Quadrophenia è un album in studio del gruppo rock inglese The Who pubblicato come doppio LP il 26 ottobre 1973 dalla Track Records. Si tratta della seconda opera rock della band. Ambientata tra Londra e Brighton nel 1965, la storia narra le gesta di un giovane mod di nome Jimmy e della sua ricerca di autostima nella vita. Quadrophenia è l'unico album degli Who interamente composto dal solo Pete Townshend.
Quadrophenia album in studio | |
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Artista | The Who |
Pubblicazione | 26 ottobre 1973 |
Durata | 81:36 |
Dischi | 2 |
Tracce | 17 |
Genere | Opera rock |
Etichetta | Track, Polydor, MCA |
Produttore | The Who, Kit Lambert, Glyn Johns |
Registrazione | maggio 1972-giugno 1973 Londra |
Formati | LP |
Note | n. 2 ![]() n. 2 ![]() |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | ![]() (vendite: 100 000+) ![]() (vendite: 100 000+) |
Dischi di platino | ![]() (vendite: 1 000 000+) |
The Who - cronologia | |
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Il 1972 fu l'ultimo anno di attività incessante per gli Who sin da quando si erano formati.[senza fonte] Il gruppo aveva riscosso un grande successo commerciale e di critica con dischi quali Tommy e Who's Next, ma trovava difficoltoso dare un seguito a questi capolavori.[4] Nel maggio 1972, la band decise di registrare nuovo materiale con Glyn Johns, già loro collaboratore per Who's Next, incluse le canzoni Is It In My Head e Love Reign O'er Me che sarebbero finite su Quadrophenia, e una mini-opera intitolata Long Live Rock – Rock Is Dead, che però venne considerata troppo derivativa di Who's Next e fu quindi accantonata.[5] In un'intervista concessa a Melody Maker, Pete Townshend dichiarò: «Devo mettere insieme un nuovo gruppo... Le persone non vogliono davvero sedersi e ascoltare tutto il nostro passato».[6] Il chitarrista era frustrato nei confronti della band per non essere stata in grado di produrre Lifehouse (un complesso progetto musicale che, in forma ridotta, divenne poi Who's Next), e decise di seguire l'idea di Frank Zappa di produrre una colonna sonora con un andamento narrativo simile a quello di un film. A differenza di Tommy, il nuovo lavoro avrebbe affondato le proprie radici nella realtà e raccontato una storia di gioventù adolescenziale con la quale il pubblico avrebbe potuto identificarsi.[7]
Townshend trasse ispirazione dal tema portante di Long Live Rock – Rock Is Dead e nell'autunno del 1972 iniziò la stesura di nuovo materiale, mentre il gruppo fece uscire sul mercato alcuni brani precedentemente inediti come Join Together e Relay per tenere viva la propria popolarità. Nel frattempo, il bassista John Entwistle pubblicò il suo secondo album solista, Whistle Rymes, il cantante Roger Daltrey lavorò a qualche suo brano solista, e Keith Moon apparve come batterista nel film That'll Be The Day.[8] Townshend si era incontrato con "Irish" Jack Lyons, uno dei primi fan degli Who, che gli aveva dato l'idea di scrivere qualcosa sulla storia passata del gruppo e sul proprio pubblico.[9] Egli creò il personaggio di Jimmy da un amalgama di sei fan dei primi tempi della band, incluso Lyons, e diede al personaggio una personalità scissa in quattro diversi aspetti, che portò al titolo dell'album (un gioco di parole tra schizofrenia e quadrifonia).[10]
I lavori si interruppero per gran parte del 1972 per la lavorazione della versione orchestrale di Tommy di Lou Reizner.[11] Daltrey completò il suo primo album solista, che incluse il successo Giving It All Away,[12] rinfocolando le voci di uno scioglimento degli Who sulla stampa. Inoltre, Daltrey scoprì che i manager Kit Lambert e Chris Stamp avevano ricevuto grosse somme di denaro senza averne il merito, e suggerì di licenziarli, decisione alla quale Townshend si oppose fermamente.[13]
Registrato fra il mese di maggio del 1972 ed il giugno del 1973, agli Olympic Studios e Ramport Studios di Londra venne pubblicato il 26 ottobre 1973, come doppio album, da Track/Polydor nel Regno Unito e da Track/MCA Records negli Stati Uniti, il disco raggiunse la seconda posizione sia nella classifica britannica Official Albums Chart[14] che nella Billboard Pop Albums, classifica dell'omonima rivista statunitense.[15]
Quadrophenia è un'opera rock che narra, in uno spaccato della società inglese degli anni sessanta, le vicissitudini di Jimmy, un giovane mod; la vicenda, ambientata a Londra e a Brighton nel 1965, descrive la perdita di tutte le certezze del protagonista e la sua delusione per il movimento mod del quale era membro.[16] Il titolo è una variazione lessicale del termine schizofrenia utilizzato nell'accezione di disturbo dissociativo dell'identità, in modo da riflettere le quattro distinte personalità (o sbalzi d'umore) di Jimmy, il ragazzo protagonista della vicenda narrata. Allo stesso tempo, il titolo rappresenta la personalità di ciascun membro degli Who.
