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Pino Rucher (Manfredonia, 1º gennaio 1924San Giovanni Rotondo, 16 agosto 1996[1]) è stato un chitarrista e arrangiatore italiano.

Pino Rucher
Pino Rucher con la sua chitarra nel 1947
Nazionalità Italia
GenereJazz
Colonna sonora
Musica leggera
Periodo di attività musicale1946  1983
Strumentochitarra
Sito ufficiale

Biografia



Gli inizi


Fin da giovanissimo mostrò inclinazione per la musica. Rivelò le sue doti quando, al ritorno del padre dall'America, nel 1933, ricevette in dono da lui una chitarra da cui imparò subito a trarre delle note.[2][3][4]

Orchestra diretta dal M° Carlo Vitale nel 1947. Pino Rucher alla chitarra.
Orchestra diretta dal M° Carlo Vitale nel 1947. Pino Rucher alla chitarra.

Dopo lo studio nelle scuole locali di musica, ancora ragazzo si esibì in pubblico in città come Napoli e Bari[2][3], nelle quali ebbe anche modo di procurarsi dischi, spartiti e altro materiale musicale.[4][5][6]
La presenza delle truppe americane in Italia tra il 1943 e il 1946 segnò una tappa fondamentale per la formazione musicale di Pino Rucher, il quale si inserì nelle orchestre dell'esercito alleato, in cui vi erano notevoli musicisti, tramite i quali si impregnò dello spirito musicale del jazz statunitense.[2][3][4][5][6][7][8][9]

Nel 1946 entrò nell'orchestra di Carlo Vitale, vincendo il concorso indetto da Radio Bari per una sola chitarra.[2][3][5][6][7][8][9][10]

Dopo lo scioglimento di tale orchestra passò a Radio Milano con Carlo Zeme.[5] In breve, ebbe modo di lavorare con due precursori dello swing italiano, mutuato dallo stile americano, Pippo Barzizza e Cinico Angelini.[11] Sarà proprio quest'ultimo a volerlo nella sua nuova formazione, con cui Rucher lavorerà alacremente per circa dieci anni partecipando a un gran numero di eventi (il Festival di Napoli, il Festival internazionale della canzone di Venezia nel 1955 e diversi Festival di Sanremo) e distinguendosi per le sue esibizioni solistiche.[2][3][5][6][7][8][9][10] Il Festival di Sanremo del 1957 fu vinto da Claudio Villa con Corde della mia chitarra, in cui ha una parte preminente l'assolo alla chitarra elettrica eseguito da Rucher.[12]


Collaborazioni


In tutti gli anni in cui prese parte a numerosi eventi musicali e trasmissioni radiofoniche e televisive (Festival di Sanremo[13][14][15][16][17], Festival delle rose, Festival di Napoli, Festival internazionale della canzone di Venezia[18], Canzonissima, Gran varietà, Studio Uno, etc.)[3][6][7][8][19] con varie orchestre, Pino Rucher continuò a coltivare la sua passione per la musica americana, come è dimostrato dalle centinaia di trascrizioni, con propri arrangiamenti[3], effettuate ascoltando i dischi di noti chitarristi, come Barney Kessel, Wes Montgomery, Tal Farlow, Joe Pass.[5][7][8][19] La notevole influenza della musica d'oltre oceano si rileva persino dall'esecuzione di motivi della canzone italiana tra i quali E se domani e Una zebra a pois di Mina, o Amore twist di Rita Pavone, brani speziati con un pizzico di jazz.[3][5][8][19][20]

Un'altra collaborazione importante fu quella con il maestro Elvio Monti, che chiamò Rucher in molte delle sue registrazioni (è del pugliese, ad esempio, la chitarra nel brano L'estasi che Monti scrisse con il testo di Armando Stula per Andrea Giordana e Marisa Solinas).[6]

Pino Rucher per la trasmissione Un disco per l'estate nel 1975 a Saint Vincent
Pino Rucher per la trasmissione Un disco per l'estate nel 1975 a Saint Vincent

