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Mia Martini, pseudonimo di Domenica Rita Adriana Bertè, detta Mimì (Bagnara Calabra, 20 settembre 1947 – Cardano al Campo, 12 maggio 1995), è stata una cantautrice e musicista italiana.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Mia Martini (disambigua).
Mia Martini
Mia Martini durante la registrazione dello speciale Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto (1976)
Nazionalità Italia
GenerePop
Periodo di attività musicale1963  1995
Strumentovoce, chitarra, pianoforte, percussioni, flauto dolce
EtichettaCAR Juke Box
Durium
Esse Records
RCA Italiana
Dischi Ricordi
Warner Bros. Record
DDD
Fonit Cetra
PolyGram
RTI Music
Album pubblicati80
Studio18
Live2
Raccolte60
Sito ufficiale
Festival di Bellaria 1964
Brano Vincitore

Festivalbar 1972
Brano Vincitore

Festivalbar 1973
Brano Vincitore

Festival di Sanremo 1982
Premio della Critica

Festival di Sanremo 1989
Premio della Critica

Festival di Sanremo 1990
Premio della Critica

Festival di Sanremo 1992 Categoria Campioni

È considerata una delle voci più belle ed espressive della musica leggera italiana, dotata di ampia estensione,[1] di grande duttilità nel passaggio fra i vari registri e di una vocalità capace di coniugare note passionali a note più dolorose con grande facilità, nonché caratterizzata dal suo essere sofisticata e con una forte intensità interpretativa.[2][3]

Il suo album di debutto, Oltre la collina e il singolo Padre davvero sono giudicati tra i migliori lavori italiani mai realizzati.[4] Successi come Piccolo uomo, Donna sola, Minuetto, Inno, E stelle stan piovendo, Al mondo, Donna con te, Che vuoi che sia se t'ho aspettato tanto, Per amarti e La costruzione di un amore la consacrano tra le protagoniste della musica italiana negli anni Settanta, decennio nel quale raggiunge una grande popolarità sia nazionale che internazionale. È l'unica interprete femminile ad aver vinto due Festivalbar consecutivamente, rispettivamente nel 1972 (con Piccolo Uomo) e nel 1973 (con Minuetto).[5][6][7]

Tra i sodalizi più significativi, il primo con Charles Aznavour, che culminerà il 10 gennaio 1978 con un recital all'Olympia di Parigi; il secondo con Ivano Fossati, col quale si instaura un sodalizio artistico e sentimentale che culminerà con l'album Danza nel 1978.

Ritorna sulle scene nel 1981, dopo due interventi alle corde vocali che ne modificarono la timbrica vocale e l'estensione. L'anno successivo si presenta al Festival di Sanremo con E non finisce mica il cielo, scritta sempre da Fossati, dove riceve il Premio della Critica, che viene istituito proprio per la sua interpretazione e che dal 1996, anno successivo alla sua prematura scomparsa, prende il nome di Premio della Critica "Mia Martini".

Nel 1983 decide di ritirarsi dalle scene a causa di una maldicenza che la terrà fuori dai riflettori fino al 1989, quando presenta a Sanremo Almeno tu nell'universo, che la riporta al successo. Questi sono anni di grandi collaborazioni costellati da canzoni come Gli uomini non cambiano, La nevicata del '56 e Cu'mme, in coppia con Roberto Murolo ed Enzo Gragnaniello. Ha rappresentato l'Italia all'Eurovision Song Contest per due volte, nel 1977 con Libera e nel 1992 con Rapsodia.


Biografia



L'infanzia


Domenica Rita Adriana Bertè nasce a Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria, il 20 settembre 1947, secondogenita di quattro figlie: le sue sorelle sono Leda (nata il 1º gennaio 1946), Loredana Bertè, anch'ella famosa cantante (nata nel 1950 lo stesso giorno e lo stesso mese di Domenica), e Olivia (nata il 28 gennaio 1958). Il padre, Giuseppe Radames Bertè (1921-2017), un insegnante di latino e greco originario di Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, si era trasferito nelle Marche per motivi di lavoro, trascorrendo parte del soggiorno in questa regione nel comune di San Ginesio, dove aveva insegnato presso l'Istituto Magistrale "Alberico Gentili", divenendo successivamente preside di liceo ad Ancona. La madre Maria Salvina Dato (1925-2003), anch'ella nativa di Bagnara Calabra, faceva la maestra elementare. Mia Martini era fortemente legata alle sue origini calabresi e lo rimase per tutta la vita.

"Mimì" (così era chiamata in famiglia) trascorre l'infanzia nel maceratese, a Porto Recanati, e mostra sin da subito uno spiccato coinvolgimento per il mondo della canzone italiana, allora dominato dalla radiofonia, ben prima dunque della diffusione del piccolo schermo televisivo. Inizia a cantare all'interno di feste e balere, e dopo aver effettuato diverse serate come cantante intrattenitrice e aver tentato alcuni piccoli concorsi per voci nuove, nel 1962 convince la madre ad accompagnarla a Milano in cerca di un'audizione, nella speranza di ottenere un contratto discografico.


Gli esordi: Mimì Bertè


Riesce a essere provinata da Carlo Alberto Rossi, che in poco tempo decide di lanciarla come ragazzina yéyé, seguendo la moda musicale del momento, sul modello di Silvy Vartan. Con la canzone Ombrello blu partecipa al Festival di Pesaro, in abbinamento con Marisa Terzi, moglie dello stesso Carlo Alberto Rossi.

Nel 1963, la giovanissima Mimì Bertè incide con il suo vero nome i primi 45 giri su etichetta CAR Juke Box.

A maggio del 1964 vince il Festival di Bellaria, con Come puoi farlo tu,[8] ma è la canzone Il magone a regalarle la vera notorietà. Segue una certa attenzione da parte di giornali e TV, nonché un altro discreto successo, Ed ora che abbiamo litigato, presentato nel 1965 a Studio Uno.

I numerosi provini realizzati in quel periodo, in previsione di un album, rimangono però nel cassetto per quasi trent'anni: infatti Carlo Alberto Rossi, auspicando una sua crescita musicale, la spinge a firmare per una casa discografica più grande, la Durium, che nel 1966 pubblica il 45 giri Non sarà tardi / Quattro settimane, senza però riscuotere particolare successo.

A non funzionare è probabilmente lo scanzonato cliché nel quale sembra essere relegata la giovane cantante, già allora ispirata dalla vocalità blues di artiste come Etta James e Aretha Franklin. Trasferitasi a Roma con la madre e le sorelle, tenta di emergere nuovamente formando un trio assieme alla sorella Loredana e al suo amico Renato Fiacchini (Renato Zero), guadagnandosi anche da vivere con un modesto impiego presso il sindacato dei cantanti e dei cantautori.

Mimì Bertè con Gianni Rivera nel 1963
Mimì Bertè con Gianni Rivera nel 1963

Nel 1969 sconta quattro mesi di carcere a Tempio Pausania per essere stata scoperta in possesso di una sigaretta di marijuana durante una serata in una nota discoteca in Sardegna, reato che all'epoca non prevedeva ancora alcuna distinzione dal possesso di altre forme di stupefacenti, e pertanto severamente perseguibile. Da questa accusa la cantante viene successivamente prosciolta in maniera definitiva, ma l'esperienza del carcere la segnerà per il resto della vita.

Conseguentemente viene anche bloccata la pubblicazione del 45 giri Coriandoli spenti/L'argomento dell'amore, inciso qualche mese prima per la Esse Records, e destinato a rimanere inedito per oltre trent'anni (oggi è uno dei dischi più rari in assoluto).[9]

Nel 1970 partecipa come corista, insieme alla sorella Loredana e ai Cantori Moderni di Alessandroni, al disco Per un pugno di samba, inciso durante il suo soggiorno a Roma da Chico Buarque de Hollanda, di cui la cantante sarà sempre grande estimatrice. Nello stesso anno, è il pianista Toto Torquati a convincere Mimì ad esibirsi dal vivo, accompagnandola nell'esecuzione di un repertorio a lei più congeniale.


Gli anni settanta



Il successo: Mia Martini

A rivelarsi determinante è l'incontro con l'avvocato Alberigo Crocetta, produttore discografico e scopritore di talenti come Patty Pravo e Mal, nonché fondatore del Piper. Crocetta decide infatti di lanciarla subito nel mercato internazionale, dando vita allo pseudonimo "Mia Martini": Mia deriva da Mia Farrow, attrice da lei prediletta, mentre Martini è un riferimento all'omonimo marchio di bevande alcoliche, all'epoca una delle tre parole italiane più famose all'estero (le altre due erano spaghetti e pizza). Il suo look si fa più zingaresco, caratterizzato dai numerosi anelli e dall'immancabile bombetta.

Nel 1971 esce per la RCA Italiana Padre davvero, il primo brano pubblicato col nome di Mia Martini e registrato con il complesso La Macchina. Il testo (di Antonello De Sanctis) tratta di un conflitto generazionale tra padre e figlia, e viene subito giudicato "dissacrante" dalla censura radio-televisiva. Ma l'interpretazione, assolutamente innovativa, riscuote comunque parecchio interesse, tanto da ottenere la vittoria al Festival di Musica d'Avanguardia e Nuove Tendenze di Viareggio. Sul retro di questo primo 45 giri c'è Amore.. amore.. un corno, altro brano d'impatto scritto da un giovane Claudio Baglioni e da Antonio Coggio. Lo stesso Baglioni scrive anche Gesù è mio fratello (pubblicata su 45 giri) brano che inaugura il filone spirituale di Martini, e la profetica Lacrime di marzo (facciata B del precedente), canzoni che trovano posto anche nell'LP Oltre la collina.

"L'importante è buttare i ricordi alle proprie spalle. Io l'ho fatto con un disco, un 33 giri intitolato "Oltre la collina" nel quale ho praticamente messo tutta me stessa, tutto il mio passato. Nella canzone "Padre davvero" c'è anche mio padre, che se ne andò di casa un giorno, vent'anni fa, e che da allora non abbiamo più rivisto. Ho saputo incidentalmente che abita a Milano e insegna in un liceo. C'è anche la mia esperienza con gli hippy ad Ibiza, in Spagna e a Katmandu, nel Nepal, in Oriente. Una vita avventurosa, imprevedibile, soprattutto sofferta."

L'album, il primo della cantante, pubblicato nel novembre 1971, è considerato tra i migliori lavori mai realizzati da una donna, nonché uno dei migliori della discografia d'autore.[10] Oltre la collina è anche uno dei primi esempi di concept album italiani, in cui filo conduttore sono la disperazione e la solitudine giovanile: l'LP affronta, infatti, tematiche quali la religiosità, la malattia e il suicidio.[10] Mia Martini ottiene anche l'attenzione di Lucio Battisti, che esprime il suo stupore dinanzi alla sua insolita vocalità, e la vuole nel suo unico special televisivo Tutti insieme, in cui Mia canta dal vivo Padre davvero.. in versione censurata.[10]

Mia Martini (a sinistra), Little Tony (al centro), Vena Veroutis (a destra) e il complesso Tin-Tin (in basso), nello show Stasera Little Tony (gennaio 1972)
Mia Martini (a sinistra), Little Tony (al centro), Vena Veroutis (a destra) e il complesso Tin-Tin (in basso), nello show Stasera Little Tony (gennaio 1972)

Avrebbe dovuto partecipare a Canzonissima 1971 con il brano Cosa c'è di strano, ma il brano verrà pubblicato solamente nell'estate del 1973 in una compilation sempre della RCA, che però fu subito ritirata dal mercato per impedire che la Ricordi (nuova casa discografica della cantante dal febbraio 1972) denunciasse l'etichetta per violazione contrattuale.

Nel 1972 la RCA tenta di mandare Mia Martini al Festival di Sanremo con il brano Credo, altra perla appartenente al suo filone spirituale, che però non viene ammessa alla kermesse: il disco uscirà ugualmente, ma in pochissime copie.


