Si tratta del loro disco di maggior successo, con più di 50 milioni di copie vendute nel mondo,[16] di cui 22 milioni nei soli Stati Uniti d'America. Risulta essere inoltre l'album più venduto nel mondo dopo Thriller di Michael Jackson. È al numero 77 nella classifica dei 500 migliori album stilata dalla rivista Rolling Stone.[17]
L'episodio della morte di Bon Scott, cantante del gruppo dal 1974 al 1980, ha probabilmente influito sui temi trattati dai brani sul disco, che si avvicina a essere un concept album sulla morte e l'edonismo. Nel 2005 è stata pubblicata una versione DualDisc in cui viene narrata la storia dell'album dagli stessi autori in modo più dettagliato.
Antefatti
Nel 1979, dopo il successo del loro ultimo album Highway to Hell, gli AC/DC partirono alla volta della Francia e del Regno Unito per le date del loro ultimo tour, e, tra un concerto e l'altro, iniziarono a sviluppare l'idea di un nuovo album.[18] Nella notte del 18 febbraio 1980, il cantante Bon Scott si recò ad un locale di Londra chiamato Music Machine, dove partecipò ad un binge drinking, ma gli eccessi e le colossali bevute di alcol con l'amico Alistair Kinnear gli fecero perdere i sensi, tanto che Kinnear lo lasciò riposare durante la notte sul sedile anteriore lato passeggero della sua Renault 5, parcheggiata al numero 67 della via Overhill Road in East Dulwich.[19] La mattina dopo, Scott venne trasportato in gravi condizioni al King's College Hospital, dove venne dichiarato morto dal suo medico personale per intossicazione acuta da alcol e classificata come "morte accidentale".[20] I resti di Scott furono cremati e le sue ceneri vennero sepolte nel cimitero di Fremantle, in Australia.[21]
La perdita di Bon devastò la band, che in un primo momento decise di chiudere lì la loro carriera musicale, ma gli amici e i familiari li spronarono ad andare avanti, e di fare in modo di rendere omaggio al loro amico. Dopo i funerali, il gruppo, su consiglio di Malcolm Young, reclutò Brian Johnson,[22] cantante di origini italiane già componente del gruppo glam rock di NewcastleGeordie. Johnson, dopo molti provini, venne ufficialmente dichiarato nuovo cantante degli AC/DC l'8 aprile del 1980.[23]
Registrazione
Brian Johnson prese il posto di Bon Scott come cantante del gruppo
Back in Black era inizialmente destinato ad essere inciso agli E-Zee Hine Studios di Londra, visto che gli AC/DC avrebbero preferito registrare l'intero album nel Regno Unito.[24] Ad una settimana prima dell'inizio ufficiale delle sedute, tuttavia, era giunta notizia che nessuno studio di Londra sarebbe stato disponibile: come seconda scelta, il gruppo decise che le registrazioni avrebbero dovuto avere luogo presso i Compass Point Studios di Nassau (Bahamas),[25] nell'aprile e maggio del 1980.[26] Questa scelta fu data anche dal fatto che le Bahamas avrebbe presentato al gruppo anche un notevole vantaggio fiscale.[27]
La lavorazione del disco fu particolarmente travagliata per il gruppo: le loro attrezzature furono inizialmente bloccate alla dogana e durante le sessioni l'isola venne colpita da una violenta tempesta tropicale che mandò in cortocircuito le apparecchiature dello studio.[28] Johnson raccontò che ebbero grossi problemi nell'aggiustare l'equipaggiamento e dichiarò di essersi trovato sotto pressione, dato che questa era la prima volta che lavorò con il gruppo. Il cantante, inoltre, ricorda di aver fatto riferimento al cattivo tempo anche nella strofa iniziale di Hells Bells («I'm rolling thunder, pourin' rain. I'm comin' on like a hurricane. My lightning's flashing across the sky. You're only young but you're gonna die»).[29] Quando Brian Johnson divenne il nuovo cantante solista, gli AC/DC iniziarono a comporre i brani; i fratelli Young si occuparono di comporre la musica, mentre Johnson scrisse i testi e le melodie.[29]