Dalla seconda metà degli anni settanta Pino Rucher fu impegnato nell'attività concertistica, protrattasi fino al dicembre 1983, anno in cui, a seguito di problemi di salute, terminò di lavorare alle dipendenze della Rai, per la quale figurava nell'orchestra Ritmi moderni[14] di Roma, formazione che prese il nome di Big Band della Rai.[3][5][7][8]
In quegli anni gli fu possibile dedicarsi maggiormente al jazz, suonando dal vivo e incidendo con diversi maestri.[3][9][21][22][23][24][25][26][27][28][29][30][31][32][33]

Il nome di Pino Rucher figura nell'opera The jazz discography di Tom Lord, imponente lavoro letterario, riprodotto anche in versione CD-ROM e fruibile on line.[5]


Altre attività


Altro aspetto rilevante dell'attività di Pino Rucher è quello legato all'esecuzione di colonne sonore da film: almeno duecento partecipazioni meritano di essere ricordate[5][34], importanti produzioni che lo hanno visto collaborare dalla fine degli anni cinquanta fino a metà degli anni Settanta con vari maestri, tra cui Luis Bacalov[7][19][35], Gianni Ferrio[36], Benedetto Ghiglia[37], Ennio Morricone[11][38], Riz Ortolani[39].[3][5][8][10]

Festival di Sanremo 1962 - Claudio Villa canta Addio...addio.
In basso a destra: il direttore d'orchestra Cinico Angelini.
In alto al centro: Pino Rucher alla chitarra e Pierino Munari alla batteria.
Festival di Sanremo 1962 - Claudio Villa canta Addio...addio. In basso a destra: il direttore d'orchestra Cinico Angelini. In alto al centro: Pino Rucher alla chitarra e Pierino Munari alla batteria.

Pino Rucher va ricordato per essere stato il primo ad utilizzare la chitarra elettrica nei western di produzione italiana[34], secondo l'intuizione del Maestro Ennio Morricone, suonando da solista in Per un pugno di dollari.[3][4][5][8][40][41][42][43][44][45][46]
Da segnalare anche la comparsa di Pino Rucher in diverse inquadrature del film Sanremo - La grande sfida, nel quale film sono inclusi alcuni spezzoni del Festival di Sanremo 1960.[5] Rilevanti sono, inoltre, le sue partecipazioni ai Festival di Sanremo del 1957[2][16] e 1962.[10][47]

Nel corso degli anni Pino Rucher si distinse in svariate esperienze artistiche, riuscendo a passare con grande disinvoltura da un genere musicale all'altro, come è dimostrato dalle esecuzioni di commedie musicali, ad esempio Alleluja brava gente[4][6][8][48], o dai suoi abili spunti chitarristici presenti in tante note canzoni italiane, quali Casetta in Canadà di Carla Boni, Flamenco rock di Milva, Se non ci fossi tu di Mina, Andavo a cento all'ora di Gianni Morandi, Che mi importa del mondo di Rita Pavone, L'edera di Nilla Pizzi, Adesso no di Neil Sedaka, Corde della mia chitarra[14][15] di Claudio Villa, etc.[3][5][8][20]

Nell'arco della sua carriera, durata circa quarant'anni, Pino Rucher suonò la chitarra elettrica, chitarra folk, chitarra acustica, chitarra classica, chitarra basso, chitarra a 12 corde, banjo, mandolino, contrabbasso[3][8], prendendo parte a migliaia di lavori musicali.[4][5]

Gino Latilla, Pino Rucher, Carla Boni
Gino Latilla, Pino Rucher, Carla Boni

Canzoni incise


Pino Rucher con Cinico Angelini nel 1955
Pino Rucher con Cinico Angelini nel 1955