Da Piccolo uomo a Minuetto (1972-1973)

Mia Martini nell'agosto del 1973
Mia Martini nell'agosto del 1973
Mia Martini posa a Venezia nel settembre del 1973 con la Gondola D'Oro, vinta con il singolo Donna sola l'anno precedente
Mia Martini posa a Venezia nel settembre del 1973 con la Gondola D'Oro, vinta con il singolo Donna sola l'anno precedente

Quando Alberigo Crocetta lascia la RCA e approda alla Ricordi di Milano, Mia Martini decide di seguirlo e riesce ad incidere Piccolo uomo, scritta da Bruno Lauzi e Michelangelo La Bionda, su musica di Dario Baldan Bembo, il quale inizialmente non nasconde la sua più totale contrarietà nell'affidare il pezzo ad un'artista poco più che esordiente.

Destinato, infatti, ai Camaleonti, il brano viene invece presentato dalla Martini al festival Pop, Beat, Western Express di Londra il 26 maggio 1972 e passa numerose volte in radio alla trasmissione Alto Gradimento condotta da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni. Piccolo uomo viene poi proposta per la manifestazione Un disco per l'estate, alla quale non viene ammessa, ma viene presentata sia al Cantagiro che al Festivalbar, dove la Martini ottiene la sua prima vittoria.[11]

Il successo è infatti immediato, e la giovane interprete viene invitata nelle trasmissioni televisive più importanti e il 45 giri raggiunge le primissime posizioni della hit-parade, e vale a Mia Martini il suo primo Disco d'oro per le vendite.

In settembre partecipa per la prima volta anche alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia con Donna sola, struggente brano dalle forti venature soul. Il disco si rivelerà essere il 45 giri di maggior successo dell'intera rassegna, con circa 270 000 copie vendute; di conseguenza la Martini verrà premiata l'anno successivo con la prestigiosa Gondola D'Oro. Donna sola giunge fino al 2º posto della hit-parade dei singoli più venduti durante il mese di novembre.[12]

In ottobre esce il suo secondo album, Nel mondo, una cosa che contiene alcuni tra i brani preferiti della cantante calabrese come Valsinha di Vinícius de Moraes e Chico Buarque De Hollanda, la raffinata Amanti di Maurizio Fabrizio, e la struggente Madre, cover di John Lennon, fra le altre. Il disco raggiunge i vertici della classifica e totalizza circa 300 000 copie vendute[13] e riceve il Premio della Critica Discografica come migliore LP del '72.

Agli inizi del 1973 vengono pubblicati i suoi due successi Piccolo uomo e Donna sola in Germania. Alcuni paesi europei come la Francia e la Spagna cominciano a prestare attenzione alla cantante calabrese, ospitandola in varie trasmissioni televisive e definita dai critici d'oltralpe La regina della musica giovanile in Italia. La Ricordi le propone di partecipare al Festival di Sanremo con il brano Vado via: Mia Martini in un primo momento accetta, per poi rinunciare in extremis decretando la fortuna di Drupi, che aveva interpretato il provino del brano e viene invitato a partecipare alla manifestazione.[14] Il brano viene eliminato dopo la prima esecuzione, ma si rivelerà un successo internazionale. Il 2 aprile incide Minuetto, composto da Dario Baldan Bembo, con testo di Franco Califano.

Il testo di Minuetto nasce dopo i tentativi di Maurizio Piccoli e Bruno Lauzi, che invano avevano cercato di realizzarne una stesura convincente; si decide pertanto di contattare Franco Califano, il quale - traendo spunto dalle ultime vicende sentimentali della stessa Mia Martini - riesce a cucirle addosso un successo senza tempo, successo dovuto anche ad un arrangiamento di ottimo livello, a supporto della complessa partitura di Baldan Bembo, in cui si possono individuare diverse atmosfere musicali: dalla citazione classica di Bach alle ballate pop d'oltreoceano. In sala d'incisione prendono parte al coro anche Bruno Lauzi, Maurizio Fabrizio, i La Bionda, Loredana Bertè e Adriano Panatta (all'epoca fidanzati).

Mia Martini in gondola a Venezia nel settembre del 1973
Mia Martini in gondola a Venezia nel settembre del 1973

Minuetto, in assoluto la sua canzone più venduta,[15] le vale un nuovo disco d'oro e un disco di platino,[16] nonché la vittoria al Festivalbar,[17] seconda consecutiva, cosa che in precedenza era riuscita solamente a Lucio Battisti. Il disco rimane nella top-ten dei 45 giri più venduti per 22 settimane di fila,[18] raggiungendo la prima posizione, e risultando uno dei singoli di maggior successo del 1973.[19] A settembre Mia Martini partecipa nuovamente alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia presentando Bolero e Il guerriero, due brani molto intensi inizialmente destinati alla sorella Loredana, la quale però vede sfumare all'ultimo momento la possibilità di firmare anche lei un contratto discografico con la Ricordi, che in un primo momento sembrava interessata alla giovane starlette "sorella di Mia Martini". L'uscita di questo nuovo singolo composto da Bolero e Il guerriero è programmata per ottobre, ma il disco non verrà mai commercializzato, probabilmente a causa del cambio di regole attuato da Gianni Ravera: a Venezia non si concorre più con un 45 giri, bensì con l'intero LP. La cantante presenterà dunque il suo nuovo album, intitolato Il giorno dopo, e ritirerà la Gondola D'Oro vinta l'anno prima con Donna sola. Oltre alle due canzoni presentate a Venezia, troveranno posto all'interno del nuovo LP, fra le altre, anche Ma quale amore, scritta da Antonello Venditti e Franca Evangelisti, La malattia, sul tema allora insolito e molto censurato della tossicodipendenza, e Dove il cielo va a finire, probabilmente uno dei brani più belli e significativi della sua carriera, scritto da Maurizio Fabrizio.

Loredana Bertè con l'allora fidanzato Adriano Panatta e Mia Martini (1973)
Loredana Bertè con l'allora fidanzato Adriano Panatta e Mia Martini (1973)

Alla fine del 1973, Mia Martini diviene la cantante femminile ad aver venduto più dischi nell'arco dell'intero anno, assieme a Ornella Vanoni e Patty Pravo.

In questo periodo sarebbe anche prevista una partecipazione a Canzonissima 1973 con il brano Adesso vai, brano che sarebbe stato inciso da Dori Ghezzi l'anno successivo.


Il successo europeo (1974-1975)

Nel 1974 Mia Martini è considerata dalla critica europea la cantante dell'anno.[5]

Mia Martini con il Disco d'oro per il suo primo milione di dischi venduti (1974)
Mia Martini con il Disco d'oro per il suo primo milione di dischi venduti (1974)

I suoi dischi escono in vari Paesi del mondo: registra i suoi successi in francese, tedesco e spagnolo, ottenendo grandissimo successo anche all'estero, in particolare in Francia, dove viene paragonata a Édith Piaf.[5] Il 29 aprile termina di incidere È proprio come vivere, un altro dei suoi album più belli, in cui Mia Martini conferma la propria modernità, nonché sensibilità interpretativa. È anche autrice, insieme a Gianni Conte (bassista del gruppo EXPO 80 che l'accompagnava nelle tournée) e Dario Baldan Bembo, del brano Agapimu ("amore mio"), il cui testo è in greco.

I due brani scelti per la promozione dell'album, Inno (Piccoli-Baldan Bembo) e ...E stelle stan piovendo (Piccoli), divengono due dei maggiori successi discografici dell'estate '74 entrambi usciti come lati A di uno stesso singolo, dato che in classifica le due canzoni si scambiano posizione settimana dopo settimana, nonostante la complicata partitura di Inno che manca di un preciso ritornello. Baldan Bembo definirà il brano un Quadro incompiuto. Piccola delusione mitigata però dall'altra canzone, cioè ...E stelle stan piovendo, che diviene il brano più famoso dell'album.

Anche quest'anno Mia Martini partecipa al Festivalbar in qualità di ospite: Vittorio Salvetti, patron della popolare manifestazione, le avrebbe chiesto di non partecipare alla competizione onde evitare di "bruciare la gara", date le due precedenti vittorie consecutive. A settembre partecipa per la terza volta alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia, dove presenta Inno e Agapimu.

È proprio come vivere diviene uno degli album di maggior successo del 1974, raggiungendo circa le 300 000 copie vendute e nel mese di ottobre, la cantante riceve dalla Ricordi il Disco d'oro per il suo primo milione di dischi venduti con i suoi ultimi tre album, cifra all'epoca riguardevole per un'artista donna, dato che pochissime altre cantanti riuscivano a ottenere tali risultati.

Mia Martini e Loredana Bertè nell'estate del 1974
Mia Martini e Loredana Bertè nell'estate del 1974

A fine anno registra il suo primo special televisivo, intitolato Mia, cui partecipano Lino Capolicchio e Gabriella Ferri, collega assai stimata dalla Martini: il programma va in onda il 6 febbraio 1975, in contemporanea al lancio del suo nuovo singolo Al mondo, che registra un'ottima entrata in classifica.

A dicembre presenta, insieme ad Aldo Giuffré e Peppino Gagliardi, il programma radiofonico Ciao domenica, in onda tra il 1974 e il 1975.

Riceve il Premio della Critica Europea a Palma di Maiorca per il brano Nevicate, estratto dall'LP Sensi e controsensi (1975), uno dei più amati dall'artista, in cui compare anche Volesse il cielo di Vinícius de Moraes, registrata in presa diretta con un'orchestra di sessanta elementi.

Nell'estate del 1975 esce su 45 giri una cover di Nicole Croisille intitolata Donna con te ("Une femme avec toi"), successo estivo con cui la Martini partecipa al Festivalbar, riscuotendo un'ottima accoglienza, pur essendo poi esclusa dalla serata finale in quanto gli ultimi appuntamenti radiofonici e televisivi che l'avevano riguardata erano stati giudicati dalla Rai sufficienti per la sua promozione.

Viene proclamata miglior cantante donna dell'anno tramite il referendum "Vota la voce", indetto dal popolare settimanale Tv Sorrisi e Canzoni, mentre in autunno è una dei protagonisti de La compagnia stabile della canzone, varietà televisivo con Gino Paoli, Gigliola Cinquetti, Riccardo Cocciante e Gianni Nazzaro.


La rottura con la Ricordi e il ritorno alla RCA (1975-1976)

I continui successi spingono però la Ricordi a far pressione sulla Martini, obbligandola a incidere canzoni di esclusiva edizione dell'etichetta stessa: nella logica dei produttori, non è infatti necessario ricercare materiale proveniente da autori estranei alla casa discografica, dal momento che a loro giudizio la voce della cantante sarebbe comunque in grado di valorizzare qualsiasi tipo di brano, indipendentemente dal gusto e dalle scelte musicali della stessa Mia Martini, la cui libertà artistica finisce così per subire una forte limitazione. Essendo però vincolata da un contratto, la cantante non può tirarsi indietro, e quando la Ricordi le chiede espressamente un nuovo LP da promuovere in concomitanza con la sua partecipazione alla Compagnia stabile della canzone, è costretta ad assecondare le richieste della casa discografica, senza tuttavia nascondere la sua assoluta contrarietà per quanto concerne il criterio per la scelta dei brani da incidere.

La realizzazione di Un altro giorno con me, che sarà l'ultimo album pubblicato per la Ricordi, risulta controversa: Mia Martini ha la possibilità di scegliere pochi brani tra quelli che le interessano. Da segnalare, Questi miei pensieri e Milho verde, riproposte dal vivo fino agli anni novanta, ma anche Veni sonne di la muntagnella. Rimangono invece nel cassetto svariati inediti del periodo, per la cui pubblicazione - postuma - bisognerà attendere circa trent'anni, e fra questi vi sono certamente Grande più di lei (inizialmente destinata a Mina), Meglio sì meglio se e Dire no: tre brani di rara intensità in cui Mia Martini dà il meglio di se stessa. Nonostante i contrasti con la Ricordi, l'album sarà uno dei più venduti della sua carriera.