Il 15 novembre 2011, da un'idea di Pete Townshend, che ha definito Quadrophenia "l'ultimo grande album degli Who"[17], è stata pubblicata l'edizione Quadrophenia: The Director's Cut, contenente i brani dell'edizione originale ed i loro demo.
In occasione delle sessioni di registrazione di Quadrophenia, il gruppo decise di costruirsi il proprio studio di registrazione personale, i Ramport Studios a Battersea. Le sedute iniziarono nel novembre 1972, ma dopo cinque mesi mancava ancora un adeguato banco mixer nello studio per poter adeguatamente registrare Quadrophenia.[18] Quindi, il bassista degli Small Faces Ronnie Lane, amico di Townshend, rese disponibile il proprio studio mobile per le sessioni dell'album.[19] In maggio, Lambert volle iniziare ad occuparsi della produzione,[20] ma il suo comportamento lassista e non professionale (spesso non si presentava in studio e saltò molte sedute), portò Daltrey a chiedere che Lambert venisse rimosso dal ruolo di produttore.[21] La band ingaggiò allora l'ingegnere del suono Ron Nevison per occuparsi del lato tecnico della produzione discografica dell'album.[22]
Per illustrare la personalità scissa in quattro parti di Jimmy, Townshend scrisse quattro temi musicali diversi, riflettenti ognuno il carattere di uno dei membri degli Who. Questi brani sono Bell Boy (Moon), Is It Me? (Entwistle), Helpless Dancer (Daltrey) e Love Reign O'er Me (Townshend).[23] Due lunghi strumentali presenti nel disco, la title track e The Rock contengono i quattro temi musicali, separatamente e insieme. Gli strumentali furono costruiti direttamente in studio, senza provini precedenti.[24]
In molte delle tracce ogni membro della band registrò separatamente le proprie parti;[20] a differenza degli album precedenti, Townshend aveva lasciato degli spazi vuoti nei suoi demo per i vari contributi degli altri membri della band, sebbene molte delle parti di sintetizzatore presenti nell'album furono da lui registrate nel suo studio casalingo.[25] L'unica canzone arrangiata collettivamente dagli Who fu 5.15.[24] Secondo Nevison, l'ARP 2500 era impossibile da registrare in studio, e i frequenti sbalzi di tonalità costrinsero Townshend a lavorarci sopra a casa per intere nottate. Al fine di ottenere una buona sezione d'archi sull'album, Townshend comprò un violoncello e nello spazio di due settimane imparò a suonarlo.[26]
Entwistle incise la sua parte di basso in The Real Me in un'unica take suonando un Gibson Thunderbird[27] e trascorse svariate settimane durante l'estate ad arrangiare e registrare varie parti di strumenti a fiato.[28] Essendo stato costretto da Johns a suonare in maniera più eterodossa su Who's Next, Moon tornò al proprio stile percussivo in Quadrophenia. Egli contribuì come voce solista al pezzo Bell Boy, dove diede deliberatamente prova di uno stile narrativo esagerato.[29] Per il finale di Love, Reign O'er Me, Townshend e Nevison misero insieme un alto numero di strumenti a percussione, che Moon suonò prima di cimentarsi con delle campane tubolari, che si possono ascoltare nel mix finale.[28]
Durante la produzione dell'album, Townshend registrò molti effetti sonori con un registratore portatile. Questi includono il rumore dell'infrangersi delle onde su una spiaggia della Cornovaglia e il fischio di un treno diesel registrato vicino alla sua casa di Goring-on-Thames.[10] Il finale di The Dirty Jobs include un estratto musicale tratto da The Thunderer, una marcia del 1889 di John Philip Sousa, che Nevison registrò mentre assisteva al concerto di una banda di ottoni a Regent's Park.[22] Assemblare i vari effetti sonori si rivelò problematico; a un certo punto, durante I Am the Sea, furono ben nove i registratori a suonare in contemporanea per fornire gli effetti voluti.[28] Secondo quanto riferito da Nevison, fu Townshend a produrre l'intero album, aggiungendo che "tutto iniziava quando arrivava Pete, e tutto finiva quando Pete se ne andava". In agosto, Townshend cominciò il processo di mixaggio dell'album nel suo studio casalingo a Goring, insieme a Nevison.[30]
