di appartenenza nei confronti della propria terra d'origine. Fu studente modello. Durante gli anni all'Università cominciò a soffrire di psicosi maniaco-depressiva. La terapia a base di insulina cui venne successivamente sottoposto per tre mesi gli provocò dapprima grossi problemi alla memoria e poi lo spinse al consumo e alla dipendenza da alcool e droghe.[1]
Iniziò l'attività da musicista suonando in piccoli locali nella zona di Houston in Texas, fece conoscenza con i più grandi cantautori texani di country e blues tra cui Guy Clark, che divenne suo amico personale, Jerry Jeff Walker, e Lightnin' Hopkins.[1] Durante un concerto Mickey Newbury lo convinse a trasferirsi a Nashville dove lo presentò al suo futuro produttore Jack Clement.
Nel 1967 Van Zandt fu coinquilino di Roky Erickson, cantante della band di rock psichedelico 13th Floor Elevators[3] il quale insistette affinché suonasse il basso nel suo gruppo nonostante egli avesse sempre suonato la chitarra. Fece un provino per la band ma venne respinto per l'opposizione di Tommy Hall, membro del gruppo[4]. Nel 1968 pubblicò il primo disco For the Sake of the Song: First Album, album ancor troppo acerbo e con un eccessivo lavoro di produzione musicale.
Gli anni dal 1969 al 1972 furono quelli più prolifici, videro infatti la pubblicazione di cinque album e contribuirono a crearne il mito tra gli amanti della canzone d'autore.[1]
Nel 1975 apparve nel documentario Heartworn Highways assieme a Steve Earle e Guy Clark.
Nel 1977 venne pubblicato Live at the Old Quarter, Houston, Texas, doppio album dal vivo registrato nel 1973 in un locale molto piccolo. Questa è tuttora considerata una delle sue prove migliori.[5][6]
A metà degli anni Settanta Van Zandt si separò dal suo manager di lunga data Kevin Eggers[7] sostituendolo con John Lomax III (nipote del famoso storico della musica folk John Lomax) il quale creò anche un fan club di ammiratori di Van Zandt[8]. Nonostante il club venne solo sponsorizzato da piccoli annunci su riviste musicali, Lomax cominciò a ricevere centinaia di lettere da tutto il mondo da parte di persone che si dichiararono infatuati da Van Zandt, dal suo stile e dalla sua musica, alcune di queste raccontavano di come la musica di Van Zandt gli avesse dato sostegno nell'affrontare gravi casi di depressione[8]. In 1978 l'artista licenziò Lomax e ingaggiò nuovamente Eggers firmando per la sua nuova etichetta, la Tomato Records e l'anno successivo pubblicò l'album Flyin' Shoes[7]. Dopo questo album Van Zandt rimase inattivo sul mercato per un decennio, continuando però a divenire una figura di culto e suonando abitualmente in bar e piccoli locali (spesso davanti ad un pubblico che non arrivava a cinquanta spettatori) riuscendo a suonare in posti più capienti e guadagnandosi anche sporadiche apparizioni televisive solo a partire dagli anni Novanta. Per la maggior parte degli anni Settanta Van Zandt visse un vita reclusiva poco fuori Nashville in una baracca col tetto di lamiere senza riscaldamento, acqua corrente o telefono recandovisi in città quasi esclusivamente per esibirsi[9].
Nel 1981 ottenne un notevole successo indiretto quando un suo brano, Pancho & Lefty, reinterpretato dal duo Willie Nelson/Merle Haggard raggiunse il primo posto nella classifica country di Billboard.[10] Un altro suo brano ottenne un buon successo, If I Needed You che cantato da Emmylou Harris, raggiunse il 3º posto della classifica country.
Come riferito dall'amica Susanna Clark, Van Zandt rifiutò più volte proposte di collaborazione da parte di Bob Dylan, il quale era suo grande fan, mentre Van Zandt pur amando le sue canzoni sopportava poco la sua fama e la sua personalità[11].
Nel 1990 aprì alcuni concerti dei Cowboy Junkies[12] che lo fecero conoscere alle generazioni più giovani.
Morì prematuramente il 1º gennaio 1997 per i postumi di una caduta dalle scale, mentre stava finendo di scrivere le canzoni di un nuovo album che sarebbe dovuto uscire per l'etichetta di Steve Shelley dei Sonic Youth.[13]
Al Toronto International Film Festival del 2004 fu proiettato un film documentario sulla sua vita Be Here to Love Me: A Film About Townes Van Zandt diretto dalla regista Margaret Brown, pubblicato poi su DVD nel 2006.[16]
Dal 2004 si tiene in Italia, a Figino Serenza, un festival dedicato all'artista[17].
Nel 2009 il cantautore country texano Steve Earle reinterpreta i suoi brani nell'album tributo Townes[18].
Discografia
Singoli
Waiting Around To Die/Talking Karate Blues - 1968
Second Lovers Song/Tecumseh Valley - 1969
Come Tomorrow/Delta Mama Blues - 1971
If I Needed You/Sunshine Boy - 1972
Honky Tonkin'/Snow Dont Fall - 1972
Fraulein/Don't Let the Sunshine Fool Ya - 1972
Greensboro Woman/Standin' - 1972
Pancho and Lefty/Heavenly Houseboat Blues - 1972
Pancho and Lefty/If I Needed You - 1973
Who Do You Love/Dollar Bill Blues - 1978
When She Don't Need Me/No Place To Fall - 1978
Dead Flowers/Fraulein/Racing In the Street - 1993 (solo in Germania)
Ain't Leavin' Your Love - 1999
Riding The Range/Dirty Old Town 7" - 1996
Snowin On Raton - 2001 (CD single tratto da "Texas Rain")
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