Mia Martini in concerto alla Bussola di Focette il 3 agosto 1975
Mia Martini in concerto alla Bussola di Focette il 3 agosto 1975

Nel 1976 la cantante sembra nuovamente convinta a partecipare al Festival di Sanremo[10] col brano L'amore è il mio orizzonte, salvo poi - ancora una volta - ripensarci in extremis. Nel mese di marzo, il brano viene ugualmente pubblicato su 45 giri, senza però beneficiare di una vera promozione: è l'ultima emissione ufficiale della Martini su etichetta Ricordi, quasi in contemporanea con la raccolta Mia.

Subito dopo, la RCA, etichetta romana che l'aveva lanciata cinque anni prima, le propone un'ottima offerta contrattuale che prevede, fra l'altro, anche la libertà di scelta in fatto di repertorio: Mia Martini, che già da tempo meditava un cambio di etichetta, decide pertanto di recedere anticipatamente dal contratto con la Ricordi, dove le tensioni erano ormai divenute insanabili.

L'ingaggio alla RCA vede Mia Martini come artista di punta dell'etichetta-satellite Come Il Vento, in cui la cantante sembra ritrovare l'ambiente ispirato di cui ha bisogno. Al nuovo album Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto, che alterna momenti di tensione melodica a brani più di tendenza, partecipano due autori di prestigio all'epoca poco conosciuti come Amedeo Minghi (Ma sono solo giorni) e Mango (Se mi sfiori), mentre ben quattro pezzi sono i pezzi firmati dal chitarrista Memmo Foresi (Noi due, Fiore di melograno, In paradiso, Una come lei). La title-track è invece un'altra canzone d'amore opera di Dario Baldan Bembo, che viene pubblicata anche come singolo (sul retro la femminista Io donna, io persona). Spicca, infine, l'intensa Preghiera, scritta da Stefano Rosso e posta a conclusione del disco, i cui splendidi arrangiamenti sono firmati da Luis Bacalov.

Mia Martini vestita in stile anni '20 nello show La compagnia stabile della canzone (1975)
Mia Martini vestita in stile anni '20 nello show La compagnia stabile della canzone (1975)

Per il lancio dell'album e del singolo, che ottengono un ottimo successo, la Rai realizza a colori uno special omonimo per la regia di Ruggero Miti, e trasmette in radio un concerto in esclusiva. In estate, Mia, si esibisce in alcuni importanti palchi italiani e internazionali, dalla Bussola di Viareggio allo Sporting Club di Montecarlo.

Inoltre con Che vuoi che sia..se t'ho aspettato tanto, tra i più venduti in classifica nel 1976, partecipa nuovamente sia al Festivalbar, dove ottiene un buon piazzamento, sia alla Mostra Internazionale di Musica Leggera a Venezia, presentandosi con un look estremamente elaborato: lacca argentea sui capelli, trucco regale, e un sofisticato abito lungo rosso a fantasia dorata.

L'anno termina con la registrazione dal vivo di uno special per la televisione francese, nel mese di novembre, e con la collaborazione con il compianto Sergio Endrigo per l'album, dello stesso Endrigo, Canzoni venete, dove duettano insieme nei brani Cecilia e O Dona lombarda.

Nel frattempo, la cantante viene però citata in tribunale dalla Ricordi per inadempienza contrattuale; la casa discografica milanese chiede e ottiene non solo il ritiro dal commercio del suo nuovo LP (che nei fatti fu soltanto temporaneo), ma anche e soprattutto il sequestro di tutti i beni e i guadagni dell'artista, nonché il pagamento di un'altissima penale, per l'ammontare di quasi 90 milioni di lire dell'epoca.[20]


Dai trionfi all'Olympia, all'incontro con Fossati (1977-1979)

Durante il concerto televisivo tenuto in Francia, Mia Martini viene notata da Charles Aznavour, il quale viene colpito dall'intensità del suo stile interpretativo: il cantautore francese la vuole accanto a sé per una serie di spettacoli in duo da portare nei teatri, fra i quali il Sistina di Roma dove viene effettuata anche una ripresa televisiva.

Nel 1977 viene scelta per rappresentare l'Italia all'Eurovision Song Contest con Libera, singolo che viene inciso in varie lingue e pubblicato in paesi come Spagna, Inghilterra, Canada, Giappone, e parecchi altri, dove riscuote un ottimo successo malgrado il piazzamento non esaltante conseguito alla rassegna europea (13º posto).

Mia Martini e Ivano Fossati ai tempi della loro difficile storia d'amore (1979)
Mia Martini e Ivano Fossati ai tempi della loro difficile storia d'amore (1979)

Nello stesso anno incide una delle sue più note interpretazioni, e cioè Per amarti, brano per lei particolarmente rappresentativo, inizialmente pensato per l'amica Ornella Vanoni da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio (gli stessi autori che anni dopo firmeranno anche la celebre Almeno tu nell'universo). Realizza l'omonimo album Per amarti, nel quale collabora per la prima volta col cantautore Ivano Fossati (che partecipa ai cori, canta in Un uomo per me, scrive la canzone Sentimento e il testo italiano di Se finisse qui, versione italiana di Give a little bit dei Supertramp), dando inizio a un sodalizio artistico e un legame sentimentale decisivi per la sua vita e la sua carriera.

L'album contiene anche il brano Ritratto di donna (scritto da Carla Vistarini con Massimo Cantini e Luigi Lopez), con cui Mia Martini partecipa come unica rappresentante italiana al Festival mondiale della canzone popolare di Tokyo, conquistando la vittoria del Most Outstanding Performance Award (MOPA).

Il 10 gennaio 1978, insieme ad Aznavour, debutta con grande successo all'Olympia di Parigi. Terminato però il mese di repliche, la cantante rinuncia al rinnovo del contratto per portare il recital in Inghilterra, alla Royal Albert Hall di Londra: sfuma, dunque, anche la realizzazione di un intero album in duo, inizialmente previsto.

Nel pieno della storia d'amore con Fossati, la sua attività è ora contraddistinta da un nuovo e più autentico spirito di lavoro e da un esclusivo interesse artistico, che la porta a valutare i progetti che le interessano davvero, a prescindere dal prestigio che possano recarle:

"Nel corso di questi anni ho finito per impersonare il tipo della cantante sofisticata per pochi eletti, che cantava all'Olympia e che sembrava snobbare il pubblico che le aveva dato il successo, per ricercare chissà quali traguardi più elevati.. Non è vero niente di tutto ciò..."

Nel frattempo, sopraggiungono nuovi contrasti con i suoi discografici: Mia Martini inizia a non sentirsi più ben accetta in RCA, probabilmente a seguito delle forti liti dovute alle notevoli modifiche apportate al testo e all'arrangiamento di Libera, che di fatto ne avevano snaturato la stesura originale, lasciando l'artista del tutto contrariata; la cantante lamenta anche lo scarso impegno da parte della casa discografica nel realizzare il nuovo LP destinato al mercato anglosassone, che infatti non verrà mai ultimato. L'anno successivo, la Martini accuserà pubblicamente l'etichetta di aver boicottato i suoi lavori, limitandone la distribuzione, e di averla di fatto ostacolata creandole intorno un ambiente a lei palesemente ostile.

Mia Martini passa così alla Warner Bros. Records, unica etichetta disposta a pagare l'intero debito contratto dall'artista con la RCA a seguito dell'anticipata rottura contrattuale. A tempo di record viene realizzato e inciso il primo 45 giri, Vola (di Ivano Fossati), i cui esiti commerciali risultano però penalizzati dal periodo in cui viene pubblicato: a luglio inoltrato, infatti, le ferie estive e la chiusura dei negozi determinano uno slittamento dell'uscita del disco; Vola arriva pertanto in vendita solamente nel mese di settembre, quando è già abbondantemente iniziata la promozione e il brano suona già nei juke-box da diverse settimane.

Vola è in realtà il preludio ad una seconda e ben più importante collaborazione con Fossati, che a fine anno si estenderà nell'intero album Danza, un lavoro di grande spessore[21] considerato tra i suoi migliori in assoluto,[10] per lei interamente scritto e prodotto dal cantautore ligure.

Di questo LP, i brani Canto alla luna e La costruzione di un amore rimarranno a lungo nel repertorio dell'artista, così come l'omonima Danza, scelta per promuovere l'album e uscita su 45 giri nel 1979. Ma i rapporti con Fossati ben presto si complicano, e in seguito a ciò sfuma una sospirata collaborazione con Pino Daniele che prevedeva la realizzazione del successivo album.[10] La stessa Mia Martini ricorderà questo particolare periodo della sua vita in un'intervista di Ivana Zomparelli pubblicata su Noi Donne, nel maggio 1990:

"Intanto era iniziato, su basi sanguinolente e catastrofiche il rapporto con Ivano Fossati. E avevo il mio bel da fare con questo campo minato. Avevo un contratto con un'altra casa discografica, e ho dovuto romperlo a causa sua. Perché era geloso, dei dirigenti, dei musicisti, di tutti. Ma soprattutto era geloso di me come cantante. Diceva che mi voleva come donna, ma non era vero perché infatti non ha voluto nemmeno un figlio da me, e la prova d'amore era abbandonare del tutto anche la sola idea di cantare e distruggere completamente Mia Martini. Io ero combattuta, non riuscivo a farlo. Il fatto che ci fossero tutti quei debiti da pagare era il mio alibi per non smettere. Ma quando si è opposto violentemente alla collaborazione con Pino Daniele, alla quale tenevo moltissimo, per un album che dovevo fare, questa lotta tra me donna e Mia Martini è diventata una cosa feroce. E infatti quando sono andata in sala registrazione per incidere il disco, senza Pino Daniele, mi è andata via la voce. Mi sono ritrovata con le corde vocali imprigionate in una spessa membrana formata da noduli. Pare che sia una cosa rarissima. Ci sono voluti due interventi chirurgici. Sono stata muta un anno. E non si sapeva se sarei potuta tornare a cantare. Ho ricominciato, con fatica..."


Gli anni ottanta


"Sono stata troppo disponibile per il lavoro, ho sempre avuto attorno gente che mi lodava non per quello che sono, ma per quello che potevo rendere loro. Questo della canzone è un ambiente terrificante e ho voluto restarmene fuori, restandomene dietro le quinte per tre anni. Mi sono disincantata. So qual è il marciume che sta dietro a un'artista e non voglio più essere coinvolta. Continuerò a cantare, ma a piccole dosi. Nel mondo dello spettacolo tutti cercano di stritolarti, di infangare la tua dignità. E, alla fine, siamo noi che ne rispondiamo davanti al pubblico, con la nostra faccia. (...) Impresari disonesti, per risparmiare, mi hanno costretta a cantare con impianti sonori di poco conto; mi hanno costretta a tappe forzate sotto la minaccia di una penale. E, così, sono finita due volte sotto i ferri. Dopo l'operazione per tre mesi non potevo neanche parlare. Mi hanno operata tenendomi la bocca aperta mediante un apparecchio d'acciaio che mi ha ferito tutto il palato. È stato un periodo dolorosissimo."


Da interprete a cantautrice

Nel 1981, dopo un anno di silenzio seguito ai due difficili interventi alle corde vocali (che ne modificarono il suono in favore di una timbrica più roca e meno estesa), l'artista è decisa a proporsi anche come cantautrice, presentandosi con un look più discreto e androgino, lontano da quello eccentrico degli anni settanta.

Realizza per la DDD di Roberto Galanti l'album Mimì: dieci brani quasi interamente scritti da lei e registrati tra Londra e gli USA con gli arrangiamenti di Dick Halligan.