Note


  1. Anna Lucia Sticozzi, La musica rende omaggio alla chitarra dei «western» (PDF), in La Gazzetta di Capitanata - La Gazzetta del Mezzogiorno, 11 ottobre 2010, p. 1.
  2. Alessandro Ferri, Pino Rucher, chitarrista nativo di Manfredonia: Una vita di successi nelle orchestre più famose del secolo scorso, in il Provinciale, n. 2, Foggia, dicembre 2017, p. 5.
  3. Maurizio De Tullio, Dizionario Biografico di Capitanata: 1900-2008, Foggia, Edizioni Agorà, 2009, pp. 252-3, ISBN 88-89329-03-3.
  4. Lucia Piemontese, Manfredonia ingrata dimentica Pino Rucher, il chitarrista di Sergio Leone (JPG), in l'Attacco, Foggia, 27 settembre 2011, p. 16.
  5. Francesco Pesante, Pino Rucher, con la sua chitarra wawa dalla trilogia del dollaro alla Carrà... (JPG), in l'Attacco, Foggia, 3 ottobre 2008, p. 19.
  6. Michele Ferri, Omaggio a Pino Rucher grande chitarrista scomparso, in il Provinciale, n. 10, Foggia, ottobre 2008, p. 3.
  7. Pino Rucher, il musicista manfredoniano che suonò con Luis Bacalov, su manfredonianews.it, 4 dicembre 2017.
  8. Fernando Fratarcangeli, Articolo su Pino Rucher nella rivista Raro! (PDF), in Raro!, n. 217, Roma, gennaio 2010, pp. 42-44.
  9. Adriano Mazzoletti, Il jazz in Italia: dallo swing agli anni sessanta, vol. II (PDF), Torino, EDT, 2010, p. 321, ISBN 978-88-6040-383-4.
  10. Pino Rucher, storia di un chitarrista RAI (PDF), su ilsipontino.net, 4 gennaio 2016.
  11. Carlo Ferrini, Faenza... la città, Faenza, Casanova Editore, 2008, p. 103.
  12. Intervista di Nicoletta Orsomando su Pino Rucher, su pinorucher.it.
  13. Non solo Nicola di Bari, Raf e Renzo Arbore: tutti i foggiani al Festival di Sanremo, su letteremeridiane.org, 12 febbraio 2018.
  14. Michele Apollonio, Manfredonia: Le intitolazioni a 14 concittadini simbolo: Vie e nuovi nomi nel quartiere «Algesiro-Gozzini» (JPG), in La Gazzetta del Mezzogiorno, Edizione di Foggia, 15 dicembre 2005, p. 11.
  15. a.m.v., Il ricordo del chitarrista Pino Rucher (PDF), in La Gazzetta di Capitanata - La Gazzetta del Mezzogiorno, 8 gennaio 2010, p. 10.
  16. Michele Ferri, Profilo di un musicista: Il chitarrista Pino Rucher, in il Sipontiere, n. 2, Manfredonia, aprile-giugno 1986, p. 3.
  17. ORCHESTRA ANGELINI (JPG), in Settimana radio TV, n. 5, Milano, 31 gennaio-6 febbraio 1960, p. 22.
  18. Artisti pugliesi: Il chitarrista Pino Ruker, in Roma, Napoli, 27 marzo 1958, p. 4.
  19. IL RICORDO: Quando Lina Wertmüller parlò del musicista manfredoniano Pino Rucher: “Era un ottimo chitarrista”, in l'Attacco, Foggia, 14 dicembre 2021, p. 24.
  20. Rock'n'roll celebrities
  21. S. G. Biamonte, Jazz: applausi per tutti alla Quercia del Tasso (PDF), in Corriere della Sera, 1º luglio 1979, p. 14.
  22. Vittorio Franchini, Jazz della Rai (prima volta) esce dal Palazzo con tante «star» (PDF), in Corriere della Sera, 28 gennaio 1980, p. 9.
  23. Vittorio Franchini, Il jazz della RAI esce dal Palazzo (PDF), in Corriere della Sera, 30 gennaio 1980, p. 19.
  24. S. G. B., Il jazz all’Opera: Dal 3 marzo una serie di concerti con la «big band» della Rai di Roma e con stranieri (PDF), in Corriere della Sera, 13 febbraio 1980, p. 15.
  25. Alla radio questa settimana (PDF), in Radiocorriere TV, n. 13, Roma, marzo 1980, p. 61.
  26. S. G. Biamonte, Arriva il jazz all’Opera di Roma (PDF), in Corriere della Sera, 2 marzo 1980, p. 19.