Come ingegnere del suono venne contattato Tony Platt,[30] già collaboratore per Highway to Hell, che però, durante le sedute, trovò che dal punto di vista sonoro lo studio non offrisse le sonorità tipiche del gruppo, previsto per apparire più asciutto e compatto rispetto ai loro precedenti lavori.[31] Un aneddoto divertente riguardo alle registrazioni fu il fatto che, nei primi di aprile, l'incisione di Back in Black venne interrotta a causa di un granchio, che si era intrufolato all'interno di una delle sale.[32] I riff della chitarra registrati da Angus Young vennero rifiniti e arricchiti dal Schaffer-Vega Diversity System, un sistema ideato da Ken Schaffer e che consentì a rendere i suoni più puliti.[33]
Secondo quanto riferito da Angus Young, la copertina totalmente nera scelta per l'album era un «segno di lutto» per la scomparsa prematura di Bon Scott. L'Atlantic Records aveva qualche perplessità circa una copertina così listata a lutto, ma accettò l'idea a patto che il gruppo mettesse almeno un contorno grigio alle lettere del logo AC/DC per rendere riconoscibile al pubblico che fosse un disco del gruppo.[29] Un altro chiaro riferimento alla morte di Scott, sta nel fatto che il disco inizia con i rintocchi di una campana a morto, sui quali la band suona il primo pezzo dell'album.
Video musicali
La band registrò sei videoclip per l'album che furono girati a Breda, nei Paesi Bassi. Le canzoni che usarono per i video sono Back in Black, Hells Bells, What Do You Do for Money Honey, You Shook Me All Night Long, Let Me Put My Love into You e Rock and Roll Ain't Noise Pollution, e si tratta di semplici riprese del gruppo che esegue i brani. La maggior parte del girato rimase comunque ufficialmente inedita.
Back in Black venne pubblicato il 25 luglio 1980, a circa sei mesi di distanza dalla morte di Bon Scott. Come dichiarato dallo stesso chitarrista Angus Young, gli AC/DC erano molto nervosi riguardo alla prestazione commerciale dell'album e dei modi in cui sarebbe stato accolto dalla critica. Tuttavia il successo fu senza precedenti: con circa 50 milioni di copie vendute nel mondo,[34][35][36]Back in Black divenne il secondo album più venduto di tutti i tempi, dopo Thriller di Michael Jackson, e grazie alle 25 milioni di copie distribuite nei soli Stati Uniti d'America, è il quarto album più venduto di sempre nel paese, dove è stato certificato 25 volte disco di platino dalla RIAA.[12] Malgrado non sia mai riuscito a raggiungere la prima posizione della Billboard 200, è rimasto presente all'interno di tale classifica con 387 settimane di permanenza.[37]
(PL) bestsellery i wyróżnienia, su Związek Producentów Audio-Video. URL consultato l'8 settembre 2021.
Fernando Salaverri, Sólo éxitos: año a año, 1959–2002, 1ªed., Fundación Autor-SGAE, settembre 2005, ISBN84-8048-639-2.
(ES) Discos de oro y platino, su Cámara Argentina de Productores de Fonogramas y Videogramas. URL consultato il 5 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
(EN) Accreditations - 2013 Albums, su Australian Recording Industry Association. URL consultato il 30 giugno 2013.
(FR) Le Détail des Albums de chaque Artiste, su Infodisc.fr. URL consultato il 27 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2013). Selezionare "AC / DC", dunque premere "OK".
(EN) Complete UK Year-End Album Charts, su chartheaven.9.forumer.com. URL consultato il 27 aprile 2015 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2012).
(EN) Billboard.BIZ: Top Pop Albums of 1981, su Billboard, 31 dicembre 1981. URL consultato il 27 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2012).
(IS) TÓNLISTINN - PLÖTUR - 2021, su Plötutíðindi. URL consultato l'11 maggio 2022 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2022).
(SV) Årslista Album, 2021, su Sverigetopplistan. URL consultato il 13 gennaio 2022.
Voci correlate
Album più venduti negli Stati Uniti d'America
Collegamenti esterni
(EN) Back in Black, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
(EN) Stephen Thomas Erlewine, Back in Black, su AllMusic, All Media Network.
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