I risultati sono sorprendenti e variano le atmosfere musicali: degne di nota Parlate di me, Sono tornata e Del mio amore. Vengono estratti due singoli (E ancora canto e Ti regalo un sorriso, con cui partecipa al Festivalbar) e nel complesso il disco ottiene un buon successo di vendite malgrado non poche difficoltà riscontrate nella promozione radiotelevisiva, dovute ad una certa forma di ostracismo nei suoi confronti, che la cantante inizia a denunciare in varie interviste:

"Dopo l'uscita del mio disco dovevo partecipare a Saint Vincent, ma Gianni Ravera non mi ha voluto. Dovevo realizzare uno special televisivo che la RAI mi aveva assegnato, ma il funzionario addetto al programma alla fine me lo ha negato. Un programmatore radiofonico e televisivo, che sta curando la realizzazione di un programma estivo per la Rete, ha detto chiaramente ai miei discografici che è molto meglio che io stia alla larga dalla sua troupe, perché porto jella. Tante grazie per questo contributo alla intelligenza. Ma ti sembra giustizia? Ormai ho smesso anche di odiarli e di soffocare la mia rabbia e di disperarmi."

Un importante rilancio avviene nel 1982 con la prima partecipazione di Mia al Festival di Sanremo, dove interpreta ancora una canzone scritta da Ivano Fossati, intitolata E non finisce mica il cielo. La qualità di un brano di questo tipo, spesso destinato a non raggiungere il podio, viene comunque riconosciuta dai giornalisti con il prestigioso Premio della Critica, istituito per lei. Dopo la sua morte, il Premio della Critica verrà intitolato in suo onore "Premio Mia Martini".

Nello stesso anno scrive uno dei suoi testi più validi, Quante volte, su musica e arrangiamento soft-funk di Shel Shapiro, produttore anche dell'intero LP Quante volte... ho contato le stelle, col quale Mia Martini sembra riavvicinarsi ai risultati di vendita del decennio precedente, superando le 70 000 copie vendute.

Inizialmente il singolo di Quante volte, che rimane uno dei suoi più grandi successi, viene distribuito in poche migliaia di copie, ma dopo il suo primo ingresso in hit-parade la DDD si affretta a ristamparlo (con copertina differente), ottenendo un riscontro commerciale più che positivo: Quante volte entra in classifica anche in Germania, motivo per cui ne viene registrata una versione tedesca, che però rimarrà inedita.

Nell'album, che la cantante dedica al padre, compaiono altri brani firmati dalla stessa Mimì: Stelle, Bambolina (proposta su singolo l'anno dopo) e Vecchio sole di pietra su musica di Fossati (episodio del tutto eccezionale nella carriera di quest'ultimo, abituato a scrivere testi e musiche delle sue canzoni). Fra gli altri autori, compaiono invece Gianni Bella (del quale riprende Nuova gente con testo di Mogol), Mimmo Cavallo (con cui aveva già intrapreso una collaborazione due anni prima) e Riccardo Cocciante, oltre all'affezionato Maurizio Piccoli che firma Solo noi, retro del singolo Quante volte.


Il ritiro dalle scene (1983-1989)

Mia Martini a un concerto a Caselle Landi nel 1986
Mia Martini a un concerto a Caselle Landi nel 1986

Sul finire del 1983 decide di ritirarsi dalle scene, a causa di alcune dicerie nate circa dieci anni prima e divenute insistenti proprio nei primi anni Ottanta, che legano la sua fama ad eventi negativi.[22][23][24][25][26][27][28]

La stessa Mia Martini anni dopo dichiarerà in merito a questo periodo:

"La mia vita era diventata impossibile. Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C'era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch'io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all'assurdo, per cui decisi di ritirarmi."[5][10]

Sempre a questo proposito, la Martini avrà modo di dichiarare in un'intervista su Epoca del 5 marzo 1989:

"La delusione più cocente me la diede Gianni Boncompagni, un amico per l'appunto. Una volta fui ospite a Discoring, lui era il regista. Appena entrai in studio sentii Boncompagni che diceva alla troupe: ragazzi attenti, da adesso può succedere di tutto, salteranno i microfoni, ci sarà un black out."

Mia Martini, nella stessa intervista, spiegherà anche come ebbe inizio la storia infamante che segnò profondamente la sua carriera artistica e la sua storia umana:

"Tutto è cominciato nel 1970. Allora cominciavo ad avere i miei primi successi. Fausto Paddeu, un impresario soprannominato “Ciccio Piper” perché frequentava il famoso locale romano, mi propose un'esclusiva a vita. Era un tipo assolutamente inaffidabile e rifiutai. E dopo qualche giorno, di ritorno da un concerto in Sicilia, il pulmino su cui viaggiavo con il mio gruppo fu coinvolto in un incidente. Due ragazzi persero la vita. “Ciccio Piper” ne approfittò subito per appiccicarmi l’etichetta di "porta jella"."[29][30]

Nel 1982 Mia Martini dichiarerà, in una intervista rilasciata al giornalista Gianfranco Moriondo (Eva Express, n.43, pgg. 52-53):

"Tra i primi a dire che porto jella sono stati Patty Pravo e Fred Bongusto. Poi è stata la volta della RAI che ha cominciato a non mettere più in onda le mie canzoni. Quindi i discografici, che rifiutavano le mie canzoni."[31][32]

Mia Martini in concerto (1986)
Mia Martini in concerto (1986)

Pertanto, organizza al teatro Ciak di Milano due concerti-evento con musicisti di prim'ordine, in cui registra l'album Miei compagni di viaggio: Mia Martini ripercorre le tappe più importanti della sua crescita musicale attraverso le reinterpretazioni di autori a lei particolarmente cari, tra cui John Lennon, Kate Bush, Randy Newman, Vinícius de Moraes, Fabrizio De André, Francesco De Gregori e Luigi Tenco. Ai cori di un brano piuttosto emblematico come Big yellow taxi di Joni Mitchell partecipano anche la sorella Loredana Bertè, l'amica vocalist Aida Cooper, Cristiano De André e Ivano Fossati. Il concerto si chiude con il significativo brano Ed ora dico sul serio ("..Non vorrei cantare più") di Chico Buarque.

L'anno successivo, la DDD prova un ulteriore tentativo per rilanciare la carriera di Mia Martini cercando di farla partecipare al Festival di Sanremo 1985 con Spaccami il cuore, raffinato brano di Paolo Conte, che però viene scartato dalle selezioni per accedere alla kermesse: è l'ennesimo atto di ostracismo[10] che per la cantante comporta una notevole delusione. In merito all'esclusione al Festival di Sanremo 1985, in una intervista a Radio Kiss Kiss nel 1995, Mia Martini dichiarò: "Sono stata scartata dalla giuria del Festival e sono stata scartata personalmente da Red Ronnie, che ha deciso che io portavo jella, ero una cantante antiquata e che questo pezzo era bruttissimo."[33]

Il contratto con la DDD viene risolto alcuni mesi dopo con la pubblicazione su singolo del pezzo in questione, anche se in poche migliaia di copie; sul retro è presente un'originale composizione della stessa Mimì intitolata Lucy, "che nel ritornello si avvale di un'antica filastrocca di Bagnara Calabra: una preghiera a non odiarsi e a non dividersi. La protagonista è una specie di multiforme simbolo vitale: rappresenta la madre, il padre, la terra e la vita. A questi simboli se ne aggiungono altri. Sul modello delle antiche civiltà matriarcali, trasfigura l'essenza femminile nella Luna d'Occidente e simbolizza la figura maschile nel Sole dell'Oriente, divinità delle civiltà patriarcali."[34]

Emarginata dal mondo dello spettacolo e visibilmente provata anche dalla fine del rapporto con Fossati, Mia Martini si chiude dunque in se stessa, ritirandosi nella campagna umbra. Per sopperire alle notevoli difficoltà economiche, continua comunque ad esibirsi in località di provincia.


Il ritorno al successo

Il ritorno di Mia Martini al Festival di Sanremo 1989.
Il ritorno di Mia Martini al Festival di Sanremo 1989.

Nel 1989 è il musicista e discografico Gianni Sanjust, che molti anni prima aveva seguito il suo percorso artistico alla Ricordi, a riportarla sulle scene. Il rilancio della cantante viene così pianificato insieme alla Fonit Cetra, l'unica etichetta disposta a offrirle la possibilità di un contratto, affidando il progetto a Lucio Salvini, anch'egli discografico della Martini all'epoca in cui incideva per la Ricordi.

Sanjust recupera per l'occasione un vecchio brano, scritto proprio per lei da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel 1972, in contemporanea a Piccolo uomo, e rimasto tuttavia inedito: Almeno tu nell'universo. Grazie all'interessamento di Alba Calia e Sandra Carraro, il brano viene ammesso al 39º Festival di Sanremo, dove l'esibizione di Mia Martini suscita gli entusiasmi del pubblico e le vale per la seconda volta il Premio della Critica: un assoluto trionfo che pone fine a un altro dei tanti periodi bui, ogni volta superati con un consenso sempre maggiore.[35]

«Erano sette anni che non potevo più fare il mio lavoro, per cui ho avuto dei momenti di grande depressione. E in quel momento ho sentito "fisicamente" questo abbraccio totale di tutto il pubblico, l'ho sentito proprio sulla pelle. Ed è stato un attimo indimenticabile.»[5][36]

Da sinistra: Mietta, Mia Martini e Paola Turci posano con i Premi della Critica vinti a Sanremo nel 1989; dal 1996 il riconoscimento sarà intitolato alla memoria della Martini.
Da sinistra: Mietta, Mia Martini e Paola Turci posano con i Premi della Critica vinti a Sanremo nel 1989; dal 1996 il riconoscimento sarà intitolato alla memoria della Martini.

Il successo di Sanremo la incoraggia ad intraprendere una vera nuova tournée dal vivo, e ad incidere un nuovo LP dopo diversi anni, intitolato semplicemente Martini Mia.... Si tratta di un lavoro realizzato a tempo di record, che racchiude canzoni come Notturno, divenuta nel tempo un piccolo classico, e Donna, scritta due anni prima dal cantautore napoletano Enzo Gragnaniello il quale - dopo aver assistito, commuovendosi, ad un'esibizione dal vivo di Mia Martini nel periodo più buio della sua carriera - decide di omaggiarla scrivendo di getto uno dei primi brani esplicitamente incentrati sulla tematica della violenza fisica e psicologica sulle donne, e dando così inizio a una collaborazione che si protrarrà per diversi anni.

Nell'estate del 1989, Donna viene presentata al Festivalbar, dove le viene consegnato il disco d'oro per le oltre 100 000 copie vendute del suo album. In autunno vince anche la Targa Tenco come miglior interprete femminile dell'anno.

Mia Martini con il disco d'oro per le vendite del suo album (1989)
Mia Martini con il disco d'oro per le vendite del suo album (1989)

Nel novembre dello stesso anno, il presidente del Consiglio Giulio Andreotti, in qualità di presidente del Premio Donna Roma, le conferisce l'onore di proclamarla "Interprete per eccellenza".


Gli anni novanta



Il successo a Sanremo e all'Eurofestival, le collaborazioni con Roberto Murolo e i rapporti con Loredana Bertè

Nel 1990, al Festival di Sanremo, bissa il successo dell'anno precedente interpretando con la consueta classe La nevicata del '56 (C. Vistarini, F. Califano / M. Cantini, L. Lopez), per cui riceve ancora una volta il Premio della Critica.

La nevicata del '56 viene inserita nell'album La mia razza (il brano eponimo è stato scritto da Giangilberto Monti e Mauro Pagani, con il contributo di Fabrizio De André, che però non compare nei crediti), un lavoro in cui la Martini spazia dalla melodia (Un altro Atlantico, che avrebbe dovuto presentare a Sanremo), ai ritmi etnici (Danza pagana di Mimmo Cavallo, arrangiata da Alessandro Centofanti) e latini con Chica chica bum di Carmen Miranda, precedentemente cantata a Fantastico. Il disco racchiude anche Io e la musica di Amedeo Minghi, Domani più su, firmata da Enrico Ruggeri e Dodi Battaglia dei Pooh, e altri tre brani di Enzo Gragnaniello.