  27. Michael Frohne, Subconscious-Lee: 35 Years of Records&Tapes: THE LEE KONITZ DISCOGRAPHY, 1947-82 (PDF), Freiburg, Jazz realities, 1983, p. 104.
  28. Walter Bruyninckx, Jazz: Modern Jazz, Be-bop, Hard Bop, West Coast, Mechelen, 60 Years of Recorded Jazz Team, 1985, p. 2206.
  29. Ciao Pregadio, maestro di musica e di vita, in Il Tempo, 16 novembre 2010.
  30. Battiti del 25/12/2016 (PDF), su raiplayradio.it, 25 dicembre 2016.
  31. Battiti del 03/01/2017 (PDF), su raiplayradio.it, 3 gennaio 2017.
  32. Battiti del 21/01/2017 (PDF), su raiplayradio.it, 21 gennaio 2017.
  33. Battiti del 29/01/2017 (PDF), su raiplayradio.it, 29 gennaio 2017.
  34. Anna Lucia Sticozzi, L'omaggio alla chitarra dei «western» (PDF), in La Gazzetta di Capitanata - La Gazzetta del Mezzogiorno, 11 ottobre 2010, p. 11.
  35. La regista Lina Wertmüller ha scritto un pensiero su Pino Rucher in calce alla fotocopia di un appunto di lavoro di Rucher e ne ricorda la chitarra in “Il giornalino di Gian Burrasca”, con musiche di Nino Rota dirette da Luis Bacalov. Pensiero di Lina Wertmüller su Pino Rucher (PDF), su pinorucher.it.
  36. Il compositore e direttore d’orchestra Gianni Ferrio, tra i più autorevoli compositori di musica da film, ha stilato un pensiero su Pino Rucher e ha attestato la partecipazione di Rucher come solista alla chitarra elettrica in decine di colonne sonore del Maestro Ferrio, tra cui quelle per alcuni dei primi film western e parodie western (tra cui “Gli eroi del West” del 1963). Pensiero di Gianni Ferrio su Pino Rucher (PDF), su pinorucher.it.
  37. Il Maestro Benedetto Ghiglia dichiara la partecipazione solistica di Pino Rucher con la chitarra elettrica in numerose colonne sonore composte e dirette da Ghiglia, tra cui il western del ’66 “Un dollaro tra i denti”, dove è già in evidenza l’uso del distorsore. Pensiero di Benedetto Ghiglia su Pino Rucher (PDF), su pinorucher.it.
  38. Memorial Pino Rucher (PDF), su comune.manfredonia.fg.it, 4 ottobre 2008.
  39. Germano Barban, Cinema Cult: I giorni dell'ira: Le musiche del film (PDF), in Raro!, n. 217, Roma, gennaio 2010, p. 38.
  40. Celentano e Tozzi? Sono foggiani…. e non solo, su letteremeridiane.org.
  41. Gabriele Antonucci, MORRICONE: LE COLONNE SONORE INDIMENTICABILI (PDF), su panorama.it, 6 luglio 2020.
  42. Massimo Cotto, Quei suoi brani eterni amati anche dal rock: «Uso accordi semplici», in Il Messaggero, 7 luglio 2020, p. 4.
  43. Massimo Cotto, Rock is the answer: Le risposte della musica alle questioni della vita, Venezia, Marsilio, 2021, p. 72, ISBN 978-88-297-1292-2.
  44. Pino Rucher - Il suono segreto di Ennio Morricone, su pinorucher.it.
  45. Forza e passione nella chitarra elettrica di Pino Rucher, su pinorucher.it.
  46. Pino Rucher: un precursore della chitarra elettrica nel cinema, su pinorucher.it.
  47. Pino Rucher in SanremoStory (PDF), su statoquotidiano.it, 11 agosto 2018.
  48. Intervista di Gigi Proietti su Pino Rucher, su pinorucher.it.

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[en] Pino Rucher

Pino Rucher (1 January 1924 – 16 August 1996) was an Italian guitarist active in orchestral settings and in film soundtracks.

[es] Pino Rucher

Pino Rucher (nacido en 1924) fue un guitarrista italiano.
- [it] Pino Rucher



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