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Tomorrow Never Knows è una canzone dei Beatles, traccia conclusiva dell'album Revolver, pubblicato dai Beatles il 5 agosto del 1966. Il brano, ufficialmente attribuito a John Lennon/Paul McCartney, venne in realtà quasi esclusivamente composto dal solo John Lennon. Tomorrow Never Knows viene considerata come uno dei più riusciti esperimenti di rock psichedelico del gruppo di Liverpool.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Tomorrow Never Knows (disambigua).
Tomorrow Never Knows
ArtistaThe Beatles
Autore/iLennon-McCartney
GenereRock psichedelico
Acid rock
Raga rock
Rock sperimentale
Pubblicazione originale
IncisioneRevolver
Data5 agosto 1966
Durata2 min : 57 s

Il brano


La canzone venne scritta principalmente da John Lennon nel gennaio del 1966, in seguito alla lettura del libro The Psychedelic Experience di Timothy Leary, Richard Alpert e Ralph Metzner (opera basata a sua volta sul libro tibetano dei morti); il libro sosteneva la comunanza dell'esperienza di trip allucinogeno dovuto a LSD con la morte (la cosiddetta "morte dell'Ego"). Lennon, secondo quanto riportato da Paul McCartney[1], avrebbe comprato il libro quasi per caso, mentre, insieme all'amico, era alla ricerca di un libro su Nietzsche; in particolare, lo colpì la frase: «When in doubt, turn off your mind, relax and float downstream», riportata in seguito nella canzone e traducibile più o meno con "Nel dubbio, spegni la mente, rilassati e fatti portare dalla corrente". Giunto a casa, John avrebbe assunto LSD e seguito passo per passo le istruzioni del libro, leggendone le parafrasi del Libro tibetano dei morti a un registratore e riascoltandole mentre la droga faceva effetto. Il risultato fu spettacolare, e Lennon lo trasformò in canzone con il titolo provvisorio di The Void ("Il Vuoto").

Il titolo definitivo della canzone, non presente nel testo, nacque da un malapropismo («tomorrow never knows» invece che «tomorrow never comes», "il domani non arriva mai") detto da Ringo Starr in una intervista del 1964 alla BBC.

La canzone rappresenta il più alto livello di innovazione (probabilmente insieme a A Day in the Life, dell'anno successivo) mai introdotto dai Beatles, e dal loro staff tecnico, nel mondo della musica pop: nonostante gli studi di Abbey Road fossero, all'epoca, primitivi rispetto agli standard americani, o forse proprio grazie a questa difficoltà, il team guidato da George Martin (coadiuvato da Geoff Emerick e Ken Scott) diede origine alla più alta inventiva acustica mai sperimentata in qualsiasi studio di registrazione, americano o inglese, sul finire degli anni sessanta.

In particolare, gli effetti più innovativi furono rappresentati dall'ipnotica batteria di Starr (eseguita prevalentemente su una coppia di tomtom accordati "lenti"), dalla registrazione della voce di Lennon (raddoppiata, nella prima metà della canzone, grazie al double-tracking automatico - ADT - inventato proprio in quei giorni ad Abbey Road, e passata, per la seconda metà, attraverso l'altoparlante rotativo dell'apparecchio Leslie di un organo Hammond per accontentare la richiesta di Lennon di suonare "come la voce del Dalai Lama più migliaia di monaci tibetani salmodianti sulla vetta di una montagna"), ma soprattutto dai tape-loops (tratti di nastro magnetico incisi e giuntati ad anello per dare origine ad un segnale continuamente ciclico, cosa che nella musica pop, prima di allora, non era mai stata utilizzata) inventati con effetti straordinari per l'epoca: un effetto "gabbiano/pellerossa" creato su una risata di McCartney (0.07"); un accordo orchestrale in si bemolle maggiore (0.19"); un Mellotron suonato col registro del flauto (0.22"); un altro Mellotron suonato col registro degli archi (0.38"); una scala ascendente di sitar (0.56").

Il risultato finale, venuto fuori dalla seduta di registrazione del 22 aprile 1966, rappresenta l'esperienza musicale che più di ogni altra si avvicina all'assunzione di LSD: la canzone presentava l'LSD e la rivoluzione psichedelica di Leary ai giovani del mondo occidentale, diventando uno dei dischi più socialmente influenti mai realizzati dai Beatles.


Formazione


Altri musicisti

Crediti


Cover



Nella cultura di massa


La canzone viene riprodotta alla fine di Lady Lazarus, ottavo episodio della quinta stagione di Mad Men: il creatore della serie, Mattew Weiner, ha dichiarato di aver acquistato i diritti del brano per 250,000 dollari.[2]


Note


  1. Barry Miles, Paul McCartney - Many Years From Now, Rizzoli, Milano 1997, pag. 178.
  2. (EN) Rolling Stone, Rolling Stone, 'Mad Men' Paid $250K for Beatles Song, su Rolling Stone, 8 maggio 2012. URL consultato il 21 maggio 2020.

Collegamenti esterni


Portale Rock
Portale Rock progressivo

На других языках


[de] Tomorrow Never Knows

Tomorrow Never Knows (englisch für: Keiner weiß, was morgen ist) ist ein Song der Beatles aus dem Jahr 1966, geschrieben und gesungen von John Lennon und unter der üblichen Autorenangabe Lennon/McCartney veröffentlicht. Er erschien auf dem Album Revolver.

[en] Tomorrow Never Knows

"Tomorrow Never Knows" is a song by the English rock band the Beatles, written primarily by John Lennon and credited to Lennon–McCartney.[7] It was released in August 1966 as the final track on their album Revolver, although it was the first song recorded for the LP. The song marked a radical departure for the Beatles, as the band fully embraced the potential of the recording studio without consideration for reproducing the results in concert.

[es] Tomorrow Never Knows

«Tomorrow Never Knows» -español: «El mañana nunca se sabe» es una canción de la banda británica The Beatles, incluida en su álbum Revolver de 1966. Fue escrita por John Lennon y acreditada Lennon-McCartney. En esta canción se utilizó por primera vez en una grabación de The Beatles el altavoz Leslie para obtener efectos como el vibrato a partir de la voz (lo habitual era utilizar el órgano Hammond). Para la grabación de la canción se utilizó el sistema ADT que permite duplicar el sonido de la voz.
- [it] Tomorrow Never Knows

[ru] Tomorrow Never Knows

«Tomorrow Never Knows» (с англ. — «Завтрашний день никогда не знает») — песня английской группы «The Beatles», написанная Джоном Ленноном; заключительная композиция в трек-листе студийного альбома 1966 года — «Revolver». «Tomorrow Never Knows» заложило основы нового стиля — психоделии: медитационной, сюрреалистической музыки, непривычной на слух, записанной на основе нетрадиционных звучаний.[4] В песне «Tomorrow Never Knows» описывается состояние человека в определённой ситуации (речь идёт об уроках потустороннего созерцания, медитации) и даётся понятийное определение этому состоянию и переживаемому чувству.[5] Эксперимент «Tomorrow Never Knows» получил развитие в других песнях Beatles («For No One», «Within You Without You»), а также в записях групп «прото-арта», таких как «Heroin» «The Velvet Underground» или же «The End» группы «The Doors».[6]



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