Dello stesso anno la collaborazione con Claudio Baglioni per la canzone Stelle di stelle, contenuta nel doppio album Oltre del cantautore romano (unico duetto nell'intera discografia di Baglioni).

Nel 1991 pubblica Mi basta solo che sia un amore, una raccolta delle sue canzoni d'amore più belle in versione originale, unitamente all'inedito Scrupoli, sigla dell'omonimo programma televisivo. Ma nello stesso anno si dedica soprattutto a un progetto ambizioso: tiene dodici concerti in cui ripropone brani del proprio repertorio e di altri cantautori in versione jazz (Vola, Pensieri e parole di Battisti, Gente distratta di Pino Daniele, unitamente ad altri classici del genere arrangiati da Maurizio Giammarco). La tournée viene documentata nell'album Mia Martini in concerto (da un'idea di Maurizio Giammarco), del quale però la Fonit Cetra stampa solamente ventimila copie.

Il suo amore per la città di Napoli è testimoniato da un'altra esperienza musicale, quella con Roberto Murolo nel celebre duetto Cu'mme (ancora di Enzo Gragnaniello), uscita sul finire del 1991.

Nel 1992 è di nuovo in gara al Festival di Sanremo con un altro dei suoi maggiori successi, Gli uomini non cambiano, su testo di Giancarlo Bigazzi e Beppe Dati, due fra gli autori più prolifici della musica italiana. Data per favorita dalla stampa, in extremis le viene assegnato il secondo posto, mentre a vincere sarà Luca Barbarossa con Portami a ballare. L'album uscito a ridosso della kermesse, Lacrime, destinato a rimanere uno dei suoi album più venduti, conquisterà un nuovo disco d'oro, entrando anche nelle classifiche tedesche. Il disco si avvale, fra l'altro, delle firme di Biagio Antonacci (Il fiume dei profumi), Mimmo Cavallo (Dio c'è, Il mio Oriente), Enzo Gragnaniello (Scenne l'argento), e Maurizio Piccoli con il brano Uomini farfalla, in cui gioca sul tema dell'omosessualità.

Il secondo posto sanremese le consente nuovamente di rappresentare l'Italia all'Eurofestival, che quell'anno si svolge in Svezia. In quest'occasione presenta un brano dal titolo Rapsodia, che viene incluso nell'omonima raccolta Rapsodia - Il meglio di Mia Martini, con i suoi brani più noti in versione rimasterizzata, unitamente a due tracce live registrate durante il tour Per aspera ad Astra, nato in previsione della realizzazione di un home video, che però viene pubblicato solamente postumo dalla Polygram (sua nuova etichetta discografica).

All'Eurofestival in un primo momento la cantante è esposta a una grande attenzione mediatica soprattutto per essere "la cognata di Borg", l'ex tennista svedese che Loredana Bertè aveva sposato. Successivamente dà il meglio di sé suscitando gli elogi del pubblico svedese,[37] apparendo per altro ben lontana dal temperamento della sorella Loredana.

Ed è proprio in questo periodo che recupera il rapporto con la sorella dopo circa dieci anni di silenzi. Loredana ha nel frattempo interrotto il legame con Björn Borg, al quale si era unita in matrimonio qualche anno prima, preparandosi ad un ritorno da cantautrice, incoraggiata proprio dalla sorella, che accetta così di duettare con lei nel brano Stiamo come stiamo, presentato al Festival di Sanremo 1993. Ma quello che poteva essere l'evento musicale dell'anno in realtà non riesce a convincere le giurie, anche a causa delle continue tensioni tra le due Bertè nei giorni della rassegna canora. Ad ogni modo, Stiamo come stiamo verrà definita una "canzone assolutamente splendida sul disagio nei nostri tempi"[38] e verrà ripresa dalla Martini in versione solista nella tournée estiva. Inoltre, sempre nello stesso anno, Mia Martini e la sorella riproporranno il duetto anche nel primo live di Loredana, Bertex - Ingresso libero.

Sempre nel 1993, di nuovo insieme ad Enzo Gragnaniello e Roberto Murolo, incide Vieneme: il brano non riesce però a bissare il grande successo di Cu' mme', anche a causa della scarsa promozione, dovuta al rifiuto della cantante, dichiaratasi stanca di dover continuare ad esibirsi al fianco di Murolo senza però ricevere alcun compenso per la partecipazione vocale prestata ai suoi lavori.[39]


Le discordie con la Polygram e l'album La musica che mi gira intorno

Successivamente la Polygram la obbliga[40] a presentarsi alle selezioni per il Festival di Sanremo 1994. La canzone E la vita racconta viene scartata, ma in questo caso è la stessa Mia Martini a non essere convinta del brano.[41] A ogni modo la notizia suscita un certo clamore, tanto che Claudia Mori propone il proprio ritiro dalla kermesse canora in favore della Martini: ovviamente il regolamento non consente una simile sostituzione, che comunque la cantante non avrebbe accettato, pur apprezzando il gesto della collega.[42]

Nel 1994 passa ad una nuova casa discografica, la RTI Music, con cui termina di incidere il nuovo album iniziato attraverso la precedente etichetta, con la quale però sorgono nuove divergenze. Il disco, l'ultimo della sua vita, si intitola La musica che mi gira intorno, in cui rilegge con grande forza interpretativa quelle canzoni che molti dei suoi autori preferiti avrebbero scritto in un momento di grande amore, o di grande fragilità, a prescindere dal loro impegno politico-sociale: Fabrizio De André (Hotel Supramonte, Fiume Sand Creek), Francesco De Gregori (Mimì sarà), Zucchero Fornaciari (Diamante), Vasco Rossi (Dillo alla luna), Lucio Dalla (Stella di mare), Eugenio ed Edoardo Bennato (Tutto sbagliato baby), e naturalmente Ivano Fossati con ben tre pezzi (La canzone popolare, I treni a vapore, e La musica che gira intorno, su cui gioca il titolo dell'album). A confezionare il tutto un inedito di uno dei suoi artisti più apprezzati, (Viva l'amore), di Mimmo Cavallo che è anche il brano trainante del disco, e destinato a diventare il suo ultimo successo in vita.

La musica che mi gira intorno è in realtà solo il primo di una serie di progetti improntati alla rilettura di vari autori e generi musicali, che l'artista non ebbe il tempo di realizzare: dai classici napoletani (un disco che vorrebbe intitolare Napoli Mia) a quelli più moderni di Pino Daniele (autore da lei molto amato, volutamente tralasciato nell'ultimo album per poi dedicargli un capitolo discografico a sé[43]), fino ai tributi a Tom Waits e Billie Holiday.

Nel marzo del 1995, due mesi prima della morte, Mia Martini annuncia al suo fan club Chez Mimì di voler realizzare un album dedicato completamente alla luna, dal titolo Canto alla luna (brano del 1978 scritto per lei da Ivano Fossati e pubblicato nell'album Danza).[44] I brani sarebbero stati: Canto alla luna, Dillo alla luna, Verde luna, Luna rossa, Blue moon, Luna bianca e due inediti, Alla luna, scritta per lei da Franco Fasano e Luna sciamanna, scritta da Mimmo Cavallo.

Per il 1996 era inoltre prevista anche una collaborazione con Mina,[45] che Mia Martini ha definito "la più grande artista che abbiamo in Italia":[46] entrambe erano legate da un rapporto di amicizia e stima, più volte confermato dalla Martini nel corso degli anni. Sarà proprio Mina, a pochi mesi dalla scomparsa della collega, la prima cantante a dedicarle un omaggio discografico nell'album Pappa di latte, dove è inserita una sua personale versione di Almeno tu nell'universo.


La morte improvvisa

Quando nei primi mesi del 1995 annunciò la partenza per una nuova tournée con la partecipazione di Mimmo Cavallo e dei suoi musicisti, già da qualche anno la cantante soffriva di un fibroma all'utero per il quale non intendeva sottoporsi al necessario intervento chirurgico, temendo possibili cambiamenti al suo timbro vocale. Per questo motivo assumeva farmaci antidolorifici[47] le cui dosi sono poi state pubblicamente giudicate eccessive da familiari, amici e colleghi.

Pochi giorni prima della sua morte, impegnata con i primi concerti del nuovo tour, la cantante venne ricoverata d'urgenza per due volte sia ad Acireale che a Bari a causa di dolori allo stomaco e al braccio sinistro,[48] che però vennero ignorati anche dal suo entourage.

Il 14 maggio 1995, a seguito di alcuni giorni di irreperibilità, il suo manager richiese l'intervento delle forze dell'ordine: i vigili del fuoco irruppero quindi nell'appartamento di via Liguria 2 a Cardano al Campo, in provincia di Varese, dove Mia Martini si era trasferita da circa un mese per essere più vicina al padre, con il quale si era riconciliata. Qui il corpo senza vita della cantante venne ritrovato riverso sul letto, in pigiama, con le cuffie del mangianastri portatile nelle orecchie e con il braccio proteso verso un vicino apparecchio telefonico.

Intervistata per lo speciale televisivo de La Storia siamo noi, andato in onda a dieci anni dalla morte dell'artista, Olivia Bertè dichiarò di essere stata l'ultima a parlare con Domenica telefonicamente, qualche giorno prima del suo ritrovamento: la sorella le aveva detto di sentirsi molto affaticata dagli ultimi concerti, avvisandola inoltre di non preoccuparsi se non avesse risposto al telefono, perché impegnata con la preparazione in cuffia del brano da presentare a Viva Napoli.

La Procura di Busto Arsizio aprì un'inchiesta e dispose l'autopsia, il cui referto stabilì che l'artista era morta nella notte tra l'11 ed il 12 maggio 1995, all'età di 47 anni, e indicò come causa del decesso un arresto cardiaco da overdose di stupefacenti,[49] segnatamente cocaina.[50]

Le ipotesi di suicidio succedutesi nei giorni seguenti il ritrovamento del cadavere sono state più volte smentite dalle sorelle. Alcuni anni dopo Olivia definì addirittura "stupendo" l'ultimo periodo di vita della cantante, sia dal punto di vista degli impegni professionali che per quanto riguarda l'ambito familiare.

Ai suoi funerali, svoltisi il 16 maggio nella chiesa di San Giuseppe a Busto Arsizio, presero parte circa quattromila persone e un buon numero di persone dello spettacolo e colleghi. La sua bara era coperta da una bandiera del Napoli, la squadra di calcio per cui faceva il tifo. Dopo le esequie il corpo fu cremato, ottemperando alla volontà del padre, le sue ceneri vennero deposte nel cimitero di Cavaria con Premezzo, accanto ai nonni. L'inchiesta sul decesso venne archiviata in tempi brevi. Il 6 ottobre 2017 muore a 96 anni il padre Giuseppe e viene seppellito accanto a lei.

Nel maggio 2009 Loredana Bertè, in un'intervista a Musica leggera,[51] torna a parlare della morte della sorella, gettando pesanti ombre sul ruolo del padre nell'intera vicenda. Un anno dopo, in una dura intervista televisiva a Top Secret del 10 giugno 2010, la Bertè accusa nuovamente il padre di avere usato violenza contro la prima moglie e le figlie durante l'infanzia, accuse puntualmente confermate dalla sorella Leda, ma soprattutto denunciando di aver visto il corpo di Mimì ricoperto di lividi e che la sua salma sia stata cremata troppo in fretta dopo il decesso.

La sorella Olivia nel 2019 ha ridimensionato le affermazioni di Loredana sul suo rapporto con la sorella Mimì.[52]


Omaggi a Mia Martini


Dal 1996 il "Premio della critica" del Festival di Sanremo è intitolato alla sua memoria, diventando così Premio della Critica Mia Martini, mentre negli anni successivi sono state pubblicate diverse produzioni postume di raccolte con brani inediti e non, che hanno sempre suscitato l'interesse dei numerosi estimatori e del grande pubblico.

