Gerry Mulligan, alla nascita Gerald Joseph Mulligan (New York, 6 aprile1927 – Darien, 20 gennaio1996) è stato un sassofonista, compositore e arrangiatorestatunitense, uno dei fondatori dello stile denominato cool jazz.
Fin da giovane Mulligan suonò diversi strumenti, dal pianoforte al clarinetto, per poi dedicarsi definitivamente a quello che lo rese famoso, il sax baritono. Mulligan diede al baritono un suono più morbido e moderno di quello che lo strumento aveva avuto nel jazz dagli anni Venti ai Quaranta, e con Cecil Payne e Serge Chaloff fu fra i primi a praticare sullo strumento l'idioma bebop. Gerry Mulligan detiene forse il primato per numero di collaborazioni con i più svariati musicisti. Ha suonato infatti, come solista o sideman, con quasi tutti i grandi del suo tempo: Paul Desmond, Duke Ellington, Chet Baker, Ben Webster, Johnny Hodges, Billie Holiday, Stan Getz, Thelonious Monk, Quincy Jones, Miles Davis, Astor Piazzolla, Count Basie, Dave Brubeck, Charles Mingus.
Milano, dove visse a lungo, sino agli ultimi anni della sua vita (era sposato con un'italiana, Franca Rota, conosciuta al Jazz Club di Milano: "Capolinea"[1]), negli anni cinquanta vedeva spesso Gerry Mulligan apparire all'improvviso nei jazz club e cominciare ad improvvisare con i musicisti che incontrava, per il semplice gusto di partecipare a una jam session. La componente umana era per Mulligan dunque estremamente importante. Trattava i suoi collaboratori, quando si dimostravano all'altezza, quasi come membri della famiglia e li spronava a fare sempre meglio.
Gerry Mulligan a Bologna (1988)
Era davvero quello che si può considerare un maestro. Affascinato dal lavoro dell'arrangiatore perché "era colui che tesseva le trame composte dai suoni unici di ogni strumento", inizia prestissimo questo mestiere (all'età di 17 anni per una radio locale), continuando poi a praticarlo con le orchestre di Gene Krupa, di Elliot Lawrence e di Claude Thornhill; non smetterà mai di farlo, raggiungendo livelli altissimi di tecnica e gusto. Il suo lavoro di compositore e arrangiatore rimane più importante del suo solismo.
Birth of the Cool
Mulligan fu un protagonista della corrente cool fin dai primi tempi, con la sua partecipazione - come compositore, arrangiatore e strumentista (6 brani su 9 sono sue composizioni) - al nonetto di Miles Davis, ai cui concerti, documentati dal famoso disco "Birth of the Cool" del 1949, si fa generalmente risalire la nascita del movimento. Questa impronta stilistica rimarrà poi sempre una costante nelle improvvisazioni e composizioni di Mulligan, che non se ne allontanò mai troppo, malgrado l'avvicendarsi di nuove tendenze nel panorama jazzistico. Nel 1952, insieme a Chet Baker fonda il quartetto "senza pianoforte" (piano-less quartet): il pianoforte fino al quel momento veniva usato nelle band per tessere il tessuto armonico: batteria, contrabbasso e piano costituivano infatti la spina dorsale di una band; Mulligan e Baker rinunciano al pianoforte e in un gioco di contrappunti, di frasi che si scavalcano in continuazione e momenti di incontro, non fanno sentire la mancanza del tradizionale sostegno armonico costituito dal pianoforte. La formazione dura però poco tempo, interrotta dalle continue liti fra i due e soprattutto dall'arresto per uso di sostanze stupefacenti di Mulligan, che se la cava con tre mesi di reclusione ritrovando all'uscita, con grande sorpresa, l'amico Baker divenuto famoso per le proprie doti canore.
Alcuni anni dopo la sostituzione di Baker con Bob Brookmeyer al trombone a pistoni o con il trombettista Art Farmer, Mulligan comincia a pensare a una big band, con la quale poter esprimere il proprio talento di compositore/arrangiatore, già affinato dalla collaborazione con Stan Kenton e Gil Evans; la Concert Jazz Band riscuote successi ovunque, esibendo performance in diversi stili jazz, ma tutti vicini per qualche verso al cool e all'esperienza pianoless.