In Gran Bretagna album fu preceduto dal singolo 5:15/Water, che beneficiò di una apparizione live della band a Top of the Pops il 4 ottobre 1973, e venne pubblicato il giorno seguente.[31] Il singolo raggiunse la posizione numero 20 nella classifica britannica.[32] Quadrophenia uscì nel Regno Unito il 26 ottobre, ma i fan ebbero difficoltà a trovarlo nei negozi a causa della scarsità di vinile dovuta alla crisi energetica del petrolio del 1973.[33] In Gran Bretagna, Quadrophenia raggiunse la seconda posizione in classifica. Anche negli Stati Uniti, l'album salì fino alla posizione numero 2 nella classifica di Billboard, la massima posizione mai raggiunta da un disco degli Who negli USA,[34] e il singolo estratto dall'album per il mercato statunitense fu Love, Reign o'er Me/Water, pubblicato il 27 ottobre.[31]
L'album fu originariamente pubblicato come doppio LP in vinile accompagnato da un booklet con i testi, la trama della storia e fotografie opera di Ethan Russell ad illustrarla.[35] La MCA Records ristampò l'album in formato doppio CD nel 1985.[36] Successive ristampe si ebbero nel 1996 e nel 2011.
Recensioni professionali | |
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Recensione | Giudizio |
AllMusic | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Christgau's Record Guide | A–[38] |
Clash | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Digital Spy | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
MusicHound Rock | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
OndaRock | Pietra miliare[42] |
The Rolling Stone Album Guide | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Piero Scaruffi | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Quadrophenia fu accolto positivamente dalla critica musicale. Chris Welch di Melody Maker scrisse: "raramente un gruppo ha avuto tale successo nel distillare la propria essenza e imbracciare una causa in maniera così convincente", mentre Charles Shaar Murray descrisse l'album su New Musical Express come "la più notevole esperienza musicale dell'anno".[45] La reazione negli Stati Uniti fu generalmente positiva, sebbene Dave Marsh, scrivendo per la rivista Creem, recensì in maniera più critica il disco.[46] Lenny Kaye, scrisse su Rolling Stone che "gli Who come gruppo non hanno mai suonato meglio" ma aggiunse anche, "alle sue condizioni, Quadrophenia non raggiunge lo scopo".[47] In una classifica di fine anno per Newsday, Robert Christgau posizionò il disco al settimo posto trovandolo esemplare di come i migliori album del 1973 "non riescono a premiare l'attenzione casuale, richiedano concentrazione, proprio come l'arte dei musei e nei libri di testo".[48]
Le recensioni a posteriori di Quadrophenia sono anch'esse positive nella stragrande maggioranza dei casi. Scrivendo in Christgau's Record Guide: Rock Albums of the Seventies (1981), Christgau definì Quadrophenia più "opera" rispetto a Tommy, possedendo una trama scritta brillantemente anche se confusa, musica stridente ma melodica, e testi compassionevoli".[38] Chris Jones, recensendo il disco per BBC Music disse "tutta la grandezza degli Who è racchiusa qua dentro".[49] Nel 2013, Billboard, recensendo l'album in occasione del suo 40º anniversario, scrisse: "Pieno di performance vigorose e piene di vita, profondità e personalità, Quadrophenia è 90 minuti di Who al loro meglio."[50] L'album ha venduto circa 1 milione di copie ed è stato certificato disco di platino dalla Recording Industry Association of America.[51] Nel 2000, la rivista Q, l'ha classificato al 56º posto nella sua lista dei 100 migliori album britannici di sempre.[52] La rivista statunitense Rolling Stone, nel 2012 lo ha inserito al 267º posto nella lista dei 500 migliori album di sempre[53]. Il 9 novembre 2011, il disco è stato premiato con il Classic Album Award dalla rivista britannica Classic Rock.[54]
Nel 1979, a seguito dell'uscita dell'omonimo film, venne pubblicata la colonna sonora che contiene dieci dei diciassette brani del disco originale, con l'aggiunta di tre canzoni degli Who non comprese nell'album del 1973: Four Faces, Get Out and Stay Out e Joker James.
Testi e musiche di Pete Townshend.
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