La morte di Mia Martini ha segnato profondamente la vita della sorella Loredana Bertè, che le ha dedicato brani come Luna (presentata al Festival di Sanremo 1997), Zona Venerdì e Mufida. Loredana Bertè ha più volte interpretato in tv o in concerti alcuni successi della sorella come Minuetto, Donna, Cu'mmè e Almeno tu nell'universo.

Nel 1998 anche Renato Zero le ha dedicato una canzone dal titolo La grande assente, incluso nell'album Amore dopo amore. Enrico Ruggeri e i Negramaro le hanno dedicato due canzoni inedite, rispettivamente intitolate Fango e stelle (1996) e Scusa Mimì (2010).

Inoltre, le sono stati intitolati:

Innumerevoli gli altri artisti che l'hanno più volte ricordata in pubblico, talvolta dedicandole alcune loro interpretazioni di suoi grandi successi: tra gli altri: Tiziano Ferro, Franco Califano, Rossana Casale, Mimmo Cavallo, Adriano Celentano, Aida Cooper, Elisa, Fiordaliso, Rita Forte, Giorgia, Enzo Gragnaniello, Bruno Lauzi, Marco Masini, Mietta, Mina (fu la prima a pochi mesi dalla scomparsa), Mariella Nava, Donatella Rettore, Ornella Vanoni, Antonello Venditti, Iva Zanicchi, Farida.

Nel 2006 Gilda Giuliani realizza Canto Mimì, un recital di circa due ore, che ripercorre cronologicamente la carriera musicale di Mia Martini. Si trovano dediche a Mia Martini anche in altri ambiti non strettamente musicali: nel 1995 le viene tributato un ricordo da parte di Giorgio Leone in "Memorie riscoperte. Opere d'arte restaurate dalle chiese della Maddalena e del Carmine", catalogo di una mostra tenutasi a Morano Calabro, in calce alla scheda dei paliotti veneziani del Redentore, da lui attribuiti a Francesco Guardi.[53]

Nel 2013 lo scrittore e poeta Aldo Nove pubblica "Mi chiamo..." (Skira), un'autobiografia immaginaria della cantante, riferita alla sua storia reale.

Nel 2015 esce il libro-omaggio Mia Martini. Almeno tu nell'universo (Imprimatur), scritto da Salvatore Coccoluto, con interviste inedite a Leda Bertè, Enzo Gragnaniello, Mimmo Cavallo, Adriano Aragozzini, Gianni Sanjust. Nello stesso periodo Leda Berté, sorella maggiore della cantante, lancia una raccolta fondi per la realizzazione di un film sulla vita di Mimì.[54]


Tributi televisivi e cinematografici


Il 18 maggio 1995, la trasmissione Temporeale, condotta da Michele Santoro e in onda su Rai 3, dedica una puntata alla cantante appena scomparsa: al programma partecipa anche Carmen Consoli, giovane cantautrice, all'epoca del tutto sconosciuta.

Il 20 luglio 1995, Rai 2 trasmette Mille voci per una voce: alla commemorazione, organizzata dal Comune di Lamezia Terme e da Ruggero Pegna presso il palatenda della città e condotta da Andrea Giordana e Myriam Fecchi, davanti a circa cinquantamila persone partecipano numerosi artisti, tra cui Pierangelo Bertoli, Bruno Lauzi, Peppino Di Capri, Mariella Nava, Rosa Martirano, Mimmo Cavallo e altri ancora.

Nel 1996, Paolo Limiti conduce su Rai 3 Ciao Mimì, dove vengono riproposti filmati di repertorio, unitamente alle testimonianze in studio di Dori Ghezzi, Enzo Gragnaniello, Alba Calia, Luciano Tallarini, e in collegamento Loredana Bertè e Marisa Laurito. Dal 1996 a oggi, Rete 4 ha mandato in onda, in varie fasce orarie, una serie di speciali televisivi a cura di Paolo Piccioli: Chiamatemi Mimì, Notte Mimì, Mimì sarà, Le canzoni di Mia Martini eccetera, con tutti i passaggi televisivi presenti negli archivi Mediaset, o intercettati nelle TV estere.

Nel 2000, la trasmissione di Giovanni Anversa, Racconti di vita, dedica una puntata alla figura di Mia Martini, con le testimonianze della sorella Olivia Bertè, dell'amica e corista Aida Cooper, degli autori Bruno Lauzi e Dario Baldan Bembo, e con Pippo Baudo e Menico Caroli, biografo della cantante.

Nel 2005, sono i tributi televisivi mandati in onda per il decennale dalla morte: uno Speciale Tg1, a cura di Vincenzo Mollica con filmati di repertorio e interviste a Loredana Bertè e Renato Zero; quindi, una puntata speciale de La storia siamo noi di Giovanni Minoli intitolata Mia Martini - Storia di una voce, poi riproposta in anni successivi anche su Rai Storia. Rai 2 manda in onda uno speciale TG2 Dossier, su Mia Martini, Gabriella Ferri e Dalida (Voci spezzate), e ben due puntate della trasmissione Successi di Stefania La Fauci, con le testimonianze, tra gli altri, di Mietta, del discografico Lucio Salvini e di Menico Caroli.

Durante la terza serata del Festival di Sanremo 2010, dedicata alla storia e ai sessant'anni del Festival, Fiorella Mannoia ed Elisa cantano insieme Almeno tu nell'universo, in ricordo di Mia Martini.

Il 22 dicembre 2012 va in onda in prima serata su Rai 1 Per sempre Mia, quarta e ultima puntata del ciclo I grandi della musica.

Il 31 luglio 2015, a vent'anni dalla morte, la trasmissione Per sempre Mia viene riproposta nuovamente in prima serata. Tra gli ospiti partecipanti: Loredana Bertè, Mietta, Marco Masini, Enzo Gragnaniello, Gigi D'Alessio e Anna Tatangelo.[55]

Il 18 dicembre 2018 viene annunciato, con la pubblicazione del trailer, il film Io sono Mia, incentrato sulla sua vita, dove l'attrice Serena Rossi interpreta la cantante. Il film biografico viene distribuito nelle sale cinematografiche dal 14 al 16 gennaio 2019,[56] mentre per la televisione, è trasmesso su Rai 1 il 12 febbraio 2019, ottenendo un clamoroso riscontro di pubblico, con 7 727 000 spettatori e il 30.98% di share.[57] Il giorno seguente, 13 febbraio 2019, esce nei negozi il DVD del film.

Il 4 febbraio 2020, durante la prima serata della settantesima edizione del Festival di Sanremo, il cantautore Tiziano Ferro, invitato come ospite, si esibisce con “Almeno tu nell’universo”.

Il 27 febbraio 2020 va in onda in prima serata su Rai 3 il docufilm Fammi sentire bella, che ripercorre la biografia della cantante, in omaggio all'omonimo brano inedito del 1992, mandato in ascolto in alcune sue parti, e diffuso su autorizzazione della Sugar Music.[58]


Dischi postumi e brani inediti


Nel 1996, un anno dopo la sua morte, la RTI Music, sua ultima casa discografica, pubblica la raccolta intitolata proprio 1996, che è la compilation dell'artista che ha riscosso maggior successo di classifica (64º album più venduto dell'anno). Sempre del 1996 è un'altra antologia distribuita dalla DIG-IT International, intitolata Indimenticabile Mia: si tratta di un'emissione particolarmente interessante poiché proponeva per la prima volta i due inediti: La struggente SOS verso il blu, di Carla Vistarini e Luigi Lopez, e Col tempo imparerò (entrambi registrati nel 1990), oltre a una versione alternativa di Cercando il sole, brano tratto dall'album La mia razza, sempre del 1990.

La raccolta è stata successivamente ritirata dal mercato per volere degli eredi della Martini che rivendicavano i diritti dei due inediti, pubblicati senza la loro autorizzazione. Nel 1997, la BMG Ricordi raccoglie, per la prima volta su cd, tutte le incisioni anni settanta realizzate in spagnolo dall'artista per il mercato latino (Mi canto español). Nel 1998 la Sony Music propone il progetto Fortemente Bertè, che comprende la pubblicazione di due album dal vivo delle due sorelle Loredana Bertè (Decisamente Loredana) e Mia Martini (Semplicemente Mimì): Semplicemente Mimì è un disco dal vivo ricavato dalla registrazione di un concerto che la Martini aveva tenuto nell'isola di Procida nell'estate del 1993.

Nell'album, prodotto da Mario Lavezzi, viene inserito anche l'inedito E la vita racconta, tratto da un provino successivamente riarrangiato dal maestro Renato Serio. Nel 2000 esce, sempre per la Sony Music, la raccolta Mimì sarà, a cinque anni esatti dalla scomparsa della cantante. Il cd contiene numerose rarità e altri brani da tempo fuori catalogo, unitamente all'inedito assoluto In una notte così, brano che Mia Martini aveva provinato per il Festival di Sanremo 1992 (dove a presentarlo fu, poi, Riccardo Fogli).

Del 2003 è la prima antologia interamente composta da brani inediti, tutti risalenti agli anni settanta: Canzoni segrete, pubblicata dalla BMG Ricordi. Spiccano Ruba (1974), scritta da Antonello Venditti, Io andrò (1977) e Dire no (1975), fino ad allora rimaste nel cassetto. Nel 2004 anche la Warner pubblica una raccolta con inediti, intitolata E parlo ancora di te.

Dopo la buona accoglienza dei lavori precedenti, nel 2005, ancora la BMG Ricordi, nel frattempo diventata Sony BMG, pubblica un triplo cofanetto dal titolo La neve, il cielo, l'immenso, che attraverso successi, altri inediti e rarità, ripercorre la carriera di Mia Martini dal 1970 al 1990. Nel 2006, sempre per la Sony BMG, esce una seconda antologia (doppia) di registrazioni inedite: venti brani equamente suddivisi in inediti, provini, versioni alternative di canzoni già edite ed esecuzioni dal vivo. Ancora una volta, la maggior parte del materiale utilizzato risale agli anni settanta.

Nel 2007 esce per la Sony BMG anche Liberamente Mia, confezione di un CD + DVD, che ripercorrono l'intera carriera di Mia Martini, in collaborazione con Rai Trade. Liberamente Mia raggiunge la seconda posizione nella classifica settimanale dei DVD più venduti. A pochi giorni di distanza esce nei negozi anche Live 2007 - Il concerto, disco curato da Maurizio Piccoli, autore e amico della cantante, che ha voluto ricostruire, attraverso registrazioni tratte da concerti degli anni novanta, la scaletta ideale di un concerto di Mia Martini, prendendo anche spunto da alcuni appunti personali dell'artista. Passato inosservato al momento della pubblicazione, il disco ha avuto un buon successo di vendite grazie alla successiva distribuzione nelle edicole, in allegato al settimanale TV Sorrisi e Canzoni.

Del 2010 è l'uscita di un nuovo disco dal vivo intitolato Altro che cielo, edito dalla Crisler. Nello stesso anno esce anche la raccolta Domani, pubblicata per volere dell'amica Alba Calia su etichetta Rai Trade, che racchiude per la prima volta su disco alcune registrazioni dal vivo tratte dalle Teche Rai.

Attualmente esistono diversi inediti tra i quali ricordiamo in primis Canto universale del 1978, particolarmente caro a Mimì, fu composto dall'amico Dario Baldan Bembo già autore di altri splendidi successi come Minuetto, Donna Sola, Piccolo uomo, Che vuoi che sia etc. e per il testo dalla stessa Mia Martini. Da ricordare poi Adesso vai (1973), Vivo (Al diavolo anche te) (1977), Quando ne avrò abbastanza (1977) e Lui è la vita mia (1977), brano censurato appartenente, assieme a Vivo e Quando ne avrò abbastanza, alla sessione dell'album Per amarti. In alcuni casi manca l'autorizzazione alla pubblicazione, degli eredi o degli stessi autori dei brani, e di alcuni provini non si riesce a risalire ai crediti, anch'essi necessari per la pubblicazione.