Gerry Mulligan – Foto di William P. Gottlieb.
Il termine cool ha il significato di giusto e rilassato non freddo. Fino alla sua morte, avvenuta nel gennaio 1996 per una complicazione in seguito a un'operazione al ginocchio, ha sempre riscosso grandi successi anche con i suoi ultimi collaboratori (tra cui Grover Washington Jr.), tanto da ricevere onori anche da Bill Clinton e da avere un museo dedicato alla sua vita nella città di Washington, dove viene esposto il sax (un Conn 12M) con sopra una sciarpa di seta donatagli dal Dalai Lama.
Stile
Uno dei limiti del baritonista consisteva nel considerare spesso con diffidenza le tendenze del nuovo jazz che non partivano da lui, come ad esempio il free, anche se si sentono, ovviamente, influenze fusion nei suoi ultimi brani. Mulligan in fondo, pur suonando con numerosi e svariati musicisti, era solito portare soprattutto il suo importante contributo, rimanendo per scelta ancorato al suo passato. Comunque il suo stile non può essere incasellato completamente in uno schema, come per ogni genio, ma al contrario offre, brano dopo brano, sempre nuove idee e spunti. Tra le sue collaborazioni, al di fuori delle performance esclusivamente jazzistiche, va ricordato quello che è stato definito "Il bellissimo, memorabile album Summit-Reunion Cumbre", registrato a Milano con il bandoneonista-compositore argentino Astor Piazzolla e un'orchestra formata da musicisti italiani e argentini, fra i quali Pino Presti (basso elettrico), Tullio De Piscopo (batteria), Angel Pocho Gatti (piano).[2][3][4][5][6]
Quello che va sottolineato è che Mulligan pensava soprattutto a suonare, suonare e ancora suonare, o per essere più precisi, ad esprimersi musicalmente, facendo, delle note, parole di grande effetto.
Discografia parziale
Album
The Gerry Mulligan Quartet/Gerry Mulligan with the Chubby Jackson Big Band (1950-52)- The big band sides are from 1950, the band led by bassist Jackson included Howard McGhee, Zoot Sims, and trombonist J. J. Johnson. The quartet sides, with Chet Baker were recorded at two sessions in 1952.
Historically Speaking (1951)
The Original Quartet With Chet Baker - (1952-3) 2-CD collection of the recordings of the pianoless quartet with Chico Hamilton for Pacific Jazz
What Is There To Say? (1958) - piano-less quartet with Art Farmer
Gerry Mulligan Meets Ben Webster (Nov. 1959) with G.M. (b.sax), Ben Webster (t.sax), Jimmy Rowles (p), Leroy Vinnegar (b), Mel Lewis (d).
Gerry Mulligan and the Concert Jazz Band at the Village Vanguard (1960), with a big band driven by drummer Mel Lewis
Gerry Mulligan and the Concert Jazz Big Band feat. Zoot Sims, Zurich 1960 (1960).
Live at the Olympia Paris (1960-62) with the Concert Jazz Band
The Gerry Mulligan Quartets - Complete Studio Rec. (1962/1957) with G.M. (b.sax & p), Bob Brookmeyer (v.trb & p), Chet Baker (trp), Bill Crow/Henry Grimes (b), Gus Johnson/Dave Bailey (d).
Complete Studio Recordings- The Gerry Mulligan Sextet (1962-4) with Art Farmer, Bob Brookmeyer, Jim Hall (g), Bill Crow (b), Dave Bailey (d).
Jeru (1963) with Tommy Flanagan,Piano, Ben Tucker, Bass, Dave Bailey, Drums, and Alec Dorsey, Conga Drum
Live at the Berlin Philharmonie (1970) with the Dave Brubeck Trio.
Age of Steam (Feb.-July 1971) G.M. and his Orchestra.
"We're all together again for the first time" (Oct/Nov 1973), with Dave Brubeck (piano), G.M.(b.sax), Paul Desmond (alto sax), Jack Six (bass), Alan Dawson (drums).
1953: My Funny Valentine/Bark For Barksdale (Fantasy Records, 525)
Note
Arrigo Polillo, Jazz - la vicenda e i protagonisti della musica Afro-Americana. - Edizione aggiornata a cura di Franco Fayenz, Milano, Mondadori, 1975, p.777, ISBN978-88-04-42733-9.
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