Nel frattempo le case discografiche continuano a stampare compilation, fra cui Il meglio di Mia Martini. 26 grandi successi (Edel), che raccoglie tutti i suoi più grandi successi in due cd: nel 2013 l'album riceve il disco d'oro[59] per le vendite.

Nel 2012 la sua discografia è riassunta in un'opera intitolata Tutto il mio universo, composta da nove volumi che ripropongono il suo percorso musicale: ciascun disco è distribuito settimanalmente nelle edicole, in allegato con Tv Sorrisi e Canzoni e Donna Moderna. L'intera opera è interamente ripubblicata due anni dopo, sempre allegata alle medesime riviste.

Il 7 ottobre 2014 viene pubblicato un'altra raccolta intitolata Straniera, contenente quasi tutte le incisioni estere della cantante dal 1971 al 1983.

Nel 2020 Christian Calabrese ritrova tra le lacche di suo padre Giorgio due provini di Mia Martini risalenti ai primi anni di attività con il nome Mimì Berté, Per sempre resterò con te e Soli ad amarci.[60]


Fondazione


Il 20 settembre del 2012, su invito di Loredana Bertè, nasce la Fondazione Mia Martini Onlus, che, senza alcuna finalità di lucro, ha come scopo quello di promuovere e supportare prevalentemente con ogni mezzo la promozione e la valorizzazione dell'opera, della vita, dell'immagine artistica di Mia Martini, al secolo Domenica Adriana Rita Bertè e degli altri componenti della famiglia Bertè nel mondo, attraverso manifestazioni, mass-media, mostre, concorsi, gare canore e quant'altro ritenuto necessario ed in particolare di curare la ricerca, la promozione e lo sviluppo, la produzione, l'organizzazione e la distribuzione di iniziative relative alla cultura, all'arte, allo spettacolo, al cinema, all'editoria, alle edizioni librarie e discografiche, televisive, radiofoniche e fotografiche, allo sport ed al turismo in genere, di ogni tempo e di ogni luogo, in tutti i più vari aspetti, utilizzando qualsiasi mezzo di comunicazione di massa.


Fan club


Chez Mimì è il fan club di Mia Martini, nato nel 1989 a Messina. Anche dopo la scomparsa di Mia Martini, Chez Mimì continua la sua opera per diffondere e promuovere l'arte della indimenticata interprete, in particolare ricordiamo che è stato tra i promotori affinché il Premio della Critica del Festival di Sanremo fosse intitolato a "Mia Martini", in memoria dell'artista, e ufficializzato nel 1996. Per il decennale della scomparsa, l'associazione pubblica un libro Mia Martini - La regina senza trono, nel quale sono raccolte le interviste e gli incontri realizzati nell'ultimo periodo della sua carriera, scritto da Pippo Augliera, fondatore e coordinatore dell'iniziativa.[61] Per i 40 anni di carriera come Mia Martini (il debutto risale al 1971), un altro libro a lei dedicato Mia Martini - La voce dentro, nel quale Pippo Augliera approfondisce alcuni temi peculiari dell'artista e della donna.


Discografia


Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia di Mia Martini.

Programmi televisivi


[62]


1971 - 1979


Data trasmissione Titolo Canale Conduttori Regia Canzoni presentate
22 giugno e 3 luglio 1971 Cantagiro - X Edizione Secondo Programma, Programma Nazionale (serata finale) Nuccio Costa, Daniele Piombi e Beryl Cunningham Antonio Moretti Padre davvero, Amore... amore... un corno! e Ooh pooh pa doo
23 settembre 1971 Tutti insieme Secondo Programma Lucio Battisti Francesco Dama Padre davvero, E penso a te, Pensieri e parole, Eppur mi son scordato di te e Let the sunshine in
24 dicembre 1971 Le stelle di Natale Programma Nazionale Aldo Fabrizi, Claudio Baglioni e Valeria Fabrizi Antonio Moretti Gesù caro fratello
9 gennaio 1972 Stasera... Little Tony Programma Nazionale Little Tony Enzo Trapani Gesù caro fratello
30 giugno 1972 Adesso musica Programma Nazionale Nino Fuscagni e Vanna Brosio Fernanda Turvani Piccolo uomo
8 luglio 1972 Cantagiro - XI Edizione Programma Nazionale Nuccio Costa e Alberto Lupo Eugenio Giacobino Piccolo uomo
29 luglio 1972 Senza rete Programma Nazionale Renato Rascel Enzo Trapani Padre davvero, Madre, Piccolo uomo e Il posto mio
31 agosto 1972 Tutto è pop Secondo Programma Vittorio Salvetti Antonio Moretti Piccolo uomo
14 settembre 1972 IX Festivalbar - Asiago 1972 Programma Nazionale Vittorio Salvetti Peppo Sacchi Piccolo uomo
dal 21 al 23 settembre 1972 VIII Mostra internazionale di musica leggera - Venezia 1972 Programma Nazionale Daniele Piombi e Aba Cercato Antonio Moretti Donna sola
24 dicembre 1972 Auguri, auguri Programma Nazionale vari Enzo Trapani Donna sola
20 luglio 1973 Adesso musica Programma Nazionale Nino Fuscagni e Vanna Brosio Giancarlo Nicotra Minuetto
11 agosto 1973 Senza rete Programma Nazionale Aldo Giuffré Stefano De Stefani Minuetto, Signora, Donna sola, Neve bianca e Buona domenica
6 settembre 1973 X Festivalbar - Asiago 1973 Programma Nazionale Vittorio Salvetti Eugenio Giacobino Minuetto
dal 20 al 22 settembre 1973 IX Mostra internazionale di musica leggera - Venezia 1973 Programma Nazionale Daniele Piombi e Aba Cercato Antonio Moretti Il guerriero e Bolero
17 ottobre 1973 Appuntamento con... Mia Martini Secondo Programma Mia Martini Minuetto, Il guerriero, Bolero, La malattia, Piccolo uomo e Donna sola
1º dicembre 1973 Under 20 Secondo Programma vari Enzo Trapani Il guerriero
24 dicembre 1973 Improvvisamente... a mezza festa Programma Nazionale Enzo Cerusico, Mia Martini e Fred Bongusto Antonio Moretti Dove il cielo va a finire e Il guerriero
29 dicembre 1973 Quando il topo ci mette la coda Secondo Programma Cino Tortorella e Topo Gigio Giancarlo Nicotra Bolero
21 gennaio 1974 Gala del Midem di Cannes Programma Nazionale Corrado Tu t'en vas quand tu veux (Minuetto in francese)[63]
5 luglio 1974 Adesso musica Programma Nazionale Nino Fuscagni e Vanna Brosio Giancarlo Nicotra Inno ed ...e stelle stan piovendo
12 settembre 1974 XI Festivalbar - Asiago 1974 Programma Nazionale Vittorio Salvetti Giancarlo Nicotra Inno
dal 26 al 28 settembre 1974 X Mostra internazionale di musica leggera - Venezia 1974 Programma Nazionale Daniele Piombi e Aba Cercato Antonio Moretti Agapimu e Inno
10 ottobre 1974 E l'orchestra racconta Secondo Programma Maria Rosaria Omaggio e Piero Piccioni Enzo Trapani Inno e Breve amore
11 dicembre 1974 Alle sette di sera Secondo Programma Christian De Sica, Anna Maria Rizzoli e Ingrid Schoeller Francesco Dama Agapimu
6 febbraio 1975 Mia - Incontro con Mia Martini Programma Nazionale Mia Martini e Lino Capolicchio Enzo Trapani When I fall in love, Hit the road Jack, Desafinado, Al mondo, Inno, ...e stelle stan piovendo, Agapimu, Il viaggio e infine gli stornelli romani assieme a Gabriella Ferri
21 febbraio 1975 Adesso musica Programma Nazionale Nino Fuscagni e Vanna Brosio Luigi Turolla Al mondo e Volesse il cielo
4 maggio 1975 Musica in libertà Secondo Programma Franco Cerri, Stefano Cerri e Renato Sellani Enzo Trapani Al mondo
5 luglio 1975 Senza rete Programma Nazionale Alberto Lupo, Lino Banfi e Jenny Tamburi Giancarlo Nicotra Signora, Agapimu, Vieni sonne di la muntagnella, Volesse il cielo, Donna con te e Piccolo uomo
dal 6 settembre all'11 ottobre 1975 La compagnia stabile della canzone con varietà e con comica finale Programma Nazionale Mia Martini, Christian De Sica, Renato Rascel, Gianni Nazzaro, Gigliola Cinquetti, Gino Paoli, Riccardo Cocciante e Giuditta Saltarini Enzo Trapani Volesse il cielo, Donna con te, Questi miei pensieri, Sabato, Le dolci colline del viso, Sassi, Alle porte del sole, Quando finisce un amore e Il primo sogno proibito
11 settembre 1975 XII Festivalbar - Verona 1975 Programma Nazionale Vittorio Salvetti Giancarlo Nicotra Donna con te
22 aprile 1976 C'è un'orchestra per lei Rete 1 Stefano Satta Flores, Riz Ortolani e Katyna Ranieri Giancarlo Nicotra Mai
4 giugno 1976 Adesso musica Rete 1 Nino Fuscagni e Vanna Brosio Piero Turchetti e Luigi Costantini Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto + medley formato da Piccolo uomo, Donna sola e Minuetto
9 settembre 1976 XIII Festivalbar - Verona 1976 Rete 1 Vittorio Salvetti Fernanda Turvani Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto
28 settembre 1976 Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto Rete 2 Mia Martini Ruggero Miti Io donna, io persona, Noi due, In paradiso, Se mi sfiori, Fiore di melograno, Preghiera e Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto
2 ottobre 1976 XII Mostra internazionale di musica leggera - Venezia 1976 Rete 1 Pino Caruso Antonio Moretti Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto
9 gennaio 1977 L'altra domenica Rete 2 Renzo Arbore e Roberto Benigni Salvatore Baldazzi Piccolo uomo, Donna sola, Minuetto, Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto e Io donna, io persona
28 febbraio 1977 Serata con Charles Aznavour e Mia Martini Rete 1 Charles Aznavour e Mia Martini Adriana Borgonovo Libera, Il guerriero, Volesse il cielo, Donna con te, Padre davvero, Amore... amore... un corno!, Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto, Piccolo uomo, Inno, Minuetto, Donna sola e Dopo l'amore assieme a Charles Aznavour
22 marzo 1977 Montecatini folies Rete 1 Pippo Baudo Antonio Moretti Libera e Te possono da tante cortellate assieme a Loredana Bertè
17 aprile 1977 Domenica in Rete 1 Corrado Lino Procacci Libera
7 maggio 1977 Eurovision Song Contest 1977 Rete 1 Angela Rippon, Silvio Noto (commentatore italiano) Libera
25 agosto 1977 Pesaro summer show Rete 1 Paolo Ferrari Libera
20 novembre 1977 Domenica in Rete 1 Corrado Lino Procacci Per amarti
1º dicembre 1977 Come mai Rete 2 Mia Martini Ruggero Miti Per amarti, Un uomo per me, Se finisse qui
22 gennaio 1978 Festa d'inverno Rete 2 Vittorio Salvetti Eros Moscatelli Per amarti
1º luglio 1978 Un disco per l'estate 1978 TV1 Pippo Franco e Laura Troschel Antonio Moretti Vola
27 luglio 1978 Musicaestate '78 TV1 Sammy Barbot Salvatore Baldazzi Vola
17 settembre 1978 XV Festivalbar - Verona 1978 TV1 Vittorio Salvetti Fernanda Turvani Vola
24 settembre 1978 Azzurro, cicale e ventagli TV1 Sergio Leonardi e Stefania Macchia Luigi Costantini Vola
8 ottobre 1978 Domenica in TV1 Corrado Salvatore Baldazzi Vola
5 novembre 1978 Stryx TV2 Tony Renis Enzo Trapani Bene
4 marzo 1979 Discoring TV1 Gianni Boncompagni e Paola Rinaldi Fernanda Turvani Danza
17 giugno 1979 Così per caso TV2 Don Lurio e Cecilia Buonocore Paolo Poeti Danza
12 agosto 1979 Ieri e oggi TV2 Luciano Salce Lino Procacci Danza
13 settembre 1979 XVI Festivalbar - Verona 1979 TV1 Vittorio Salvetti Fernanda Turvani Danza
27 ottobre 1979 Fantastico TV1 Beppe Grillo, Loretta Goggi e Heather Parisi Enzo Trapani Nun è peccato e Arrivederci
4 novembre 1979 Domenica in TV1 Pippo Baudo ed Edy Angelillo Lino Procacci Danza

Tour di concerti



Videoclip



Partecipazioni a manifestazioni canore



Azzurro



Cantagiro



Canzoniere dell'estate



Caravella dei successi



Eurofestival



Festival di Avanguardie e Nuove Tendenze



Festival di Bellaria



Festival di Sanremo


Edizione Brano Autore Posizione Premi
Festival di Sanremo 1982 E non finisce mica il cielo Ivano Fossati finalista Premio della critica
Festival di Sanremo 1989 Almeno tu nell'universo Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio 9 Premio della critica
Festival di Sanremo 1990 La nevicata del '56 Franco Califano, Carla Vistarini, Luigi Lopez e Massimo Cantini 6 Premio della critica
Festival di Sanremo 1992 Gli uomini non cambiano Mia Martini, Giuseppe Dati e Marco Falagiani 2 Targa d'oro del Comune di Sanremo
Festival di Sanremo 1993 Stiamo come stiamo (in coppia con Loredana Bertè) Loredana Bertè e Maurizio Piccoli 14

Festival Italiano



Festivalbar



Midem di Cannes



Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia



Musical de Mallorca



Premio Tenco



Saint-Vincent



Vela d'oro di Riva del Garda



Vota la voce





Premi e riconoscimenti



Filmografia



Documentario biografico



Note


  1. (tre ottave e tre toni da A2 a Eb6)
  2. Dizionario delle canzoni italiane, pag. 31.
  3. Dizionario delle canzoni italiane, pag. 226.
  4. "I miti musica" n. 18, "Mia Martini", Arnoldo Mondadori Editore Editore, 1999
  5. Mia Martini: storia di una voce Archiviato il 14 maggio 2008 in Internet Archive. - Puntata de "La storia siamo noi" - Rai Educational
  6. Maurizio Seymandi, Vota la voce, i lettori hanno scelto i più popolari dell'anno (PDF), in TV Sorrisi e Canzoni, n. 38, settembre 1975, p. 15. URL consultato il 2 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2008).
  7. Paolo Cucco, Mia Martini. Libera felice e sconfitta (PDF), in TV Sorrisi e Canzoni, n. 22, maggio 1977, pp. 71-72. URL consultato il 2 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2008).
  8. Articolo di Menico Caroli apparso su Musikbox nº 16
  9. Tg 2 Dossier, "Voci spezzate", Rai, 2005
  10. Il mio canto universale.
  11. La cantante senza maschera, pubblicato su Senza Maschera del 20 agosto 1972, nº23 pag.56
  12. HitParadeItalia - Top10 del 25 novembre 1972
  13. Top Annuali Album 1972
  14. La circostanza è stata raccontata più volte dallo stesso Drupi, che nella puntata di Italia sì in onda il 30 novembre 2019 ha dichiarato fra l'altro che la rinuncia della Martini è arrivata ad appena 10 giorni dall'inizio di Sanremo
  15. Grande dizionario della canzone italiana, pag. 537.
  16. Mia Martini storia di una voce, documentario de La Storia Siamo Noi
  17. Mia Martini: ha vinto il Festivalbar, pubblicato su Intrepido del 13 settembre 1973, nº 37 pag. 40
  18. HitParadeItalia - Top10 del 29 settembre 1973[collegamento interrotto]
  19. Top Annuali Single 1973
  20. Renzo Allegri, "Mia Martini vuota il sacco", Gente n. 34, 1979
  21. "I miti musica" n. 18, "Mia Martini", Arnoldo Mondadori Editore, 1999
  22. Armando Torno, La forza dell'inesistente, in Corriere della Sera, 8 ottobre 2003. URL consultato il 2 gennaio 2003.
  23. "Jettatrice!", Mia Martini stoppata, in Corriere della Sera, 1º aprile 1992. URL consultato il 2 gennaio 2012.
  24. Mario Luzzatto Fegiz, Una grande artista, una falsa maledizione, in Corriere della Sera, 15 maggio 1995. URL consultato il 2 gennaio 2012.
  25. Leandro Palestini, Venier: contro Mimì pregiudizi indecorosi, in la Repubblica, 23 maggio 1996. URL consultato il 2 gennaio 2012.
  26. Paola Zonca, Celentano: Grazie Zaccaria, hai difeso la libertà di parola, in la Repubblica, 18 maggio 2001. URL consultato il 2 gennaio 2012.
  27. Paola Provvedini, La forza dell'inesistente, in Corriere della Sera, 8 ottobre 2003. URL consultato il 2 gennaio 2003 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  28. Pippo, carpe diem: I segreti di Mia Martini. La cantante parla con serenità dei suoi anni bui, su carpe diem, mercoledì 16 luglio 2014. URL consultato il 12 maggio 2020.
  29. Vi scongiuro. Lo strano caso di Mia Martini cantante "portasfortuna"] (PDF), su webalice.it. URL consultato il 10 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2017)., Paolo Butturini, Epoca, 1989
  30. Hanno detto che porto jella] (PDF), su webalice.it. URL consultato il 10 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017)., Gianfranco Moriondo, Eva Express, 1982
  31. Hanno detto che porto jella] (PDF), su webalice.it. URL consultato il 10 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017)., Gianfranco Moriondo, Eva Express, 1982
  32. Hanno detto che porto jella], su segretidipulcinella.it. URL consultato il 10 settembre 2019., Mario Gardini, Segreti di pulcinella
  33. Ciro Castaldo, Martini Cocktail, Edizioni Melagrana, 2019.
  34. Menico Caroli, L'ultima occasione per vivere, Edizione TEA, 1999.
  35. "Successi" di Vania Colasanti, Stefania La Fauci e Fabio Toncelli, Rai, 2005
  36. Mia Martini da "Mezzogiorno in famiglia", 1994
  37. All'Irlanda l'Eurofestival. Mia Martini è quarta, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera.
  38. La rabbia della compagna Loredana Bertè, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera.
  39. Quando Mia Martini disse a Murolo: «Sei miliardario, dammi una casa», su corrieredelmezzogiorno.corriere.it. URL consultato il 20 agosto 2015.
  40. Augliera, pag. 141.
  41. Augliera, pag. 152.
  42. Augliera, pag. 143.
  43. Augliera, pag. 163.
  44. Augliera, pag. 191.
  45. Almeno tu: omaggio di Mina a Mia Martini, in Corriere della Sera, 7 ottobre 1995. URL consultato il 2 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  46. Augliera, pag. 180.
  47. Zero: Mia Martini non si è suicidata, in Corriere della Sera, 2 aprile 1998, p. 35. URL consultato il 21 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2009).
  48. Il memoriale di Loredana Bertè scritto da lei stessa, su stelleitaliane.altervista.org. URL consultato il 6 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2015).
  49. Federica Cavadini, Mia Martini, uccisa da overdose, in Corriere della Sera, 13 luglio 1995. URL consultato il 2 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  50. Carmine Saviano, Mia Martini, vent'anni dopo. Le maldicenze la uccisero ma il suo talento è immortale, in Repubblica.it, 12 maggio 2015. URL consultato il 12 maggio 2015.
  51. La guerra non è mai finita, intervista di Maurizio Becker a Loredana Bertè, pubblicata sul periodico musicale Musica leggera nº 4, maggio 2009, pagg. 12-35
  52. Fonte: tvzap.kataweb.it, 10.12.2019, "Olivia Bertè alla sorella Loredana: ‘Basta bugie su Mimì’"
  53. Memorie riscoperte. Opere d'arte restaurate dalle chiese della Maddalena e del Carmine, Catalogo della mostra (Morano Calabro: 1995), a cura di Rosa Anna Filice, Morano C., Amministrazione Comunale di Morano, 1995, pp. 67-73 (scheda 16-17)
  54. Mia Martini, una vita per la musica, in un libro e un film - Spettacoli - Repubblica.it
  55. Serata dedicata a Mia Martini Per Sempre Mia su Raiuno, su musicalnews.com. URL consultato il 19 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2013).
  56. Mia Martini | Io sono Mia, su Nexo Digital. The Next Cinema Experience. URL consultato il 4 gennaio 2019.
  57. Ascolti TV: dati Auditel di ieri, martedì 12 febbraio 2019, ascoltitv.it, 13 febbraio 2019.
  58. https://www.ilsussidiario.net/news/mia-martini-fammi-sentire-bella-linedito-e-lo-speciale-su-rai3/1989930/
  59. Mia Martini conquista il disco d’oro!, su stelleitaliane.it (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2013).
  60. https://www.vanityfair.it/music/storie-music/2020/12/14/ritrovate-canzoni-inedite-mia-martini-musica
  61. Augliera.
  62. Questo elenco contiene le apparizioni televisive italiane più importanti della cantante
  63. Il programma fu ripreso in diretta dalla Francia e trasmesso in eurovisione
  64. ‘Io sono Mia’, ecco il trailer del biopic su Mia Martini, su rollingstone.it.
  65. Mia Martini - Fammi sentire bella, su imdb.com.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Predecessore Vincitore del Festivalbar Successore
Demis Roussos 1972 Mia Martini I
Mia Martini 1973 Claudio Baglioni II
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[de] Mia Martini

Mia Martini .mw-parser-output .IPA a{text-decoration:none}[ˈmiːa marˈtiːni], Pseudonym von Domenica „Mimì“ Rita Adriana Bertè [doˈmeːnika … berˈtɛ] (* 20. September 1947 in Bagnara Calabra; † 12. Mai 1995 in Cardano al Campo), war eine italienische Sängerin, die auch als Songwriterin in Erscheinung trat. Die ältere Schwester von Loredana Bertè war neben Mina eine der bemerkenswertesten weiblichen Stimmen der italienischen populären Musik.[1]

[en] Mia Martini

Mia Martini (Italian pronunciation: [ˈmiːa marˈtiːni]; born Domenica Rita Adriana Bertè [doˈmeːnika berˈtɛ]; 20 September 1947 – 12 May 1995) was an Italian singer, songwriter and musician.[1][2] She is considered, by many experts,[3][4] one of the most important and expressive female voices of Italian music, characterised by her interpretative intensity and her soulful performance.

[es] Mia Martini

Domenica Bertè, (Bagnara Calabra, Regio de Calabria, 20 de septiembre de 1947 - Cardano al Campo, Varese, 12 de mayo de 1995), más conocida por su nombre artístico Mia Martini, fue una cantante italiana, hermana de la también cantante Loredana Bertè y una de las más reconocidas del pop italiano de los años ochenta y noventa.

[fr] Mia Martini

Mia Martini (prononcé : [ˈmiːa marˈtiːni]), de son vrai nom Domenica Bertè (prononcé : [doˈmeːnika berˈtɛ]), est une chanteuse italienne née le 20 septembre 1947 à Bagnara Calabra, en Calabre, et morte le 12 mai 1995 à Cardano al Campo, dans la province de Varèse.
- [it] Mia Martini

[ru] Миа Мартини

Ми́а Марти́ни (итал. Mia Martini), настоящее имя — Доме́ника Берте́ (итал. Domenica Bertè; 20 сентября 1947, Баньяра-Калабра, Реджо-Калабрия, Италия — 11 мая 1995, Милан, Италия) — итальянская певица и композитор.



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